Unioni civili gay e adozioni coppie gay.

beleno

Junior Member
Registrato
12 Luglio 2013
Messaggi
698
Reaction score
6
Evitate, per favore di parlare di cose che non conoscete.
La "peer review" (revisione fra pari) è un metodo di controllo interno alla comunità scientifica finalizzato ad assicurare uno standard di trasparenza, qualità e credibilità delle ricerche. Viene applicato da circa 300 anni. Le principali riviste scientifiche come The Lancet, Nature o PLOS adottano questo criterio da sempre. Il processo di peer review prevede che una ricerca pubblichi i propri risultati dopo che altri esperti riconosciuti in materia abbiano avuto pieno accesso ai dati e alla metodologia seguita, senza conoscere nome e istituto di appartenenza degli autori, e non abbiano riscontrato violazioni che possano inficiare la validità della ricerca stessa. Esistono regole rigidissime (ad esempio, non si può essere revisori di un articolo il cui autore ha pubblicato qualsiasi cosa in collaborazione con il revisore in un lasso di tempo che è di 3-5 anni). Posso anche assicurarvi per esperienza diretta, che esiste una competizione così esagerata tra gruppi che ogni pretesto è buono per "segare" un lavoro altrui, perciò tutto quello che viene pubblicato è stato ampiamente e profondamente analizzato da terze parti competenti.
Ad esempio, non si ha traccia di alcuna ricerca attestante un nesso tra vaccini e autismo che abbia mai superato la peer review.
Da ricercatore, mi da molto fastidio che si metta in dubbio tutto questo con lo scopo di "insinuare dubbi" sulla validità dell'operato dei ricercatori scientifici.

Beh, sì e no. Senza entrare nel merito della questione di cui si parla nella discussione, esaltare la "peer review" come garanzia totale sulla imparzialità degli studi scientifici mi sembra esagerato. Da ricercatore, mi è capitato (come immagino anche a te) di ricevere - e talvolta di eseguire - una revisione di un mio - o di un altrui - lavoro.

La revisione "cieca" (senza che i revisori conoscano gli autori, e vice versa) non è applicata da tutte le riviste. In alcuni casi la rivista chiede all'autore stesso di indicare possibili revisori. Questo accade ad esempio se la rivista copre un ampio spettro di tematiche, e se l'oggetto dell'articolo richiede al revisore un conoscenza estremamente specialistica.

In aggiunta, con l'aumento della pratica dell'open access (articoli disponibili da subito a tutti gli utenti del web, non solo a quelli che hanno abbonamento - in genere costosissimo e fornito dall'Università - alla rivista) il meccanismo "paga per pubblicare" si diffonde sempre più, e sinceramente non mi sento di escludere che qualche rivista possa pubblicare qualche articolo discutibile per questioni di profitto.

Inoltre, pubblicare è necessario ovunque per fare carriera. Per cui alcuni passaggi potrebbero essere - per così dire - forzati.

Chiudo dicendo che è molto più facile pubblicare risultati che "supportano" una teoria in voga, piuttosto che risultati nulli.

Ripeto, non voglio fare lo spocchioso, tu sa sicuramente meglio di me come funziona. Ho scritto questo intervento perché spesso si tirano in ballo "gli articoli scientifici". Questi sono prodotti della mente umana, che sottostanno però allo spirito del tempo. Se un articolo è pubblicato non è necessariamente ottimo, e se un articolo non viene pubblicato non è necessariamente fuffa. Purtroppo, gli articoli scientifici vanno letti, uno per uno, e interpretati. Un ricercatore sa se un articolo è "buono", una persona normale fa più fatica, specie se l'articolo è "raccontato" da un giornale/rivista non specializzato.
 

FiglioDelDioOdino

New member
Registrato
15 Aprile 2013
Messaggi
7,458
Reaction score
207
Ah si, tipo Yara Gambirasio è viva e vegeta, grazie ai freni dettati dalla moralità, così come pure quella ragazzina di Roma mica è stata stuprata da quel militare della Marina, per fortuna quest'ultimo si è frenato.

vabbè

Citi dei casi singolari come se fosse la regola?
 

FiglioDelDioOdino

New member
Registrato
15 Aprile 2013
Messaggi
7,458
Reaction score
207
Beh, sì e no. Senza entrare nel merito della questione di cui si parla nella discussione, esaltare la "peer review" come garanzia totale sulla imparzialità degli studi scientifici mi sembra esagerato. Da ricercatore, mi è capitato (come immagino anche a te) di ricevere - e talvolta di eseguire - una revisione di un mio - o di un altrui - lavoro.

La revisione "cieca" (senza che i revisori conoscano gli autori, e vice versa) non è applicata da tutte le riviste. In alcuni casi la rivista chiede all'autore stesso di indicare possibili revisori. Questo accade ad esempio se la rivista copre un ampio spettro di tematiche, e se l'oggetto dell'articolo richiede al revisore un conoscenza estremamente specialistica.

In aggiunta, con l'aumento della pratica dell'open access (articoli disponibili da subito a tutti gli utenti del web, non solo a quelli che hanno abbonamento - in genere costosissimo e fornito dall'Università - alla rivista) il meccanismo "paga per pubblicare" si diffonde sempre più, e sinceramente non mi sento di escludere che qualche rivista possa pubblicare qualche articolo discutibile per questioni di profitto.

Inoltre, pubblicare è necessario ovunque per fare carriera. Per cui alcuni passaggi potrebbero essere - per così dire - forzati.

Chiudo dicendo che è molto più facile pubblicare risultati che "supportano" una teoria in voga, piuttosto che risultati nulli.

Ripeto, non voglio fare lo spocchioso, tu sa sicuramente meglio di me come funziona. Ho scritto questo intervento perché spesso si tirano in ballo "gli articoli scientifici". Questi sono prodotti della mente umana, che sottostanno però allo spirito del tempo. Se un articolo è pubblicato non è necessariamente ottimo, e se un articolo non viene pubblicato non è necessariamente fuffa. Purtroppo, gli articoli scientifici vanno letti, uno per uno, e interpretati. Un ricercatore sa se un articolo è "buono", una persona normale fa più fatica, specie se l'articolo è "raccontato" da un giornale/rivista non specializzato.

Si tratta cmq di uno studio sulla base di risposte di volontari, inaccertabili, del tutto inappropriato e inattendibile perchè non è basato su una statistica di reati.
Truccano pure le elezioni e stiamo a dar credito a ste robe.
 

addox

Zio bello
Registrato
29 Agosto 2012
Messaggi
1,369
Reaction score
9
Il problema delle adozioni dipende da quale parte viene visto. Nell'adozione dovrebbe essere il minore la parte totalmente tutelata, anche perchè la crescita di un bambino segue delle fasi ben precise che si interfacciano sia verso l'interno (famiglia) sia verso l'esterno (società) e che ne segnano l'intera esistenza sia psicologica che morale. In queste discussioni invece traspare lo spostamento del bisogno verso gli adulti, che nel cercare di assecondare il proprio ego o nella falsa ricerca di una esistenza "normale" a 360 gradi, hanno richieste per assecondare i propri bisogni.
Per ultimo vorrei dire che non esistono i buoni genitori a prescindere, bisogna esserlo genitori e quindi mettersi alla prova per capirlo. Ecco perchè già oggi l'adozione alle coppie etero è un tema delicatissimo e farlo gestire alla politica e di conseguenza tradurlo in un discorso anche ideologico è la cosa più sbagliata in assoluto, sentire poi di "lobby", mi fa venire i brividi per quei bambini che ne verranno coinvolti.
 
E

Efferosso

Guest
Se partiamo dall'assunto che la diversità non esiste, che ognuno ha la propria libertà sessuale, non vi è nessuna differenza fra un omosessuale e:

Un pedofilo
Un incestuoso
Uno che prova pulsioni per un cavallo

E anzi, paradossalmente, un pedofilo e un incestuoso hanno sicuramente più chances di procreare biologicamente rispetto ad un omosessuale.

Prima di affrontare il discorso rispetto a quello che la società "vorrebbe", forse è il caso di farsi delle domande su questo.
E lo dico come persona con amici gay, che NON può fare questo discorso a loro, perché se no sclerano.
 

Louis Gara

New member
Registrato
11 Giugno 2014
Messaggi
13,181
Reaction score
127
Se partiamo dall'assunto che la diversità non esiste, che ognuno ha la propria libertà sessuale, non vi è nessuna differenza fra un omosessuale e:

Un pedofilo
Un incestuoso
Uno che prova pulsioni per un cavallo

E anzi, paradossalmente, un pedofilo e un incestuoso hanno sicuramente più chances di procreare biologicamente rispetto ad un omosessuale.

Prima di affrontare il discorso rispetto a quello che la società "vorrebbe", forse è il caso di farsi delle domande su questo.
E lo dico come persona con amici gay, che NON può fare questo discorso a loro, perché se no sclerano.

Cavalli e bambini, noti esseri consenzienti. Proprio uguale, guarda
 

de sica

Senior Member
Registrato
28 Agosto 2012
Messaggi
5,341
Reaction score
59
Il problema delle adozioni dipende da quale parte viene visto. Nell'adozione dovrebbe essere il minore la parte totalmente tutelata, anche perchè la crescita di un bambino segue delle fasi ben precise che si interfacciano sia verso l'interno (famiglia) sia verso l'esterno (società) e che ne segnano l'intera esistenza sia psicologica che morale. In queste discussioni invece traspare lo spostamento del bisogno verso gli adulti, che nel cercare di assecondare il proprio ego o nella falsa ricerca di una esistenza "normale" a 360 gradi, hanno richieste per assecondare i propri bisogni.
Per ultimo vorrei dire che non esistono i buoni genitori a prescindere, bisogna esserlo genitori e quindi mettersi alla prova per capirlo. Ecco perchè già oggi l'adozione alle coppie etero è un tema delicatissimo e farlo gestire alla politica e di conseguenza tradurlo in un discorso anche ideologico è la cosa più sbagliata in assoluto, sentire poi di "lobby", mi fa venire i brividi per quei bambini che ne verranno coinvolti.

Né più né meno.
 

Milanforever26

Senior Member
Registrato
6 Giugno 2014
Messaggi
39,690
Reaction score
3,280
Aggiungo anche che "andare con più partner contemporaneamente e avere relazioni poco durature" non è certo una peculiarità delle persone omosessuali ma, coi tempi che corrono, diventa un abitudine sempre più frequente e "sdoganata" per tutti (purtroppo).

Non si può negare che l'approccio sessuale dei gay sia molto più libertino rispetto agli etero..L'atteggiamento degli omosessuali rispetto alla componente sessuale del legame è decisamente più esplicito..

In ogni caso nei gay sono molto più diffuse le situazioni con coppie di età molto diversa (25-30 anni di differenza tra i partner è considerata una cosa normale) e anche la propensione ai rapporti fugaci e occasionali (la nota pratica chiamata Hanky Panky) anche tra gay che hanno già un partner...
Credo questo approccio alla vita sessuale di coppia sia dovuta al fatto che innanzitutto i Gay sono molto pochi e perciò hanno sviluppato un istinto ad accontentarsi quasi subito di quello che trovano (siamo onesti, se puoi scegliere tra 5 donne invece che tra 4-500 è normale che non è che puoi fare molto il sofisticato)..inoltre per lungo tempo hanno dovuto avere rapporti solo in luoghi "nascosti" (i famosi cinema resi celebri dal film Philadelphia, ditemi voi se esistono cose così tra gli etero...) e questo li ha portati ad avere un orientamento più marcato per il "mordi e fuggi"..
Noi maschi forse saremmo anche molto inclini a questo genere di vita sessuale...purtroppo le nostre donne se ci comportassimo così ci etichetterebbero in 3 secondi come dei porci depravati che pensano solo al sesso...ma se lo fa un gay va benissimo però! (le donne adorano i gay, non si sa perché)
 
Alto
head>