Non commento alcune cose che sto leggendo, da mani nei capelli.
Tornando alla domanda del topic, per me i dibattiti sui morti con o per covid vengono risolti andando a valutare un dato a monte e cioè la differenza di mortalità rispetto alla media dei decenni precedenti.
Dati ISTAT
"...con incrementi percentuali dei decessi nel mese di marzo 2020, rispetto al marzo 2015-2019, a tre cifre: Bergamo (568%), Cremona (391%), Lodi (371%), Brescia(291%), Piacenza (264%), Parma (208%), Lecco (174%), Pavia (133%), Mantova (122%), Pesaro e Urbino (120%)."
E' facile immaginare che purtroppo degli evidenti incrementi di mortalita rispetto alla media avverranno anche nei prossimi mesi.
Quindi, non è molto rilevante la diatriba su come vengono conteggiati, è rilevante constatare che c'è un elevato di morti aggiuntive rispetto alla normalità, questo evidenzia inequivocabilmente che chi muore non è che "sarebbe morto comunque" come a tanti piace dire, altrimenti i numeri rimarrebbero in media.
Tutto ciò che è extra rispetto al normale, è chiaro che sia COVID, penso che lo possa riconoscere chiunque abbia onestà intellettuale.
Quindi, NO [MENTION=3044]OrgoglioMilanista[/MENTION], non abbiamo "appurato che è cosi" e non "lo dicono i fatti" che "è poco più di un influenza" che da noia solo a chi è già fragile o anziano.
Riassumendo dunque il COVID è una cosa seria, da non sottovalutare solo perché nel mio paesino non l'ha preso quasi nessuno o perché leggo su qualche sito internet che è un influenza normale o che "la febbre viene dai piedi freddi".
Nelle zone più colpite, ci sono svariati casi di persone che prima eran del tutto sane e vengono salvate in corner in terapia intensiva o peggio muoiono, anche giovani, under 60, fino a 30 anni. Ci sono decine e decine di casi che mi son venuti alle orecchie da conoscenti.
Sino al vaccino, purtroppo, pare che l'unica opzione sia il lockdown, il distanziamento. Tutti i governi dell'occidente lo stanno adottando. Sento ogni settimana clienti da Spagna, Uk, Belgio, Olanda, Repubblica ceca. tutti siamo nella stessa barca, tutti stiamo vivendo la medesima situazione di restrizioni sociali, a nessuno piace logicamente.
Poi, possiamo stare qui 2 settimane consecutive a dire cosa andrebbe fatto e dove sbaglia il nostro ed altri governi ad intervenire, ma io credo che se una cosa è diffusa, ripetuta quasi ovunque (sia la tipologia dei provvedimenti che anche errori di valutazione), evidentemente vi sono problemi oggettivi a gestire la situazione, non è che è cosi banale e facile come troppi fanno passare dalla comodità della poltrona davanti al pc o dal tavolo al baretto.
Per come la vedo io l'unico dato importante sono i ricoveri e l'incremento delle T.I. nel momento in cui oggettivamente l'ospedale sta andando a saturazione, bisogna studiare un lockdown per l'area interessata, che sia il piu locale possibile ovviamente per tutelare quanto possibile l'aspetto economico. Tendenzialmente sono contro cose generalizzate, non tutte le aree del paese sono colpite allo stesso modo e sarebbe stupido danneggiare aree meno colpite dal problema.
Queste crisi mondiali (come lo è stata la recessione dovuta ai mutui subprime) sconvolgono le economie danneggiando tutti, non esiste la formula magica per sconfiggere una crisi di queste dimensioni senza danneggiare l'economia, penso che piaccia o no è cosi.
Personalmente non sono del partito che pensa solo al proprio portafogli e al proprio conto in banca, e chissenefrega se crepano gli altri, quindi a malincuore comprenderei il fatto di subire danni economici di un eventuale lockdown locale che mi riguardasse, perché ho visto coi miei occhi qui a Bergamo quali situazioni disperate possa creare questa schifezza.
Come gia detto altre volte, se mi colpisce una crisi economica, in futuro potrò rialzarmi (persone a me vicinissime han vissuto tragicamente la crisi del 2008 ma ora sono ripartite piu forti di prima), se invece muoio male asfissiato senza veder i miei famigliari non c'è piu futuro evidentemente. Mille volte meglio vivo con qualche problema economico che morto male.