Dunque, dunque... aggiorniamo un po'.
Castelli di Rabbia l'ho concluso e, forse, rispetto all'entusiasta commento che ho fatto nella pagina precedente, non voglio dire di essermi dovuto ricredere però a lungo andare mi si è presentato un po' troppo frivolo. Diciamo che l'andamento iniziale del racconto si mantiene constante durante tutta la narrazione, quindi non avrebbe dovuto sorprendermi, però all'apprezzabile fantasia e fluidità del racconto si accompagna anche un po' di retorica forse troppo leggera.
I temi si sposano bene con l'intento sognante del libro(si parla nella prefazione di un uomo che "tende all'infinito")ma niente, mi è sembrato davvero troppo leggerino. Diciamo che è una buona lettura per rilassarsi un po', non vorrei fare sgarbo a Prebozzio con altri commenti negativi.
Nel frattempo ho concluso "Il Muro" di Sartre, in generale mi ha colpito positivamente, mi aspettavo una scrittura un po' più astrusa da un filosofo, in realtà si è presentato anche come un bravo scrittore.
Breve commento a tutti i racconti:
Il primo mi è piaciuto, le descrizioni degli stati d'animo dei condannati mi son sembrate molto realistiche e disincantate, poi il finale, vabbè, sorprendente.
La Camera mi ha lasciato interdetto, invece Erostrato non tanto per il racconto in sé quanto per il tema mi ha colpito molto e abbastanza personalmente.
Intimità non mi è piaciuto un granché, mentre molto bello Infanzia di un capo, mi è sembrato interessante il breve riassunto di un percorso di vita nel quale tanti di noi ci si potrebbero specchiare.
Adesso ho in progetto su consiglio di un amico "La vita di Alessandro e Cesare" di Plutarco e il "Giulio Cesare" di Shakespeare, intanto ho "Lo straniero" di Camus che mi aspetta.
