Un cambio allenatore che non sarebbe poi cosi assurdo

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In questi giorni per noi drammatici ,con una squadra che sta letteralmente buttando alle ortiche un obiettivo sudato, importantissimo e per lunghi tratti meritato ,un precedente del calcio gira nella mia mente, un precedente che forse potrebbe farci ricredere circa la bontà di una mossa per tanti inutile o impopolare ma forse saggia.
Anno 1998-1999, campionato di serie B, Reggio Calabria.
La Reggina disputa un campionato di alto livello con il presidente Foti impegnato a regalare un sogno a una piazza.
Alla guida degli amaranto vi era Gustinetti.
Tutto sembra andare per il verso giusto ma a sei giornate dalla fine accade l’imponderabile : Gustinetti trova l’accordo per allenare l’anno successivo con l’Empoli , fissa addirittura un incontro coi nuovi dirigenti toscani per la firma e sposta la seduta di allenamento dei suoi di un giorno.
Mancano sei giornate alla fine e una manciata di punti per centrare la promozione in A.
Il patron Foti viene a conoscenza dell'accaduto e non ci pensa su nemmeno un attimo ,non volendo tralasciare nemmeno un dettaglio in quella corsa verso la gloria, cosi decide di licenziare Gustinetti e chiama più che un tecnico un amico, come vorrà definirlo lui stesso, Maciste Bolchi.
Con tre vittorie e tre pareggi il neo-allenatore quasi per caso porta la reggina in seria A , prima storica promozione nella massima serie.
Il milan non è la reggina e la situazione non è propriamente la stessa ma quando il traguardo è vicino ogni dettaglio è fondamentale perché la testa deve rimanere lucida e sgombra da distrazioni.
Non so nel nostro caso chi abbia fatto il ‘Gustinetti’ della situazione ma se si vuole centrare l’obiettivo bisogna remare tutti dalla stessa parte.
La maglia viene prima di tutto e di tutti.
 
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