Poco da fare, se si è convinti della indispensabilità di Zlatan, occorre chiudere. Il giocatore sa che il Milan lo valuta indispensabile e non fungibile, e gioca su questo aspetto nella trattativa. Forse lo sta irritando l'inserimento di bonus legati a prestazioni individuali, presenze, reti, eccetera, che lui valuta come un segno di sostanziale scetticismo del club sulle sue potenzialità future, e vuole invece un riconoscimento all'altezza della sua reputazione di leader dello spogliatoio. D'altra parte, il club è all'inizio di un delicato round di rinnovi, e teme che un cedimento sulla linea dell'ingaggio effettivo dello svedese possa costituire precedente pericoloso per Donnarumma, Romagnoli, Calhanoglu, Rebic stesso. In generale, l'impressione è che questo gruppo abbia base sufficiente per condurre il club in CL, e che certi rinnovi siano dunque adeguati sin da ora alla realtà tecnica presente in squadra. Ma, al solito, la non conoscenza degli accordi presi con la Uefa anche su questo versante impedisce di valutare i margini di operatività di un club sotto stretta vigilanza federale.