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Demetrio Albertini alla GDS in edicola:
Partiamo dalle priorità. Bman è il nome giusto per la difesa?
"Io credo proprio di sì. Arriva da una scuola, quella dell’Ajax, che forma difensori capaci sia di marcare che di costruire. Il Milan ha un gioco molto internazionale, propositivo e organizza- to: a Pioli servono difensori compatibili con questo sistema e Botman è uno di questi".
Avanziamo a centrocampo, dove almeno fino al derby mancheranno Kessie e Bennacer. La tenuta scudetto del Milan si misurerà in mediana?
"Tonali è cresciuto molto ed è una garanzia, ma andrà valutato l’andamento di Bakayoko".
Come si spiega il rendimento deludente del francese, che pure conosceva già ambiente e compagni?
"Quando si passa da un allenatore all’altro cambia tantissimo. Forse, per caratteristiche tecniche, Bakayoko è meno adatto alla filosofia di Pioli. Detto questo, penso che il tecnico debba puntare su di lui alla ripresa: con più fiducia e continuità potrebbero crescere le sue motivazioni».
Basteranno lui e Krunic a compensare l’assenza degli africani o converrebbe andare sul mercato?
"Non è facile puntare sul nome giusto. Quando nel gennaio del 2005 andai al Barcellona, era una situazione simile: avevano bisogno di un titolare non titola- re, un centrocampista pronto a prendere il posto dei tre infortunati che sarebbero rientrati nel giro di poco tempo...".
C’è un Albertini versione 2005 in giro oggi?
«Non saprei. Ma ci sono buoni centrocampisti finiti ai margini della propria squadra. Penso a Ndombelé del Tottenham. Occorrerebbe capire a quali condizioni potrebbe partire, magari in prestito. Anche se una soluzione di questo tipo è rischiosa: se devi rimpiazzare Kessie e Bennacer che torneranno a febbraio, e ingaggi un calciatore in cerca di spazio per sei mesi, come fai a caricarlo?".
Un rinforzo a centrocampo il Milan ce lo avrebbe già...
"Adli, che mi incuriosisce moltissimo. Se c’è margine di manovra con il Bordeaux, spero che il Milan lo faccia arrivare adesso. Sarebbe la soluzione ideale rispetto a quanto dicevo prima: è giovane, è già tuo, deve maturare e imparare a farsi strada in mezzo alla concorrenza di alto livello. E sa giostrare tra tante posizioni, con Pioli giocatori così ingranano presto".
Renato Sanches può reggere l’eredità di Kessie?
"È giovane ma ha già molta esperienza tra club e nazionale, un regista atipico moderno, tecnicamente molto dotato. Anche lui adatto al modello Pioli. Sostituire Kessie, però, sarebbe dura per chiunque..."
Chi si è mosso meglio nella partita sul rinnovo tra lui e il Milan?
"La difficoltà è nel programma- re, perché da una parte il Milan costruisce credibilità per il futuro valorizzando i suoi talenti, ma dall’altra ne perde un pezzettino se li lascia andare via quando sono al top. È un discorso am- pio: andare incontro alle richieste di Kessie vorrebbe dire “esporsi” alle richieste successive degli Hernandez e così via. Bisogna capire in che tempi il Milan vuole arrivare ai vertici, anche europei».
Niente rinforzi in attacco?
"Mi concentrerei sul mercato di giugno, va individuato e acquistato l’erede di Ibrahimovic".
Consigli?
"Mi piacerebbe una punta alla Vlahovic, giovane e da 20 gol a stagione. Confesso che un po’ mi spiace non vedere il Milan accostato a giocatori di questo tipo".
Qual è il suo piano B?
"Dobbiamo fare tesoro del Milan che teneva campioni come Papin in tribuna. Ora è il Milan a dover puntare su attaccanti così, forti ma chiusi nel loro club. Penso a Origi del Liverpool: in A segnerebbe parecchio. E gli scudetti si vincono grazie ai bomber, ve lo dice un centrocampi- sta...».
Partiamo dalle priorità. Bman è il nome giusto per la difesa?
"Io credo proprio di sì. Arriva da una scuola, quella dell’Ajax, che forma difensori capaci sia di marcare che di costruire. Il Milan ha un gioco molto internazionale, propositivo e organizza- to: a Pioli servono difensori compatibili con questo sistema e Botman è uno di questi".
Avanziamo a centrocampo, dove almeno fino al derby mancheranno Kessie e Bennacer. La tenuta scudetto del Milan si misurerà in mediana?
"Tonali è cresciuto molto ed è una garanzia, ma andrà valutato l’andamento di Bakayoko".
Come si spiega il rendimento deludente del francese, che pure conosceva già ambiente e compagni?
"Quando si passa da un allenatore all’altro cambia tantissimo. Forse, per caratteristiche tecniche, Bakayoko è meno adatto alla filosofia di Pioli. Detto questo, penso che il tecnico debba puntare su di lui alla ripresa: con più fiducia e continuità potrebbero crescere le sue motivazioni».
Basteranno lui e Krunic a compensare l’assenza degli africani o converrebbe andare sul mercato?
"Non è facile puntare sul nome giusto. Quando nel gennaio del 2005 andai al Barcellona, era una situazione simile: avevano bisogno di un titolare non titola- re, un centrocampista pronto a prendere il posto dei tre infortunati che sarebbero rientrati nel giro di poco tempo...".
C’è un Albertini versione 2005 in giro oggi?
«Non saprei. Ma ci sono buoni centrocampisti finiti ai margini della propria squadra. Penso a Ndombelé del Tottenham. Occorrerebbe capire a quali condizioni potrebbe partire, magari in prestito. Anche se una soluzione di questo tipo è rischiosa: se devi rimpiazzare Kessie e Bennacer che torneranno a febbraio, e ingaggi un calciatore in cerca di spazio per sei mesi, come fai a caricarlo?".
Un rinforzo a centrocampo il Milan ce lo avrebbe già...
"Adli, che mi incuriosisce moltissimo. Se c’è margine di manovra con il Bordeaux, spero che il Milan lo faccia arrivare adesso. Sarebbe la soluzione ideale rispetto a quanto dicevo prima: è giovane, è già tuo, deve maturare e imparare a farsi strada in mezzo alla concorrenza di alto livello. E sa giostrare tra tante posizioni, con Pioli giocatori così ingranano presto".
Renato Sanches può reggere l’eredità di Kessie?
"È giovane ma ha già molta esperienza tra club e nazionale, un regista atipico moderno, tecnicamente molto dotato. Anche lui adatto al modello Pioli. Sostituire Kessie, però, sarebbe dura per chiunque..."
Chi si è mosso meglio nella partita sul rinnovo tra lui e il Milan?
"La difficoltà è nel programma- re, perché da una parte il Milan costruisce credibilità per il futuro valorizzando i suoi talenti, ma dall’altra ne perde un pezzettino se li lascia andare via quando sono al top. È un discorso am- pio: andare incontro alle richieste di Kessie vorrebbe dire “esporsi” alle richieste successive degli Hernandez e così via. Bisogna capire in che tempi il Milan vuole arrivare ai vertici, anche europei».
Niente rinforzi in attacco?
"Mi concentrerei sul mercato di giugno, va individuato e acquistato l’erede di Ibrahimovic".
Consigli?
"Mi piacerebbe una punta alla Vlahovic, giovane e da 20 gol a stagione. Confesso che un po’ mi spiace non vedere il Milan accostato a giocatori di questo tipo".
Qual è il suo piano B?
"Dobbiamo fare tesoro del Milan che teneva campioni come Papin in tribuna. Ora è il Milan a dover puntare su attaccanti così, forti ma chiusi nel loro club. Penso a Origi del Liverpool: in A segnerebbe parecchio. E gli scudetti si vincono grazie ai bomber, ve lo dice un centrocampi- sta...».