CDK non ingrana. Ok a gennaio, come Kakà? Gabbia ok.

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Tuttosport: Il punto amaro della bella vittoria del Milan a Zagabria contro la Dinamo è stato la prestazione di Charles De Ketelaere. Il belga, difeso da Stefano Pioli nel corso della conferenza stampa post gara («Mi è piaciuto, l’ho tolto solo perché era ammonito»), non è stato protagonista come ci si sarebbe aspettati. La partita poteva essere quella giusta, la prestazione è stata invece negativa e a tratti anonima, dando così continuità alle sensazioni non positive che già si portava dietro dalla partita con il Monza, dove ha mancato il gol del 5-1 da pochi passi e dove è andato dritto negli spogliatoi senza salutare i tifosi. Un momento non facile quello di De Ketelaere, a lungo inseguito da Paolo Maldini e Ricky Massara nel corso dell’estate fino a risultare l’acquisto più oneroso dell’ultimo mercato estivo del Milan. Non vengono fatti drammi in quel di Milanello, anche perché dalla medesima fucina sono usciti forgiati Kalulu, Tonali e Leao. Insomma, l’ambiente è quello giusto, ma anche il belga deve iniziare a dare segnali importanti verso un cambio di passo che prenda la strada della crescita che lo dovrà portare a essere quel giocatore decisivo sul quale hanno puntato forte i due dirigenti rossoneri, ma anche lo stesso Pioli. In allenamento, a sentire gli spifferi che emergono da Milanello, De Ketelaere fa vedere ottime cose, ma in partita ci sono state solo delle pennellate isolate. I 32 milioni di valutazione non sono un peso per lui, ma certamente aumentano il grado di pressione mediatica che si è creata attorno al 2001 ex Bruges che poi, internamente, deve fare i conti anche con la riemersione tecnica di Brahim Diaz, che contro Juventus e Monza ha fatto vedere cose egregie, per i gol fatti e per l’abnegazione mostrata nel ricoprire sia il ruolo canonico di trequartista centrale sia quello di esterno destro offensivo. Una concorrenza interna che dovrà soltanto stimolare De Ketelaere a fare sempre di più, perché i ritmi di questo Milan sono alti e anche Charles deve velocizzare l’uscita dal torpore. La sua fortuna è quella di avere tutti dalla sua parte, sia fuori sia dentro il Milan, perché i tifosi non vedono l’ora di poter esultare a un suo gol e i compagni non lo hanno minimamente isolato. Dovrà essere bravo anche lui a non caricarsi, ulteriormente, di pressioni. Certo, adesso se dovesse finire in panchina nel corso delle prossime partite, non ci si dovrà sorprendere ma occhio anche alla terapia d’urto al contrario. Pioli potrebbe pure decidere di puntare nuovamente su di lui, per dargli continuità in campo nella speranza che, avendo maggiori minuti a disposizione, possano aumentare le chance di trovare le sue giocate

Il Giornale: nuovi milanisti crescono. Sono di giovanissima generazione, hanno radici piantate dalle parti di Milano come Matteo Gabbia, Busto Arsizio, classe 1999, 23 anni appena festeggiati, difensore centrale con qualche remora che cominciò a penalizzarlo dalla notte di Firenze e che si ripresentò a Verona per via di quella sfortunata deviazione. Oggi, per fortuna dell’interessato e anche dello stesso club, non c’è un Milan in balia dei venti e degli umori della piazza. Anzi il club coltiva con orgoglio la propria condizione di porta bandiera di un team che punta sui giovani, ne segue con particolare attenzione la crescita, non li lascia mai per strada e dopo qualche sbandata è pronto a recuperarli. Gabbia ha davanti una concorrenza spietata:la scoperta Kalulu, la garanzia Kjaer, l’emergente Tomori. Eppure è lì, dall’inizio del ritiro, 4 luglio scorso, a macinare allenamenti ed esercitazioni, a brillare nelle amichevoli così da respingere qualche richiesta di mercato (Samp). E al momento utile, eccolo spuntare nel mezzo del mucchio selvaggio a Zagabria per dare il via al successo riparatore di Champions che riapre i giochi della possibile qualificazione da raggiungere dopo 8 anni. Nuovi milanisti sono attesi. Come nel caso di Charles De Ketelaere, 21 anni, belga, pagato caro e arrivato tra rulli di tamburo e suoni di fanfara, con addosso il macigno di un paragone eccellente (Kakà) che avrebbe spaventato lo stesso brasiliano se nell’estate del 2003 fosse arrivato con altra presentazione invece che tra sfottò (di Moggi) e poca considerazione (della critica). A Zagabria i 50 e passa minuti giocati sono tali da confermare quel che critici competenti ripetono da giorni: il ragazzo ha talento certificatoma non ha personalità spiccata e deve perciò completare il periodo di adattamento al trasferimento. Perché in un colpo solo ha cambiato calcio, tipo di allenamento, lingua e abitudini tattiche. L’unica controindicazione è che CDK si ritrova in un Milan che funziona quasi alla perfezione e che in attesa del completo inserimento, scortato dall’affetto e dalla pazienza di Pioli eMaldini, può risultare rimpiazzato dal resto del gruppo (Diaz). Il vero appuntamento èfissato per gennaio, alla ripresa del campionato parte seconda. A proposito: proprio Kakà fece la spola tra panchina e partenza da titolare fino a gennaio quando nella sfida decisiva del 6 gennaio all’Olimpico contro la Roma capolista di Fabio Capello, Ancelotti diede precedenza a Rui Costa, autore di un paio di assist per Sheva. A consentire questo clima favorevole per CDK sono anche i conti del Milan,il cui bilancio approvatoieri, segnala cifre di grande interesse: disavanzo di 66,5 milioni ridotto rispetto al precedente ma con un attivo di cassa pari a 30 milioni («così non dobbiamo bussare alla porta dell’azionista» spiega Gazidis), nessuna plusvalenza o cessione eccellente, in aumento i ricavi (prossimo quello con Emirates) e voglia di andare da soli a fare il mercato fuori dall’area di San Siro in caso di ulteriori ritardi (dixit Scaroni)
 
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Il Giornale: nuovi milanisti crescono. Sono di giovanissima generazione, hanno radici piantate dalle parti di Milano come Matteo Gabbia, Busto Arsizio, classe 1999, 23 anni appena festeggiati, difensore centrale con qualche remora che cominciò a penalizzarlo dalla notte di Firenze e che si ripresentò a Verona per via di quella sfortunata deviazione. Oggi, per fortuna dell’interessato e anche dello stesso club, non c’è un Milan in balia dei venti e degli umori della piazza. Anzi il club coltiva con orgoglio la propria condizione di porta bandiera di un team che punta sui giovani, ne segue con particolare attenzione la crescita, non li lascia mai per strada e dopo qualche sbandata è pronto a recuperarli. Gabbia ha davanti una concorrenza spietata:la scoperta Kalulu, la garanzia Kjaer, l’emergente Tomori. Eppure è lì, dall’inizio del ritiro, 4 luglio scorso, a macinare allenamenti ed esercitazioni, a brillare nelle amichevoli così da respingere qualche richiesta di mercato (Samp). E al momento utile, eccolo spuntare nel mezzo del mucchio selvaggio a Zagabria per dare il via al successo riparatore di Champions che riapre i giochi della possibile qualificazione da raggiungere dopo 8 anni. Nuovi milanisti sono attesi. Come nel caso di Charles De Ketelaere, 21 anni, belga, pagato caro e arrivato tra rulli di tamburo e suoni di fanfara, con addosso il macigno di un paragone eccellente (Kakà) che avrebbe spaventato lo stesso brasiliano se nell’estate del 2003 fosse arrivato con altra presentazione invece che tra sfottò (di Moggi) e poca considerazione (della critica). A Zagabria i 50 e passa minuti giocati sono tali da confermare quel che critici competenti ripetono da giorni: il ragazzo ha talento certificatoma non ha personalità spiccata e deve perciò completare il periodo di adattamento al trasferimento. Perché in un colpo solo ha cambiato calcio, tipo di allenamento, lingua e abitudini tattiche. L’unica controindicazione è che CDK si ritrova in un Milan che funziona quasi alla perfezione e che in attesa del completo inserimento, scortato dall’affetto e dalla pazienza di Pioli eMaldini, può risultare rimpiazzato dal resto del gruppo (Diaz). Il vero appuntamento èfissato per gennaio, alla ripresa del campionato parte seconda. A proposito: proprio Kakà fece la spola tra panchina e partenza da titolare fino a gennaio quando nella sfida decisiva del 6 gennaio all’Olimpico contro la Roma capolista di Fabio Capello, Ancelotti diede precedenza a Rui Costa, autore di un paio di assist per Sheva. A consentire questo clima favorevole per CDK sono anche i conti del Milan,il cui bilancio approvatoieri, segnala cifre di grande interesse: disavanzo di 66,5 milioni ridotto rispetto al precedente ma con un attivo di cassa pari a 30 milioni («così non dobbiamo bussare alla porta dell’azionista» spiega Gazidis), nessuna plusvalenza o cessione eccellente, in aumento i ricavi (prossimo quello con Emirates) e voglia di andare da soli a fare il mercato fuori dall’area di San Siro in caso di ulteriori ritardi (dixit Scaroni)
 

Lineker10

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Tuttosport: Il punto amaro della bella vittoria del Milan a Zagabria contro la Dinamo è stato la prestazione di Charles De Ketelaere. Il belga, difeso da Stefano Pioli nel corso della conferenza stampa post gara («Mi è piaciuto, l’ho tolto solo perché era ammonito»), non è stato protagonista come ci si sarebbe aspettati. La partita poteva essere quella giusta, la prestazione è stata invece negativa e a tratti anonima, dando così continuità alle sensazioni non positive che già si portava dietro dalla partita con il Monza, dove ha mancato il gol del 5-1 da pochi passi e dove è andato dritto negli spogliatoi senza salutare i tifosi. Un momento non facile quello di De Ketelaere, a lungo inseguito da Paolo Maldini e Ricky Massara nel corso dell’estate fino a risultare l’acquisto più oneroso dell’ultimo mercato estivo del Milan. Non vengono fatti drammi in quel di Milanello, anche perché dalla medesima fucina sono usciti forgiati Kalulu, Tonali e Leao. Insomma, l’ambiente è quello giusto, ma anche il belga deve iniziare a dare segnali importanti verso un cambio di passo che prenda la strada della crescita che lo dovrà portare a essere quel giocatore decisivo sul quale hanno puntato forte i due dirigenti rossoneri, ma anche lo stesso Pioli. In allenamento, a sentire gli spifferi che emergono da Milanello, De Ketelaere fa vedere ottime cose, ma in partita ci sono state solo delle pennellate isolate. I 32 milioni di valutazione non sono un peso per lui, ma certamente aumentano il grado di pressione mediatica che si è creata attorno al 2001 ex Bruges che poi, internamente, deve fare i conti anche con la riemersione tecnica di Brahim Diaz, che contro Juventus e Monza ha fatto vedere cose egregie, per i gol fatti e per l’abnegazione mostrata nel ricoprire sia il ruolo canonico di trequartista centrale sia quello di esterno destro offensivo. Una concorrenza interna che dovrà soltanto stimolare De Ketelaere a fare sempre di più, perché i ritmi di questo Milan sono alti e anche Charles deve velocizzare l’uscita dal torpore. La sua fortuna è quella di avere tutti dalla sua parte, sia fuori sia dentro il Milan, perché i tifosi non vedono l’ora di poter esultare a un suo gol e i compagni non lo hanno minimamente isolato. Dovrà essere bravo anche lui a non caricarsi, ulteriormente, di pressioni. Certo, adesso se dovesse finire in panchina nel corso delle prossime partite, non ci si dovrà sorprendere ma occhio anche alla terapia d’urto al contrario. Pioli potrebbe pure decidere di puntare nuovamente su di lui, per dargli continuità in campo nella speranza che, avendo maggiori minuti a disposizione, possano aumentare le chance di trovare le sue giocate

Il Giornale: nuovi milanisti crescono. Sono di giovanissima generazione, hanno radici piantate dalle parti di Milano come Matteo Gabbia, Busto Arsizio, classe 1999, 23 anni appena festeggiati, difensore centrale con qualche remora che cominciò a penalizzarlo dalla notte di Firenze e che si ripresentò a Verona per via di quella sfortunata deviazione. Oggi, per fortuna dell’interessato e anche dello stesso club, non c’è un Milan in balia dei venti e degli umori della piazza. Anzi il club coltiva con orgoglio la propria condizione di porta bandiera di un team che punta sui giovani, ne segue con particolare attenzione la crescita, non li lascia mai per strada e dopo qualche sbandata è pronto a recuperarli. Gabbia ha davanti una concorrenza spietata:la scoperta Kalulu, la garanzia Kjaer, l’emergente Tomori. Eppure è lì, dall’inizio del ritiro, 4 luglio scorso, a macinare allenamenti ed esercitazioni, a brillare nelle amichevoli così da respingere qualche richiesta di mercato (Samp). E al momento utile, eccolo spuntare nel mezzo del mucchio selvaggio a Zagabria per dare il via al successo riparatore di Champions che riapre i giochi della possibile qualificazione da raggiungere dopo 8 anni. Nuovi milanisti sono attesi. Come nel caso di Charles De Ketelaere, 21 anni, belga, pagato caro e arrivato tra rulli di tamburo e suoni di fanfara, con addosso il macigno di un paragone eccellente (Kakà) che avrebbe spaventato lo stesso brasiliano se nell’estate del 2003 fosse arrivato con altra presentazione invece che tra sfottò (di Moggi) e poca considerazione (della critica). A Zagabria i 50 e passa minuti giocati sono tali da confermare quel che critici competenti ripetono da giorni: il ragazzo ha talento certificatoma non ha personalità spiccata e deve perciò completare il periodo di adattamento al trasferimento. Perché in un colpo solo ha cambiato calcio, tipo di allenamento, lingua e abitudini tattiche. L’unica controindicazione è che CDK si ritrova in un Milan che funziona quasi alla perfezione e che in attesa del completo inserimento, scortato dall’affetto e dalla pazienza di Pioli eMaldini, può risultare rimpiazzato dal resto del gruppo (Diaz). Il vero appuntamento èfissato per gennaio, alla ripresa del campionato parte seconda. A proposito: proprio Kakà fece la spola tra panchina e partenza da titolare fino a gennaio quando nella sfida decisiva del 6 gennaio all’Olimpico contro la Roma capolista di Fabio Capello, Ancelotti diede precedenza a Rui Costa, autore di un paio di assist per Sheva. A consentire questo clima favorevole per CDK sono anche i conti del Milan,il cui bilancio approvatoieri, segnala cifre di grande interesse: disavanzo di 66,5 milioni ridotto rispetto al precedente ma con un attivo di cassa pari a 30 milioni («così non dobbiamo bussare alla porta dell’azionista» spiega Gazidis), nessuna plusvalenza o cessione eccellente, in aumento i ricavi (prossimo quello con Emirates) e voglia di andare da soli a fare il mercato fuori dall’area di San Siro in caso di ulteriori ritardi (dixit Scaroni)
Una cosa da correggere subito: i due assist, entrambi magnifici, li fece Clarence non Rui Costa.

Per il resto c'è solo un gran bla bla attorno a CDK. Lui è un giocatore fantastico e unico. Col tempo questi dubbi verranno spazzati via dai fatti.
 

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Il Giornale: nuovi milanisti crescono. Sono di giovanissima generazione, hanno radici piantate dalle parti di Milano come Matteo Gabbia, Busto Arsizio, classe 1999, 23 anni appena festeggiati, difensore centrale con qualche remora che cominciò a penalizzarlo dalla notte di Firenze e che si ripresentò a Verona per via di quella sfortunata deviazione. Oggi, per fortuna dell’interessato e anche dello stesso club, non c’è un Milan in balia dei venti e degli umori della piazza. Anzi il club coltiva con orgoglio la propria condizione di porta bandiera di un team che punta sui giovani, ne segue con particolare attenzione la crescita, non li lascia mai per strada e dopo qualche sbandata è pronto a recuperarli. Gabbia ha davanti una concorrenza spietata:la scoperta Kalulu, la garanzia Kjaer, l’emergente Tomori. Eppure è lì, dall’inizio del ritiro, 4 luglio scorso, a macinare allenamenti ed esercitazioni, a brillare nelle amichevoli così da respingere qualche richiesta di mercato (Samp). E al momento utile, eccolo spuntare nel mezzo del mucchio selvaggio a Zagabria per dare il via al successo riparatore di Champions che riapre i giochi della possibile qualificazione da raggiungere dopo 8 anni. Nuovi milanisti sono attesi. Come nel caso di Charles De Ketelaere, 21 anni, belga, pagato caro e arrivato tra rulli di tamburo e suoni di fanfara, con addosso il macigno di un paragone eccellente (Kakà) che avrebbe spaventato lo stesso brasiliano se nell’estate del 2003 fosse arrivato con altra presentazione invece che tra sfottò (di Moggi) e poca considerazione (della critica). A Zagabria i 50 e passa minuti giocati sono tali da confermare quel che critici competenti ripetono da giorni: il ragazzo ha talento certificatoma non ha personalità spiccata e deve perciò completare il periodo di adattamento al trasferimento. Perché in un colpo solo ha cambiato calcio, tipo di allenamento, lingua e abitudini tattiche. L’unica controindicazione è che CDK si ritrova in un Milan che funziona quasi alla perfezione e che in attesa del completo inserimento, scortato dall’affetto e dalla pazienza di Pioli eMaldini, può risultare rimpiazzato dal resto del gruppo (Diaz). Il vero appuntamento èfissato per gennaio, alla ripresa del campionato parte seconda. A proposito: proprio Kakà fece la spola tra panchina e partenza da titolare fino a gennaio quando nella sfida decisiva del 6 gennaio all’Olimpico contro la Roma capolista di Fabio Capello, Ancelotti diede precedenza a Rui Costa, autore di un paio di assist per Sheva. A consentire questo clima favorevole per CDK sono anche i conti del Milan,il cui bilancio approvatoieri, segnala cifre di grande interesse: disavanzo di 66,5 milioni ridotto rispetto al precedente ma con un attivo di cassa pari a 30 milioni («così non dobbiamo bussare alla porta dell’azionista» spiega Gazidis), nessuna plusvalenza o cessione eccellente, in aumento i ricavi (prossimo quello con Emirates) e voglia di andare da soli a fare il mercato fuori dall’area di San Siro in caso di ulteriori ritardi (dixit Scaroni)
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7AlePato7

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Il Giornale: nuovi milanisti crescono. Sono di giovanissima generazione, hanno radici piantate dalle parti di Milano come Matteo Gabbia, Busto Arsizio, classe 1999, 23 anni appena festeggiati, difensore centrale con qualche remora che cominciò a penalizzarlo dalla notte di Firenze e che si ripresentò a Verona per via di quella sfortunata deviazione. Oggi, per fortuna dell’interessato e anche dello stesso club, non c’è un Milan in balia dei venti e degli umori della piazza. Anzi il club coltiva con orgoglio la propria condizione di porta bandiera di un team che punta sui giovani, ne segue con particolare attenzione la crescita, non li lascia mai per strada e dopo qualche sbandata è pronto a recuperarli. Gabbia ha davanti una concorrenza spietata:la scoperta Kalulu, la garanzia Kjaer, l’emergente Tomori. Eppure è lì, dall’inizio del ritiro, 4 luglio scorso, a macinare allenamenti ed esercitazioni, a brillare nelle amichevoli così da respingere qualche richiesta di mercato (Samp). E al momento utile, eccolo spuntare nel mezzo del mucchio selvaggio a Zagabria per dare il via al successo riparatore di Champions che riapre i giochi della possibile qualificazione da raggiungere dopo 8 anni. Nuovi milanisti sono attesi. Come nel caso di Charles De Ketelaere, 21 anni, belga, pagato caro e arrivato tra rulli di tamburo e suoni di fanfara, con addosso il macigno di un paragone eccellente (Kakà) che avrebbe spaventato lo stesso brasiliano se nell’estate del 2003 fosse arrivato con altra presentazione invece che tra sfottò (di Moggi) e poca considerazione (della critica). A Zagabria i 50 e passa minuti giocati sono tali da confermare quel che critici competenti ripetono da giorni: il ragazzo ha talento certificatoma non ha personalità spiccata e deve perciò completare il periodo di adattamento al trasferimento. Perché in un colpo solo ha cambiato calcio, tipo di allenamento, lingua e abitudini tattiche. L’unica controindicazione è che CDK si ritrova in un Milan che funziona quasi alla perfezione e che in attesa del completo inserimento, scortato dall’affetto e dalla pazienza di Pioli eMaldini, può risultare rimpiazzato dal resto del gruppo (Diaz). Il vero appuntamento èfissato per gennaio, alla ripresa del campionato parte seconda. A proposito: proprio Kakà fece la spola tra panchina e partenza da titolare fino a gennaio quando nella sfida decisiva del 6 gennaio all’Olimpico contro la Roma capolista di Fabio Capello, Ancelotti diede precedenza a Rui Costa, autore di un paio di assist per Sheva. A consentire questo clima favorevole per CDK sono anche i conti del Milan,il cui bilancio approvatoieri, segnala cifre di grande interesse: disavanzo di 66,5 milioni ridotto rispetto al precedente ma con un attivo di cassa pari a 30 milioni («così non dobbiamo bussare alla porta dell’azionista» spiega Gazidis), nessuna plusvalenza o cessione eccellente, in aumento i ricavi (prossimo quello con Emirates) e voglia di andare da soli a fare il mercato fuori dall’area di San Siro in caso di ulteriori ritardi (dixit Scaroni)
E ancora strali da parte della stampa contro CDK perchè è costato 32 milioni... Non posso non constatare che in molti stiano cavalcando l'onda di CDK come acquisto fallimentare, come se debba essere una profezia che deve avverarsi in un modo o nell'altro. Ne riparliamo più avanti.
 

Zenos

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Che poi tutta sta convinzione che sia un giocatore fenomenale non so da dove la tiriate fuori... chiaramente è quello che tutti speriamo ma ad oggi è un fail clamoroso.
 

7AlePato7

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Che poi tutta sta convinzione che sia un giocatore fenomenale non so da dove la tiriate fuori... chiaramente è quello che tutti speriamo ma ad oggi è un fail clamoroso.
Il tipo di operazione è corretta, il budget questo ti permette di fare. Per me non può essere un bidone, il problema è che si sta adattando a un calcio diverso e la fiducia in se stesso. Per me non gli manca nulla a livello di talento per sfondare. Non è lento quando entra in condizione, non è uno di quei giocatori come Ganso che aveva solo la magia nei piedi ma non aveva il passo da giocatore europeo. Non vedo limiti di questo tipo in CDK, ci sono tanti esempi di giocatori che all'inizio non erano in fiducia e hanno fatto male. Quando sboccerà ci darà soddisfazioni.
 
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