Donnarumma:”Aspettiamo i tifosi allo stadio”

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Donnarumma intervistato da un canale Twitch

Le dichiarazioni


Che cos’è che ti ha influenzato di più crescendo? “Mio zio che giocava a calcio, era un portiere. Mi ha influenzato, sono cresciuto col suo mito, è stato lui che mi ha dato questa voglia di fare il portiere. Sono cresciuto col sogno di diventare il migliore, speriamo di diventarlo un giorno”.

La più grande lezione imparata da un allenatore? “Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno insegnato qualcosa, dai giovanissimi alla prima squadra. Oltre al campo quello che mi ha insegnato di più è la vita fuori, l’insegnamento più grande è quello del lavoro, di arrivare prima al campo, di fare prevenzione”.

Il vantaggio più grande di giocare in casa? “Sicuramente. I tifosi ti aiutano nei momenti di difficoltà, bisogna anche saper sopportare delle critiche anche quando le cose non vanno bene. Sicuramente ti danno qualcosa in più, purtroppo ultimamente non ci sono ma quando ci sono ti danno tanto. Nei momenti di difficoltà ti possono dare quell’adrenalina per spingere e per portare a casa il risultato. In questo periodo non ci sono e li aspettiamo”.

Il più bel ricordo che hai da bambino? “Sicuramente quando ho iniziato a giocare, il mio primo allenamento. Mio zio che purtroppo non c’è più mi venne a prendere a casa, c’era mio fratello che andava ad allenarsi e andai anche io. Mio fratello faceva gli esercizi e anche io mi buttavo, da quel giorno è partito tutto”.

La partita più bella che hai guardato in vita tua? “Il Mondiale del 2006, la finale”.

Partita in diurna o in notturna? “Notturna”

Ti piacerebbe essere il più veloce o il più preciso del mondo? “Il più preciso”

Macchina o moto? “Macchina”.


Hai un rituale prima di ogni partita? “Ne ho uno che non posso dire, in campo non so se si è mai visto ma prima della partita tocco i pali e la traversa e mi faccio il segno della croce. L’altro è personale”.

C’è un momento in cui hai capito di poter diventare un calciatore professionista? “Quando sono partito per la prima volta per Milano. Ho fatto fatica a pensare di dover andare via da casa, quando sono partito e ho visto i miei genitori star male ho pensato che da lì sarebbe iniziato tutto, che sarei diventato un portiere da Serie A”.

Avevi un piano B? “Magari il falegname come mio padre. Non avevo un piano b, a volte andavo ad aiutarlo ma avevo solo un piano A (ride, ndr)”.

Oltre al calcio ti piacciono altri sport? “Mi piace il tennis. L’ho praticato poche volte e mi è piaciuto tantissimo”.

Ti piace guardare film o sentire musica? “Esco dal campo, torno a casa, attacco la play. Mi piace molto giocare con i miei amici. Sono un tipo da videogames piuttosto che da serie tv”.

Il debutto con la Nazionale, cosa hai provato? “Non me l’aspettavo, ero lì e c’era Buffon. Il giorno prima il mister mi disse che avremmo fatto un tempo a testa, ero sulla Luna. Non ti dico quando sono entrato. Poi quando entro in campo dimentico tutto. Ma dopo è stata un’emozione incredibile. Prendere sonno il giorno prima… Bisogna lasciare pressione ed emozione fuori. Anche quando fai un errore in partita devi essere bravo a staccare subito altrimenti non ne esci più”.

Un giocatore che per ha significato tanto? Un mentore? “Ho avuto Abbiati nel mio primo periodo al Milan, è stato importantissimo. Mi ha aiutato a crescere, mi ha fatto sentire importante e tranquillo quando ho avuto l’opportunità di giocare in Serie A. È stato fondamentale nel mio percorso. Essere un mentore in futuro? Non ci ho ancora pensato, ho 22 anni (ride, ndr)”.

Hai amici tra gli avversari? “Sono molto amico di Insigne, però diciamo che ho avuto anche altri amici con cui ho giocato contro. Ad esempio Pepe Reina. Quello con cui ho legato tanto è Insigne, abbiamo legato tanto e in nazionale ci divertiamo. In campo siamo avversari, dopo la partita siamo amici”.

Hai un sogno come calciatore? “Vincere più trofei possibili ma soprattutto vincere il Mondiale. Penso che sia il sogno di tutti i bambini, sarebbe il massimo”.
 
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Che cos’è che ti ha influenzato di più crescendo? “Mio zio che giocava a calcio, era un portiere. Mi ha influenzato, sono cresciuto col suo mito, è stato lui che mi ha dato questa voglia di fare il portiere. Sono cresciuto col sogno di diventare il migliore, speriamo di diventarlo un giorno”.

La più grande lezione imparata da un allenatore? “Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno insegnato qualcosa, dai giovanissimi alla prima squadra. Oltre al campo quello che mi ha insegnato di più è la vita fuori, l’insegnamento più grande è quello del lavoro, di arrivare prima al campo, di fare prevenzione”.

Il vantaggio più grande di giocare in casa? “Sicuramente. I tifosi ti aiutano nei momenti di difficoltà, bisogna anche saper sopportare delle critiche anche quando le cose non vanno bene. Sicuramente ti danno qualcosa in più, purtroppo ultimamente non ci sono ma quando ci sono ti danno tanto. Nei momenti di difficoltà ti possono dare quell’adrenalina per spingere e per portare a casa il risultato. In questo periodo non ci sono e li aspettiamo”.

Il più bel ricordo che hai da bambino? “Sicuramente quando ho iniziato a giocare, il mio primo allenamento. Mio zio che purtroppo non c’è più mi venne a prendere a casa, c’era mio fratello che andava ad allenarsi e andai anche io. Mio fratello faceva gli esercizi e anche io mi buttavo, da quel giorno è partito tutto”.

La partita più bella che hai guardato in vita tua? “Il Mondiale del 2006, la finale”.

Partita in diurna o in notturna? “Notturna”

Ti piacerebbe essere il più veloce o il più preciso del mondo? “Il più preciso”

Macchina o moto? “Macchina”.


Hai un rituale prima di ogni partita? “Ne ho uno che non posso dire, in campo non so se si è mai visto ma prima della partita tocco i pali e la traversa e mi faccio il segno della croce. L’altro è personale”.

C’è un momento in cui hai capito di poter diventare un calciatore professionista? “Quando sono partito per la prima volta per Milano. Ho fatto fatica a pensare di dover andare via da casa, quando sono partito e ho visto i miei genitori star male ho pensato che da lì sarebbe iniziato tutto, che sarei diventato un portiere da Serie A”.

Avevi un piano B? “Magari il falegname come mio padre. Non avevo un piano b, a volte andavo ad aiutarlo ma avevo solo un piano A (ride, ndr)”.

Oltre al calcio ti piacciono altri sport? “Mi piace il tennis. L’ho praticato poche volte e mi è piaciuto tantissimo”.

Ti piace guardare film o sentire musica? “Esco dal campo, torno a casa, attacco la play. Mi piace molto giocare con i miei amici. Sono un tipo da videogames piuttosto che da serie tv”.

Il debutto con la Nazionale, cosa hai provato? “Non me l’aspettavo, ero lì e c’era Buffon. Il giorno prima il mister mi disse che avremmo fatto un tempo a testa, ero sulla Luna. Non ti dico quando sono entrato. Poi quando entro in campo dimentico tutto. Ma dopo è stata un’emozione incredibile. Prendere sonno il giorno prima… Bisogna lasciare pressione ed emozione fuori. Anche quando fai un errore in partita devi essere bravo a staccare subito altrimenti non ne esci più”.

Un giocatore che per ha significato tanto? Un mentore? “Ho avuto Abbiati nel mio primo periodo al Milan, è stato importantissimo. Mi ha aiutato a crescere, mi ha fatto sentire importante e tranquillo quando ho avuto l’opportunità di giocare in Serie A. È stato fondamentale nel mio percorso. Essere un mentore in futuro? Non ci ho ancora pensato, ho 22 anni (ride, ndr)”.

Hai amici tra gli avversari? “Sono molto amico di Insigne, però diciamo che ho avuto anche altri amici con cui ho giocato contro. Ad esempio Pepe Reina. Quello con cui ho legato tanto è Insigne, abbiamo legato tanto e in nazionale ci divertiamo. In campo siamo avversari, dopo la partita siamo amici”.

Hai un sogno come calciatore? “Vincere più trofei possibili ma soprattutto vincere il Mondiale. Penso che sia il sogno di tutti i bambini, sarebbe il massimo”.

Ovviamente nessuna domanda scomoda, non sia mai.

Sono i tifosi che ti aspettano, caro.
 
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Che cos’è che ti ha influenzato di più crescendo? “Mio zio che giocava a calcio, era un portiere. Mi ha influenzato, sono cresciuto col suo mito, è stato lui che mi ha dato questa voglia di fare il portiere. Sono cresciuto col sogno di diventare il migliore, speriamo di diventarlo un giorno”.

La più grande lezione imparata da un allenatore? “Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno insegnato qualcosa, dai giovanissimi alla prima squadra. Oltre al campo quello che mi ha insegnato di più è la vita fuori, l’insegnamento più grande è quello del lavoro, di arrivare prima al campo, di fare prevenzione”.

Il vantaggio più grande di giocare in casa? “Sicuramente. I tifosi ti aiutano nei momenti di difficoltà, bisogna anche saper sopportare delle critiche anche quando le cose non vanno bene. Sicuramente ti danno qualcosa in più, purtroppo ultimamente non ci sono ma quando ci sono ti danno tanto. Nei momenti di difficoltà ti possono dare quell’adrenalina per spingere e per portare a casa il risultato. In questo periodo non ci sono e li aspettiamo”.

Il più bel ricordo che hai da bambino? “Sicuramente quando ho iniziato a giocare, il mio primo allenamento. Mio zio che purtroppo non c’è più mi venne a prendere a casa, c’era mio fratello che andava ad allenarsi e andai anche io. Mio fratello faceva gli esercizi e anche io mi buttavo, da quel giorno è partito tutto”.

La partita più bella che hai guardato in vita tua? “Il Mondiale del 2006, la finale”.

Partita in diurna o in notturna? “Notturna”

Ti piacerebbe essere il più veloce o il più preciso del mondo? “Il più preciso”

Macchina o moto? “Macchina”.


Hai un rituale prima di ogni partita? “Ne ho uno che non posso dire, in campo non so se si è mai visto ma prima della partita tocco i pali e la traversa e mi faccio il segno della croce. L’altro è personale”.

C’è un momento in cui hai capito di poter diventare un calciatore professionista? “Quando sono partito per la prima volta per Milano. Ho fatto fatica a pensare di dover andare via da casa, quando sono partito e ho visto i miei genitori star male ho pensato che da lì sarebbe iniziato tutto, che sarei diventato un portiere da Serie A”.

Avevi un piano B? “Magari il falegname come mio padre. Non avevo un piano b, a volte andavo ad aiutarlo ma avevo solo un piano A (ride, ndr)”.

Oltre al calcio ti piacciono altri sport? “Mi piace il tennis. L’ho praticato poche volte e mi è piaciuto tantissimo”.

Ti piace guardare film o sentire musica? “Esco dal campo, torno a casa, attacco la play. Mi piace molto giocare con i miei amici. Sono un tipo da videogames piuttosto che da serie tv”.

Il debutto con la Nazionale, cosa hai provato? “Non me l’aspettavo, ero lì e c’era Buffon. Il giorno prima il mister mi disse che avremmo fatto un tempo a testa, ero sulla Luna. Non ti dico quando sono entrato. Poi quando entro in campo dimentico tutto. Ma dopo è stata un’emozione incredibile. Prendere sonno il giorno prima… Bisogna lasciare pressione ed emozione fuori. Anche quando fai un errore in partita devi essere bravo a staccare subito altrimenti non ne esci più”.

Un giocatore che per ha significato tanto? Un mentore? “Ho avuto Abbiati nel mio primo periodo al Milan, è stato importantissimo. Mi ha aiutato a crescere, mi ha fatto sentire importante e tranquillo quando ho avuto l’opportunità di giocare in Serie A. È stato fondamentale nel mio percorso. Essere un mentore in futuro? Non ci ho ancora pensato, ho 22 anni (ride, ndr)”.

Hai amici tra gli avversari? “Sono molto amico di Insigne, però diciamo che ho avuto anche altri amici con cui ho giocato contro. Ad esempio Pepe Reina. Quello con cui ho legato tanto è Insigne, abbiamo legato tanto e in nazionale ci divertiamo. In campo siamo avversari, dopo la partita siamo amici”.

Hai un sogno come calciatore? “Vincere più trofei possibili ma soprattutto vincere il Mondiale. Penso che sia il sogno di tutti i bambini, sarebbe il massimo”.

consiglio mio a tutti i tifosi in ascolto e non

se non andiamo in champions e confermeranno Pioli NON andate allo stadio..manco se vi regalassero i biglietti

ci vogliono fare la guerra..facciamogliela anche noi
 

Gamma

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Che cos’è che ti ha influenzato di più crescendo? “Mio zio che giocava a calcio, era un portiere. Mi ha influenzato, sono cresciuto col suo mito, è stato lui che mi ha dato questa voglia di fare il portiere. Sono cresciuto col sogno di diventare il migliore, speriamo di diventarlo un giorno”.

La più grande lezione imparata da un allenatore? “Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno insegnato qualcosa, dai giovanissimi alla prima squadra. Oltre al campo quello che mi ha insegnato di più è la vita fuori, l’insegnamento più grande è quello del lavoro, di arrivare prima al campo, di fare prevenzione”.

Il vantaggio più grande di giocare in casa? “Sicuramente. I tifosi ti aiutano nei momenti di difficoltà, bisogna anche saper sopportare delle critiche anche quando le cose non vanno bene. Sicuramente ti danno qualcosa in più, purtroppo ultimamente non ci sono ma quando ci sono ti danno tanto. Nei momenti di difficoltà ti possono dare quell’adrenalina per spingere e per portare a casa il risultato. In questo periodo non ci sono e li aspettiamo”.

Il più bel ricordo che hai da bambino? “Sicuramente quando ho iniziato a giocare, il mio primo allenamento. Mio zio che purtroppo non c’è più mi venne a prendere a casa, c’era mio fratello che andava ad allenarsi e andai anche io. Mio fratello faceva gli esercizi e anche io mi buttavo, da quel giorno è partito tutto”.

La partita più bella che hai guardato in vita tua? “Il Mondiale del 2006, la finale”.

Partita in diurna o in notturna? “Notturna”

Ti piacerebbe essere il più veloce o il più preciso del mondo? “Il più preciso”

Macchina o moto? “Macchina”.


Hai un rituale prima di ogni partita? “Ne ho uno che non posso dire, in campo non so se si è mai visto ma prima della partita tocco i pali e la traversa e mi faccio il segno della croce. L’altro è personale”.

C’è un momento in cui hai capito di poter diventare un calciatore professionista? “Quando sono partito per la prima volta per Milano. Ho fatto fatica a pensare di dover andare via da casa, quando sono partito e ho visto i miei genitori star male ho pensato che da lì sarebbe iniziato tutto, che sarei diventato un portiere da Serie A”.

Avevi un piano B? “Magari il falegname come mio padre. Non avevo un piano b, a volte andavo ad aiutarlo ma avevo solo un piano A (ride, ndr)”.

Oltre al calcio ti piacciono altri sport? “Mi piace il tennis. L’ho praticato poche volte e mi è piaciuto tantissimo”.

Ti piace guardare film o sentire musica? “Esco dal campo, torno a casa, attacco la play. Mi piace molto giocare con i miei amici. Sono un tipo da videogames piuttosto che da serie tv”.

Il debutto con la Nazionale, cosa hai provato? “Non me l’aspettavo, ero lì e c’era Buffon. Il giorno prima il mister mi disse che avremmo fatto un tempo a testa, ero sulla Luna. Non ti dico quando sono entrato. Poi quando entro in campo dimentico tutto. Ma dopo è stata un’emozione incredibile. Prendere sonno il giorno prima… Bisogna lasciare pressione ed emozione fuori. Anche quando fai un errore in partita devi essere bravo a staccare subito altrimenti non ne esci più”.

Un giocatore che per ha significato tanto? Un mentore? “Ho avuto Abbiati nel mio primo periodo al Milan, è stato importantissimo. Mi ha aiutato a crescere, mi ha fatto sentire importante e tranquillo quando ho avuto l’opportunità di giocare in Serie A. È stato fondamentale nel mio percorso. Essere un mentore in futuro? Non ci ho ancora pensato, ho 22 anni (ride, ndr)”.

Hai amici tra gli avversari? “Sono molto amico di Insigne, però diciamo che ho avuto anche altri amici con cui ho giocato contro. Ad esempio Pepe Reina. Quello con cui ho legato tanto è Insigne, abbiamo legato tanto e in nazionale ci divertiamo. In campo siamo avversari, dopo la partita siamo amici”.

Hai un sogno come calciatore? “Vincere più trofei possibili ma soprattutto vincere il Mondiale. Penso che sia il sogno di tutti i bambini, sarebbe il massimo”.

I tifosi della Juve?

Classiche risposte di circostanza, per domande di circostanza, non gli si può dire altro.
Magari Antonio dopo Giugno finirà lui a fare il falegname, almeno si rende utile.
 
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Admin;2328334 ha scritto:
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Che cos’è che ti ha influenzato di più crescendo? “Mio zio che giocava a calcio, era un portiere. Mi ha influenzato, sono cresciuto col suo mito, è stato lui che mi ha dato questa voglia di fare il portiere. Sono cresciuto col sogno di diventare il migliore, speriamo di diventarlo un giorno”.

La più grande lezione imparata da un allenatore? “Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno insegnato qualcosa, dai giovanissimi alla prima squadra. Oltre al campo quello che mi ha insegnato di più è la vita fuori, l’insegnamento più grande è quello del lavoro, di arrivare prima al campo, di fare prevenzione”.

Il vantaggio più grande di giocare in casa? “Sicuramente. I tifosi ti aiutano nei momenti di difficoltà, bisogna anche saper sopportare delle critiche anche quando le cose non vanno bene. Sicuramente ti danno qualcosa in più, purtroppo ultimamente non ci sono ma quando ci sono ti danno tanto. Nei momenti di difficoltà ti possono dare quell’adrenalina per spingere e per portare a casa il risultato. In questo periodo non ci sono e li aspettiamo”.

Il più bel ricordo che hai da bambino? “Sicuramente quando ho iniziato a giocare, il mio primo allenamento. Mio zio che purtroppo non c’è più mi venne a prendere a casa, c’era mio fratello che andava ad allenarsi e andai anche io. Mio fratello faceva gli esercizi e anche io mi buttavo, da quel giorno è partito tutto”.

La partita più bella che hai guardato in vita tua? “Il Mondiale del 2006, la finale”.

Partita in diurna o in notturna? “Notturna”

Ti piacerebbe essere il più veloce o il più preciso del mondo? “Il più preciso”

Macchina o moto? “Macchina”.


Hai un rituale prima di ogni partita? “Ne ho uno che non posso dire, in campo non so se si è mai visto ma prima della partita tocco i pali e la traversa e mi faccio il segno della croce. L’altro è personale”.

C’è un momento in cui hai capito di poter diventare un calciatore professionista? “Quando sono partito per la prima volta per Milano. Ho fatto fatica a pensare di dover andare via da casa, quando sono partito e ho visto i miei genitori star male ho pensato che da lì sarebbe iniziato tutto, che sarei diventato un portiere da Serie A”.

Avevi un piano B? “Magari il falegname come mio padre. Non avevo un piano b, a volte andavo ad aiutarlo ma avevo solo un piano A (ride, ndr)”.

Oltre al calcio ti piacciono altri sport? “Mi piace il tennis. L’ho praticato poche volte e mi è piaciuto tantissimo”.

Ti piace guardare film o sentire musica? “Esco dal campo, torno a casa, attacco la play. Mi piace molto giocare con i miei amici. Sono un tipo da videogames piuttosto che da serie tv”.

Il debutto con la Nazionale, cosa hai provato? “Non me l’aspettavo, ero lì e c’era Buffon. Il giorno prima il mister mi disse che avremmo fatto un tempo a testa, ero sulla Luna. Non ti dico quando sono entrato. Poi quando entro in campo dimentico tutto. Ma dopo è stata un’emozione incredibile. Prendere sonno il giorno prima… Bisogna lasciare pressione ed emozione fuori. Anche quando fai un errore in partita devi essere bravo a staccare subito altrimenti non ne esci più”.

Un giocatore che per ha significato tanto? Un mentore? “Ho avuto Abbiati nel mio primo periodo al Milan, è stato importantissimo. Mi ha aiutato a crescere, mi ha fatto sentire importante e tranquillo quando ho avuto l’opportunità di giocare in Serie A. È stato fondamentale nel mio percorso. Essere un mentore in futuro? Non ci ho ancora pensato, ho 22 anni (ride, ndr)”.

Hai amici tra gli avversari? “Sono molto amico di Insigne, però diciamo che ho avuto anche altri amici con cui ho giocato contro. Ad esempio Pepe Reina. Quello con cui ho legato tanto è Insigne, abbiamo legato tanto e in nazionale ci divertiamo. In campo siamo avversari, dopo la partita siamo amici”.

Hai un sogno come calciatore? “Vincere più trofei possibili ma soprattutto vincere il Mondiale. Penso che sia il sogno di tutti i bambini, sarebbe il massimo”.

UNA domanda dovevano fargli e si sono ben guardati dal fargliela.
Che schifo.
 
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Trumpusconi;2328356 ha scritto:
UNA domanda dovevano fargli e si sono ben guardati dal fargliela.
Che schifo.

Guarda che ha accettato di fare l'intervista previa assicurazione che non ci sarebbero state domande di un certo tipo,scontato.
 
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Admin;2328334 ha scritto:
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Che cos’è che ti ha influenzato di più crescendo? “Mio zio che giocava a calcio, era un portiere. Mi ha influenzato, sono cresciuto col suo mito, è stato lui che mi ha dato questa voglia di fare il portiere. Sono cresciuto col sogno di diventare il migliore, speriamo di diventarlo un giorno”.

La più grande lezione imparata da un allenatore? “Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno insegnato qualcosa, dai giovanissimi alla prima squadra. Oltre al campo quello che mi ha insegnato di più è la vita fuori, l’insegnamento più grande è quello del lavoro, di arrivare prima al campo, di fare prevenzione”.

Il vantaggio più grande di giocare in casa? “Sicuramente. I tifosi ti aiutano nei momenti di difficoltà, bisogna anche saper sopportare delle critiche anche quando le cose non vanno bene. Sicuramente ti danno qualcosa in più, purtroppo ultimamente non ci sono ma quando ci sono ti danno tanto. Nei momenti di difficoltà ti possono dare quell’adrenalina per spingere e per portare a casa il risultato. In questo periodo non ci sono e li aspettiamo”.

Il più bel ricordo che hai da bambino? “Sicuramente quando ho iniziato a giocare, il mio primo allenamento. Mio zio che purtroppo non c’è più mi venne a prendere a casa, c’era mio fratello che andava ad allenarsi e andai anche io. Mio fratello faceva gli esercizi e anche io mi buttavo, da quel giorno è partito tutto”.

La partita più bella che hai guardato in vita tua? “Il Mondiale del 2006, la finale”.

Partita in diurna o in notturna? “Notturna”

Ti piacerebbe essere il più veloce o il più preciso del mondo? “Il più preciso”

Macchina o moto? “Macchina”.


Hai un rituale prima di ogni partita? “Ne ho uno che non posso dire, in campo non so se si è mai visto ma prima della partita tocco i pali e la traversa e mi faccio il segno della croce. L’altro è personale”.

C’è un momento in cui hai capito di poter diventare un calciatore professionista? “Quando sono partito per la prima volta per Milano. Ho fatto fatica a pensare di dover andare via da casa, quando sono partito e ho visto i miei genitori star male ho pensato che da lì sarebbe iniziato tutto, che sarei diventato un portiere da Serie A”.

Avevi un piano B? “Magari il falegname come mio padre. Non avevo un piano b, a volte andavo ad aiutarlo ma avevo solo un piano A (ride, ndr)”.

Oltre al calcio ti piacciono altri sport? “Mi piace il tennis. L’ho praticato poche volte e mi è piaciuto tantissimo”.

Ti piace guardare film o sentire musica? “Esco dal campo, torno a casa, attacco la play. Mi piace molto giocare con i miei amici. Sono un tipo da videogames piuttosto che da serie tv”.

Il debutto con la Nazionale, cosa hai provato? “Non me l’aspettavo, ero lì e c’era Buffon. Il giorno prima il mister mi disse che avremmo fatto un tempo a testa, ero sulla Luna. Non ti dico quando sono entrato. Poi quando entro in campo dimentico tutto. Ma dopo è stata un’emozione incredibile. Prendere sonno il giorno prima… Bisogna lasciare pressione ed emozione fuori. Anche quando fai un errore in partita devi essere bravo a staccare subito altrimenti non ne esci più”.

Un giocatore che per ha significato tanto? Un mentore? “Ho avuto Abbiati nel mio primo periodo al Milan, è stato importantissimo. Mi ha aiutato a crescere, mi ha fatto sentire importante e tranquillo quando ho avuto l’opportunità di giocare in Serie A. È stato fondamentale nel mio percorso. Essere un mentore in futuro? Non ci ho ancora pensato, ho 22 anni (ride, ndr)”.

Hai amici tra gli avversari? “Sono molto amico di Insigne, però diciamo che ho avuto anche altri amici con cui ho giocato contro. Ad esempio Pepe Reina. Quello con cui ho legato tanto è Insigne, abbiamo legato tanto e in nazionale ci divertiamo. In campo siamo avversari, dopo la partita siamo amici”.

Hai un sogno come calciatore? “Vincere più trofei possibili ma soprattutto vincere il Mondiale. Penso che sia il sogno di tutti i bambini, sarebbe il massimo”.

Cosí parló Giudarumma
 

iceman.

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Admin;2328334 ha scritto:
Donnarumma intervistato da un canale Twitch

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Che cos’è che ti ha influenzato di più crescendo? “Mio zio che giocava a calcio, era un portiere. Mi ha influenzato, sono cresciuto col suo mito, è stato lui che mi ha dato questa voglia di fare il portiere. Sono cresciuto col sogno di diventare il migliore, speriamo di diventarlo un giorno”.

La più grande lezione imparata da un allenatore? “Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno insegnato qualcosa, dai giovanissimi alla prima squadra. Oltre al campo quello che mi ha insegnato di più è la vita fuori, l’insegnamento più grande è quello del lavoro, di arrivare prima al campo, di fare prevenzione”.

Il vantaggio più grande di giocare in casa? “Sicuramente. I tifosi ti aiutano nei momenti di difficoltà, bisogna anche saper sopportare delle critiche anche quando le cose non vanno bene. Sicuramente ti danno qualcosa in più, purtroppo ultimamente non ci sono ma quando ci sono ti danno tanto. Nei momenti di difficoltà ti possono dare quell’adrenalina per spingere e per portare a casa il risultato. In questo periodo non ci sono e li aspettiamo”.

Il più bel ricordo che hai da bambino? “Sicuramente quando ho iniziato a giocare, il mio primo allenamento. Mio zio che purtroppo non c’è più mi venne a prendere a casa, c’era mio fratello che andava ad allenarsi e andai anche io. Mio fratello faceva gli esercizi e anche io mi buttavo, da quel giorno è partito tutto”.

La partita più bella che hai guardato in vita tua? “Il Mondiale del 2006, la finale”.

Partita in diurna o in notturna? “Notturna”

Ti piacerebbe essere il più veloce o il più preciso del mondo? “Il più preciso”

Macchina o moto? “Macchina”.


Hai un rituale prima di ogni partita? “Ne ho uno che non posso dire, in campo non so se si è mai visto ma prima della partita tocco i pali e la traversa e mi faccio il segno della croce. L’altro è personale”.

C’è un momento in cui hai capito di poter diventare un calciatore professionista? “Quando sono partito per la prima volta per Milano. Ho fatto fatica a pensare di dover andare via da casa, quando sono partito e ho visto i miei genitori star male ho pensato che da lì sarebbe iniziato tutto, che sarei diventato un portiere da Serie A”.

Avevi un piano B? “Magari il falegname come mio padre. Non avevo un piano b, a volte andavo ad aiutarlo ma avevo solo un piano A (ride, ndr)”.

Oltre al calcio ti piacciono altri sport? “Mi piace il tennis. L’ho praticato poche volte e mi è piaciuto tantissimo”.

Ti piace guardare film o sentire musica? “Esco dal campo, torno a casa, attacco la play. Mi piace molto giocare con i miei amici. Sono un tipo da videogames piuttosto che da serie tv”.

Il debutto con la Nazionale, cosa hai provato? “Non me l’aspettavo, ero lì e c’era Buffon. Il giorno prima il mister mi disse che avremmo fatto un tempo a testa, ero sulla Luna. Non ti dico quando sono entrato. Poi quando entro in campo dimentico tutto. Ma dopo è stata un’emozione incredibile. Prendere sonno il giorno prima… Bisogna lasciare pressione ed emozione fuori. Anche quando fai un errore in partita devi essere bravo a staccare subito altrimenti non ne esci più”.

Un giocatore che per ha significato tanto? Un mentore? “Ho avuto Abbiati nel mio primo periodo al Milan, è stato importantissimo. Mi ha aiutato a crescere, mi ha fatto sentire importante e tranquillo quando ho avuto l’opportunità di giocare in Serie A. È stato fondamentale nel mio percorso. Essere un mentore in futuro? Non ci ho ancora pensato, ho 22 anni (ride, ndr)”.

Hai amici tra gli avversari? “Sono molto amico di Insigne, però diciamo che ho avuto anche altri amici con cui ho giocato contro. Ad esempio Pepe Reina. Quello con cui ho legato tanto è Insigne, abbiamo legato tanto e in nazionale ci divertiamo. In campo siamo avversari, dopo la partita siamo amici”.

Hai un sogno come calciatore? “Vincere più trofei possibili ma soprattutto vincere il Mondiale. Penso che sia il sogno di tutti i bambini, sarebbe il massimo”.

Ma a questi è scritto nel contratto che devono sempre parlare un giorno sì e l'altro pure?
Ma il silenzio stampa e il ritiro non esistono più?
 
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