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I requisiti cambiano di anno in anno (e con tutte le manovre che fanno è difficile starci dietro) però all'epoca questo mio amico aveva lavorato un anno e mezzo, poi di fatto "si è fatto licenziare" e dallo Stato prendeva grossomodo la metà del suo stipendio, stando a casa. Il sussidio credo durasse circa un anno. Nel frattempo bighellonava, faceva un po' di lavori "extra" in nero (il che lo portava a percepire, alla fine, lo stesso stipendio di prima), zero problemi, e se ne stava bello bello a casetta. Lavorando tipo un terzo di quanto faceva prima.
Una pacchia insomma.
Ma, lavorando con aziende che chiudono, ti posso dire che ci sono tanti 50enni che NON vogliono essere ripresi a lavorare (gente che davvero fa finta di andare ai colloqui o risponde negativamente a LAVORI OFFERTI).
Mi spiego, con un discorso simile a quanto sopra: prima c'è una specie (sono molto atecnico perché di diritto del lavoro mastico poco) di cassa integrazione, poi c'è una cassa integrazione vera e propria, poi viene il sussidio. Fra contributi, sussidio, annessi e connessi determinate figure professionali (quelli con gli stipendi più bassi) arrivano a prendere tipo il 70% della loro retribuzione senza lavorare. Immaginati che questi tre/quattro giorni alla settimana facciano i giardinieri, o lavorino a cottimo come braccianti, o come scaricatori e affini, in nero, e lavorando meno guadagnano ugualmente la stessa cifra. Una "pacchia" insomma.
Così in un colpo solo: il sussidio lo paga lo Stato. L'azienda produce meno, e il PIL si abbassa. Il lavoro in nero aumenta, e lo Stato non prende le imposte.
fai esempi però di gente adulta che perde il lavoro...io mi riferisco ai giovani....
magari trovano una lavoro a progetto oppure a provvigione e poi lasciano stare perchè non li confermano oppure non li pagano neanche, a quelli che diciamo?
non penso che l' indennità valga per tutti quelli che semplicemente non lavorano