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Fabio Capello a Tuttosport in edicola oggi, 29 dicembre, sul ritorno di Ibra al Milan:"È il colpo che serviva. Lo svedese porterà tutto il suo carisma e tutta la sua debordante personalità in una squadra che ave- va bisogno come il pane di un campione del genere. Ha 38 anni? Qualcuno pensa che per sei mesi non sarà in grado di dare il proprio contributo di giocatore vincente? Sto parlando di sei mesi. L’età non va in campo... ".
"Dove può arrivare il Milan con Ibra? In alto, molto in alto. Ora non ho la sfera di cristallo e non posso dire se riuscirà a centrare la qualificazione all’Europa League. I 14 punti di ritardo dalla Roma, quarta, potrebbero non significare nulla. O quasi. Ma il vero problema non è quello. La realtà è che le prime quattro della classifica della Serie A sono forti. Molto forti. E viaggiano a ritmi molto elevati".
"Perchè Ibra ha fatto questa scelta? Una cosa è sicura: non l’ha fatto per soldi. Ma per orgoglio. Lui è uno che ha grandi qualità e ha voglia di sciorinarle in campo. Per i tifosi, certo, ma soprattutto per la squadra. Per cercare di farla tornare ai livelli del passato dopo un periodo buio, di oscurantismo. Il suo talento aiuterà tutti i compagni a crescere. Nello spogliatoio si sentiva la mancanza di un leader come lui. Avere Ibra costituisce uno stimolo per tutto l’ambiente e in particolare per gli altri giocatori. Lui va in campo solo per vincere, come Ronaldo. E la squadra potrà solo beneficiarne".
"Lo vedo bene con Piatek? Questo lo può e lo deve dire solo l’allenatore. Io non voglio entrare in queste cose. Non so se Piatek sia il partner idea- le per Zlatan oppure se lo è un altro. Però posso dire con certezza che Ibra ha sempre fatto giocare bene chiunque stesse al suo fianco. E questo non mi pare poco... ".
"Un esempio?Beh, ce n’è uno lampante. Mi riferisco ad alcuni centrocampisti, diciamo uno in particolare, che s’inserivano arrivando da dietro e a cui lui regalava spazi preziosi. Un mediano che è andato addirittura in doppia cifra a livello di gol (ndr: il riferimento è a Nocerino) battendo il record di Benetti".
"Dove può arrivare il Milan con Ibra? In alto, molto in alto. Ora non ho la sfera di cristallo e non posso dire se riuscirà a centrare la qualificazione all’Europa League. I 14 punti di ritardo dalla Roma, quarta, potrebbero non significare nulla. O quasi. Ma il vero problema non è quello. La realtà è che le prime quattro della classifica della Serie A sono forti. Molto forti. E viaggiano a ritmi molto elevati".
"Perchè Ibra ha fatto questa scelta? Una cosa è sicura: non l’ha fatto per soldi. Ma per orgoglio. Lui è uno che ha grandi qualità e ha voglia di sciorinarle in campo. Per i tifosi, certo, ma soprattutto per la squadra. Per cercare di farla tornare ai livelli del passato dopo un periodo buio, di oscurantismo. Il suo talento aiuterà tutti i compagni a crescere. Nello spogliatoio si sentiva la mancanza di un leader come lui. Avere Ibra costituisce uno stimolo per tutto l’ambiente e in particolare per gli altri giocatori. Lui va in campo solo per vincere, come Ronaldo. E la squadra potrà solo beneficiarne".
"Lo vedo bene con Piatek? Questo lo può e lo deve dire solo l’allenatore. Io non voglio entrare in queste cose. Non so se Piatek sia il partner idea- le per Zlatan oppure se lo è un altro. Però posso dire con certezza che Ibra ha sempre fatto giocare bene chiunque stesse al suo fianco. E questo non mi pare poco... ".
"Un esempio?Beh, ce n’è uno lampante. Mi riferisco ad alcuni centrocampisti, diciamo uno in particolare, che s’inserivano arrivando da dietro e a cui lui regalava spazi preziosi. Un mediano che è andato addirittura in doppia cifra a livello di gol (ndr: il riferimento è a Nocerino) battendo il record di Benetti".