Cosa significa essere tifosi oggi

Mou

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Apro questa discussione sull'onda della marea di commenti che sto leggendo dopo la partita di ieri sera. Specifico: commenti vostri, qui su un forum del Milan, commenti dei miei "colleghi di tifo", commenti di supporters di altre squadre, italiane e non.
Dunque, mi è venuta in mente una riflessione e vorrei sapere cosa ne pensate voi.
Più una domanda aperta che un'analisi: come intendete voi il tifo? Nel senso, che tipo di tifosi siete? Cosa rappresenta per voi la vostra squadra del cuore? Un semplice svago da vivere senza stress, una passione che regala gioie e dolori o una vera e propria ragione di vita che vi anima e che, come tutte le cose importanti, influenza il vostro umore e incide profondamente nella vostra persona? Mi spiego: quando si parla di calcio, ho notato che spesso ci si lascia trasportare dalla rabbia, dal desiderio primitivo di scontro, dalla partigianeria e dall'insulto. Tra sostenitori di squadre diverse, chiaramente, ma anche tra correnti interne al tifo di una stessa squadra; tra i tifosi e i giocatori, tra i tifosi e i presidenti, tra i tifosi e gli arbitri, tra i tifosi e il mondo. Perché? Non capisco perché si litighi sul calcio! Cosa sarà mai?
Io la penso così, sono molto rilassato, la Juventus per me è solo un passatempo. Badate bene, mi informo, guardo le partite, leggo i bollettini, quando vinciamo esulto come un pazzo, quando perdiamo mi rattristo per un po', sono uno juventino affiatato ma alla fine profondamente non mi cambia niente. Capite? Mi piace discutere dell'argomento, ma poi alla fine perché agitarsi? Perché renderla una cosa importante? Posso capire che in molti casi il calcio possa essere una valvola di sfogo a cui ci aggrappiamo in certe fasi della vita, ma renderlo una guerra, perché mai?
Penso ad esempio a quanto sia differente la cultura sportiva americana rispetto alla nostra. Nell'NBA vieni invitato a non rivolgerti in modo offensivo ai giocatori. Cioè, un altro mondo proprio. Troppo pacato? E' come andare a teatro? Forse sì, forse no, ma queste cose mi fanno riflettere.
Ieri la mia Juve è uscita dalla Champions e Buffon è andato davanti ai microfoni a rilasciare dichiarazioni al vetriolo. Ma chi se ne frega, dico io. Hai perso? Pazienza, è lo sport. Essere ossessionati dalla vittoria è cosa buona e giusta, ancora di più, è il sale dello sport, ma renderla una questione di vita o di morte, questo no, non mi piace. Per me il calcio è intrattenimento, e nient'altro. Niente per cui piangere, per capirci. Per voi?
 

Victorss

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Apro questa discussione sull'onda della marea di commenti che sto leggendo dopo la partita di ieri sera. Specifico: commenti vostri, qui su un forum del Milan, commenti dei miei "colleghi di tifo", commenti di supporters di altre squadre, italiane e non.
Dunque, mi è venuta in mente una riflessione e vorrei sapere cosa ne pensate voi.
Più una domanda aperta che un'analisi: come intendete voi il tifo? Nel senso, che tipo di tifosi siete? Cosa rappresenta per voi la vostra squadra del cuore? Un semplice svago da vivere senza stress, una passione che regala gioie e dolori o una vera e propria ragione di vita che vi anima e che, come tutte le cose importanti, influenza il vostro umore e incide profondamente nella vostra persona? Mi spiego: quando si parla di calcio, ho notato che spesso ci si lascia trasportare dalla rabbia, dal desiderio primitivo di scontro, dalla partigianeria e dall'insulto. Tra sostenitori di squadre diverse, chiaramente, ma anche tra correnti interne al tifo di una stessa squadra; tra i tifosi e i giocatori, tra i tifosi e i presidenti, tra i tifosi e gli arbitri, tra i tifosi e il mondo. Perché? Non capisco perché si litighi sul calcio! Cosa sarà mai?
Io la penso così, sono molto rilassato, la Juventus per me è solo un passatempo. Badate bene, mi informo, guardo le partite, leggo i bollettini, quando vinciamo esulto come un pazzo, quando perdiamo mi rattristo per un po', sono uno juventino affiatato ma alla fine profondamente non mi cambia niente. Capite? Mi piace discutere dell'argomento, ma poi alla fine perché agitarsi? Perché renderla una cosa importante? Posso capire che in molti casi il calcio possa essere una valvola di sfogo a cui ci aggrappiamo in certe fasi della vita, ma renderlo una guerra, perché mai?
Penso ad esempio a quanto sia differente la cultura sportiva americana rispetto alla nostra. Nell'NBA vieni invitato a non rivolgerti in modo offensivo ai giocatori. Cioè, un altro mondo proprio. Troppo pacato? E' come andare a teatro? Forse sì, forse no, ma queste cose mi fanno riflettere.
Ieri la mia Juve è uscita dalla Champions e Buffon è andato davanti ai microfoni a rilasciare dichiarazioni al vetriolo. Ma chi se ne frega, dico io. Hai perso? Pazienza, è lo sport. Essere ossessionati dalla vittoria è cosa buona e giusta, ancora di più, è il sale dello sport, ma renderla una questione di vita o di morte, questo no, non mi piace. Per me il calcio è intrattenimento, e nient'altro. Niente per cui piangere, per capirci. Per voi?
Io sono come te, raramente l esito di una partita condiziona il mio umore e cerco di parlare con tutti di calcio senza litigare. Quando si alzano i toni oltre un limite da me fissato tronco la conversazione.
 
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Apro questa discussione sull'onda della marea di commenti che sto leggendo dopo la partita di ieri sera. Specifico: commenti vostri, qui su un forum del Milan, commenti dei miei "colleghi di tifo", commenti di supporters di altre squadre, italiane e non.
Dunque, mi è venuta in mente una riflessione e vorrei sapere cosa ne pensate voi.
Più una domanda aperta che un'analisi: come intendete voi il tifo? Nel senso, che tipo di tifosi siete? Cosa rappresenta per voi la vostra squadra del cuore? Un semplice svago da vivere senza stress, una passione che regala gioie e dolori o una vera e propria ragione di vita che vi anima e che, come tutte le cose importanti, influenza il vostro umore e incide profondamente nella vostra persona? Mi spiego: quando si parla di calcio, ho notato che spesso ci si lascia trasportare dalla rabbia, dal desiderio primitivo di scontro, dalla partigianeria e dall'insulto. Tra sostenitori di squadre diverse, chiaramente, ma anche tra correnti interne al tifo di una stessa squadra; tra i tifosi e i giocatori, tra i tifosi e i presidenti, tra i tifosi e gli arbitri, tra i tifosi e il mondo. Perché? Non capisco perché si litighi sul calcio! Cosa sarà mai?
Io la penso così, sono molto rilassato, la Juventus per me è solo un passatempo. Badate bene, mi informo, guardo le partite, leggo i bollettini, quando vinciamo esulto come un pazzo, quando perdiamo mi rattristo per un po', sono uno juventino affiatato ma alla fine profondamente non mi cambia niente. Capite? Mi piace discutere dell'argomento, ma poi alla fine perché agitarsi? Perché renderla una cosa importante? Posso capire che in molti casi il calcio possa essere una valvola di sfogo a cui ci aggrappiamo in certe fasi della vita, ma renderlo una guerra, perché mai?
Penso ad esempio a quanto sia differente la cultura sportiva americana rispetto alla nostra. Nell'NBA vieni invitato a non rivolgerti in modo offensivo ai giocatori. Cioè, un altro mondo proprio. Troppo pacato? E' come andare a teatro? Forse sì, forse no, ma queste cose mi fanno riflettere.
Ieri la mia Juve è uscita dalla Champions e Buffon è andato davanti ai microfoni a rilasciare dichiarazioni al vetriolo. Ma chi se ne frega, dico io. Hai perso? Pazienza, è lo sport. Essere ossessionati dalla vittoria è cosa buona e giusta, ancora di più, è il sale dello sport, ma renderla una questione di vita o di morte, questo no, non mi piace. Per me il calcio è intrattenimento, e nient'altro. Niente per cui piangere, per capirci. Per voi?

E' il gioco più bello del mondo e lo seguo perchè mi appassiona.
Mi ritengo comunque molto sportivo e so riconoscere i meriti altrui, ancor prima che i demeriti nostri.
Se la mia squadra perde ovviamente sono triste ma non ne faccio una malattia.
Il bello del calcio, che per certi versi può essere uno spaccato della vita, è che offre sempre una seconda possibilità e che ti consente di raccogliere per quello che hai seminato. E' un bisogno ancestrale del genere umano questo : seminare, curare, raccogliere.
E forse il fascino della partita sta tutto in questo : le attese, le vigilie, i sogni , le speranze e poi tutto racchiuso in quei 90' che dopo il triplice fischio emanano la loro sentenza.
Promossi, bocciati o rimandati.
La gioia più grande ? L'attesa senza dubbio.
Del mio magico milan infatti ,ancor prima che le partite e i trofei , mi mancano le vigilie , i sogni , le speranze che mi regalava.
Notti da milan, notti da champions.
Buon calcio a tutti.
 

Splendidi Incisivi

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Sono d'accordo con te. Lo sport è soltanto un intrattenimento e le cose importanti nella vita sono altre. Ora, ammetto di essere stato contento per l'eliminazione della Juventus e di aver vissuto con compartecipazione emotiva la semifinale di ieri, ma sicuramente non mi sarei buttato dal balcone se fossero passati, né lo farei se vincessero la Champions; la Juventus diventa campione d'Europa e quindi? Da tifoso, poi, sono compartecipe anche delle sorti del Milan, ma non può e non dev'essere la fine del mondo se le cose vanno male; il Milan è scarso e non andrà per l'ennesima volta in Champions, quindi?
Certo, il calcio è uno degli intrattenimento che mi piace, sul quale mi piace informarmi e farmi una cultura, ma le cose importanti sono altre; le cose importanti sono i propri affetti, lo studio per i più giovani e il lavoro per i più grandi, la politica, nella misura in cui ne va dell'andamento della nostra società.
Che significa essere tifosi, dunque? Posto che il calcio non può essere più di un intrattenimento ("la cosa più importante delle cose meno importanti" diceva Sacchi), io penso che si debba essere prima di tutto calciofili, cioè amanti del calcio e delle sue manifestazioni, e poi tifosi, cioè legati da affetto, spesso immotivato, per una squadra in particolare.
Per concludere, a proposito dei "doveri" di un tifoso, si fa un gran parlare della disparità di trattamento tra Roma e Juventus, ma per me, nella logica del tifo, ci sta anche tifare contro qualcun altro, purché, però, lo si faccia con rispetto e goliardicamente, senza quell'odio che spesso può anche sfociare in scontri fisici e in aggressioni... ma quella è criminalità più che altro.
 

Milanforever26

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Molto si lega anche alle fasi della vita..a volte ci sono cose "più importanti del calcio" a volte va tutto bene e allora il calcio diventa più importane perché non si hanno pensieri...e a volte, per qualcuno, va così mal che il calcio è la sola ragione di vita..

Io mi ritengo un tifoso innamorato del Milan, e della nazionale quando lo merita..

Il Milan per me è un modo di intendere lo sport..forse lo era..

Ci sono sere dopo certe sconfitte che ho davvero sofferto, così come Manchester, e le due Atene sono per me momenti indimenticabili...dove ho goduto..

Mi hanno spezzato il cuore gli adii di Van Basten e Sheva

Maldini è il mio eroe

In poche parole, per me essere tifosi vuol dire avere il privilegio di potersi emozionare per una cosa che in fondo non conta nulla..ma proprio per questo è così bella
 

Serginho

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Il calcio è una passione, per molti una ragione di vita. Il motivo per cui le persone perdono cosi tanto la pazienza o il contegno è perché il calcio è spesso vissuto come una religione, un credo.
Io sono appassionato di storia del calcio e tifo Milan da quando ero piccolo, sono cresciuto con questa passione e non posso negare che i risultati della mia squadra influenzino il mio umore....tuttavia riesco razionalmente a non trascendere o a riconoscere oggettivamente i meriti e i demeriti di una o l'altra squadra.
In generale però mi rendo conto che le persone non usano raziocinio ma si fanno trasportare dal proprio umore in maniera infantile
 

juventino

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Viviamo un calcio malato, rappresentante di un paese che non se la passa meglio. Non ho vissuto sempre il calcio allo stesso modo, ammetto che da giovane adolescente lo vivevo in maniera più isterica, ma col tempo si cresce e si mette la propria passione nel giusto ordine delle priorità della vita. Certo le sconfitte, le delusioni che puo' dare questo sport possono essere davvero atroci e talvolta ci vuole tempo per smaltirle, ma bisogna sempre mantenere un certo equilibrio.
Cosa che in Italia non avviene per la maggior parte delle persone.
Quello nostrano è un tifo di guerra, manicheo ed integralista, una continua battaglia che va dai bar dello sport fino ai social, con litri di veleno che vengono spruzzati da tutte le tifoserie italiane, talvolta anche come valvola di sfogo per problemi che si hanno nella vita reale. Un tutti contro tutti generale e caotico, espressione di vero e proprio odio piuttosto che di rivalità o semplice antipatia. Siamo l'unico paese al mondo dove i tifosi fanno caroselli alle sconfitte dei rivali (ci metto dentro tutti perché l'ho visto fare a tutte le tifoserie almeno una volta nella vita), dove la gente si incolla al televisore non per godersi lo spettacolo del calcio, ma per smadonnare e gufare la sconfitta di X o Y, che ci può amche stare che se con X o Y sei in diretta competizione, ma non se ci stai ad un abisso di punti di distacco.
Questo avviene anche perché molta gente spesso è soltanto tifosa e non anche calciofila, quindi amante di questo sport. Personalmente credo che se si ama il calcio in generale sia più semplice mettere la propria passione nel posto giusto delle priorità, am purtroppo si sa che le persone spesso preferiscono avere qualcosa da adorare ciecamemte.
 
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