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Un anno fa da una raccolta di messaggi facebook partita da Bologna,per scongiurare la probabile vittoria del candidato leghista in Emilia-Romagna,è nato il movimento delle Sardine
La piazza però gremita in quell'occasione non si è più rivista e questo anche prima del coronavirus.
Uno dei fondatori,Mattia Santori,contattato dall'Ansa:
"Le sardine un anno dopo sono più consapevoli, più mature.
Abbiamo cambiato tanti habitat in soli 365 giorni.
Siamo nate stringendoci in piazza, poi ci siamo ritrovate a proiettare storie sulla Resistenza dalle finestre per il 25 aprile, poi a distribuire piantine per la cultura, il tour di tutta Italia, la scuola di politica, gli incontri con i Ministri. Abbiamo dimostrato di poterci adattare ad ogni contesto, anche se fare politica dietro a uno schermo non è nel nostro Dna.
Ci manca la fisicità e la relazione vera, non surrogata.
E abbiamo paura che la comunità torni a frammentarsi, che prevalga la frustrazione e il senso di solitudine.
Uno spettatore non sbaglia mai, chi è in campo invece sbaglia tantissimo, ma alla fine è colui che fa la differenza, che ribalta gli equilibri, che crea entusiasmo.
Il mancato diritto all'errore è uno dei motivi che rende l'Italia un paese di vecchi tromboni che lasciano nell'angolo giovani menti brillanti e appassionate.
Tantissimi giovani ci hanno ringraziato e hanno scoperto di essere parte della politica grazie agli inviti delle sardine"
La piazza però gremita in quell'occasione non si è più rivista e questo anche prima del coronavirus.
Uno dei fondatori,Mattia Santori,contattato dall'Ansa:
"Le sardine un anno dopo sono più consapevoli, più mature.
Abbiamo cambiato tanti habitat in soli 365 giorni.
Siamo nate stringendoci in piazza, poi ci siamo ritrovate a proiettare storie sulla Resistenza dalle finestre per il 25 aprile, poi a distribuire piantine per la cultura, il tour di tutta Italia, la scuola di politica, gli incontri con i Ministri. Abbiamo dimostrato di poterci adattare ad ogni contesto, anche se fare politica dietro a uno schermo non è nel nostro Dna.
Ci manca la fisicità e la relazione vera, non surrogata.
E abbiamo paura che la comunità torni a frammentarsi, che prevalga la frustrazione e il senso di solitudine.
Uno spettatore non sbaglia mai, chi è in campo invece sbaglia tantissimo, ma alla fine è colui che fa la differenza, che ribalta gli equilibri, che crea entusiasmo.
Il mancato diritto all'errore è uno dei motivi che rende l'Italia un paese di vecchi tromboni che lasciano nell'angolo giovani menti brillanti e appassionate.
Tantissimi giovani ci hanno ringraziato e hanno scoperto di essere parte della politica grazie agli inviti delle sardine"