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Un altro passaggio paradossale della vicenda Thyssen.
Dal 13 maggio 2016 la Cassazione italiana aveva confermato le pene detentive a tutti i dirigenti,solo che gli italiani sono finiti/rimasti in carcere mentre i due tedeschi Gerald Priegnitz e Harald Espenhahn sono fuggiti in Germania.
Per 4 anni sono stati protetti da un sistema a dir poco omertoso,stranamente la celere burocrazia tedesca ha impiegato anni ad accertarsi della regolarità del processo italiano dove sono stati condannati a 9 e 6 anni di reclusione.
Il problema è che in Germania per omicidio colposo,incendio doloso e omissione di sicurezza sul lavoro si prendono massimo 5 anni.
Quindi nel migliore dei casi le pene erano diminuite a prescindere.
Comunque il 4 febbraio di quest'anno finalmente sembrava arrivata la parola definitiva con il tribunale superiore tedesco di Hamm che certificava la regolarità del processo italiana condannandoli alla galera.
Sembrava finalmente un barlume di giustizia per le famiglie delle vittime,invece pochi giorni dopo arriva il coronavirus e i tribunali vanno in sospensione per cuii ancora non c'è stato l'obbligo di presentarsi in carcere da parte del tribunale di Essen.
Oggi si viene a sapere che i due hanno chiesto la semilibertà,cioè andare solo per la notte in cella.
Da dicembre 2007 della strage dove bruciarono vivi 7 operai non sono mai stati in galera,ma hanno vissuto tranquillamente nelle loro belle residenze tedesche.
La Corte dei diritti europea aveva già condannato la Germania per il ritardo di applicazione della sentenza penale.
Repubblica
Dal 13 maggio 2016 la Cassazione italiana aveva confermato le pene detentive a tutti i dirigenti,solo che gli italiani sono finiti/rimasti in carcere mentre i due tedeschi Gerald Priegnitz e Harald Espenhahn sono fuggiti in Germania.
Per 4 anni sono stati protetti da un sistema a dir poco omertoso,stranamente la celere burocrazia tedesca ha impiegato anni ad accertarsi della regolarità del processo italiano dove sono stati condannati a 9 e 6 anni di reclusione.
Il problema è che in Germania per omicidio colposo,incendio doloso e omissione di sicurezza sul lavoro si prendono massimo 5 anni.
Quindi nel migliore dei casi le pene erano diminuite a prescindere.
Comunque il 4 febbraio di quest'anno finalmente sembrava arrivata la parola definitiva con il tribunale superiore tedesco di Hamm che certificava la regolarità del processo italiana condannandoli alla galera.
Sembrava finalmente un barlume di giustizia per le famiglie delle vittime,invece pochi giorni dopo arriva il coronavirus e i tribunali vanno in sospensione per cuii ancora non c'è stato l'obbligo di presentarsi in carcere da parte del tribunale di Essen.
Oggi si viene a sapere che i due hanno chiesto la semilibertà,cioè andare solo per la notte in cella.
Da dicembre 2007 della strage dove bruciarono vivi 7 operai non sono mai stati in galera,ma hanno vissuto tranquillamente nelle loro belle residenze tedesche.
La Corte dei diritti europea aveva già condannato la Germania per il ritardo di applicazione della sentenza penale.
Repubblica