Ciò che sembrava impossibile si sta infine avverando: dalla media di 2,3 punti della prima metà di stagione ora siamo passati, nel nuovo anno, ad una media di 1,7 punti a partita, se consideriamo solo la Serie A, grazie ai 15 punti nelle nove partite disputate in questo 2021.
Dato molto allarmante, perché mantenendo una media simile in campionato faremmo 74 punti a fine stagione, che è tutto da vedere se basterebbero per la CL.
E non è finita qui, perché questo dato è inquinato da alcune vittorie francamente immeritate (Bologna e Benevento) dove abbiamo avuto anche tanto ****, e non tiene conto di quanto fatto anche in EL e Coppa Italia, competizioni con le quali la nostra media punti scende ad un tragico 1,4.
Siccome siamo in caduta libera non è difficile prevedere che questo 1,4 “complessivo” presto possa traslarsi anche in Serie A, anche perché vittorie sporche come a Bologna e Benevento (dove affiorarono le prime crepe) ora non siamo più in grado di ottenerle, e con una media di 1,4 punti a partita da qui a fine stagione chiuderemmo a 70 punti, fuori dalla Champions senza se e senza ma.
Mi sembra evidentissimo, aldilà della retorica dei soliti musicisti che suonano sul Titanic che affonda, che si sia in presenza di un crollo verticale, tipico di Pioli, e che serva qualcosa di forte per cambiare l’inerzia.
Pioli non ne è capace. Non voletemene ma difficilmente si arriva a 55 anni senza aver vinto manco un Birra Moretti se si è allenatori capaci, di alto livello, da club con grandi obiettivi. “Ma non ha mai avuto la squadra per vincere”, già, e perché non l’ha mai avuta? Perché il cammino dell’uomo timorato è minacciato in ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi? Cit. O forse perché è un mediocre fatto e finito, un traghettatore senza pretese, un buon mestierante da metà classifica?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Ma che il dado non sia tratto sulla pelle del Milan, grazie.