Tempi e modi, soprattutto di comunicazione, di questa vicenda hanno lasciato a desiderare, elaborando un caso che non esisteva, se vero che le intese erano già avanzate, ma apprendiamo comunque con piacere questa notizia, che premia l'ottimo lavoro compiuto da Gattuso in questi mesi, di ricomposizione ad unità tecnica ed emotiva di una squadra priva di guida e di identità per gli errori ed omissioni della precedente gestione, accentuati da quelli della dirigenza sul mercato. La squadra con Gattuso si è ritrovata, riuscendo ad esprimere il massimo delle proprie potenzialità anche in situazioni di gioco difficili e sfavorevoli. Paga in queste ultime settimane l'impegno del recupero in classifica, con partite tirate al massimo fino alla vittoria, ma anche in questa fase più umbratile si apprezza la capacità di stare in campo, rispondere bene sul piano difensivo, offrire un argine tattico contro squadre più forti ed in palla, sì da riuscire a crearsi opportunità di vittoria anche quando essa non è meritata, come è accaduto ieri. Merito di Gattuso, che pure non ha avuto esitazioni a dire la sua anche ieri: la squadra ha insufficienze tecniche, è incompleta nei ruoli, non ha alternative tattiche all'undici titolare da impiegare in partita, deve gestire talvolta emergenze in situazioni di precarietà atletica di singoli, evidente quanto impietosa. Un monito preciso alla società: il prossimo mercato, nonostante la stretta di bilancio che sarà imposta dalla UEFA, dovrà porre rimedio alle lacune di fondo di quello precedente, ove necessario valorizzando quei giocatori, con potenziale mercato, che non sono strategici alla crescita tecnica della nostra squadra: Donnarumma, un giocatore non di movimento; Suso, che nella squadra frenetica e profonda proposta da Gattuso ha dato segno più di una volta di non riuscire ad esprimersi al meglio; eventualmente Bonaventura, che potrebbe essere oggetto di interessanti proposte di mercato, soprattutto oltre Manica. Per fare cosa? Ristrutturare l'attacco, ad esempio, inserendo due esterni offensivi, sulle due mani, compatibili con il 433, giocatori di corsa, dribbling, inserimento e gol; individuare una mezzala, possibilmente ambidestra, che offra alternative di gioco a Kessie e Calhanoglu, che si vorrà finalmente portare in mediana; pensare ad un attaccante centrale che sostenga la fase offensiva della squadra e sappia andare in gol con regolarità, caratteristiche che, purtroppo una ad una, abbiamo trovato nei giovanotti che abbiamo lì davanti, André Silva e Cutrone; pensare ad una alternativa vera a Biglia, giocatore essenziale per il nostro assetto, ma che viaggia ormai verso i trentatré anni. Senza questa prospettiva, l'evidente valore aggiunto di Gattuso, ottime letture tattiche delle partite, e dei suoi collaboratori, buona tenuta atletica della squadra, modesta incidenza di infortuni muscolari, non garantirà il salto di qualità tanto atteso. E le porte del nostro giardino europeo, la Coppa Campioni, potrebbero rimanere chiuse un anno di più. La proprietà capisca il valore del bene che ha tra le mani, e dimostri di esserne degna. Per il momento, viva Gattuso.