Mia ormai consueta recensione
Recensione The Wolf of Wall Street.
È stato uno dei film più attesi dell'anno (dal sottoscritto sicuramente), una grande attesa ripagata tanto da volerne ancora e ancora..ma non preoccupatevi, è colpa di Martin Scorsese.
In 3 ore di pellicola viene raccontata l'ascesa e discesa di Jordan Belfort (Leonardo di Caprio), giovanissimo Broker, il re dei Broker nato cresciuto e vissuto con il semplice quanto ambizioso intento di diventare ricco sfondato nell'unico modo possibile, quello illegale.
Il film racconta uno spaccato del mondo in cui viviamo, uno spaccato che ha portato l'economia mondiale allo sfascio, una crisi che non è soltanto materiale ma anche esistenziale, forse proprio figlia degli eccessi.
La superficialità non sta mai di casa in Scorsese, non elargisce giudizi, non entra in tecnicismi della finanza e non da nessun punto di riferimento ma traccia un'iperbole volutamente esasperante e sfrontata, sul filo di lana tra sesso e droga, a palate.
Il film inizia subito con l'intenzione di descrivere in maniera più che inequivocabile l'intento narrativo con un Mark Hanna (Matthew McConaughey spettacolare) che fa da mentore a un Di Caprio ancora inesperto e tutt'altro che lupo in una scena di 10 minuti che rimarrà memorabile.
Se non fosse per la mano ferma di Scorsese, il film sarebbe stato un deragliamento visto il rischio che si corre nel vedere 3 ore di pura adrenalina in una pellicola sempre sopra le righe. Che piaccia o no, Scorsese detta i ritmi, fa suo il film in tutto e per tutto e inserisce elementi molto rischiosi anche musicalmente parlando (Gloria di Umberto Tozzi dopo un naufragio che in alcuni momenti ricordava Titanic, forse volutamente citato).
A quasi 72 anni, il cineasta sembra come un bambino nel suo parco giochi preferito, crea un mondo, un carosello di personaggi bordeline (Jonah Hillè dannatamente bravo e ha meritato la nomination all'oscar) come fosse un affresco che piano piano si va componendo, dalle tinte forti che staresti ad ammirare per ore e che ti trasporta in un vortice fatto di immagini ed emozioni che creano dipendenza, la stessa di Belfort.
Ormai Leonardo Di Caprio è arrivato ad una bravura attoriale che sta sotto gli occhi di tutti. Vero pupillo di Scorsese, forse mai come in questo film, dal taglio biopic, il ruolo gli è stato cucito su misura alla perfezione. Il ruolo di un mattatore maschilista, drogato, malato di sesso che ben presto si accorgerà di essere fallace di fronte a qualcosa che non può più gestire, la sua avidità. Troppo strafatto per apprezzare il presente e per non vedere la sua ambizione senza meta.
Uno dei film più belli del cineasta, forse miglior film dell'anno. Si respira vero cinema, si respira Scorsese.
voto: 9