Superlega: i perché del no

A.C Milan 1899

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Ieri si parlava, sulla scia di un articolo di Repubblica, del possibile arrivo di una Superlega europea a girone unico.

Vorrei condensare in un unico post tutte le motivazioni che mi portano a dire un no categorico a questa balzana idea e che mi portano a pensare che sarebbe più un danno che un bene, in primis per il calcio tutto e in secundis per i top clubs che vi partecipassero.

PRIMA MOTIVAZIONE

Una Superlega a girone unico di fatto rischierebbe di “incoronare” non una, ma ben due squadre “campioni” annuali. Il perché è presto detto: con la formula a girone unico ci sarebbe modo di stabilire quale squadra sia la più forte delle 18/20 partecipanti, e anche rimettere in discussione questo verdetto tramite i playoff tra le prime 8 non cambierebbe la sostanza della cosa.

Se, per ipotesi, il Bayern si è beccato 18 punti dal Liverpool primo in classifica, non diventa, almeno per me (ma penso di poter parlare per molti appassionati), campione d’Europa perché magari nei playoff scula lo scontro diretto, elimina il Liverpool e poi vince la Coppa. Quindi sarebbe una formula che lascerebbe scontenti un po’ tutti, tranne quando dovesse verificarsi una convergenza tra il vincitore della regular season e dei playoff. Anche perché nel calcio non puoi fare i playoff al meglio delle sette partite: se vinci un playoff al meglio delle sette partite come nel basket puoi dire di aver distrutto il verdetto della regular season, ma nel calcio una cosa simile non puoi farla.

E nemmeno si può dire che la fase ad eliminazione diretta della CL sia simile a ciò che sarebbero i playoff, perché in CL non c’è un girone unico che emana verdetti da rimettere in discussione. Se crei un girone unico che a sua volta delinea gerarchie ben precise, se poi vuoi rimetterne in discussione il verdetto devi avere i mezzi per poterlo fare efficacemente. Il Basket li ha, il calcio no: banalmente. Pensare di rimettere in discussione i verdetti della regular season tramite i playoff andata e ritorno, magari aggiungendo il caveat che in caso di due pareggi o di reti subite e segnate uguali tra andata e ritorno passerebbe la meglio piazzata in regular season, o facendo disputare playoff in gara secca in casa della meglio piazzata, non sarebbe altro che un volgare lancio della monetina per rimettere in discussione un risultato che il campo ha già delineato (e il problema è che nemmeno un girone unico senza playoff funzionerebbe, perché a parte quelle due o tre squadre che di volta in volta lotterebbero per il titolo, le altre si troverebbero a giocare una serie di amichevoli, visto che non avrebbero l’obiettivo né di qualificarsi alle coppe europee, essendo la Superlega già il massimo, né di evitare la retrocessione, perché non esisterebbero retrocessioni, indi per cui l’idea del girone unico in Superlega è fallimentare sia che includa i playoff sia che non li includa).

Inoltre anche facendo i playoff sarebbe inutile giocare per tutte le squadre piazzatesi nella metà destra della classifica, visto che non esisterebbe né pericolo retrocessione né pericolo playout da evitare. Sarebbe di fatto impossibile dare “un senso” alla stagione delle squadre dalla nona alla diciottesima/ventesima posizione. Vedremmo scansamenti ancora più clamorosi di quelli che vediamo in Serie A.


SECONDA MOTIVAZIONE

Togliere le più grandi squadre dai campionati nazionali e farle partecipare alla Superlega non solo distruggerebbe i movimenti calcistici nazionali, che verrebbero ridotti alla stregua delle attuali Serie B continentali, ma impoverirebbe anche i top clubs stessi, perché in una Superlega, anche con playoff, non ci sarebbe abbastanza spazio per fare un numero sufficiente di partite stagionali, ergo ci sarebbero molti meno introiti non solo per i campionati nazionali abbandonati a se stessi, ma pure per i top clubs stessi.

TERZA MOTIVAZIONE

Togliere le più grandi squadre dai campionati nazionali significa condannarle a NON ESSERE PIÙ TOP CLUBS e ad una SICURA perdita di prestigio. Pensateci: cosa fa di un top club un top club? L’essere al vertice, l’abitudine a vincere. Bene, questa “abitudine” in Superlega andrebbe PER FORZA DI COSE persa. Lo dice la storia della Champions, che non è una competizione più difficile da vincere di quanto lo sarebbe questa Superlega, anzi. La storia della Champions ha visto digiuni clamorosi e pluridecennali: noi siamo rimasti 20 anni senza vincerla (1969-1989), il Real 32 anni (1966-1998), il Bayern 26 (1975-2001), il Liverpool 21 (1984-2005), il Manchester United 31 (1968-1999, e nel ‘99 manco loro sanno come hanno fatto a vincerla), i nati dopo nati tardi nati male addirittura 45 anni (1965-2010), la Ndranghetus 24 anni and counting, il Barcellona addirittura nel 2005, quando la Coppa Campioni festeggiava i 50 anni, aveva UNA SOLA Coppa dalle grandi orecchie in bacheca.

Bene, rifaccio la domanda che ho già fatto e a cui i sostenitori della Superlega non hanno mai risposto: cosa ne sarebbe stato dei succitati club se, nei periodi lunghissimi di digiuno sovraesposti, non avessero avuto modo di alimentare la propria leggenda con altre vittorie, non paragonabili all’alzare la Coppa dalle grandi orecchie ma comunque vittorie di peso, come i campionati? Per fare un esempio, cosa ne sarebbe stato dell’Inter, se durante i 45 anni tra una vittoria e l’altra (1965-2010) e i 38 anni tra una finale e l’altra (1972-2010), non avessero avuto qualche scudetto (tipo quello dell’Inter dei record) e delle coppe UEFA con cui alimentare la fiammella? Cosa ne sarebbe stato del Real Madrid, dopo 32 anni di zeru tituli, se nel periodo 1966-1998 non avessero avuto Lighe Spagnole da vincere in confronti testa a testa con la rivale di sempre, il Barcellona, + due coppe Uefa (che all’epoca qualcosa valeva, non era, come oggi, la Coppa delle quinte, delle seste, delle settime e delle fallite della Champions)? Quindi la Superlega non solo priverebbe i campionati nazionali dei loro top clubs, ma TOGLIEREBBE SENSO ALL’AGGETTIVO TOP CLUB STESSO.

QUARTA MOTIVAZIONE

Il calcio europeo è fatto anche di rivalità e tribalismi nazionali. Tu non puoi pensare di togliere derby sentitissimi e storici come quello di Liverpool o come quelli londinesi e pensare che ai tifosi vada bene. Se l’Inter avesse una storia simile a quella dell’Everton, per dire, e qualcuno meditasse di escluderla dalla Superlega in virtù di ciò, a qualche milanista andrebbe bene dare l’addio ai derby? Io non credo proprio. Il calcio si alimenta anche di queste rivalità radicate nei secoli, e non le puoi eliminare.

QUINTA MOTIVAZIONE

Infine, mi sento di chiudere con le parole di Javier Tebas, presidente della Liga Calcio Spagnola: “gli autori di questa idea, se esistono davvero perché non c'è nessuno che effettivamente la difenda, dimostrano non solo la totale ignoranza dell'organizzazione e dei costumi del calcio europeo e mondiale, ma anche una grave ignoranza del mercati dei diritti audiovisivi. Un progetto di questo tipo comporterà un grave danno economico per gli stessi organizzatori e per quelle entità che lo finanziano, se esistono, perché non sono mai ufficiali. Questi progetti 'underground' hanno un bell'aspetto solo se redatti in un bar alle 5 di mattina”. E francamente direi che le motivazioni che ho esposto nei primi quattro punti aiutino anche a far capire il perché questo “progetto” sia da cassare prima di subito.



In aggiunta a tutto questo ho anche detto quale sarebbe secondo me la via per rilanciare i campionati e, allo stesso tempo, aumentare il numero di partite internazionali dei clubs:

1. Campionati a 16 squadre, tagliare fuori le squadre materasso, PLAYOUT per la salvezza dall’ottavo posto in giù, al fine di evitare scansamenti da metà stagione in poi quando si è raggiunta una quota salvezza (nessuno più si scanserebbe perché avrebbero tutto l’interesse ad evitare i playout) e playoff per la qualificazione alla champions dal quarto posto al settimo con semifinali andata e ritorno e finale in gara unica (con la vincente che va in CL e le altre in EL).

2. Coppa Italia e coppe nazionali che ti danno la qualificazione alla Champions (invece che all’EL) se la vinci e sei finito fuori dalle prime quattro e/o hai perso i playoff. In questo modo risolveresti anche il problema dello scarso interesse verso le coppe nazionali (che per me però, queste si, potrebbero essere abolite, o forse addirittura dovrebbero). Per renderle più interessanti bisognerebbe fare le partite in gara unica in casa della squadra più debole.

3. Champions con 4 gironi da 8 squadre e le prime due che passano ai quarti di finale: gironi da 8 che offrirebbero la possibilità di molti matchups interessanti. E la squadra che arriverebbe in fondo giocherebbe ben 19 partite di CL in stagione.

Questa è la strada. Quella della Superlega a girone unico, con playoff o no, è la strada verso la distruzione del calcio, in primis dei vari movimenti nazionali e in secundis del movimento tutto. Sarebbe un campionato di plastica che incoronerebbe campioni di plastica, e anzi, la formula detta sopra di fatto, come spiegato nel punto 1, rischierebbe di incoronare due campioni annuali, uno per gli appassionati veri, che guardano i valori tecnici, e uno per gli amanti dello showbiz.

Evitiamo questa porcheria.
 
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Ieri si parlava, sulla scia di un articolo di Repubblica, del possibile arrivo di una Superlega europea a girone unico.

Vorrei condensare in un unico post tutte le motivazioni che mi portano a dire un no categorico a questa balzana idea e che mi portano a pensare che sarebbe più un danno che un bene, in primis per il calcio tutto e in secundis per i top clubs che vi partecipassero.

1. Una Superlega a girone unico de fatto rischierebbe di “incoronare” non una, ma ben due squadre “campioni” annuali. Il perché è presto detto: con la formula a girone unico ci sarebbe modo di stabilire quale squadra sia la più forte delle 18/20 partecipanti, e anche rimettere in discussione questo verdetto tramite i playoff tra le prime 8 non cambierebbe la sostanza della cosa. Se, per ipotesi, il Bayern si è beccato 18 punti dal Liverpool primo in classifica, non diventa, almeno per me (ma penso di poter parlare per molti appassionati), campione d’Europa perché magari nei playoff scula lo scontro diretto, elimina il Liverpool e poi vince la Coppa. Quindi sarebbe una formula che lascerebbe scontenti un po’ tutti, tranne quando dovesse verificarsi una convergenza tra il vincitore della regular season e dei playoff. Anche perché nel calcio non puoi fare i playoff al meglio delle sette partite: se vinci un playoff al meglio delle sette partite come nel basket puoi dire di aver distrutto il verdetto della regular season, ma nel calcio una cosa simile non puoi farla. E nemmeno si può dire che la fase ad eliminazione diretta della CL sia simile a ciò che sarebbero i playoff, perché in CL non c’è un girone unico che emana verdetti da rimettere in discussione. Se crei un girone unico che a sua volta delinea gerarchie ben precise, se poi vuoi rimetterne in discussione il verdetto devi avere i mezzi per poterlo fare efficacemente. Il Basket li ha, il calcio no: banalmente. Pensare di rimettere in discussione i verdetti della regular season tramite i playoff andata e ritorno, magari aggiungendo il caveat che in caso di due pareggi o di reti subite e segnate uguali tra andata e ritorno passerebbe la meglio piazzata in regular season, non sarebbe altro che un volgare lancio della monetina per rimettere in discussione un risultato che il campo ha già delineato (e il problema è che nemmeno un girone unico senza playoff funzionerebbe, perché a parte quelle due o tre squadre che di volta in volta lotterebbero il titolo, le altre si troverebbero a giocare una serie di amichevoli, visto che non avrebbero l’obiettivo né di qualificarsi alle coppe europee, essendo la Superlega già il massimo, né di evitare la retrocessione, perché non esisterebbero retrocessioni, indi per cui l’idea del girone unico in Superlega è fallimentare sia che includa i playoff sia che non li includa). Inoltre anche facendo i playoff renderebbe inutile giocare per tutte le squadre piazzatesi nella metà destra della classifica, visto che non esisterebbe né pericolo retrocessione né pericolo playout da evitare. Vedremmo scansamenti ancora più clamorosi di quelli che vediamo in Serie A.

2. Togliere le più grandi squadre dai campionati nazionali e farle partecipare alla Superlega non solo distruggerebbe i movimenti calcistici nazionali, che verrebbero ridotti alla stregua delle attuali Serie B continentali, ma impoverirebbe anche i top clubs stessi, perché in una Superlega, anche con playoff, non ci sarebbe abbastanza spazio per fare un numero sufficiente di partite stagionali, ergo ci sarebbero molti meno introiti non solo per i campionati nazionali abbandonati a se stessi, ma pure per i top clubs stessi.


3. Togliere le più grandi squadre dai campionati nazionali significa condannarle a NON ESSERE PIÙ TOP CLUBS e ad una SICURA perdita di prestigio. Pensateci: cosa fa di un top club un top club? L’essere al vertice, l’abitudine a vincere. Bene, questa “abitudine” in Superlega andrebbe PER FORZA DI COSE persa. Lo dice la storia della Champions, che non è una competizione più difficile da vincere di quanto lo sarebbe questa Superlega, anzi. La storia della Champions ha visto digiuni clamorosi e pluridecennali: noi siamo rimasti 20 anni senza vincerla (1969-1989), il Real 32 anni (1966-1998), il Bayern 26 (1975-2001), il Liverpool 21 (1984-2005), il Manchester United 31 (1968-1999, e nel ‘99 manco loro sanno come hanno fatto a vincerla), i nati dopo nati tardi nati male addirittura 45 anni (1965-2010), la Ndranghetus 24 anni and counting, il Barcellona addirittura nel 2005, quando la Coppa Campioni festeggiava i 50 anni, aveva UNA SOLA Coppa dalle grandi orecchie in bacheca. Bene, rifaccio la domanda che ho già fatto e a cui i sostenitori della Superlega non hanno mai risposto: cosa ne sarebbe stato dei succitati club se, nei periodi lunghissimi di digiuno sovraesposti, non avessero avuto modo di alimentare la propria leggenda con altre vittorie, non paragonabili all’alzare la Coppa dalle grandi orecchie ma comunque vittorie di peso, come i campionati? Per fare un esempio, cosa ne sarebbe stato dell’Inter, se durante i 45 anni tra una vittoria e l’altra (1965-2010) e i 38 anni tra una finale e l’altra (1972-2010), non avessero avuto qualche scudetto (tipo quello dell’Inter dei record) e delle coppe UEFA con cui alimentare la fiammella? Cosa ne sarebbe stato del Real Madrid, dopo 32 anni di zeru tituli, se nel periodo 1966-1998 non avessero avuto Lighe Spagnole da vincere in confronti testa a testa con la rivale di sempre, il Barcellona, + due coppe Uefa (che all’epoca qualcosa valeva, non era, come oggi, la Coppa delle quinte, delle seste, delle settime e delle fallite della Champions)? Quindi la Superlega non solo priverebbe i campionati nazionali dei loro top clubs, ma TOGLIEREBBE SENSO ALL’AGGETTIVO TOP CLUB STESSO.

4. Il calcio europeo è fatto anche di rivalità e tribalismi nazionali. Tu non puoi pensare di togliere derby sentitissimi e storici come quello di Liverpool o come quelli londinesi e pensare che ai tifosi vada bene. Se l’Inter avesse una storia simile a quella dell’Everton, per dire, e qualcuno meditasse di escluderla dalla Superlega in virtù di ciò, a qualche milanista andrebbe bene dare l’addio ai derby? Io non credo proprio. Il calcio si alimenta anche di queste rivalità radicate nei secoli, e non le puoi eliminare.

5. Infine, mi sento di chiudere con le parole di Javier Tebas, presidente della Liga Calcio Spagnola: “gli autori di questa idea, se esistono davvero perché non c'è nessuno che effettivamente la difenda, dimostrano non solo la totale ignoranza dell'organizzazione e dei costumi del calcio europeo e mondiale, ma anche una grave ignoranza del mercati dei diritti audiovisivi. Un progetto di questo tipo comporterà un grave danno economico per gli stessi organizzatori e per quelle entità che lo finanziano, se esistono, perché non sono mai ufficiali. Questi progetti 'underground' hanno un bell'aspetto solo se redatti in un bar alle 5 di mattina”. E francamente direi che le motivazioni che ho esposto nei primi quattro punti aiutino anche a far capire il perché questo “progetto” sia da cassare prima di subito.



In aggiunta a tutto questo ho anche detto quale sarebbe secondo me la via per rilanciare i campionati e, allo stesso tempo, aumentare il numero di partite internazionali dei clubs:

1. Campionati a 16 squadre, tagliare fuori le squadre materasso, PLAYOUT per la salvezza dall’ottavo posto in giù, al fine di evitare scansamenti da metà stagione in poi quando si è raggiunta una quota salvezza (nessuno più si scanserebbe perché avrebbero tutto l’interesse ad evitare i playout) e playoff per la qualifivazione alla champions dal quarto posto al settimo con semifinali andata e ritorno e finale in gara unica (con la vincente che va in CL e le altre in EL).

2. Coppa Italia e coppe nazionali che ti danno la qualificazione alla Champions (invece che all’EL) se la vinci e sei finito fuori dalle prime quattro e/o hai perso i playoff. In questo modo risolveresti anche il problema dello scarso interesse verso le coppe nazionali (che per me però, queste si, potrebbero essere abolite, o forse addirittura dovrebbero). Per renderle più interessanti bisognerebbe fare le partite in gara unica in casa della squadra più debole.

3. Champions con 4 gironi da 8 squadre e le prime due che passano ai quarti di finale: gironi da 8 che offrirebbero la possibilità di molti matchups interessanti. E la squadra che arriverebbe in fondo giocherebbe ben 19 partite di CL in stagione.

Questa è la strada. Quella della Superlega a girone unico, con playoff o no, è la strada verso la distruzione del calcio, in primis dei vari movimenti nazionali e in secundis del movimento tutto. Sarebbe un campionato di plastica che incoronerebbe campioni di plastica, e anzi, la formula detta sopra di fatto, come spiegato nel punto 1, rischierebbe di incoronare due campioni annuali, uno per gli appassionati veri, che guardano i valori tecnici, e uno per gli amanti dello showbiz.

Evitiamo questa porcheria.

Sono pienamente d'accordo con te per tutti i punti che hai accuratamente e minuziosamente analizzato.
I campionati nazionali vanno valorizzati dopo che sono stati distrutti ma non vanno assolutamente chiusi.
Le coppe europee sono altrettanto affascinanti ma non dovremmo mai scegliere tra la 'modalità coppa' e la 'modalità lega' ma vanno vissute entrambi.

Dobbiamo tornare prima possibile alla vita normale per tornale allo stadio, per tornare a girare per l'italia e l'europa per seguire la nostra squadra e abbinare lo sport alla cultura e alle esperienze culinarie.
Lo sport ha la capacità unica di far incontrare realtà diverse, non lo uccidiamo, per favore.
Anche il cittadella deve poter sognare di ospitare il milan.
 

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Sono pienamente d'accordo con te per tutti i punti che hai accuratamente e minuziosamente analizzato.
I campionati nazionali vanno valorizzati dopo che sono stati distrutti ma non vanno assolutamente chiusi.
Le coppe europee sono altrettanto affascinanti ma non dovremmo mai scegliere tra la 'modalità coppa' e la 'modalità lega' ma vanno vissute entrambi.

Dobbiamo tornare prima possibile alla vita normale per tornale allo stadio, per tornare a girare per l'italia e l'europa per seguire la nostra squadra e abbinare lo sport alla cultura e alle esperienze culinarie.
Lo sport ha la capacità unica di far incontrare realtà diverse, non lo uccidiamo, per favore.
Anche il cittadella deve poter sognare di ospitare il milan.

Eheheheheh lo dici a me, un vecchio Commandos che si è fatto tutta l’Europa (compresi posti in **** ai lupi che facevano anche paura, onestamente) in oltre 20 anni di militanza (25 per la precisione, dall’83 al 2008, poi quando iniziarono a vedersi i prodromi del Giannino sia io che molti altri della Vecchia Guardia abbiamo telato, giusto per non diventare dei servi, sai com’è, c’è pure chi ha una dignità), e pure Tokyo e Yokohama? Vangelo, amico mio. Speriamo di poter tornare alla normalità presto, si, e come hai detto i campionati vanno valorizzati.

Il fascino delle coppe europee rimane unico, ineguagliabile per qualsiasi campionato, ma questi rimangono fondamentali nonostante tutto, per i movimenti nazionali e le grandi squadre stesse. Ma infatti si arriverà quasi certamente ad una riforma della CL, ma penso di poter dire con un certo margine di sicurezza che la Superlega come intesa da alcuni non si farà mai.
 
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