Il Re dell'Est
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Come riporta Calcio&Finanza, è il drastico taglio degli investimenti all'estero la ragione principale del mancato closing del Milan. Secondo i calcoli della piattaforma di ricerca sugli investimenti Dealogic, all'inizio del 2017 gli investimenti sono calati del 90% se confrontati con quelli dell'anno precedente.
Nel 2016, infatti, la Cina ha investito 54,38 miliardi di dollari, di cui 43 soltanto per l'affare Syngentha da parte del colosso ChemChina). Ebbene, all'inizio del 2017 la cifra si è drasticamente ridotta a soli 5,4 miliardi di dollari.
Due i casi più eclatanti che dimostrano il trend: a inizio marzo 2016 la Dick Clark, casa di produzione che gestisce i Golden Globe, aveva annunciato una accordo con Wanda da completare entro la fine dell'anno per l'ammontare pari ad un miliardo di dollari. Ma Wanda ha deciso di bloccare l’offerta in quanto “non e’ riuscita a onorare gli obblighi contrattuali”. L'accordo quindi è naufragato.
Stessa sorte, almeno fino ad oggi, per la trattativa tra la Sino-Europe Sports e Fininvest con Berlusconi che sarebbe pronto ad abbandonare il tavolo se i cinesi non ottemperassero agli obblighi contrattuali.
A confermare la situazione, dopo la nota congiunta della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme e del Ministero del Commercio di Pechino, che a dicembre chiedeva agli investitori di dare un taglio agli investimenti “irrazionali” in settori non strategici, arrivano le parole presidente del SAFE, Pan Gongsheng.
Quest'ultimo afferma che "sarebbe meglio effettuare investimenti industriali di ampio respiro e sui progetti infrastrutturali tra Asia ed Europa". Inoltre Pan afferma che "Le fusioni e acquisizioni all’estero possono assomigliare a rose con le spine”, commentando però positivamente le acquisizioni sportive dello scorso anno: "se possono aiutare a migliorare lo standard del calcio cinese, allora ben vengano".
Nel 2016, infatti, la Cina ha investito 54,38 miliardi di dollari, di cui 43 soltanto per l'affare Syngentha da parte del colosso ChemChina). Ebbene, all'inizio del 2017 la cifra si è drasticamente ridotta a soli 5,4 miliardi di dollari.
Due i casi più eclatanti che dimostrano il trend: a inizio marzo 2016 la Dick Clark, casa di produzione che gestisce i Golden Globe, aveva annunciato una accordo con Wanda da completare entro la fine dell'anno per l'ammontare pari ad un miliardo di dollari. Ma Wanda ha deciso di bloccare l’offerta in quanto “non e’ riuscita a onorare gli obblighi contrattuali”. L'accordo quindi è naufragato.
Stessa sorte, almeno fino ad oggi, per la trattativa tra la Sino-Europe Sports e Fininvest con Berlusconi che sarebbe pronto ad abbandonare il tavolo se i cinesi non ottemperassero agli obblighi contrattuali.
A confermare la situazione, dopo la nota congiunta della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme e del Ministero del Commercio di Pechino, che a dicembre chiedeva agli investitori di dare un taglio agli investimenti “irrazionali” in settori non strategici, arrivano le parole presidente del SAFE, Pan Gongsheng.
Quest'ultimo afferma che "sarebbe meglio effettuare investimenti industriali di ampio respiro e sui progetti infrastrutturali tra Asia ed Europa". Inoltre Pan afferma che "Le fusioni e acquisizioni all’estero possono assomigliare a rose con le spine”, commentando però positivamente le acquisizioni sportive dello scorso anno: "se possono aiutare a migliorare lo standard del calcio cinese, allora ben vengano".