Pioli: addio probabile. Conte il sogno. Motta e Farioli...

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Lineker10

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Maignan
XXX Tomori Thiaw
(Simic / Gabbia)
Kalulu Loftus Bennacer Adli Theo
(Calabria / Saelemakers)
XXX (Giroud) Leao (CDK)

come sarebbe potuto essere il Milan con Conte e Maldini cacciando subito Pioli ed evitando di spendere vagonate di soldi per Chuku e compagnia...

un buon giocatore per Conte per me potrebbe essere anche il nuovo arrivato Terracciano, anche come mezz'ala (ammetto che lo conosco quasi zero ma mi sembra uno di quei giocatori che Conte trasformerebbe stile Giaccherini)
SI vero, Terracciano ci starebbe in rosa. Anche Pobega secondo me.
Non come giocatori importanti è chiaro, ma nella rosa si.

Per il resto meglio lasciar perdere, con Conte già in estate sarebbe stato un altro mondo.
 

-Lionard-

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:rotolo:

Il tuo post è la sintesi perfetta di questa proprietà/dirigenza. Mettiamoci anche la proprietà "vecchia", del resto cosa sarebbe Furlani se non il "guardiano" di Elliot? E' da anni che si campa di "adattamenti", ma se prima coi buchi finanziari lo si poteva capire, col bilancio verde non lo si capisce per niente, soprattutto quando questi adattamenti, alla lunga, te lo fanno tornare rosso il bilancio.
Mi sembra una situazione per certi versi simile al 2019, con Gadzis e Elliot arroccati sulle loro posizioni da ragionieri, poi sono arrivate le 5 pappine di Bergamo, e hanno capito che qualcuno doveva anche giocare a pallone e serviva qualcuno che lo sapesse fare.
Ora la proprietà ci ricasca, con modalità diverse, ma sempre con la stessa arroganza americana awanaganà, che crede di saperla più lunga di tutti. Un altro ragioniere coi paraocchi come AD, un ds farlocco di cui non ricordo nemmeno il nome, a capo dell'area tecnica Moncada, scout esperto, ma che in fin dei conti a calcio ci ha solo videogiocato, e sulla panchina un allenatore a ciclo finito. I risultati sul campo, li abbiamo visti tutti e, a giudicare dalle pagine di questo forum, li avevamo anche previsti in molti, sin dalla prima amichevole estiva, o dalle bugiardissime prime 3 gare di campionato.
Occhio però al confronto Gazidis/Elliott con la situazione attuale. Nel 2019 avevamo 150 milioni di passivo ed eravamo stati escusi dalla UEFA per violazione del FFP. Dopo è arrivato il Covid che ha dissestato i conti di tutte le squadre del mondo.

Furlani e Cardinale attualmente gestiscono una squadra in Champions da 3 anni, nel 2023 tra le prime 4 in Europa, nel 2022 campione d'Italia e con un utile 10 milioni + la cessione di Tonali che sarà contabilizzata nel prossimo esercizio.

Nel primo caso noi tifosi legittimamente potevamo essere arrabbiati e delusi ma un senso logico c'era nella politica di rigore, qui invece si tratta di pura miopia imprenditoriale unita a taccagneria e incompetenza senza pari.
 

Aron

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Come riportato dalla GDS in edicola, col Milan fuori dalle coppe e con l'Inter lontanissima in campionato il bilancio di Pioli non può essere considerato positivo. Europa League e zona Champions gli ultimi obiettivi. La società prenderà una decisione definitiva in primavera, sul tecnico, ma l'addio è più probabile. La magia è sparita

I meriti che gli vengono riconosciuti: resterà sempre l'allenatore dello scudetto inaspettato e colui che ha valorizzato tanti giovani. E piace anche per lo stile, mai sopra le righe.

I guai: i tanti problemi fisici ed infortuni, i tanti derby persi, l'incostanza, i gol subiti da palla ferma e il calo nei secondi tempi.

Il sogno Conte: l'ex CT è in cima alle preferenza dei tifosi. La sua presenza viene vista come garanzia di competitività e saprebbe valorizzare al meglio Leao, Loftus e gli altri giocatori già in rosa. Ma la società è ancora in una fase di valutazione, da Pioli allo stesso Conte. Adesso c'è la corsa Champions da portare avanti e l'obiettivo Europa League. Una coppa tra le mani sarebbe un obiettivo molto concreto. Quello di Ibra per Conte sarebbe un voto a favore. Ma non bisogna dimenticare che lo stesso Ibra è legato a Pioli da affetto e stima.

Tuttosport in edicola sul futuro di Pioli e sulle candidature di Conte Motta e Farioli: un altro obiettivo scivolato via, un’altra “X” sulla stagione del Milan, la seconda col segno meno per Stefano Pioli dopo lo scudetto del maggio 2022. E adesso resta solo... l'Europa. L’eliminazione dalla Coppa Italia, giunta dopo quella in Champions League e con un campionato dove il sogno scudetto è ormai una chimera, in un’annata in cui il trofeo nazionale poteva rappresentare un sorriso, non è stata vissuta bene. Né dal club - proprietà, società e il consulente Ibrahimovic -, né da giocatori e tecnico. Ieri a Milanello si respirava un clima di arrabbiatura, non di processi sommari. In tanti ci tenevano, a Pioli e dirigenti non è piaciuto l’atteggiamento della squadra nella ripresa, quando il Milan si è concesso troppo facilmente all'Atalanta (ma nessuno ha puntato il dito sul giovane Jimenez). Il tutto al netto degli episodi arbitrali, che il club ha contestato, ma che non considera un alibi per l’esito finale del match. Nonostante una situazione di organico che rimane al limite dell’emergenza - contro l’Atalanta mancavano 12 giocatori -, si doveva e poteva fare di più. Per questo, come sempre, nel tribunale dei social - ma non solo - è finito sul banco degli imputati Pioli, per le sue scelte di formazione e quelle tattiche. Un Pioli che adesso dovrà gestire l’ennesimo momento negativo, giunto dopo uno di ripresa in cui la squadra sembrava finalmente essere tornata sui binari corretti (escluso il deludente 2-2 di Salerno, il Milan fra campionato e coppe era reduce da cinque vittorie consecutive). L’ad Furlani, che il 30 dicembre si era espresso in maniera decisa su di lui («Non reputo giusto metterlo sempre in discussione»), dopo la gara con l’Atalanta non ha minimamente accennato alla posizione del tecnico: «I filotti non possono durare per sempre, teniamo quello che di buono è stato fatto nell’ultimo mese. Questa gara è andata male, anche per gli episodi, ma andiamo avanti». Inoltre, Pioli domenica a Empoli aveva ricevuto un’importante dichiarazione di fiducia da parte di uno dei senatori della squadra, Theo Hernandez: «Siamo stati sempre con lui, quello che dice la gente non lo ascoltiamo: siamo con il mister fino alla fine». Insomma, la posizione del Milan su Pioli non è cambiata anche perché da Milanello non sono arrivati messaggi che indichino che ci siano le condizioni per una rivoluzione immediata: avanti con lui fino al termine della stagione, soprattutto perché non si dovrà assolutamente mancare la qualificazione alla nuova Champions 2024-25 - e il Milan ora è saldo al terzo posto -, poi si tireranno le somme e si vedrà. Anche perché cambiare in corsa non è detto che possa migliorare la situazione e quanto accaduto a Napoli sta lì a dimostrarlo. Pioli ha ancora un anno di contratto, ma i segnali giunti negli ultimi mesi fanno intendere che potrebbe essere giunta al termine la sua lunga storia in rossonero, con Antonio Conte e profili più giovani - Thiago Motta, Italiano e Farioli - sullo sfondo. Pioli vuole però cercare di fare il possibile per insinuare dubbi e chiudere al meglio e tutto passa dal fattore Europa: ovvero qualificazione alla Champions e un percorso più positivo possibile in Europa League, dove si può provare a vincere anche se, contro rivali come Liverpool o Bayer Leverkusen, non sarà assolutamente facile prevalere.

Corriere della Sera: Su e giù, su e giù. Passano i mesi, ma il Milan è sempre uguale a sé stesso: prima lo scatto, poi la caduta rovinosa. Illusioni e delusioni, senza soluzione di continuità, ad accrescere il senso di frustrazione di una tifoseria sempre più esasperata, come dimostrato dai fischi di mercoledì. Ma la verità è che le tre vittorie consecutive con Sassuolo, Cagliari ed Empoli avevano illuso solo chi non conosce i difetti strutturali di una squadra che non ha mai trovato una vera continuità non solo nei risultati, ma anche nella tenuta mentale. Un loop che da un lato è costato già due obiettivi stagionali, Champions e Coppa Italia, mentre dall’altro ha indebolito ulteriormente la posizione di Stefano Pioli, che ha il contratto in scadenza a giugno 2025 ma che (giustamente) verrà giudicato a fine stagione sulla base dei risultati. L’ombra di Antonio Conte è destinata ad aleggiare fino ad allora, anche se oggi come oggi il suo profilo non sembra collimare con le strategie societarie. Decisiva per Pioli sarà ad ogni modo la qualificazione alla prossima Champions, obiettivo primario fissato dalla proprietà in estate. Alzare un trofeo a primavera sarebbe un’occasione in più per accrescere le sue chance di permanenza, ma adesso resta solo l’Europa League: missione complicata, la concorrenza include big come il Liverpool. Gli errori arbitrali di mercoledì, con quel rigore molto dubbio costato la sconfitta, non possono e non devono essere un alibi: l’Atalanta ha meritato la semifinale più del Milan. Il restyling tattico, con la scelta di giocare a specchio imitando l’avversario con un’inefficace difesa a tre, non ha pagato. L’emergenza infortuni resta un’attenuante, ma fino a un certo punto: dal mercato sono arrivati Gabbia e Terracciano, in attesa del rientro dei titolari Thiaw, Tomori e Kalulu. Domenica con la Roma a San Siro serve rialzare la testa. In tribuna, accanto a Zlatan Ibrahimovic, ci sarà anche Gerry Cardinale: il primo a non essere soddisfatto per tutti quei su e giù è proprio lui.

News precedenti

Anche Forbes conferma le news che abbiamo riportato nei giorni scorsi: Ibrahimovic vuole Conte al Milan. Lo ritiene l'uomo giusto per rilanciare il club. Ma Furlani e Cardinale frenano soprattutto per le richieste sul mercato da parte del tecnico. Il Milan vuole continuare con la politica fatta di spese oculate e finanze sotto controllo.

Non ci credo a Conte.
Se arrivasse, può accadere solo a una di queste condizioni:

1) ennesimo cambio di proprietà e soldi che vengono immessi a saldo negativo

2) cessione di Leao al PSG per 150 milioni, che uniti ai soliti 50 milioni messi dalla proprietà finanzierebbero il mercato che vuole Conte

Altre piste non ne vedo.
 

Jino

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Tutte queste pseudo news su Conte sono solamente fumo negli occhi

Esatto.

Conte non può venire in questo Milan, non c'entra nemmeno il suo ingaggio, non c'entra nemmeno un presunto mercato faraonico che vorrebbe....si limita tutto ad una parola: ambizione. Conte è ambizioso e vuole provare a vincere, per farlo serve una dirigenza altrettanto vogliosa di farlo, cosa che non abbiamo.

Va al Napoli, alla Juventus, alla Roma....vedremo....di sicuro non al Milan che pensa calcio in questo modo.
 
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