Chiaro che gran parte di questi nomi sono difficili o impossibili. Ma il problema è che con il "progetto Udinese" sono impossibili anche gli Spalletti, i Sarri (se lascia la Juve), così come i giocatori di livello medio o medio-alto che servono quanto meno a sperare di lottare per il quarto posto, cosa che per un Milan è già una diminutio molto forte, figuriamoci la metà classifica. In più, quelli di questo livello che già ci sono e che in questi anni ci hanno permesso almeno di sperare nel quarto posto, verranno ceduti, sicché il "pericolo" di tornare in Champions verrà definitivamente allontanato.
Di sicuro un allenatore come Allegri sarebbe stato irraggiungibile.
Ma zio Zosimo aveva mostrato come, appoggiandosi ad alcune plusvalenze, sarebbe stato possibile fare una squadra di otto giovani con Ibra, Thiago e Modric, cioè un giocatore esperto e di gran classe per reparto, tutto questo abbassando il monte ingaggi. Ovviamente non avremmo potuto prendere dei campioni nel pieno della carriera perché hanno degli stipendi troppo pesanti.
Come allenatore poi uno Spalletti (4 milioni netti l’anno, non parliamo nè di Guardiola nè di Allegri) sarebbe stato arrivabilissimo.
A chi dovesse contestare questi fatti ricordo due cose:
1. Dopo i tagli fatti a Gennaio siamo a -90, poco peggio dell’Inter di fine stagione 2014/2015, che era a -70.
2. La summenzionata Inter, per intenderci l’Inter più piccola, povera e sgangherata di sempre, cioè quella di Thohir (e sfido chiunque a tirarmi fuori un’Inter peggiore di quella, come possibilità economiche ed appeal), ebbe la forza economica di prendere un allenatore come Mancini e di fargli una campagna acquisti importante nell’Estate 2015, tutto questo dopo aver ottenuto l’SA a Maggio 2015 (con Mancini però che arrivò già a Novembre 2014).
Questo per chiarire si spera DEFINITIVAMENTE che siamo l’unico club della nostra statura europea per bacino d’utenza ad avere un progetto pezzente simile.
L’Inter ha avuto un progetto, anche in tempi di vacche magrissime, ben più espansivo del nostro. Questo perché è l’Inter, non una Lazio che in tempi di ristrettezze avrebbe agito diversamente, compatibilmente anche alla dimensione worldwide del proprio marchio.
Idiott invece ci sta trattando letteralmente come una provinciale, non come una nobile decaduta da rimettere in sesto.