Elliott: manovre in Lussemburgo. Riassetto o cessione?

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Il Corriere della Sera pubblica un articolo sull'intricata situazione societaria del Milan e con Elliott che sta facendo delle manovre in Lussemburgo. Preludio ad un riassetto o ad una cessione?

Ecco l'articolo completo


Il Fondo Elliott muove le pedine degli assetti del Milan mentre la società lussemburghese che controlla il club registra una perdita superiore al miliardo, per l’esattezza 1.046.977.327,85 euro. In queste settimane centrali dell’estate, mentre tiene banco il rinnovo del contratto a Zlatan Ibrahimovic, ci sono state alcune operazioni finanziarie a monte del Milan, l’ultima chiusa il 10 agosto. Tra queste, un travaso di azioni che ha interessato due società del Delaware, apparentemente lontane ma, come vedremo, fondamentali nella struttura proprietaria che presenta ancora zone d’ombra. Movimenti che potrebbero preludere a qualche novità negli assetti del club. Paul Singer, 76 anni, il numero uno del gruppo di gestione di investimenti, sta preparando la strada alla cessione? Apre ad altri soci? O è solo un riassetto interno del controllo? Nei mesi scorsi era circolato il nome di Bernard Arnault, patron del gigante del lusso Lvmh, ma le voci di un suo interesse per la squadra di Stefano Pioli non hanno mai trovato riscontro.

Da Li a Elliott
Elliott Management Corporation è diventata proprietaria del Milan nell’estate 2018 esercitando le garanzie sull’inadempiente Yonghong Li. Cioè il cinese senza capitali che nell’aprile 2017, già inseguito per insolvenza dalla Jangsu Bank, comprò il Milan da Berlusconi per 740 milioni, anche grazie ai soldi, oltre 300 milioni, di Elliott. È tuttora inspiegabile come uno sconosciuto (anche in Cina) imprenditore che millantava un patrimonio in gran parte inesistente (e quello esistente sull’orlo del crac) abbia potuto sedersi al tavolo di quella trattativa, chiudere una delle più rilevanti compravendite calcistiche di sempre e ottenere un simile finanziamento, sebbene assai oneroso.

Il finanziamento
All’epoca Li creò una scatola societaria per l’acquisto del Milan: la Rossoneri Sport Investment Luxembourg (Rossoneri Lux). Ed Elliott con due finanzieri italiani (Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione) costituì sempre in Lussemburgo la Project Redblack per erogare il prestito alla Rossoneri Lux. Fallito il cinese, gli americani sono andati a escutere la garanzia e così la Project si è presa il 100% della Rossoneri Lux che ha il 99% delle azioni del Milan.

Super rosso di bilancio
I costi e i conti di tutte queste operazioni (dall’acquisizione di Li fino agli oltre 400 milioni erogati al Milan da agosto 2018 fino al 19 marzo 2020) sono compresi nei bilanci della Rossoneri Lux. E nell’ultimo, depositato da poco, sono indicate perdite cumulate per oltre un miliardo al 30 giugno 2019. La situazione nel frattempo non è migliorata, i risultati sportivi non aiutano e il costo «fisso» di gestione della società è di circa 10 milioni al mese. Un problema serio anche per un investitore dalle spalle larghe come Elliott (32 miliardi di euro in gestione) che non è abituato a registrare minusvalenze.

Chi offre un miliardo?
Il Milan, tuttavia, è a bilancio a soli 83 milioni e poi, in caso di cessione, anche l’asset «nuovo stadio» potrà essere messo sul tavolo. Insomma c’è margine per riequilibrare i conti. Non abbastanza però per ipotizzare plusvalenze degli investitori finali a meno che qualcuno non offra almeno un miliardo. Il rischio per Elliott è rimanere a lungo impantanato in un business che dà visibilità ma assorbe denaro, non esattamente l’obiettivo di un hedge fund.

Zone d’ombra
Intanto il 25 giugno scorso c’è stato un passaggio di azioni dentro la Project, la società che controlla la Rossoneri Lux che a sua volta ha il 99% del Milan. La Genio Investments ha ceduto 120 azioni alla King George. Entrambe sono veicoli dell’arcipelago Elliott. Piccola operazione ma è un segnale che qualcosa si sta muovendo: è il primo assestamento che emerge in due anni. E le carte fanno più luce dentro la Project, perno della proprietà. Ci sono tre categorie di azioni (A-B e C) e le due finanziarie appena citate hanno tutte le azioni A che corrispondono al 49,99% del capitale votante. Ma chi ha il resto? Ovvero le B (4%) e le C (46%)? Nell’ultima segnalazione ufficiale del Milan (27 settembre 2019) si diceva che il capitale di Rossoneri Lux «è interamente detenuto da Project Redblack, il cui capitale sociale è a sua volta detenuto da Blue Skye Financial Partners e da alcune società indirettamente detenute da Elliott Associates ed Elliott International».

Il labirinto
Se quelle di Elliott fossero solo Genio e King vorrebbe dire che la maggioranza è in mano alla Blue Skye Financial Partners (Lussemburgo) dei finanzieri D’Avanzo e Cerchione che fin dall’inizio hanno affiancato gli americani nell’operazione e che sono ora in cda del Milan. Ma è probabile, come hanno detto in passato fonti di Elliott, che a loro faccia capo «solo» il 4% delle azioni B (comunque decisivo per la maggioranza) mentre sul 46% resta un alone di mistero. Per capire potrebbe essere utile il bilancio Blue Skye ma non è una loro priorità pubblicare i conti: nel 2020 (due settimane fa) hanno depositato il bilancio, inconsistente, del 2015 ... Sei giorni fa, infine, le due società di Elliott (Genio e King) e la stessa Blue Skye hanno rilevato le «vecchie» finanziarie lussemburghesi di Yonghong Li che erano state messe fuori gioco, rimanendo orfane del Milan, quando il fondo esercitò la garanzia e si prese la Rossoneri Lux. Manovre estive nei labirinti rossoneri da cui il fondo Elliott sta cercando una via d’uscita.

La GDS in edicola oggi, 17 agosto, riporta l'articolo del CorSera ed aggiunge che la cessione del Milan è ritenuta ad oggi distante anni luce. Il travaso di azioni è solamente un'operazione tecnica che non sposta equilibri e il rosso da 1 mld della Rossoneri Lux è frutto di una svalutazione del valore di carico che Mr. Li deteneva prima di perdere il Milan, e non ha a che fare col valore del club né con l’esposizione effettiva di Elliott sul club.
 

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Ecco l'articolo completo


Il Fondo Elliott muove le pedine degli assetti del Milan mentre la società lussemburghese che controlla il club registra una perdita superiore al miliardo, per l’esattezza 1.046.977.327,85 euro. In queste settimane centrali dell’estate, mentre tiene banco il rinnovo del contratto a Zlatan Ibrahimovic, ci sono state alcune operazioni finanziarie a monte del Milan, l’ultima chiusa il 10 agosto. Tra queste, un travaso di azioni che ha interessato due società del Delaware, apparentemente lontane ma, come vedremo, fondamentali nella struttura proprietaria che presenta ancora zone d’ombra. Movimenti che potrebbero preludere a qualche novità negli assetti del club. Paul Singer, 76 anni, il numero uno del gruppo di gestione di investimenti, sta preparando la strada alla cessione? Apre ad altri soci? O è solo un riassetto interno del controllo? Nei mesi scorsi era circolato il nome di Bernard Arnault, patron del gigante del lusso Lvmh, ma le voci di un suo interesse per la squadra di Stefano Pioli non hanno mai trovato riscontro.

Da Li a Elliott
Elliott Management Corporation è diventata proprietaria del Milan nell’estate 2018 esercitando le garanzie sull’inadempiente Yonghong Li. Cioè il cinese senza capitali che nell’aprile 2017, già inseguito per insolvenza dalla Jangsu Bank, comprò il Milan da Berlusconi per 740 milioni, anche grazie ai soldi, oltre 300 milioni, di Elliott. È tuttora inspiegabile come uno sconosciuto (anche in Cina) imprenditore che millantava un patrimonio in gran parte inesistente (e quello esistente sull’orlo del crac) abbia potuto sedersi al tavolo di quella trattativa, chiudere una delle più rilevanti compravendite calcistiche di sempre e ottenere un simile finanziamento, sebbene assai oneroso.

Il finanziamento
All’epoca Li creò una scatola societaria per l’acquisto del Milan: la Rossoneri Sport Investment Luxembourg (Rossoneri Lux). Ed Elliott con due finanzieri italiani (Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione) costituì sempre in Lussemburgo la Project Redblack per erogare il prestito alla Rossoneri Lux. Fallito il cinese, gli americani sono andati a escutere la garanzia e così la Project si è presa il 100% della Rossoneri Lux che ha il 99% delle azioni del Milan.

Super rosso di bilancio
I costi e i conti di tutte queste operazioni (dall’acquisizione di Li fino agli oltre 400 milioni erogati al Milan da agosto 2018 fino al 19 marzo 2020) sono compresi nei bilanci della Rossoneri Lux. E nell’ultimo, depositato da poco, sono indicate perdite cumulate per oltre un miliardo al 30 giugno 2019. La situazione nel frattempo non è migliorata, i risultati sportivi non aiutano e il costo «fisso» di gestione della società è di circa 10 milioni al mese. Un problema serio anche per un investitore dalle spalle larghe come Elliott (32 miliardi di euro in gestione) che non è abituato a registrare minusvalenze.

Chi offre un miliardo?
Il Milan, tuttavia, è a bilancio a soli 83 milioni e poi, in caso di cessione, anche l’asset «nuovo stadio» potrà essere messo sul tavolo. Insomma c’è margine per riequilibrare i conti. Non abbastanza però per ipotizzare plusvalenze degli investitori finali a meno che qualcuno non offra almeno un miliardo. Il rischio per Elliott è rimanere a lungo impantanato in un business che dà visibilità ma assorbe denaro, non esattamente l’obiettivo di un hedge fund.

Zone d’ombra
Intanto il 25 giugno scorso c’è stato un passaggio di azioni dentro la Project, la società che controlla la Rossoneri Lux che a sua volta ha il 99% del Milan. La Genio Investments ha ceduto 120 azioni alla King George. Entrambe sono veicoli dell’arcipelago Elliott. Piccola operazione ma è un segnale che qualcosa si sta muovendo: è il primo assestamento che emerge in due anni. E le carte fanno più luce dentro la Project, perno della proprietà. Ci sono tre categorie di azioni (A-B e C) e le due finanziarie appena citate hanno tutte le azioni A che corrispondono al 49,99% del capitale votante. Ma chi ha il resto? Ovvero le B (4%) e le C (46%)? Nell’ultima segnalazione ufficiale del Milan (27 settembre 2019) si diceva che il capitale di Rossoneri Lux «è interamente detenuto da Project Redblack, il cui capitale sociale è a sua volta detenuto da Blue Skye Financial Partners e da alcune società indirettamente detenute da Elliott Associates ed Elliott International».

Il labirinto
Se quelle di Elliott fossero solo Genio e King vorrebbe dire che la maggioranza è in mano alla Blue Skye Financial Partners (Lussemburgo) dei finanzieri D’Avanzo e Cerchione che fin dall’inizio hanno affiancato gli americani nell’operazione e che sono ora in cda del Milan. Ma è probabile, come hanno detto in passato fonti di Elliott, che a loro faccia capo «solo» il 4% delle azioni B (comunque decisivo per la maggioranza) mentre sul 46% resta un alone di mistero. Per capire potrebbe essere utile il bilancio Blue Skye ma non è una loro priorità pubblicare i conti: nel 2020 (due settimane fa) hanno depositato il bilancio, inconsistente, del 2015 ... Sei giorni fa, infine, le due società di Elliott (Genio e King) e la stessa Blue Skye hanno rilevato le «vecchie» finanziarie lussemburghesi di Yonghong Li che erano state messe fuori gioco, rimanendo orfane del Milan, quando il fondo esercitò la garanzia e si prese la Rossoneri Lux. Manovre estive nei labirinti rossoneri da cui il fondo Elliott sta cercando una via d’uscita.

Mamma mia che porcheria.
 
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Ecco l'articolo completo


Il Fondo Elliott muove le pedine degli assetti del Milan mentre la società lussemburghese che controlla il club registra una perdita superiore al miliardo, per l’esattezza 1.046.977.327,85 euro. In queste settimane centrali dell’estate, mentre tiene banco il rinnovo del contratto a Zlatan Ibrahimovic, ci sono state alcune operazioni finanziarie a monte del Milan, l’ultima chiusa il 10 agosto. Tra queste, un travaso di azioni che ha interessato due società del Delaware, apparentemente lontane ma, come vedremo, fondamentali nella struttura proprietaria che presenta ancora zone d’ombra. Movimenti che potrebbero preludere a qualche novità negli assetti del club. Paul Singer, 76 anni, il numero uno del gruppo di gestione di investimenti, sta preparando la strada alla cessione? Apre ad altri soci? O è solo un riassetto interno del controllo? Nei mesi scorsi era circolato il nome di Bernard Arnault, patron del gigante del lusso Lvmh, ma le voci di un suo interesse per la squadra di Stefano Pioli non hanno mai trovato riscontro.

Da Li a Elliott
Elliott Management Corporation è diventata proprietaria del Milan nell’estate 2018 esercitando le garanzie sull’inadempiente Yonghong Li. Cioè il cinese senza capitali che nell’aprile 2017, già inseguito per insolvenza dalla Jangsu Bank, comprò il Milan da Berlusconi per 740 milioni, anche grazie ai soldi, oltre 300 milioni, di Elliott. È tuttora inspiegabile come uno sconosciuto (anche in Cina) imprenditore che millantava un patrimonio in gran parte inesistente (e quello esistente sull’orlo del crac) abbia potuto sedersi al tavolo di quella trattativa, chiudere una delle più rilevanti compravendite calcistiche di sempre e ottenere un simile finanziamento, sebbene assai oneroso.

Il finanziamento
All’epoca Li creò una scatola societaria per l’acquisto del Milan: la Rossoneri Sport Investment Luxembourg (Rossoneri Lux). Ed Elliott con due finanzieri italiani (Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione) costituì sempre in Lussemburgo la Project Redblack per erogare il prestito alla Rossoneri Lux. Fallito il cinese, gli americani sono andati a escutere la garanzia e così la Project si è presa il 100% della Rossoneri Lux che ha il 99% delle azioni del Milan.

Super rosso di bilancio
I costi e i conti di tutte queste operazioni (dall’acquisizione di Li fino agli oltre 400 milioni erogati al Milan da agosto 2018 fino al 19 marzo 2020) sono compresi nei bilanci della Rossoneri Lux. E nell’ultimo, depositato da poco, sono indicate perdite cumulate per oltre un miliardo al 30 giugno 2019. La situazione nel frattempo non è migliorata, i risultati sportivi non aiutano e il costo «fisso» di gestione della società è di circa 10 milioni al mese. Un problema serio anche per un investitore dalle spalle larghe come Elliott (32 miliardi di euro in gestione) che non è abituato a registrare minusvalenze.

Chi offre un miliardo?
Il Milan, tuttavia, è a bilancio a soli 83 milioni e poi, in caso di cessione, anche l’asset «nuovo stadio» potrà essere messo sul tavolo. Insomma c’è margine per riequilibrare i conti. Non abbastanza però per ipotizzare plusvalenze degli investitori finali a meno che qualcuno non offra almeno un miliardo. Il rischio per Elliott è rimanere a lungo impantanato in un business che dà visibilità ma assorbe denaro, non esattamente l’obiettivo di un hedge fund.

Zone d’ombra
Intanto il 25 giugno scorso c’è stato un passaggio di azioni dentro la Project, la società che controlla la Rossoneri Lux che a sua volta ha il 99% del Milan. La Genio Investments ha ceduto 120 azioni alla King George. Entrambe sono veicoli dell’arcipelago Elliott. Piccola operazione ma è un segnale che qualcosa si sta muovendo: è il primo assestamento che emerge in due anni. E le carte fanno più luce dentro la Project, perno della proprietà. Ci sono tre categorie di azioni (A-B e C) e le due finanziarie appena citate hanno tutte le azioni A che corrispondono al 49,99% del capitale votante. Ma chi ha il resto? Ovvero le B (4%) e le C (46%)? Nell’ultima segnalazione ufficiale del Milan (27 settembre 2019) si diceva che il capitale di Rossoneri Lux «è interamente detenuto da Project Redblack, il cui capitale sociale è a sua volta detenuto da Blue Skye Financial Partners e da alcune società indirettamente detenute da Elliott Associates ed Elliott International».

Il labirinto
Se quelle di Elliott fossero solo Genio e King vorrebbe dire che la maggioranza è in mano alla Blue Skye Financial Partners (Lussemburgo) dei finanzieri D’Avanzo e Cerchione che fin dall’inizio hanno affiancato gli americani nell’operazione e che sono ora in cda del Milan. Ma è probabile, come hanno detto in passato fonti di Elliott, che a loro faccia capo «solo» il 4% delle azioni B (comunque decisivo per la maggioranza) mentre sul 46% resta un alone di mistero. Per capire potrebbe essere utile il bilancio Blue Skye ma non è una loro priorità pubblicare i conti: nel 2020 (due settimane fa) hanno depositato il bilancio, inconsistente, del 2015 ... Sei giorni fa, infine, le due società di Elliott (Genio e King) e la stessa Blue Skye hanno rilevato le «vecchie» finanziarie lussemburghesi di Yonghong Li che erano state messe fuori gioco, rimanendo orfane del Milan, quando il fondo esercitò la garanzia e si prese la Rossoneri Lux. Manovre estive nei labirinti rossoneri da cui il fondo Elliott sta cercando una via d’uscita.

Come si fa ad avere fiducia in tale proprietà????
Come si fa???
Dio Santo che schifo.
 

Djici

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Da Li a Elliott
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Il finanziamento
All’epoca Li creò una scatola societaria per l’acquisto del Milan: la Rossoneri Sport Investment Luxembourg (Rossoneri Lux). Ed Elliott con due finanzieri italiani (Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione) costituì sempre in Lussemburgo la Project Redblack per erogare il prestito alla Rossoneri Lux. Fallito il cinese, gli americani sono andati a escutere la garanzia e così la Project si è presa il 100% della Rossoneri Lux che ha il 99% delle azioni del Milan.

Super rosso di bilancio
I costi e i conti di tutte queste operazioni (dall’acquisizione di Li fino agli oltre 400 milioni erogati al Milan da agosto 2018 fino al 19 marzo 2020) sono compresi nei bilanci della Rossoneri Lux. E nell’ultimo, depositato da poco, sono indicate perdite cumulate per oltre un miliardo al 30 giugno 2019. La situazione nel frattempo non è migliorata, i risultati sportivi non aiutano e il costo «fisso» di gestione della società è di circa 10 milioni al mese. Un problema serio anche per un investitore dalle spalle larghe come Elliott (32 miliardi di euro in gestione) che non è abituato a registrare minusvalenze.

Chi offre un miliardo?
Il Milan, tuttavia, è a bilancio a soli 83 milioni e poi, in caso di cessione, anche l’asset «nuovo stadio» potrà essere messo sul tavolo. Insomma c’è margine per riequilibrare i conti. Non abbastanza però per ipotizzare plusvalenze degli investitori finali a meno che qualcuno non offra almeno un miliardo. Il rischio per Elliott è rimanere a lungo impantanato in un business che dà visibilità ma assorbe denaro, non esattamente l’obiettivo di un hedge fund.

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Intanto il 25 giugno scorso c’è stato un passaggio di azioni dentro la Project, la società che controlla la Rossoneri Lux che a sua volta ha il 99% del Milan. La Genio Investments ha ceduto 120 azioni alla King George. Entrambe sono veicoli dell’arcipelago Elliott. Piccola operazione ma è un segnale che qualcosa si sta muovendo: è il primo assestamento che emerge in due anni. E le carte fanno più luce dentro la Project, perno della proprietà. Ci sono tre categorie di azioni (A-B e C) e le due finanziarie appena citate hanno tutte le azioni A che corrispondono al 49,99% del capitale votante. Ma chi ha il resto? Ovvero le B (4%) e le C (46%)? Nell’ultima segnalazione ufficiale del Milan (27 settembre 2019) si diceva che il capitale di Rossoneri Lux «è interamente detenuto da Project Redblack, il cui capitale sociale è a sua volta detenuto da Blue Skye Financial Partners e da alcune società indirettamente detenute da Elliott Associates ed Elliott International».

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Se quelle di Elliott fossero solo Genio e King vorrebbe dire che la maggioranza è in mano alla Blue Skye Financial Partners (Lussemburgo) dei finanzieri D’Avanzo e Cerchione che fin dall’inizio hanno affiancato gli americani nell’operazione e che sono ora in cda del Milan. Ma è probabile, come hanno detto in passato fonti di Elliott, che a loro faccia capo «solo» il 4% delle azioni B (comunque decisivo per la maggioranza) mentre sul 46% resta un alone di mistero. Per capire potrebbe essere utile il bilancio Blue Skye ma non è una loro priorità pubblicare i conti: nel 2020 (due settimane fa) hanno depositato il bilancio, inconsistente, del 2015 ... Sei giorni fa, infine, le due società di Elliott (Genio e King) e la stessa Blue Skye hanno rilevato le «vecchie» finanziarie lussemburghesi di Yonghong Li che erano state messe fuori gioco, rimanendo orfane del Milan, quando il fondo esercitò la garanzia e si prese la Rossoneri Lux. Manovre estive nei labirinti rossoneri da cui il fondo Elliott sta cercando una via d’uscita.

Santo cielo.
Ripeto cosa dicevo in un altro topica chi diceva che non rischiavamo nulla nel affare Berlusconi - Li : Elliott c'è dal inizio.
Se esce qualcosa in tribunale facciamo una brutta fine.
Speriamo solo di avere cambiato proprietà prima che esca qualcosa fuori.
 
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Da Li a Elliott
Elliott Management Corporation è diventata proprietaria del Milan nell’estate 2018 esercitando le garanzie sull’inadempiente Yonghong Li. Cioè il cinese senza capitali che nell’aprile 2017, già inseguito per insolvenza dalla Jangsu Bank, comprò il Milan da Berlusconi per 740 milioni, anche grazie ai soldi, oltre 300 milioni, di Elliott. È tuttora inspiegabile come uno sconosciuto (anche in Cina) imprenditore che millantava un patrimonio in gran parte inesistente (e quello esistente sull’orlo del crac) abbia potuto sedersi al tavolo di quella trattativa, chiudere una delle più rilevanti compravendite calcistiche di sempre e ottenere un simile finanziamento, sebbene assai oneroso.

Il finanziamento
All’epoca Li creò una scatola societaria per l’acquisto del Milan: la Rossoneri Sport Investment Luxembourg (Rossoneri Lux). Ed Elliott con due finanzieri italiani (Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione) costituì sempre in Lussemburgo la Project Redblack per erogare il prestito alla Rossoneri Lux. Fallito il cinese, gli americani sono andati a escutere la garanzia e così la Project si è presa il 100% della Rossoneri Lux che ha il 99% delle azioni del Milan.

Super rosso di bilancio
I costi e i conti di tutte queste operazioni (dall’acquisizione di Li fino agli oltre 400 milioni erogati al Milan da agosto 2018 fino al 19 marzo 2020) sono compresi nei bilanci della Rossoneri Lux. E nell’ultimo, depositato da poco, sono indicate perdite cumulate per oltre un miliardo al 30 giugno 2019. La situazione nel frattempo non è migliorata, i risultati sportivi non aiutano e il costo «fisso» di gestione della società è di circa 10 milioni al mese. Un problema serio anche per un investitore dalle spalle larghe come Elliott (32 miliardi di euro in gestione) che non è abituato a registrare minusvalenze.

Chi offre un miliardo?
Il Milan, tuttavia, è a bilancio a soli 83 milioni e poi, in caso di cessione, anche l’asset «nuovo stadio» potrà essere messo sul tavolo. Insomma c’è margine per riequilibrare i conti. Non abbastanza però per ipotizzare plusvalenze degli investitori finali a meno che qualcuno non offra almeno un miliardo. Il rischio per Elliott è rimanere a lungo impantanato in un business che dà visibilità ma assorbe denaro, non esattamente l’obiettivo di un hedge fund.

Zone d’ombra
Intanto il 25 giugno scorso c’è stato un passaggio di azioni dentro la Project, la società che controlla la Rossoneri Lux che a sua volta ha il 99% del Milan. La Genio Investments ha ceduto 120 azioni alla King George. Entrambe sono veicoli dell’arcipelago Elliott. Piccola operazione ma è un segnale che qualcosa si sta muovendo: è il primo assestamento che emerge in due anni. E le carte fanno più luce dentro la Project, perno della proprietà. Ci sono tre categorie di azioni (A-B e C) e le due finanziarie appena citate hanno tutte le azioni A che corrispondono al 49,99% del capitale votante. Ma chi ha il resto? Ovvero le B (4%) e le C (46%)? Nell’ultima segnalazione ufficiale del Milan (27 settembre 2019) si diceva che il capitale di Rossoneri Lux «è interamente detenuto da Project Redblack, il cui capitale sociale è a sua volta detenuto da Blue Skye Financial Partners e da alcune società indirettamente detenute da Elliott Associates ed Elliott International».

Il labirinto
Se quelle di Elliott fossero solo Genio e King vorrebbe dire che la maggioranza è in mano alla Blue Skye Financial Partners (Lussemburgo) dei finanzieri D’Avanzo e Cerchione che fin dall’inizio hanno affiancato gli americani nell’operazione e che sono ora in cda del Milan. Ma è probabile, come hanno detto in passato fonti di Elliott, che a loro faccia capo «solo» il 4% delle azioni B (comunque decisivo per la maggioranza) mentre sul 46% resta un alone di mistero. Per capire potrebbe essere utile il bilancio Blue Skye ma non è una loro priorità pubblicare i conti: nel 2020 (due settimane fa) hanno depositato il bilancio, inconsistente, del 2015 ... Sei giorni fa, infine, le due società di Elliott (Genio e King) e la stessa Blue Skye hanno rilevato le «vecchie» finanziarie lussemburghesi di Yonghong Li che erano state messe fuori gioco, rimanendo orfane del Milan, quando il fondo esercitò la garanzia e si prese la Rossoneri Lux. Manovre estive nei labirinti rossoneri da cui il fondo Elliott sta cercando una via d’uscita.

Noi,oggi,siamo un qualcosa che non ha nulla a che vedere con lo sport,e c'è chi ancora si sorprende su questo forum del fatto che non è arrivato il rinnovo a Ibra o non é stato ancora preso nessuno.
 

A.C Milan 1899

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Il Fondo Elliott muove le pedine degli assetti del Milan mentre la società lussemburghese che controlla il club registra una perdita superiore al miliardo, per l’esattezza 1.046.977.327,85 euro. In queste settimane centrali dell’estate, mentre tiene banco il rinnovo del contratto a Zlatan Ibrahimovic, ci sono state alcune operazioni finanziarie a monte del Milan, l’ultima chiusa il 10 agosto. Tra queste, un travaso di azioni che ha interessato due società del Delaware, apparentemente lontane ma, come vedremo, fondamentali nella struttura proprietaria che presenta ancora zone d’ombra. Movimenti che potrebbero preludere a qualche novità negli assetti del club. Paul Singer, 76 anni, il numero uno del gruppo di gestione di investimenti, sta preparando la strada alla cessione? Apre ad altri soci? O è solo un riassetto interno del controllo? Nei mesi scorsi era circolato il nome di Bernard Arnault, patron del gigante del lusso Lvmh, ma le voci di un suo interesse per la squadra di Stefano Pioli non hanno mai trovato riscontro.

Da Li a Elliott
Elliott Management Corporation è diventata proprietaria del Milan nell’estate 2018 esercitando le garanzie sull’inadempiente Yonghong Li. Cioè il cinese senza capitali che nell’aprile 2017, già inseguito per insolvenza dalla Jangsu Bank, comprò il Milan da Berlusconi per 740 milioni, anche grazie ai soldi, oltre 300 milioni, di Elliott. È tuttora inspiegabile come uno sconosciuto (anche in Cina) imprenditore che millantava un patrimonio in gran parte inesistente (e quello esistente sull’orlo del crac) abbia potuto sedersi al tavolo di quella trattativa, chiudere una delle più rilevanti compravendite calcistiche di sempre e ottenere un simile finanziamento, sebbene assai oneroso.

Il finanziamento
All’epoca Li creò una scatola societaria per l’acquisto del Milan: la Rossoneri Sport Investment Luxembourg (Rossoneri Lux). Ed Elliott con due finanzieri italiani (Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione) costituì sempre in Lussemburgo la Project Redblack per erogare il prestito alla Rossoneri Lux. Fallito il cinese, gli americani sono andati a escutere la garanzia e così la Project si è presa il 100% della Rossoneri Lux che ha il 99% delle azioni del Milan.

Super rosso di bilancio
I costi e i conti di tutte queste operazioni (dall’acquisizione di Li fino agli oltre 400 milioni erogati al Milan da agosto 2018 fino al 19 marzo 2020) sono compresi nei bilanci della Rossoneri Lux. E nell’ultimo, depositato da poco, sono indicate perdite cumulate per oltre un miliardo al 30 giugno 2019. La situazione nel frattempo non è migliorata, i risultati sportivi non aiutano e il costo «fisso» di gestione della società è di circa 10 milioni al mese. Un problema serio anche per un investitore dalle spalle larghe come Elliott (32 miliardi di euro in gestione) che non è abituato a registrare minusvalenze.

Chi offre un miliardo?
Il Milan, tuttavia, è a bilancio a soli 83 milioni e poi, in caso di cessione, anche l’asset «nuovo stadio» potrà essere messo sul tavolo. Insomma c’è margine per riequilibrare i conti. Non abbastanza però per ipotizzare plusvalenze degli investitori finali a meno che qualcuno non offra almeno un miliardo. Il rischio per Elliott è rimanere a lungo impantanato in un business che dà visibilità ma assorbe denaro, non esattamente l’obiettivo di un hedge fund.

Zone d’ombra
Intanto il 25 giugno scorso c’è stato un passaggio di azioni dentro la Project, la società che controlla la Rossoneri Lux che a sua volta ha il 99% del Milan. La Genio Investments ha ceduto 120 azioni alla King George. Entrambe sono veicoli dell’arcipelago Elliott. Piccola operazione ma è un segnale che qualcosa si sta muovendo: è il primo assestamento che emerge in due anni. E le carte fanno più luce dentro la Project, perno della proprietà. Ci sono tre categorie di azioni (A-B e C) e le due finanziarie appena citate hanno tutte le azioni A che corrispondono al 49,99% del capitale votante. Ma chi ha il resto? Ovvero le B (4%) e le C (46%)? Nell’ultima segnalazione ufficiale del Milan (27 settembre 2019) si diceva che il capitale di Rossoneri Lux «è interamente detenuto da Project Redblack, il cui capitale sociale è a sua volta detenuto da Blue Skye Financial Partners e da alcune società indirettamente detenute da Elliott Associates ed Elliott International».

Il labirinto
Se quelle di Elliott fossero solo Genio e King vorrebbe dire che la maggioranza è in mano alla Blue Skye Financial Partners (Lussemburgo) dei finanzieri D’Avanzo e Cerchione che fin dall’inizio hanno affiancato gli americani nell’operazione e che sono ora in cda del Milan. Ma è probabile, come hanno detto in passato fonti di Elliott, che a loro faccia capo «solo» il 4% delle azioni B (comunque decisivo per la maggioranza) mentre sul 46% resta un alone di mistero. Per capire potrebbe essere utile il bilancio Blue Skye ma non è una loro priorità pubblicare i conti: nel 2020 (due settimane fa) hanno depositato il bilancio, inconsistente, del 2015 ... Sei giorni fa, infine, le due società di Elliott (Genio e King) e la stessa Blue Skye hanno rilevato le «vecchie» finanziarie lussemburghesi di Yonghong Li che erano state messe fuori gioco, rimanendo orfane del Milan, quando il fondo esercitò la garanzia e si prese la Rossoneri Lux. Manovre estive nei labirinti rossoneri da cui il fondo Elliott sta cercando una via d’uscita.

Madre Santa...

Santo cielo.
Ripeto cosa dicevo in un altro topica chi diceva che non rischiavamo nulla nel affare Berlusconi - Li : Elliott c'è dal inizio.
Se esce qualcosa in tribunale facciamo una brutta fine.
Speriamo solo di avere cambiato proprietà prima che esca qualcosa fuori.

Penso che in questo caso abbia ragione Superlollo che giorni fa disse che il Milan figurerebbe come parte lesa. Ci manca solo che siano il Milan e i suoi tifosi a doverne fare le spese qualora le malefatte di questi maiali venissero scoperte.
 
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Ricordo ancora quella famosa puntata di report sulla cessione del milan nella quale il giornalista diceva : se uno si nasconde in un'operazione commerciale non lo fa certo per timidezza ma perchè ha qualcosa da nascondere.
E nella vendita del milan è stato fatto tutto sotto banco tra paradisi fiscali, fantocci, pupazzi e strane creature, scatole cinesi, cerchione e d'avanzo ecc ecc
 

Super_Lollo

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Ricordo ancora quella famosa puntata di report sulla cessione del milan nella quale il giornalista diceva : se uno si nasconde in un'operazione commerciale non lo fa certo per timidezza ma perchè ha qualcosa da nascondere.
E nella vendita del milan è stato fatto tutto sotto banco tra paradisi fiscali, fantocci, pupazzi e strane creature, scatole cinesi, cerchione e d'avanzo ecc ecc

Ovviamente è tutta una porcheria, altrimenti che bisogno c’era di usare 20 società con scatole vuote in tutto il mondo ?
 
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