Burioni:"Scienza non sostituisca la politica"

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Il docente e ricercatore universitario Burioni nel suo blog Medical Facts:

"La scienza non può prendere il posto della politica.

Fino a pochi mesi fa gli scienziati dovevano lottare duramente per farsi ascoltare dai politici, oggi con la pandemia in corso la scienza non solo è l'unica strada per vincere il coronavirus, ma gli scienziati e i medici sono diventati improvvisamente quelli che devono decidere se riaprire i bar e i ristoranti, se riprendere le lezioni a scuola, se permettere lo spostamento dei cittadini e la ripartenza delle attività produttive

Gli ingegneri e gli architetti, grazie alla scienza, possono progettare e costruire un ponte.
Ma dove e quando costruire un ponte per unire due città non può dirlo la scienza: deve prendersi la responsabilità di deciderlo la politica.

La conoscenza scientifica si basa su osservazioni ed esperimenti.
Quando si parla di un virus che è apparso sulla faccia della terra tre mesi fa e nel nostro mondo occidentale il 20 febbraio è prevedibile che a un grandissimo numero di domande la risposta sia 'ancora non lo sappiamo'.
Ma anche quando sappiamo con precisione la risposta, comunque la scienza non può prendere il posto della politica"

Praticamente è dieci giorni che indirettamente a ste virologi gli stanno dicendo di tutto e lui ora si dissocia, che essere squallido.
 
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a rigor di logica la scienza puo dire pure dove e quando costruire il ponte :asd: in pratica burioni sta facendo lo scarica barile

Anche a me ha dato questa impressione leggendo. Mi sembra un messaggio come a chiedere di sgravare gli scienziati dalle responsabilità e dalle conseguenze di quello che fanno e dicono.
 
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c'è scritto alla fine nel thread delle mappe,ho messo anche la foto da Repubblica sull'analisi dei lavoratori

Scusami, ma trovo assurdo che questa questione di cui sarebbe dovuto dibattere per tempo, venga affrontata soltanto a un giorno dalla fase 2, quando in realtà la si doveva affrontare in via preliminare.

Non so se l'ho scritto qui, ma é almeno da metà marzo che vado dicendo che i contagi lombardi erano anche figli della situazione reale del lockdown.

Beh ma è evidente che conta il PIL, non la logica nelle scelte.
L' Industria fa dell' Italia un grande paese, con tutto il rispetto per le altre categorie eh.

Diciamo che le altre categorie sono la classica ciliegina sulla torta.

Ma infatti la sicurezza c'entra poco con quest'ultimo decreto.
4,5 milioni di lavoratori andranno a lavoro per pochi industriali, per il big business. Le categorie piú a rischio saranno ancora piú a rischio dal punto di vista economico.
La produttività viene messa in un piano superiore rispetto alla sicurezza (perché di fatto apriranno PRIMA fabbriche con 400 e 500 operai, e non attività in cui i contatti sono minimi) e rispetto al benessere sociale ed economico di chi ha VERAMENTE ragione di ricominciare a lavorare, per campare e non per resistere alle logiche di competitività del mercato.

In piú la zona del paese meno a rischio dal punto di vista sanitario, e piú incline al collasso economico, ne risentirà da quest'ultimo punto di vista.

Confindustria wins again, infatti non li vedi piú latrare, sbraitare e lamentarsi in TV, hanno avuto ciò che volevano.

Nel frattempo, tu, povero pazzo, potrai andare a trovare solo la zia (che per decreto non puoi infettare), e gli amici no (quelli chiaramente puoi infettarli tutti).
Non potrai nemmeno andare da solo in un parco da solo a leggere un libro sotto un albero con guanti e mascherina, perché se vorrai andare dovrai andare a fare attività fisica, che chiaramente dovrai svolgere senza mascherina, quindi il rischio di infettare o essere infettati sarà maggiore.

Non c'è una cosa logica in questo DPCM, che sia una.
 
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Ha fatto un discorso per accontentare piu gente possibile, dicendo tutto ed il contrario di tutto
 
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Scusami, ma trovo assurdo che questa questione di cui sarebbe dovuto dibattere per tempo, venga affrontata soltanto a un giorno dalla fase 2, quando in realtà la si doveva affrontare in via preliminare.

Non so se l'ho scritto qui, ma é almeno da metà marzo che vado dicendo che i contagi lombardi erano anche figli della situazione reale del lockdown.



Ma infatti la sicurezza c'entra poco con quest'ultimo decreto.
4,5 milioni di lavoratori andranno a lavoro per pochi industriali, per il big business. Le categorie piú a rischio saranno ancora piú a rischio dal punto di vista economico.
La produttività viene messa in un piano superiore rispetto alla sicurezza (perché di fatto apriranno PRIMA fabbriche con 400 e 500 operai, e non attività in cui i contatti sono minimi) e rispetto al benessere sociale ed economico di chi ha VERAMENTE ragione di ricominciare a lavorare, per campare e non per resistere alle logiche di competitività del mercato.

In piú la zona del paese meno a rischio dal punto di vista sanitario, e piú incline al collasso economico, ne risentirà da quest'ultimo punto di vista.

Confindustria wins again, infatti non li vedi piú latrare, sbraitare e lamentarsi in TV, hanno avuto ciò che volevano.

Nel frattempo, tu, povero pazzo, potrai andare a trovare solo la zia (che per decreto non puoi infettare), e gli amici no (quelli chiaramente puoi infettarli tutti).
Non potrai nemmeno andare da solo in un parco da solo a leggere un libro sotto un albero con guanti e mascherina, perché se vorrai andare dovrai andare a fare attività fisica, che chiaramente dovrai svolgere senza mascherina, quindi il rischio di infettare o essere infettati sarà maggiore.

Non c'è una cosa logica in questo DPCM, che sia una.

Beh ma è normale che si dia priorità all' industria.

Diciamocelo, chiaro, i soldi non crescono sulle piante, è l' avanzamento di un paese che fa si che il lavoro di un' italiano valga 50 volte lo stesso identico lavoro che fa un cinese o un egiziano o un indiano.

Doveva ripartire l' industria. Se riparte quella poi ci saranno più soldi anche per aiutare le altre categorie come turismo ed attività di ristorazione, bar, negozi al dettaglio.

Ad ogni modo, come anche tu dici, è ovvio che ci siano un sacco di incongruenze. Si è cercato di accontentare un po' tutti, si è cercato un bilanciamento tra economia / virus / effetti sociali

Non c'è una soluzione perfetta, vedremo quali altri provvedimenti prenderanno nelle prossime settimane.

Io sono a favore di dare il via libera alle regioni con casi che si contano sulle dita di una mano; onestamente non ho ancora capito perchè ci sia questa fissazione di non scaglionare regione per regione le misure, ma presumo che con 100 teste che stanno ragionando su questo, ci sia una motivazione logica sul perchè non si stato fatto.
 
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Scusami, ma trovo assurdo che questa questione di cui sarebbe dovuto dibattere per tempo, venga affrontata soltanto a un giorno dalla fase 2, quando in realtà la si doveva affrontare in via preliminare.

Non so se l'ho scritto qui, ma é almeno da metà marzo che vado dicendo che i contagi lombardi erano anche figli della situazione reale del lockdown.



Ma infatti la sicurezza c'entra poco con quest'ultimo decreto.
4,5 milioni di lavoratori andranno a lavoro per pochi industriali, per il big business. Le categorie piú a rischio saranno ancora piú a rischio dal punto di vista economico.
La produttività viene messa in un piano superiore rispetto alla sicurezza (perché di fatto apriranno PRIMA fabbriche con 400 e 500 operai, e non attività in cui i contatti sono minimi) e rispetto al benessere sociale ed economico di chi ha VERAMENTE ragione di ricominciare a lavorare, per campare e non per resistere alle logiche di competitività del mercato.

In piú la zona del paese meno a rischio dal punto di vista sanitario, e piú incline al collasso economico, ne risentirà da quest'ultimo punto di vista.

Confindustria wins again, infatti non li vedi piú latrare, sbraitare e lamentarsi in TV, hanno avuto ciò che volevano.

Nel frattempo, tu, povero pazzo, potrai andare a trovare solo la zia (che per decreto non puoi infettare), e gli amici no (quelli chiaramente puoi infettarli tutti).
Non potrai nemmeno andare da solo in un parco da solo a leggere un libro sotto un albero con guanti e mascherina, perché se vorrai andare dovrai andare a fare attività fisica, che chiaramente dovrai svolgere senza mascherina, quindi il rischio di infettare o essere infettati sarà maggiore.

Non c'è una cosa logica in questo DPCM, che sia una.

Pensa a me: La mia ditta è stata chiusa solo 2 settimane a marzo! Settimana scorsa si è fatta viva persino una TV locale per indagare su una riapertura della ditta alquanto dubbiosa. Ma c'è poco da fare, noi abbiamo clienti che fanno roba sanitaria, quindi per forza di cose abbiamo dovuto riaprire. Sia chiaro che io son felice di esser stato fermo solo 2 settimane, ma insomma, c'è gente (per esempio le estetiste) che lavorano da sempre con mascherine e guanti, in posti da sempre super sanificati che non posso lavorare per via del metro di distanza. Questa è follia! Noi in fabbrica, pur stando attenti e via dicendo, abbiamo dei momenti in cui per alcuni lavori (sollevare un peso per esempio) siamo affianco ad altri colleghi! Io facendo i turni appena vanno via i capi mi tolgo la mascherina, la stessa cosa fanno i miei colleghi. Chi ci controlla? Nessuno ovviamente! E sia chiaro che la mascherina non la leviamo mica per fare gli alternativi, ma perché già adesso si schiatta dal caldo ed è assai insopportabile!
 

Andris

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Giletti e gli ospiti lo stanno facendo a pezzi in diretta a Non è l'arena.
hanno mandato il video delle sue balle di febbraio
e l'hanno accomunato alla Gismondo. :pat:
ora darà di matto su twitter
 
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Beh ma è normale che si dia priorità all' industria.

Diciamocelo, chiaro, i soldi non crescono sulle piante, è l' avanzamento di un paese che fa si che il lavoro di un' italiano valga 50 volte lo stesso identico lavoro che fa un cinese o un egiziano o un indiano.

Doveva ripartire l' industria. Se riparte quella poi ci saranno più soldi anche per aiutare le altre categorie come turismo ed attività di ristorazione, bar, negozi al dettaglio.

Ad ogni modo, come anche tu dici, è ovvio che ci siano un sacco di incongruenze. Si è cercato di accontentare un po' tutti, si è cercato un bilanciamento tra economia / virus / effetti sociali

Non c'è una soluzione perfetta, vedremo quali altri provvedimenti prenderanno nelle prossime settimane.

Io sono a favore di dare il via libera alle regioni con casi che si contano sulle dita di una mano; onestamente non ho ancora capito perchè ci sia questa fissazione di non scaglionare regione per regione le misure, ma presumo che con 100 teste che stanno ragionando su questo, ci sia una motivazione logica sul perchè non si stato fatto.

Infatti scandagliare tutto per regione sarebbe stata la mossa piú logica, e andava fatto prima. Non solo perché c'è ovviamente grande disparità, ad esempio, fra un Molise e una Lombardia, ma perché avresti avuto la possibilità di "testare" quelle misure che poi sarebbero state proposte in seguito nelle altre aree.
L'"unità nazionale" tanto invocata é stata solo una scusa per affermare il principio del primato dell'economia sulla politica e sulla società.

Sul tuo discorso, che un rilancio dell'industria favorirebbe a cascata tutti gli altri settori, non condivido. Si tratta di un'assioma neoliberista che a prescindere é stato dimostrato errato piú volte.
Puoi aumentare la produzione, e quindi l'export, ma quella rimane una voce non assai rilevante, a livello di ricadute sociali. Che benefici trae un piccolo commerciante, il proprietario di un bar, un parrucchiere, se la MAPEI o la Feralpi fatturano ed esportano x? Nulla, Nena anche indirettamente.
Vai soltanto ad aumentare le disuguaglianze economiche e sociali.

Andrebbero stimolati i consumi prima di tutto, per questo andava anche fatta un'infezione di liquidità importante su base universale.

Pensa a me: La mia ditta è stata chiusa solo 2 settimane a marzo! Settimana scorsa si è fatta viva persino una TV locale per indagare su una riapertura della ditta alquanto dubbiosa. Ma c'è poco da fare, noi abbiamo clienti che fanno roba sanitaria, quindi per forza di cose abbiamo dovuto riaprire. Sia chiaro che io son felice di esser stato fermo solo 2 settimane, ma insomma, c'è gente (per esempio le estetiste) che lavorano da sempre con mascherine e guanti, in posti da sempre super sanificati che non posso lavorare per via del metro di distanza. Questa è follia! Noi in fabbrica, pur stando attenti e via dicendo, abbiamo dei momenti in cui per alcuni lavori (sollevare un peso per esempio) siamo affianco ad altri colleghi! Io facendo i turni appena vanno via i capi mi tolgo la mascherina, la stessa cosa fanno i miei colleghi. Chi ci controlla? Nessuno ovviamente! E sia chiaro che la mascherina non la leviamo mica per fare gli alternativi, ma perché già adesso si schiatta dal caldo ed è assai insopportabile!

Esattamente ciò a cui alludevo.
 

Victorss

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Beh ma è normale che si dia priorità all' industria.

Diciamocelo, chiaro, i soldi non crescono sulle piante, è l' avanzamento di un paese che fa si che il lavoro di un' italiano valga 50 volte lo stesso identico lavoro che fa un cinese o un egiziano o un indiano.

Doveva ripartire l' industria. Se riparte quella poi ci saranno più soldi anche per aiutare le altre categorie come turismo ed attività di ristorazione, bar, negozi al dettaglio.

Ad ogni modo, come anche tu dici, è ovvio che ci siano un sacco di incongruenze. Si è cercato di accontentare un po' tutti, si è cercato un bilanciamento tra economia / virus / effetti sociali

Non c'è una soluzione perfetta, vedremo quali altri provvedimenti prenderanno nelle prossime settimane.

Io sono a favore di dare il via libera alle regioni con casi che si contano sulle dita di una mano; onestamente non ho ancora capito perchè ci sia questa fissazione di non scaglionare regione per regione le misure, ma presumo che con 100 teste che stanno ragionando su questo, ci sia una motivazione logica sul perchè non si stato fatto.

Scommetto una birra che tra una o due settimane richiudono tutto perché i contagi ricominceranno a salire in maniera preoccupante. In fabbrica non puoi fare un turno di 8 ore con guanti e mascherine e non puoi garantire assolutamente la distanza di un metro. Saranno solo altre vite sacrificate sull'altare del consumismo.
 
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