Gravina:"Luxury tax come in NBA"

Andris

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Gravina si ricandida alla FIGC e ha parlato del suo programma:

"Non dobbiamo affrontare la riforma dei campionati solo in termini quantitativi, cioè quante squadre si tagliano e in quale Lega.
Serve un intervento strutturale. Il tema non è la A a 20 o 18 (squadre ndr)

Il principio vincolante deve essere la sostenibilità.
Bisogna ridisegnare i principi della mutualità, studiare la flessibilità degli emolumenti e trovare nuove risorse.
Il semiprofessionismo può aiutarci a risolvere il problema.
E bisogna raffreddare il sistema delle retrocessioni: tre squadre su quattro che scendono in Lega Pro rischiano di sparire.
È una rivoluzione necessaria

Per me la Super Lega non ha senso.
Non risolve i problemi economici e ucciderebbe il valore delle competizioni nazionali.
E io non lo posso permettere. Capisco i sogni dei club, ma UEFA e soprattutto FIFA sono stati chiari

Permettetemi di dire che con il presidente Dal Pino c’è un ottimo dialogo.
Quello dei fondi è un argomento complesso: si ispirano alla pura finanza, ma al centro deve esserci sempre la valorizzazione del prodotto.
Però dopo un anno di approfondimenti sarebbe un peccato mandare tutto all’aria

Rispettando i principi dell’economia di mercato e aumentando i controlli.
La sostenibilità deve essere il nostro mantra.
Certi stipendi tra i calciatori non sono più possibili.
Il salary cap penalizzerebbe troppo i nostri club che non sarebbero più competitivi nelle coppe.

Io ho previsto una specie di luxury tax stile Nba
"


Calcio e finanza
 

JoKeR

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Tac....

Pensare di far fare una riforma stile NBA a questi mentecatti, incapaci di far circolare denaro nel sistema, è una follia.

Gli mmmmericani, tanto detestati, sono i numeri uno in queste cose: i loro giocattoli, anche se con mille regole (e problemi) funzionano ed assicurano competitività.

Qua da noi... in itaglia... beh la vedo impossibile, combineranno un macello, a vantaggio di una sola squadra. AS USUAL.
 

Albijol

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Gravina si ricandida alla FIGC e ha parlato del suo programma:

"Non dobbiamo affrontare la riforma dei campionati solo in termini quantitativi, cioè quante squadre si tagliano e in quale Lega.
Serve un intervento strutturale. Il tema non è la A a 20 o 18 (squadre ndr)

Il principio vincolante deve essere la sostenibilità.
Bisogna ridisegnare i principi della mutualità, studiare la flessibilità degli emolumenti e trovare nuove risorse.
Il semiprofessionismo può aiutarci a risolvere il problema.
E bisogna raffreddare il sistema delle retrocessioni: tre squadre su quattro che scendono in Lega Pro rischiano di sparire.
È una rivoluzione necessaria

Per me la Super Lega non ha senso.
Non risolve i problemi economici e ucciderebbe il valore delle competizioni nazionali.
E io non lo posso permettere. Capisco i sogni dei club, ma UEFA e soprattutto FIFA sono stati chiari

Permettetemi di dire che con il presidente Dal Pino c’è un ottimo dialogo.
Quello dei fondi è un argomento complesso: si ispirano alla pura finanza, ma al centro deve esserci sempre la valorizzazione del prodotto.
Però dopo un anno di approfondimenti sarebbe un peccato mandare tutto all’aria

Rispettando i principi dell’economia di mercato e aumentando i controlli.
La sostenibilità deve essere il nostro mantra.
Certi stipendi tra i calciatori non sono più possibili.
Il salary cap penalizzerebbe troppo i nostri club che non sarebbero più competitivi nelle coppe.

Io ho previsto una specie di luxury tax stile Nba
"


Calcio e finanza

fermatelo
 

Djerry

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Gravina si ricandida alla FIGC e ha parlato del suo programma:

"Non dobbiamo affrontare la riforma dei campionati solo in termini quantitativi, cioè quante squadre si tagliano e in quale Lega.
Serve un intervento strutturale. Il tema non è la A a 20 o 18 (squadre ndr)

Il principio vincolante deve essere la sostenibilità.
Bisogna ridisegnare i principi della mutualità, studiare la flessibilità degli emolumenti e trovare nuove risorse.
Il semiprofessionismo può aiutarci a risolvere il problema.
E bisogna raffreddare il sistema delle retrocessioni: tre squadre su quattro che scendono in Lega Pro rischiano di sparire.
È una rivoluzione necessaria

Per me la Super Lega non ha senso.
Non risolve i problemi economici e ucciderebbe il valore delle competizioni nazionali.
E io non lo posso permettere. Capisco i sogni dei club, ma UEFA e soprattutto FIFA sono stati chiari

Permettetemi di dire che con il presidente Dal Pino c’è un ottimo dialogo.
Quello dei fondi è un argomento complesso: si ispirano alla pura finanza, ma al centro deve esserci sempre la valorizzazione del prodotto.
Però dopo un anno di approfondimenti sarebbe un peccato mandare tutto all’aria

Rispettando i principi dell’economia di mercato e aumentando i controlli.
La sostenibilità deve essere il nostro mantra.
Certi stipendi tra i calciatori non sono più possibili.
Il salary cap penalizzerebbe troppo i nostri club che non sarebbero più competitivi nelle coppe.

Io ho previsto una specie di luxury tax stile Nba
"


Calcio e finanza

A parte l'ultima riga sulla luxury tax, è l'impostazione perfetta con finalmente la parola chiave detta a chiare lettere: sostenibilità.

Mi illudo che un mio progetto di riforma del calcio depositato al CONI sia arrivato in FIGC e preso in considerazione, ma l'idea deve essere quella di mettere insieme due principi:

1: solo franchigie professionistiche che rispondono a determinati requisiti, senza possibilità di retrocedere tra i dilettanti
2: verifica mensile dei conti e di ogni singola voce di bilancio tramite la nuova figura professionale del "contabile dello sport", con piani di rientro da seguire scrupolosamente

Poi nel mio progetto c'erano altre cose importate in parte dalla NBA, per esempio l'idea che ogni cifra che uno sponsor vuole investire nel calcio finisca al 50% alla squadra direttamente interessata (magari locale) e per l'altro 50% nella torta che sarà poi spartita in parti uguali a tutte le squadre che fanno parte di quella serie.
Ma una cosa alla volta.
 

Djerry

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Perché? Dipende come la fai...nel basket in Italia c'è già

Per come la vedo io, anche alla luce del fenomeno NBA, la Luxury Tax fa l'errore di prevenire "reprimendo e punendo", invece di prevenire in modo propositivo dando premi ed agevolazioni ai virtuosi.

In questo modo si capovolge il paradigma ed invece di essere premiati quelli che tengono a posto i conti, si rischia di agevolare i più ricchi e spregiudicati che non hanno difficoltà ad assorbire la Luxury Tax.

La prevenzione del debito deve arrivare alla radice della sua formazione, dando tutta la possibilità di investire ad una società, ma rendendo chiaro da subito il piano aziendale e di rientro dal passivo.

L'obiettivo dev'essere far diventare la società di calcio non più un vuoto a perdere, in cui ovviamente si inseriscono malaffare e riciclatori di denaro sporco dell'evasione e della droga (casi innumerevoli) tra un debito e l'altro in attesa del fallimento, ma un asset finanziario sano ed una possibilità di business per le migliori gestioni in campo e fuori.
 
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