E invece l’intervista di Perez va stampata e letta di nuovo tra 5 anni: forse non vi è chiaro che i giovani non seguono più il calcio (40% tra 16/24 anni) e il ricambio generazionale di tifosi (leggasi clienti per le società, perché siamo tutti concordi che per loro sia un business) si sta riducendo. Non voglio fare il fenomeno, ma questo l’avevo già detto a suo tempo, ed ora lo conferma il presidente del Real. Se si continua così, invece che tra 15/20 anni, si rischia che questo sport diventi seguito come una pallavolo qualsiasi, con relativi stipendi dei giocatori verso il basso, entro pochi anni.
Forse anche qui non vi rendete conto di quanto sia più interessante per un giovane guardare il proprio idolo su Twich che gioca a Fortnite, dove può interagire con lui e l’azione del videogioco è frenetica ed una partita dura 15 minuti. Non venitemi a dire che guardare un Crotone Benevento per 90 minuti, dove se fanno 3 tiri in porta, è altrettanto entusiasmante. Forse per un boomer che è cresciuto a pane e calcio, ma per i nativi digitali è una noia pazzesca.
Concludendo quindi, non ci sarebbe nulla di male se uno sport è poco seguito, è giusto che i professionisti guadagnino di conseguenza.
Abbiamo visto però che ai giocatori non frega assolutamente nulla di ridursi lo stipendio per qualche anno, anche se blaterano che il calcio è dei tifosi. Rischiano di tirare troppo la corda e questa potrebbe spezzarsi. Forse sono troppo stupidi per capire che se fallisce il Real Madrid o simile, gli stipendi milionari se li scordano.
