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Mi travesto da Pellegatti e prendo spunto dal titolo di un film molto bello visto recentemente per cercare di trovare, appunto, “il lato positivo” nella vicenda Maldini.
Premetto che io ero uno di quelli che avrebbe fatto carte false per avere il Capitano di nuovo con noi: speravo avrebbe potuto riportare la sua classe e il suo carisma all'interno del nuovo Milan, che avrebbe potuto istruire i nuovi arrivati su cosa significa la nostra maglia, lui che lo sa da quasi 50 anni, e che avrebbe potuto monitorare lo spogliatoio per impedire che non tutti remassero nella stessa direzione; ma non è andata così.
Paolo e il Milan non torneranno insieme, ormai è confermato e allora a noi tifosi non resta che guardare la vicenda senza mettersi il lutto al braccio ma cercando di trovare qualcosa di positivo in tutto ciò, e io credo di averlo trovato.
Dopo il no di Maldini spero si chiuda sta ricerca stucchevole di “bandiere” da inserire in società e questo perché bene o male anche i campioni più grandi e gli uomini più veri quando parlano non riescono alla fine a non ricadere in quel trito e ritrito concetto de “nel grande Milan succedeva così” e questo, guardandolo con occhio non da tifoso, è un male. Noi stiamo costruendo un Milan nuovo, un progetto che appare di enorme portate e che comunque ha il diritto di nascere, crescere, camminare e correre con le proprie gambe arrivando ai traguardi che riuscirà a raggiungere, ma è giusto che lo faccia con uno stile nuovo; insomma bandiere e banderuole, campioni e gregari, tutto quello che fu “Milan di Berlusconi” è giusto venga riposto in soffitta e si ricominci da capo, col coraggio con cui si affrontano le grandi sfide, senza cercare comode coperte sotto cui nascondersi: il nuovo Milan riparte da zero e deve vincere o provare a farlo con una filosofia nuova e slegata del tutto dal vecchio.
Quindi Paolo, Grazie, ti avrei voluto tantissimo con noi, ma forse dal tuo rifiuto ne uscirà qualcosa di ancora migliore: un Milan che non sarà sempre lì a confrontarsi con quello che fu, ma che guarda solo avanti, al futuro..
Noi tifosi, infondo, vogliamo solo poter sognare...
Premetto che io ero uno di quelli che avrebbe fatto carte false per avere il Capitano di nuovo con noi: speravo avrebbe potuto riportare la sua classe e il suo carisma all'interno del nuovo Milan, che avrebbe potuto istruire i nuovi arrivati su cosa significa la nostra maglia, lui che lo sa da quasi 50 anni, e che avrebbe potuto monitorare lo spogliatoio per impedire che non tutti remassero nella stessa direzione; ma non è andata così.
Paolo e il Milan non torneranno insieme, ormai è confermato e allora a noi tifosi non resta che guardare la vicenda senza mettersi il lutto al braccio ma cercando di trovare qualcosa di positivo in tutto ciò, e io credo di averlo trovato.
Dopo il no di Maldini spero si chiuda sta ricerca stucchevole di “bandiere” da inserire in società e questo perché bene o male anche i campioni più grandi e gli uomini più veri quando parlano non riescono alla fine a non ricadere in quel trito e ritrito concetto de “nel grande Milan succedeva così” e questo, guardandolo con occhio non da tifoso, è un male. Noi stiamo costruendo un Milan nuovo, un progetto che appare di enorme portate e che comunque ha il diritto di nascere, crescere, camminare e correre con le proprie gambe arrivando ai traguardi che riuscirà a raggiungere, ma è giusto che lo faccia con uno stile nuovo; insomma bandiere e banderuole, campioni e gregari, tutto quello che fu “Milan di Berlusconi” è giusto venga riposto in soffitta e si ricominci da capo, col coraggio con cui si affrontano le grandi sfide, senza cercare comode coperte sotto cui nascondersi: il nuovo Milan riparte da zero e deve vincere o provare a farlo con una filosofia nuova e slegata del tutto dal vecchio.
Quindi Paolo, Grazie, ti avrei voluto tantissimo con noi, ma forse dal tuo rifiuto ne uscirà qualcosa di ancora migliore: un Milan che non sarà sempre lì a confrontarsi con quello che fu, ma che guarda solo avanti, al futuro..
Noi tifosi, infondo, vogliamo solo poter sognare...