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Sull'attacco: "Abbiamo fatto qualcosa di straordinario, aumentando la potenza in attacco con soli 9 milioni. A testimonianza che c'è un progetto che guarda al presente e al futuro, anche in anticipo rispetto ad altri. Abbiamo preparato i colpi muovendoci in anticipo e con le idee molto chiare fin da subito per migliorarci".
Su Giaccherini: "E' una rinuncia dolorosa ma necessaria in tempo di crisi. Per spendere devi anche incassare. Ogni singola partenza del gruppo di questi due anni mi porterà dolore. Per me sarebbero tutti incedibili, ma capisco le esigenze societarie. Se mi chiedete se sono felice, la risposta è no"
Sul tris di scudetti: "L'anno che verrà è il terzo dopo due annate strepitose. Vincere era difficilissimo, rivincere è molto difficile, fare il tris sarebbe storico. Nella storia della Juventus solamente nel magico quinquennio c'è stata questa egemonia. Sarà dura, ma sappiamo che se avremo voglia di soffrire e lavorare, possiamo ambire a vincere ancora. Molto dipenderà dallo zoccolo duro e mi auguro che tutti quanti possiamo avere grandi motivazioni, ma ne sono sicuro".
Sulla concorrenza in attacco: "No, per il momento siamo in 6 davanti e vedremo cosa succederà. Io non ho preferenze, lo sanno tutti. Nessuno parte titolare nella mia testa, è un posto che si conquista in settimana".
Sul gap con il resto d'Europa: "Con Tevez, Llorente e Ogbonna, il divario con i top club in Europa è diminuito? E' un discorso troppo semplicistico se fatto così. Non è in base ai calciatori che arrivano o ai soldi che si fanno i valori. L'importante è avere qualità, ma bisogna lavorare perché a livello economico gli altri sono sempre più avanti di noi. Tipo il Psg ha fatto un grande regalo al Napoli spendendo 63 milioni per Cavani. Avrei preferito che rimanesse al Napoli, anche con lui l'abbiamo sempre battuto".
Sulle frasi di Galliani: "Se è più importante fare due settimi posti e poi vincere o arrivare sempre in zona europea? Credo che oggi come oggi sia più importante arrivare sempre in una posizione che ti permetta di giocare in Europa per avere degli introiti. Io preferisco sempre vincere e scrivere qualcosa di importante, ma capisco chi punta alle qualificazione europee".
Sulle rivali in Italia: "Da qui a fine agosto cambieranno molte cose. Il Napoli si rinforzerà molto con i soldi di Cavani e poi hanno preso Benitez, che è un grande acquisto. Avrei preferito che Cavani fosse rimasto a Napoli e che la società azzurra non avesse tutti quei soldi per rinforzarsi. L'Inter ha un ottimo allenatore, poi c'è il Milan che nel girone di ritorno ha perso solo con noi. Infine la Fiorentina, che con i fatti e non con le parole, sta tornando grande. Gomez, così come Tevez e Llorente arricchiscono il nostro campionato, così come Benitez".
Su Jovetic: "Stevan ha un prezzo elevato e giustificato. Ha un grande talento che può crescere ancora ma è inevitabile che andrà nella squadra che ha questi soldi da spendere, quindi lascerà l'Italia".
Su Tevez e la n°10: "Mi viene da sorridere a sentire queste cose. Non è il numero che conta, ma quello che farà dentro e fuori dal campo. Quello che conta è la Juventus e l'importante è che chi indossa la maglia bianconera, la onori nel migliore dei modi. Di Tevez mi ha colpito la fame di vittoria, la sua determinazione e la sua cattiveria agonistica. Se ho mai temuto che anche quest'anno sfuggisse un grande giocatore come Tevez? Per caratteristiche Carlitos è il giocatore che potevamo prendere, anche da un punto di vista economico. L'abbiamo preso".
Su Giaccherini: "E' una rinuncia dolorosa ma necessaria in tempo di crisi. Per spendere devi anche incassare. Ogni singola partenza del gruppo di questi due anni mi porterà dolore. Per me sarebbero tutti incedibili, ma capisco le esigenze societarie. Se mi chiedete se sono felice, la risposta è no"
Sul tris di scudetti: "L'anno che verrà è il terzo dopo due annate strepitose. Vincere era difficilissimo, rivincere è molto difficile, fare il tris sarebbe storico. Nella storia della Juventus solamente nel magico quinquennio c'è stata questa egemonia. Sarà dura, ma sappiamo che se avremo voglia di soffrire e lavorare, possiamo ambire a vincere ancora. Molto dipenderà dallo zoccolo duro e mi auguro che tutti quanti possiamo avere grandi motivazioni, ma ne sono sicuro".
Sulla concorrenza in attacco: "No, per il momento siamo in 6 davanti e vedremo cosa succederà. Io non ho preferenze, lo sanno tutti. Nessuno parte titolare nella mia testa, è un posto che si conquista in settimana".
Sul gap con il resto d'Europa: "Con Tevez, Llorente e Ogbonna, il divario con i top club in Europa è diminuito? E' un discorso troppo semplicistico se fatto così. Non è in base ai calciatori che arrivano o ai soldi che si fanno i valori. L'importante è avere qualità, ma bisogna lavorare perché a livello economico gli altri sono sempre più avanti di noi. Tipo il Psg ha fatto un grande regalo al Napoli spendendo 63 milioni per Cavani. Avrei preferito che rimanesse al Napoli, anche con lui l'abbiamo sempre battuto".
Sulle frasi di Galliani: "Se è più importante fare due settimi posti e poi vincere o arrivare sempre in zona europea? Credo che oggi come oggi sia più importante arrivare sempre in una posizione che ti permetta di giocare in Europa per avere degli introiti. Io preferisco sempre vincere e scrivere qualcosa di importante, ma capisco chi punta alle qualificazione europee".
Sulle rivali in Italia: "Da qui a fine agosto cambieranno molte cose. Il Napoli si rinforzerà molto con i soldi di Cavani e poi hanno preso Benitez, che è un grande acquisto. Avrei preferito che Cavani fosse rimasto a Napoli e che la società azzurra non avesse tutti quei soldi per rinforzarsi. L'Inter ha un ottimo allenatore, poi c'è il Milan che nel girone di ritorno ha perso solo con noi. Infine la Fiorentina, che con i fatti e non con le parole, sta tornando grande. Gomez, così come Tevez e Llorente arricchiscono il nostro campionato, così come Benitez".
Su Jovetic: "Stevan ha un prezzo elevato e giustificato. Ha un grande talento che può crescere ancora ma è inevitabile che andrà nella squadra che ha questi soldi da spendere, quindi lascerà l'Italia".
Su Tevez e la n°10: "Mi viene da sorridere a sentire queste cose. Non è il numero che conta, ma quello che farà dentro e fuori dal campo. Quello che conta è la Juventus e l'importante è che chi indossa la maglia bianconera, la onori nel migliore dei modi. Di Tevez mi ha colpito la fame di vittoria, la sua determinazione e la sua cattiveria agonistica. Se ho mai temuto che anche quest'anno sfuggisse un grande giocatore come Tevez? Per caratteristiche Carlitos è il giocatore che potevamo prendere, anche da un punto di vista economico. L'abbiamo preso".
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