Ma per me non dipende neanche dal contesto in cui gioca, o meglio dipende ma in parte. Cioè è chiaro che da un punto di vista mentale giocare anche in una città da schifo come Minneapolis per i T'Wolves sia più gratificante che giocare comunque in una bella città come Toronto ma in una squadraccia come i Raptors.
Io credo che, per quanto talentuoso sia, il Mago abbia delle carenze tecniche e soprattutto mentali che ormai credo non si possano più risolvere.
E' un giocatore dal punto di vista offensivo fantastico, da questo punto di vista è tanta roba anche al di là della pozza. Il fatto è che è nel resto che pecca. E' migliorato difensivamente ma non abbastanza, è migliorato a rimbalzo ma non abbastanza, è migliorato nell'approccio alla partita ma non abbastanza, ma soprattutto non è migliorato nella cattiveria. Non lo vedo quasi mai lottare, a fare sportellate sotto canestro. Ha paura dei contatti.
Gallinari, che per me è il nostro miglior giocatore, o il più completo fate voi, quando scende in campo lo fa con tutt'altro atteggiamento. Ne fa di cavolate anche lui, ultimamente sta sparacchiando alla grande, ma anche quando sparacchia fa sempre una giocata decisiva, fa sempre un gesto agonistico prima che tecnico che può svoltare la partita o quanto meno accenderla. Anche Belinelli quando ha fiducia sembra essere un altro giocatore. Sicuramente il contesto pesa, ma nel rendimento del Mago per me pesano più i suoi più grandi limiti. Ovvero quelli caratteriali.
Bargnani non ha mostrato i progressi sperati, sono d'accordo, ma in questo momento c'è anche un problema di squadra.
A Toronto come play e guardia ci sono Lowry, che è una comboguard (un D-Rose dei poveri) all'ultimo anno di contratto, la cui difesa è stata sopravvalutata e del quale McHale, con tutti i suoi difetti, si è disfatto senza problemi, e DeRozan che ha appena avuto l'adeguamento del contratto e deve giustificarlo in campo.
Rispetto all'anno scorso la squadra non lotta, ognuno gioca per le proprie statistiche. La difesa rocciosa, in cui anche Andrea riusciva a dare un buon contributo, è scomparsa. Toronto è un'accozzaglia di buoni giocatori (perché il quintetto per l'est non sarebbe male, anzi) allo sbando.
Andrea, senza il suo fidato Calderon con cui l'intesa era ottima, sparacchia ogni pallone che gli passa tra le mani, perché quei due sopracitati lo condividono poco. E nell'ultimo quarto, infatti, spesso fanno di testa loro. Tre delle quattro vittorie dei Raptors sono arrivate senza Lowry.
Io penso che per un europeo sia molto difficile adattarsi a una realtà perdente Nba, dove dopo due mesi ti trovi a giocare senza obiettivi: da noi almeno c'è la retrocessione da combattere, qualcosa per cui lottare. Là niente. Ormai ha fatto il suo tempo a Toronto, gli stimoli sono zero, non c'è fiducia tra lui e l'ambiente. Tutti hanno delle colpe, Andrea ovviamente compreso, ma non ha senso continuare a difendere la scelta iniziale: secondo me, dividendosi con una buona trade ne guadagnerebbero tutti.