La nostra dinastia parte in maniera diametralmente opposta, con la dirigenza che scende negli spogliatoi a confermare a prescindere l'allenatore (Sacchi) ed il gruppo che si era messo di traverso costretto ad adeguarsi ai metodi di quello scalmanato.
Non c'è una regola, ma lì all'origine c'era un'idea ambiziosa anche a livello tecnico, qui c'è un giudizio su pochi mesi di calcio atipico che ha rimosso o comunque prevalso su anni di valutazioni di campo.
A Firenze con Pioli era successa una cosa identica nella reazione emotiva di Astori, in un'altra condizione atipica di spogliatoio, con la squadra che si era messa a vincere in serie a fine campionato. Anno dopo 11 partite senza vittorie e squadra in zona retrocessione, con cacciata annessa dell'allenatore.
Fiducia totale nella valutazione di Paolo, ma non mi fido dei festeggiamenti di chi ha avuto bisogno del quinto allenatore e della balia cattiva dalla Svezia per rendere di colpo anche in campo.
Io son d'accordo con te, però secondo me la grande differenza con quella Fiorentina è il modo in cui si sta in campo. Da quando è arrivato Pioli al Milan, a parte un paio di partite cannate, il Milan ha giocato bene. I giocatori son stati messi nel ruolo adatto a loro e han sempre sfornato grandi prestazioni, anche in partite finite poi male come il derby o i match con la Juve (non l'ultimo). Precisamente in quel periodo ho cominciato a farmi un'idea diversa su Pioli, che invece nella Fiorentina che citi tu, per esempio, schierava Milenkovic largo a destra in una difesa a 4, rallentandone la crescita. Quella Fiorentina vinceva spesso senza esprimere un buon gioco. Il Milan con Pioli, invece, ha sempre espresso qualità nel suo modo di stare in campo.
Qualità di gioco che si è fusa con una situazione di spogliatoio, come ben dici tu, in cui Pioli si è guadagnato una fiducia incredibile, soprattutto dopo la conferma, uscendo da un opposto ed entrando nell'altro, fiducia di un gruppo che lo segue ciecamente. Per questo, ripetere che i secondi anni di Pioli sono deficitari è sicuramente innegabile, ma, secondo me, qui da noi fuori contesto, essendoci al Milan un'alchimia rara costituita da risultati, bel gioco e carica elettrica emotiva. In pochi ambienti hai questi tre fattori, che probabilmente costituiscono una base solida per il futuro.
Personalmente, avrei avviato il progetto Rangnick, perchè credevo finalmente di cambiare mentalità, ma non significa che tutto ciò detto sopra non mi incuriosisca per la prossima stagione. Con la speranza che gli allestiscano una buona rosa. Il futuro, avremo tempo di conoscerlo.