Boban attacca Gazidis:"Milan unito? Ci credevo..."

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Me lo chiedo più che altro di Gazidis. Per cosa è pagato? Nuovi sponsor degni di nota non sono arrivati, il fatturato non è aumentato, parla due volte l'anno... perchè deve intervenire nelle scelte del lato sportivo? Lasci carta libera a Paolo e Zvone, se a fine stagione è deluso li caccia....ma che sbaglino di testa loro, non condizionati in tutto e per tutto da Gazidis....sennò a questo punto decida tutto lui ed è inutile metta li figure tipo Paolo e Zvone...

Infatti è incredibile che ci sia gente che critica di più Maldini e Boban del ********** sudafricano che non ha concluso letteralmente nulla da quando è arrivato, è riuscito solo a far deprimere ulteriormente i ricavi e ad uccidere qualunque progetto di squadra competitiva facendoci spendere i pochi soldi che già c’erano per fenomeni da baraccone come Leao.
 
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Me lo chiedo più che altro di Gazidis. Per cosa è pagato? Nuovi sponsor degni di nota non sono arrivati, il fatturato non è aumentato, parla due volte l'anno... perchè deve intervenire nelle scelte del lato sportivo? Lasci carta libera a Paolo e Zvone, se a fine stagione è deluso li caccia....ma che sbaglino di testa loro, non condizionati in tutto e per tutto da Gazidis....sennò a questo punto decida tutto lui ed è inutile metta li figure tipo Paolo e Zvone...

Boban ce l'ha principalmente con la proprietà. Gazidis è l'espressione della proprietà. O pensi che in questo Milan ha più futuro Boban di Gazidis?
Quindi fa o non fa, Gazidis dovrà rispondere alla proprietà. Per ora, è evidente che non stia facendo un lavoro degno di nota, ma è lì perchè lo vuole la proprietà. Gazidis al momento non sembra andare contro la proprietà e il suo progetto. Se a Boban non va bene questo progetto e/o molto più probabilmente sa di non essere in grado di portarlo avanti, che si dimetta. Non ha senso sparare a zero pubblicamente contro i tuoi colleghi e contro il tuo datore di lavoro, è un qualcosa che va contro il lavoro di squadra. Ci lamentiamo dei giocatori che non sono squadra e poi in dirigenza c'è una proprietà che va da una parte e alcuni dirigenti che vanno dall'altra?

Io non sto discutendo qui il lavoro ne di Boban (su cui ci sarebbe comunque da discutere moltissimo...), ne quello di Gazidis (su cui ci sarebbe altrettanto da discutere), ma semplicemente il fatto che trovo odioso e ho sempre trovato odioso chi fa parte di un lavoro (portato avanti oltretutto malissimo) e lo critica pubblicamente prendendone le distanze... ma continuando a farne parte.
Non è serio Boban e lo ha dimostrato anche oggi con queste dichiarazioni. Puoi aver ragione su tutto, ma ad oggi fai parte del gruppo di lavoro che sta portando avanti malissimo questo Milan, quindi o ti prendi le tue responsabilità o se pensi di non averle e di non essere in linea con le direttive di lavoro di questo gruppo, ti dimetti. E poi (se non vuoi fare il signore) parli pubblicamente.
Se invece decidi di restare in questo Milan anche solo oggi e domani, sia oggi che domani stai zitto e non critichi pubblicamente il gruppo di lavoro di cui fai parte. Un dirigente serio farebbe così. Uno che invece non è un dirigente rilascia interviste destabilizzante per pararsi il suo popò. Se invece vuoi fare l'opinionista e sparare a zero come faceva ai tempi di Galliani, fai l'opinionista. Ad oggi il Galliani comunque è lui...
Quando se ne andrà dal Milan, tra l'altro, Boban non farà mai il dirigente di un qualsiasi altro club che non sia un club croato. Poco ma sicuro. Quindi ha poco da parlare come dirigente.
 
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Dichiarazioni clamorose di Boban allla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 29 febbraio

Boban, l’a.d. Gazidis la settimana scorsa ha superato tutte le indiscrezioni dicendo che non esistono due anime nel Milan. Che cosa ne pensa?

«Prendendo atto di mille difficoltà iniziali, delle differenze culturali e delle passioni rossonere ben diverse, con tutte le divergenze di vedute e qualche volta opposti pensieri, ancora qualche giorno fa pensavo fosse questa la realtà».

Poi ci sono state le voci su Rangnick. Ci sarebbero stati effettivamente contatti con il manager tedesco e questo non fa bene al club e non aiuta il lavoro dell’area tecnica.

«Il fatto che parliamo di queste cose non fa bene a nessuno, soprattutto alla vigilia di una partita importante, come sono tutte quelle che stiamo giocando adesso. La cosa peggiore è che questo evento destabilizzante avviene in un momento durante il quale la squadra sta crescendo e si vede un grande lavoro di Pioli, in un momento dove si percepisce che si sta formando un percorso nettamente migliore. Non avvisarci è stato irrispettoso e inelegante. Non è da Milan. Almeno quello che ci ricordavamo fosse il Milan».

Quindi l’unità di intenti non esiste? Non esiste un unico sistema di lavoro per tornare a un unico grande Milan?

«Per come la vedo io, l’unità significa condivisione, l’unità è rispetto. Alla fine, la base di tutto è avere questo approccio, è l’unica via per poter lavorare e sentirsi bene».

Avete chiesto un chiarimento a Gazidis? Da quanto tempo non vi sentite?

«Con Gazidis abbiamo già parlato. Per il bene del Milan, è certamente necessario che il meeting con la proprietà avvenga al più presto».

Ha lasciato la Fifa perché aveva grandi progetti con Paolo Maldini…

«Sono felice di condividere e vivere questo tempo con un grande amico con il quale ho sognato di lavorare da tempi lontani. Paolo come nessuno rappresenta la storia e l’appartenenza al Milan, è una persona per bene, ha classe ed è ormai un dirigente credibile e capace. La cronaca dei fatti? Il mercato estivo è stato molto dinamico e alla fine positivo, poi c’è stato un inizio del campionato molto insoddisfacente per il quale ci prendiamo tutte le responsabilità, dopo di che il cambio di allenatore, e la costruzione di una base solida per un progetto che è stato pensato per almeno tre anni. Questa è la sintesi del nostro lavoro, finora».

Con quale budget potreste lavorare per il futuro?

«La proprietà deve essere chiara sia nel budget che negli obiettivi. In sintesi: noi rispettosi delle esigenze di equilibrio economico finanziario per garantire una sana e corretta gestione della società, la proprietà rispettosa dei risultati sportivi affidati a chi rappresenta la storia e i valori di un grande club».

Quindi non lo è stata.

«Al momento, nonostante gli sforzi nel mercato di gennaio e i tanti tagli, con due cessioni importanti e l’alleggerimento che deriva dai relativi ingaggi, non sappiamo che margini avremo».

Uno dei nodi da sciogliere è il rinnovo di contratto di Ibrahimovic.

«Tutti vedono l’impatto che Zlatan ha avuto. E’ un giocatore speciale, e non credo ci siano dubbi che dovremmo affrontare già oggi un possibile rinnovo per la prossima stagione, al di là del risultato finale della squadra».

C’è anche il problema del rinnovo di contratto di Begovic e soprattutto Kjaer.

«Niente da aggiungere a quello che abbiamo visto in campo. Sono giocatori di esperienza che hanno reso più solido il Milan, è probabile che lo possano fare anche nelle prossime stagioni».

C’è la politica dei giovani pretesa da Elliott come un caposaldo, condivisa da voi per la verità. Ma ci sono anche dei limiti. Come ha detto più volte Maldini, una squadra di ragazzi non ha mai vinto…

«Ci è stato chiesto di ringiovanire la rosa e l’abbiamo fatto ma sostenendo sempre che ci vuole il giusto mix tra gioventù ed esperienza. Il mercato invernale ha dimostrato che avevamo ragione, basta vedere come i giovani siano cresciuti in breve tempo».

Insomma, c’è un’intesa sulle strategie o no?

«Noi siamo certi che il Milan abbia soltanto una strada, pensare in grande per un fatto semplice – si chiama il Milan, ha 120 anni di storia vincente, e ha sette Coppe dei Campioni vinte».

Allora quando vedremo un Milan così, capace almeno di competere per tornare in Champions League?

«Intanto dobbiamo finire la stagione e vedere dove saremo, ma è già un Milan diverso. Noi non diciamo che si debba vincere l’anno prossimo, ma dobbiamo essere competitivi e giocarcela con tutti almeno in Italia. Siamo ben coscienti che non viviamo il Milan dei nostri tempi, ma un’ambizione vera che ti fa sognare ci dev’essere».

Lo snodo è Ibrahimovic, in un ruolo o un altro. Resterà?

«L’ha chiamato prima Paolo e poi ho continuato io anche per il fatto della lingua e il carattere balcanico che abbiamo. E’ stato divertente quando mi ha chiamato verso le 10 di sera per la vigilia di Natale dicendo: “Boban, congratulazioni al Milan, avete preso Ibrahimovic. Buon Natale e a presto”. Comunque, l’ok di Londra è arrivato quasi subito. Speriamo di poter andare avanti».

Servono grandi giocatori, per quanto senior, e bei prospetti per riportare al Milan al top. Serve anche, secondo la proprietà e non soltanto, uno stadio nuovo. Una priorità per Elliott. Che cosa ne pensa?

«E’ una grande cosa e bisogna farlo, sarebbe bello per la città calcistica più importante al mondo. Detto ciò, il nuovo San Siro con gli standard più avanzati sarebbe grandioso e credo che Elliott con i suoi manager sarebbe più che capace di fare un miracolo architettonico mondiale».

C’è nella gente questa idea che la proprietà sia un po’ lontana dalla società del calcio e della società Italiana, che cosa ne pensa?

«Noi sappiamo quanto sia importante avere un’identità milanese e Italiana. La si può inculcare anche ai ragazzi stranieri, credo che ci sono tanti buoni esempi. Capiamo che a volte per le proprietà straniere sia difficile capirlo, ma è un passaggio fondamentale. Non si deve mai arrivare alla de – italianizzazione e de – milanizzazione, sarebbe veramente come perdere l’anima. Lo dice un patriottico croato che ama questo club, questa città e questa splendida terra».

Come si fa a lavorare così? Cambiando ogni anno? Boh.
 
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Boban, l’a.d. Gazidis la settimana scorsa ha superato tutte le indiscrezioni dicendo che non esistono due anime nel Milan. Che cosa ne pensa?

«Prendendo atto di mille difficoltà iniziali, delle differenze culturali e delle passioni rossonere ben diverse, con tutte le divergenze di vedute e qualche volta opposti pensieri, ancora qualche giorno fa pensavo fosse questa la realtà».

Poi ci sono state le voci su Rangnick. Ci sarebbero stati effettivamente contatti con il manager tedesco e questo non fa bene al club e non aiuta il lavoro dell’area tecnica.

«Il fatto che parliamo di queste cose non fa bene a nessuno, soprattutto alla vigilia di una partita importante, come sono tutte quelle che stiamo giocando adesso. La cosa peggiore è che questo evento destabilizzante avviene in un momento durante il quale la squadra sta crescendo e si vede un grande lavoro di Pioli, in un momento dove si percepisce che si sta formando un percorso nettamente migliore. Non avvisarci è stato irrispettoso e inelegante. Non è da Milan. Almeno quello che ci ricordavamo fosse il Milan».

Quindi l’unità di intenti non esiste? Non esiste un unico sistema di lavoro per tornare a un unico grande Milan?

«Per come la vedo io, l’unità significa condivisione, l’unità è rispetto. Alla fine, la base di tutto è avere questo approccio, è l’unica via per poter lavorare e sentirsi bene».

Avete chiesto un chiarimento a Gazidis? Da quanto tempo non vi sentite?

«Con Gazidis abbiamo già parlato. Per il bene del Milan, è certamente necessario che il meeting con la proprietà avvenga al più presto».

Ha lasciato la Fifa perché aveva grandi progetti con Paolo Maldini…

«Sono felice di condividere e vivere questo tempo con un grande amico con il quale ho sognato di lavorare da tempi lontani. Paolo come nessuno rappresenta la storia e l’appartenenza al Milan, è una persona per bene, ha classe ed è ormai un dirigente credibile e capace. La cronaca dei fatti? Il mercato estivo è stato molto dinamico e alla fine positivo, poi c’è stato un inizio del campionato molto insoddisfacente per il quale ci prendiamo tutte le responsabilità, dopo di che il cambio di allenatore, e la costruzione di una base solida per un progetto che è stato pensato per almeno tre anni. Questa è la sintesi del nostro lavoro, finora».

Con quale budget potreste lavorare per il futuro?

«La proprietà deve essere chiara sia nel budget che negli obiettivi. In sintesi: noi rispettosi delle esigenze di equilibrio economico finanziario per garantire una sana e corretta gestione della società, la proprietà rispettosa dei risultati sportivi affidati a chi rappresenta la storia e i valori di un grande club».

Quindi non lo è stata.

«Al momento, nonostante gli sforzi nel mercato di gennaio e i tanti tagli, con due cessioni importanti e l’alleggerimento che deriva dai relativi ingaggi, non sappiamo che margini avremo».

Uno dei nodi da sciogliere è il rinnovo di contratto di Ibrahimovic.

«Tutti vedono l’impatto che Zlatan ha avuto. E’ un giocatore speciale, e non credo ci siano dubbi che dovremmo affrontare già oggi un possibile rinnovo per la prossima stagione, al di là del risultato finale della squadra».

C’è anche il problema del rinnovo di contratto di Begovic e soprattutto Kjaer.

«Niente da aggiungere a quello che abbiamo visto in campo. Sono giocatori di esperienza che hanno reso più solido il Milan, è probabile che lo possano fare anche nelle prossime stagioni».

C’è la politica dei giovani pretesa da Elliott come un caposaldo, condivisa da voi per la verità. Ma ci sono anche dei limiti. Come ha detto più volte Maldini, una squadra di ragazzi non ha mai vinto…

«Ci è stato chiesto di ringiovanire la rosa e l’abbiamo fatto ma sostenendo sempre che ci vuole il giusto mix tra gioventù ed esperienza. Il mercato invernale ha dimostrato che avevamo ragione, basta vedere come i giovani siano cresciuti in breve tempo».

Insomma, c’è un’intesa sulle strategie o no?

«Noi siamo certi che il Milan abbia soltanto una strada, pensare in grande per un fatto semplice – si chiama il Milan, ha 120 anni di storia vincente, e ha sette Coppe dei Campioni vinte».

Allora quando vedremo un Milan così, capace almeno di competere per tornare in Champions League?

«Intanto dobbiamo finire la stagione e vedere dove saremo, ma è già un Milan diverso. Noi non diciamo che si debba vincere l’anno prossimo, ma dobbiamo essere competitivi e giocarcela con tutti almeno in Italia. Siamo ben coscienti che non viviamo il Milan dei nostri tempi, ma un’ambizione vera che ti fa sognare ci dev’essere».

Lo snodo è Ibrahimovic, in un ruolo o un altro. Resterà?

«L’ha chiamato prima Paolo e poi ho continuato io anche per il fatto della lingua e il carattere balcanico che abbiamo. E’ stato divertente quando mi ha chiamato verso le 10 di sera per la vigilia di Natale dicendo: “Boban, congratulazioni al Milan, avete preso Ibrahimovic. Buon Natale e a presto”. Comunque, l’ok di Londra è arrivato quasi subito. Speriamo di poter andare avanti».

Servono grandi giocatori, per quanto senior, e bei prospetti per riportare al Milan al top. Serve anche, secondo la proprietà e non soltanto, uno stadio nuovo. Una priorità per Elliott. Che cosa ne pensa?

«E’ una grande cosa e bisogna farlo, sarebbe bello per la città calcistica più importante al mondo. Detto ciò, il nuovo San Siro con gli standard più avanzati sarebbe grandioso e credo che Elliott con i suoi manager sarebbe più che capace di fare un miracolo architettonico mondiale».

C’è nella gente questa idea che la proprietà sia un po’ lontana dalla società del calcio e della società Italiana, che cosa ne pensa?

«Noi sappiamo quanto sia importante avere un’identità milanese e Italiana. La si può inculcare anche ai ragazzi stranieri, credo che ci sono tanti buoni esempi. Capiamo che a volte per le proprietà straniere sia difficile capirlo, ma è un passaggio fondamentale. Non si deve mai arrivare alla de – italianizzazione e de – milanizzazione, sarebbe veramente come perdere l’anima. Lo dice un patriottico croato che ama questo club, questa città e questa splendida terra».
Che amarezza leggere queste parole,sapere che l'anno prossimo ci sarà sicuramente una nuova rivoluzione dirigenziale e che ad andarsene sono quelli che sono stati più sinceri.Mi piange il cuore per questo Milan ormai morto!
 
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La nostra situazione finanziaria è ai livelli dell’Inter del 2014/2015, dopo le cessioni di Gennaio. Un allenatore come Spalletti sarebbe stato arrivabile.

allenatore che è stato provato a prendere e che non è arrivato certamente non per colpa di maldini, boban, gazidis o elliott.
come ha detto spalletti stesso
 

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allenatore che è stato provato a prendere e che non è arrivato certamente non per colpa di maldini, boban, gazidis o elliott.
come ha detto spalletti stesso

Io so solo che qualunque obiettivo un minimo ambizioso sfuma regolarmente. Non si riesce col Buciano nazionale? Bene, si vada su un profilo analogo. Invece si sfrutta la prima difficoltà per prendere un mediocre che chiede due banane e un chinotto come ingaggio.
 
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Io so solo che qualunque obiettivo un minimo ambizioso sfuma regolarmente. Non si riesce col Buciano nazionale? Bene, si vada su un profilo analogo. Invece si sfrutta la prima difficoltà per prendere un mediocre che chiede due banane e un chinotto come ingaggio.

e chi volevi prendere a stagione in corso abbi pazienza
 
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Ne Maldini, ne Boban hanno accettato l'ipocrita intervista di Gazidis dove diceva andasse tutto bene.

Paolo e Zvone se ne andranno, storia già scritta....ma secondo voi Leonardo per quale motivo se n'era andato?! Non aveva accettato di non avere potere decisionale nell'area sportiva, era stanco delle intromissioni, era deluso dal ridimensionamento nel mercato estivo... e lo stesso succederà ai suoi successori,

Però io sono stanco che Gazidis si nasconda, adesso basta....prende 4,5 mln di euro all'anno, una follia per un dirigente, si prenda la responsabilità del prossimo progetto tecnico, ci metta la faccia e se fallisce fuori dai piedi.... perchè davvero non mi spiego perchè stia qui a prendere un botto di soldi per non avere nessuna responsabilità, troppo comodo cosi.

Va bene tutto, ma cercare di riabilitare la figura di Leonardo anche no.
Viscido che se n'è andato principalmente perchè a Parigi beccava più soldi.
e che a giugno andrà via pure da lì visto che ha svaccato pure là.
 
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Dichiarazioni clamorose di Boban allla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 29 febbraio

Boban, l’a.d. Gazidis la settimana scorsa ha superato tutte le indiscrezioni dicendo che non esistono due anime nel Milan. Che cosa ne pensa?

«Prendendo atto di mille difficoltà iniziali, delle differenze culturali e delle passioni rossonere ben diverse, con tutte le divergenze di vedute e qualche volta opposti pensieri, ancora qualche giorno fa pensavo fosse questa la realtà».

Poi ci sono state le voci su Rangnick. Ci sarebbero stati effettivamente contatti con il manager tedesco e questo non fa bene al club e non aiuta il lavoro dell’area tecnica.

«Il fatto che parliamo di queste cose non fa bene a nessuno, soprattutto alla vigilia di una partita importante, come sono tutte quelle che stiamo giocando adesso. La cosa peggiore è che questo evento destabilizzante avviene in un momento durante il quale la squadra sta crescendo e si vede un grande lavoro di Pioli, in un momento dove si percepisce che si sta formando un percorso nettamente migliore. Non avvisarci è stato irrispettoso e inelegante. Non è da Milan. Almeno quello che ci ricordavamo fosse il Milan».

Quindi l’unità di intenti non esiste? Non esiste un unico sistema di lavoro per tornare a un unico grande Milan?

«Per come la vedo io, l’unità significa condivisione, l’unità è rispetto. Alla fine, la base di tutto è avere questo approccio, è l’unica via per poter lavorare e sentirsi bene».

Avete chiesto un chiarimento a Gazidis? Da quanto tempo non vi sentite?

«Con Gazidis abbiamo già parlato. Per il bene del Milan, è certamente necessario che il meeting con la proprietà avvenga al più presto».

Ha lasciato la Fifa perché aveva grandi progetti con Paolo Maldini…

«Sono felice di condividere e vivere questo tempo con un grande amico con il quale ho sognato di lavorare da tempi lontani. Paolo come nessuno rappresenta la storia e l’appartenenza al Milan, è una persona per bene, ha classe ed è ormai un dirigente credibile e capace. La cronaca dei fatti? Il mercato estivo è stato molto dinamico e alla fine positivo, poi c’è stato un inizio del campionato molto insoddisfacente per il quale ci prendiamo tutte le responsabilità, dopo di che il cambio di allenatore, e la costruzione di una base solida per un progetto che è stato pensato per almeno tre anni. Questa è la sintesi del nostro lavoro, finora».

Con quale budget potreste lavorare per il futuro?

«La proprietà deve essere chiara sia nel budget che negli obiettivi. In sintesi: noi rispettosi delle esigenze di equilibrio economico finanziario per garantire una sana e corretta gestione della società, la proprietà rispettosa dei risultati sportivi affidati a chi rappresenta la storia e i valori di un grande club».

Quindi non lo è stata.

«Al momento, nonostante gli sforzi nel mercato di gennaio e i tanti tagli, con due cessioni importanti e l’alleggerimento che deriva dai relativi ingaggi, non sappiamo che margini avremo».

Uno dei nodi da sciogliere è il rinnovo di contratto di Ibrahimovic.

«Tutti vedono l’impatto che Zlatan ha avuto. E’ un giocatore speciale, e non credo ci siano dubbi che dovremmo affrontare già oggi un possibile rinnovo per la prossima stagione, al di là del risultato finale della squadra».

C’è anche il problema del rinnovo di contratto di Begovic e soprattutto Kjaer.

«Niente da aggiungere a quello che abbiamo visto in campo. Sono giocatori di esperienza che hanno reso più solido il Milan, è probabile che lo possano fare anche nelle prossime stagioni».

C’è la politica dei giovani pretesa da Elliott come un caposaldo, condivisa da voi per la verità. Ma ci sono anche dei limiti. Come ha detto più volte Maldini, una squadra di ragazzi non ha mai vinto…

«Ci è stato chiesto di ringiovanire la rosa e l’abbiamo fatto ma sostenendo sempre che ci vuole il giusto mix tra gioventù ed esperienza. Il mercato invernale ha dimostrato che avevamo ragione, basta vedere come i giovani siano cresciuti in breve tempo».

Insomma, c’è un’intesa sulle strategie o no?

«Noi siamo certi che il Milan abbia soltanto una strada, pensare in grande per un fatto semplice – si chiama il Milan, ha 120 anni di storia vincente, e ha sette Coppe dei Campioni vinte».

Allora quando vedremo un Milan così, capace almeno di competere per tornare in Champions League?

«Intanto dobbiamo finire la stagione e vedere dove saremo, ma è già un Milan diverso. Noi non diciamo che si debba vincere l’anno prossimo, ma dobbiamo essere competitivi e giocarcela con tutti almeno in Italia. Siamo ben coscienti che non viviamo il Milan dei nostri tempi, ma un’ambizione vera che ti fa sognare ci dev’essere».

Lo snodo è Ibrahimovic, in un ruolo o un altro. Resterà?

«L’ha chiamato prima Paolo e poi ho continuato io anche per il fatto della lingua e il carattere balcanico che abbiamo. E’ stato divertente quando mi ha chiamato verso le 10 di sera per la vigilia di Natale dicendo: “Boban, congratulazioni al Milan, avete preso Ibrahimovic. Buon Natale e a presto”. Comunque, l’ok di Londra è arrivato quasi subito. Speriamo di poter andare avanti».

Servono grandi giocatori, per quanto senior, e bei prospetti per riportare al Milan al top. Serve anche, secondo la proprietà e non soltanto, uno stadio nuovo. Una priorità per Elliott. Che cosa ne pensa?

«E’ una grande cosa e bisogna farlo, sarebbe bello per la città calcistica più importante al mondo. Detto ciò, il nuovo San Siro con gli standard più avanzati sarebbe grandioso e credo che Elliott con i suoi manager sarebbe più che capace di fare un miracolo architettonico mondiale».

C’è nella gente questa idea che la proprietà sia un po’ lontana dalla società del calcio e della società Italiana, che cosa ne pensa?

«Noi sappiamo quanto sia importante avere un’identità milanese e Italiana. La si può inculcare anche ai ragazzi stranieri, credo che ci sono tanti buoni esempi. Capiamo che a volte per le proprietà straniere sia difficile capirlo, ma è un passaggio fondamentale. Non si deve mai arrivare alla de – italianizzazione e de – milanizzazione, sarebbe veramente come perdere l’anima. Lo dice un patriottico croato che ama questo club, questa città e questa splendida terra».

Cercando di ricostruire un po' tutta la vicenda, penso che Boban e Maldini stiano pagando a livello di fiducia da parte della proprietà la scelta completamente errata di affidare la panchina a Giampaolo (con annesso mercato completamente cannato, almeno per le caratteristiche dei calciatori che voleva quest'ultimo). Non escludo che Gazidis sia andato a trattare Rangnick sotto ordine della proprietà stessa, visti i "fallimenti" del duo Boban/Maldini.

Bisogna considerare, però, che i miglioramenti fatti dal Milan sono frutto esattamente delle scelte di Zvone: per me l'arrivo di Ibra e di gente come Kjaer e Begovic é assolutamente farina del sacco del croato.
Da nessuna parte vi é scritto che si possa andare a competere in Italia e in Europa con una squadra di under 24, soprattutto se questa squadra si chiama Milan, e quindi i giocatori in questione sono sottoposti ad una pressione ulteriore data dalla maglia e dallo stadio, se mancano figure del carisma e della classe di Zlatan in uno spogliatoio (detto che anche il valore in campo di Zlatan, ancora oggi, é assoluto).

Ora per me possibili spiegazioni a queste parole di Boban, che sono sicuro comunque, né Gazidis, né Elliott avranno gradito:

- Boban sa che praticamente Rangnick é preso, e quindi loro saranno silurati, e vuole solo s*******rli

- Boban ritiene che facendo uscire tutto allo scoperto, il tifo si schieribtutto con lui e Paolo, come é ovvio che sia, per far prevalere la sua linea ed evitare un altro mercato di soli under 24 senza progettualità tecnica

In ogni caso, da queste parole e da quelle di Paolo, si capisce che lo strappo non é ricucibile. Ora che farà la società? Io non sono cosí sicuro che terrà Gazidis e si libererà di Paolo e Zvone. In fondo i risultati ottenuti, per le rispettive mansioni, da Gazidis sono assolutamente peggiori rispetto a quelli di Paolo e Zvone.
Se l'obiettivo non é il sabotaggio di questa squadra, fra le 3, la testa che dovrebbe saltare per prima é proprio quella del sudafricano.
Pensateci: aldilà dei risultati sportivi, abbiamo ricavi a picco e siamo stati esclusi dalle coppe per un anno, non si capisce se per una sanzione vera e propria o al fine di realizzare un fantomatico accordo.
Per me, il poco credito che ha Elliott nei nostri confronti se lo giocheranno con la prossima mossa: se terranno Gazidis a discapito dei due, tiferò definitivamente per l'arrivo di una nuova proprietà.
 

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Boban ce l'ha principalmente con la proprietà. Gazidis è l'espressione della proprietà. O pensi che in questo Milan ha più futuro Boban di Gazidis?
Quindi fa o non fa, Gazidis dovrà rispondere alla proprietà. Per ora, è evidente che non stia facendo un lavoro degno di nota, ma è lì perchè lo vuole la proprietà. Gazidis al momento non sembra andare contro la proprietà e il suo progetto. Se a Boban non va bene questo progetto e/o molto più probabilmente sa di non essere in grado di portarlo avanti, che si dimetta. Non ha senso sparare a zero pubblicamente contro i tuoi colleghi e contro il tuo datore di lavoro, è un qualcosa che va contro il lavoro di squadra. Ci lamentiamo dei giocatori che non sono squadra e poi in dirigenza c'è una proprietà che va da una parte e alcuni dirigenti che vanno dall'altra?

Io non sto discutendo qui il lavoro ne di Boban (su cui ci sarebbe comunque da discutere moltissimo...), ne quello di Gazidis (su cui ci sarebbe altrettanto da discutere), ma semplicemente il fatto che trovo odioso e ho sempre trovato odioso chi fa parte di un lavoro (portato avanti oltretutto malissimo) e lo critica pubblicamente prendendone le distanze... ma continuando a farne parte.
Non è serio Boban e lo ha dimostrato anche oggi con queste dichiarazioni. Puoi aver ragione su tutto, ma ad oggi fai parte del gruppo di lavoro che sta portando avanti malissimo questo Milan, quindi o ti prendi le tue responsabilità o se pensi di non averle e di non essere in linea con le direttive di lavoro di questo gruppo, ti dimetti. E poi (se non vuoi fare il signore) parli pubblicamente.
Se invece decidi di restare in questo Milan anche solo oggi e domani, sia oggi che domani stai zitto e non critichi pubblicamente il gruppo di lavoro di cui fai parte. Un dirigente serio farebbe così. Uno che invece non è un dirigente rilascia interviste destabilizzante per pararsi il suo popò. Se invece vuoi fare l'opinionista e sparare a zero come faceva ai tempi di Galliani, fai l'opinionista. Ad oggi il Galliani comunque è lui...
Quando se ne andrà dal Milan, tra l'altro, Boban non farà mai il dirigente di un qualsiasi altro club che non sia un club croato. Poco ma sicuro. Quindi ha poco da parlare come dirigente.

Gazidis è un maggiordomo che picchia i camerieri. La proprietà inesistente non ha idea di quello che fa e il topo continuerà a ballare finché non ci sarà il gatto. Non c'è nessun comunicato della proprietà che condivide ciò che dice gazidis: lui fa e si dà scontato che la proprietà voglia altrettanto....che cosa poi? Svalutare la squadra, strapagare cessi e perdere? Gazidis non c'entra nulla nemmeno in un contesto di "progetto Atalanta". Vuole giovani cessi e fenomeni da baraccone possibilmente non giocatori come il freestyler che avevamo tempo fa. I vecchi lì vuole allontanati, ma solo se offrono buone prestazioni, in quel caso a una rivale e regalati ovviamente.
La malafede e incapacità di gazidis sono sotto gli occhi di tutti, nonché il suo atteggiamento da Marchese del grillo e i suoi deliri di onnipotenza.
 
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