Calhanoglu rinuncia al divorzio dalla moglie

MarcoG ha scritto:

Sincero, questa notizia è tale solo perché lui non riesce a giocare se non ha tutto apposto nella vita. Da uomo posso capire, ma non giustificare.

La verità è che essere professionisti vuol dire saper anche gestire queste cose. Non mi aspetto renda il massimo ovviamente, ma nemmeno che si comporti come lui, di fatto sparito dai campi da 6 mesi. Tra i due estremi ci passa il mare e se non riesce a capirlo, mi spiace, ma deve andare via.

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pazzomania ha scritto:

Beh mica siamo robot, tu se hai un lutto o un qualsiasi altro problema serissimo, vai al lavoro col sorriso? rendi comunque?

Senza la minima turba?

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MarcoG ha scritto:

No, non vado al lavoro con il sorriso e ovviamente la cosa pesa, ma il mio lavoro lo faccio quantomeno con sufficienza, sempre e comunque, perché ho delle responsabilità e questo vuol dire essere professionisti. E quando mi è capitato, così ho fatto.

Se vai da un medico ti aspetti che ti visiti bene, non che prenda abbagli perché ha un problema, lo stesso lo fai da un avvocato o da un ingegnere. Non possono morire persone, non essere difese o cadere i ponti perché uno si separa con la moglie. E quando qualcuno di questi soggetti non fa il suo lavoro, problemi personali o non personali, paga.

E non ditemi che questo è un altro mestiere, perché in questo mestiere ci sono soldi che girano, e una partita del Milan influenza la vita di addetti ai lavori, di scommettitori e tifosi. Se vieni pagato e vivi di questo sei un professionista. Se stipuli un contratto sei un professionista e devi onorarlo. Basta attenuanti. Non si tratta di essere robot, ma di finirla di fare i bambini viziati, perché tra l'essere turbato e l'impegno che sta dimostrando c'è di mezzo il mare. Se non reggi questa pressione vai via, perché una società non ti può pagare milioni per avere in cambio questo.

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pazzomania ha scritto:

Siamo ai massimi livelli del calcio, basta poco per calare il livello che ti porta a giocare male.

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