Rebic:"Milan, ora sai chi sono. E aspetto il futuro".

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Rebic intervistato dalla GDS in edicola oggi, 28 aprile:"Ripresa del calcio? La cosa più importante è la salute, quindi consiglio a tutti di rispettare le regole, con la speranza che questa situazione finisca presto. Non vedo l’ora che tutto torni alla normalità per continuare a fare quello facevo prima dello stop. Nel 2020 ho finalmente avuto l’occasione per giocare diverse partite di fila e mi è servito per dimostrare ciò che sono in grado di fare. Ho sfruttato il momento nel miglior modo possibile”.

Dopo parecchi mesi ai margini, si è messo sulle spalle il Milan: sensazioni?

“In realtà me lo aspettavo perché nelle ultime tre stagioni avevo giocato ininterrottamente, facendo molte cose buone sia con l’Eintracht sia in nazionale. Stavo solo aspettando di avere la possibilità al Milan di mostrare ciò che so e quanto posso rendere. Detto questo, ho sicuramente ancora margini di crescita che voglio sfruttare”.

A proposito di Croazia, lei è arrivato in rossonero da vicecampione del mondo: ci sono biglietti da visita peggiori.

“È stata una sensazione incredibile raggiungere un simile traguardo storico. Ci siamo riusciti perché avevamo tutti e 23 una qualità eccezionale e siamo stati un gruppo vero, oltre a essere diretti da un allenatore fantastico. Alcune cose si sono incastrate nel modo giusto e abbiamo raggiunto quel risultato”.

Torniamo alle vicende rossonere: Milan-Udinese, con la sua doppietta, è stata la partita della svolta.

«È stato bello segnare quei due gol, soprattutto perché ci hanno portato la vittoria. Sicuramente è stata l’occasione che mi ha permesso di dimostrare al Milan le mie qualità».

Quanto c’è di Pioli nel Rebic versione 2020? Le piacerebbe vederlo confermato?

“Non spetta a me parlare del futuro dell’allenatore. Onestamente, ho sempre creduto in me stesso. Pioli mi ha dato la possibilità di giocare qualche partita di fila per mostrare cosa posso fare ed io ho cercato di rispondere al meglio”.

Quale sarebbe il suo scenario ideale al termine dei due anni di prestito?

“Credo che sia prematuro parlarne ora. Quello che sta accadendo in questo periodo è un’ulteriore prova che nella vita non si può fare alcun tipo di previsione, quindi penso sia stupido dire qualcosa su ciò che accadrà tra un anno. Vedremo”.

Ma Milano le piace? Lei in Italia ha giocato anche in altre due bellissime città come Firenze e Verona.

“Milano è la mia preferita, qui mi sento benissimo perché offre uno stile di vita diverso. Non manca niente, viene incontro a tutte le necessità”.

Anche Ibrahimovic adora Milano.

“E’ un giocatore molto importante per noi e sicuramente uno dei migliori della storia del calcio. La sua personalità e la sua presenza nello spogliatoio ci aiutano molto. Ha molte qualità e le sue indicazioni ci migliorano nel gioco”.

Cosa serve a questo Milan per tornare a pensare alla Champions?

“Quest’anno abbiamo perso troppi punti all’inizio della stagione, ma credo che abbiamo le qualità per puntare in alto perché abbiamo visto che possiamo giocarcela contro qualsiasi squadra. Dipende tutto da noi”
 

Jino

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Resto della mia idea, che sia un giocatore molto troppo discontinuo, nel complesso modesto, che ha vissuto un periodo come Piatek un anno prima di lui, cioè di grazia, dove ogni pallone che tocca in area fa gol....le prestazioni di Rebic, tolti i gol, le ho trovate piuttosto modeste.
 
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Resto della mia idea, che sia un giocatore molto troppo discontinuo, nel complesso modesto, che ha vissuto un periodo come Piatek un anno prima di lui, cioè di grazia, dove ogni pallone che tocca in area fa gol....le prestazioni di Rebic, tolti i gol, le ho trovate piuttosto modeste.

Sono d'accordo. Miracolato da Ibra.
 

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