Dallera:"Milan squadra che non conosce il buon senso".

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Daniele Dallera dal CorSera sul pareggio del Milan col Cagliari:"Se Fonseca giustamente ha fatto la pace con Leao, che speriamo abbia capito la lezione e i due gol, uno più delizioso dell’altro, sono un segnale confortante, ora deve farla col buon senso. Una squadra con giustificate ambizioni non può avere una fase difensiva così complessa, mostrarsi ed esporsi all’avversario in modo così confuso, timido, distratto e in ritardo, nelle coperture e nelle distanze. È vero, il fuorigioco è un’arma, bene usata per esempio dal Milan di Sacchi, con il mitico Franco Baresi eternamente a braccio alzato (e allora non c’era la Var), ma i due gol del Cagliari giustamente annullati non hanno la stessa arguzia e i tempi difensivi di quel Milan antico. La linea difensiva rossonera è sfasata e assonnata, rimproverata puntualmente dal povero Maignan. Ma è l’allenatore del Milan che deve intervenire con forza e autorevolezza correggendo certi errori (sperando che non nascano nella sua testa) e alcuni atteggiamenti fastidiosi e sicuramente pericolosi. Questo è un pareggio incorniciato in un quadro dalle atmosfere pesanti, con i colori della sconfitta, soprattutto se subisci tre gol dal Cagliari e altri ne potevi incassare. Uno sfregio al piacere provato ammirando la danza ben orchestrata di Leao, Reijnders e Camarda, premiato dal coraggio di Fonseca. Così come il talento di Weah e Yildiz hanno fatto male al Toro svegliatosi troppo tardi in un derby dove la Juve è partita forte ma è arrivata alla fine con qualche pensiero di troppo, in una ripresa non certo brillante. Restano tre punti preziosi, utili per raggiungere l’Inter che stasera si gioca forse un pezzo di futuro e sicuramente tanta credibilità contro il Napoli: lo scudetto si consegna a squadre vere, complete, dalla personalità spiccata, dal cuore forte e dalla testa lucida, un identikit questo che finora resta sconosciuto".


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Daniele Dallera dal CorSera sul pareggio del Milan col Cagliari:"Se Fonseca giustamente ha fatto la pace con Leao, che speriamo abbia capito la lezione e i due gol, uno più delizioso dell’altro, sono un segnale confortante, ora deve farla col buon senso. Una squadra con giustificate ambizioni non può avere una fase difensiva così complessa, mostrarsi ed esporsi all’avversario in modo così confuso, timido, distratto e in ritardo, nelle coperture e nelle distanze. È vero, il fuorigioco è un’arma, bene usata per esempio dal Milan di Sacchi, con il mitico Franco Baresi eternamente a braccio alzato (e allora non c’era la Var), ma i due gol del Cagliari giustamente annullati non hanno la stessa arguzia e i tempi difensivi di quel Milan antico. La linea difensiva rossonera è sfasata e assonnata, rimproverata puntualmente dal povero Maignan. Ma è l’allenatore del Milan che deve intervenire con forza e autorevolezza correggendo certi errori (sperando che non nascano nella sua testa) e alcuni atteggiamenti fastidiosi e sicuramente pericolosi. Questo è un pareggio incorniciato in un quadro dalle atmosfere pesanti, con i colori della sconfitta, soprattutto se subisci tre gol dal Cagliari e altri ne potevi incassare. Uno sfregio al piacere provato ammirando la danza ben orchestrata di Leao, Reijnders e Camarda, premiato dal coraggio di Fonseca. Così come il talento di Weah e Yildiz hanno fatto male al Toro svegliatosi troppo tardi in un derby dove la Juve è partita forte ma è arrivata alla fine con qualche pensiero di troppo, in una ripresa non certo brillante. Restano tre punti preziosi, utili per raggiungere l’Inter che stasera si gioca forse un pezzo di futuro e sicuramente tanta credibilità contro il Napoli: lo scudetto si consegna a squadre vere, complete, dalla personalità spiccata, dal cuore forte e dalla testa lucida, un identikit questo che finora resta sconosciuto".
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