Milan: tre esami a San Siro. Applausi o fischi?

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Tuttosport in edicola: tre partite casalinghe, in teoria, dovrebbero rappresentare una sorta di fortino per qualsiasi squadra, specie in momenti delicati. Il sostegno del proprio tifo, anche in situazioni di oggettiva difficoltà, rappresenta una sorta di doping emozionale che ti può portare a dare qualcosa di più. San Siro non è però uno stadio come tutti gli altri. Specialmente quello milanista che - nel corso degli anni - ha dato grandi dimostrazioni di vicinanza alla squadra, anche dopo risultati estremamente deludenti, ma allo stesso tempo è un ingrediente da maneggiare con cura. I fischi sonori dopo Milan-Udinese sono stati un’avvisaglia seria di quello che è lo stato umorale della tifoseria, tornata a ruggire a favore dei propri colori durante il match contro il Paris Saint-Germain e nuovamente delusa dopo il 2-2 con il Lecce. Ecco, qui c’è da fare un distinguo: la Curva Sud non ha contestato la squadra e Pioli. I fischi e gli insulti a giocatori e allenatore sono arrivati dai tifosi non organizzati presenti nella parte superiore del settore ospiti del “Via del Mare”.

Ma Fiorentina, Borussia Dortmund e Frosinone saranno tre partite nelle quali i decibel e l’umore del popolo milanista saranno un fattore. Perché è vero, verissimo, che le partite di domani con i viola e di martedì con i tedeschi sono complicate per le numerose assenze offensive, ma è altrettanto vero che i risultati negativi collezionati dalla squadra nell’ultima serie di gare tra la sosta di ottobre e quella di novembre impongono a Pioli una rialzata di testa, sia in campionato sia in Champions League. Molto di quanto si potrà sentire dipenderà anche dalla tipologia di prestazione che i calciatori metteranno in campo. Una partita simile a quella contro l’Udinese, per esempio, non verrebbe tollerata, mentre una gara fatta di sacrificio e voglia tangibile di vincere sarebbe un bel segnale.
Non è facile, però, lavorare quotidianamente pensando di aver esaurito il credito di fiducia che una piazza importante come quella milanista aveva concesso grazie allo scudetto di due stagioni fa. La piaga degli infortuni, anche in questo caso, è comunque un fattore impattante nella valutazione del tifoso da stadio e non solo, che si ritrova a vedere una squadra non al completo e, di conseguenza, con il rischio di non essere competitiva per quelle che sono le proprie potenzialità. Sia con la Fiorentina sia con il Borussia Dortmund ci si aspetta una cornice di pubblico importante a livello numerico, con il sostegno che non mancherà. Poi sarà il campo a dire quale sarà la risposta del pubblico: applausi o fischi.
 

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Tuttosport in edicola: tre partite casalinghe, in teoria, dovrebbero rappresentare una sorta di fortino per qualsiasi squadra, specie in momenti delicati. Il sostegno del proprio tifo, anche in situazioni di oggettiva difficoltà, rappresenta una sorta di doping emozionale che ti può portare a dare qualcosa di più. San Siro non è però uno stadio come tutti gli altri. Specialmente quello milanista che - nel corso degli anni - ha dato grandi dimostrazioni di vicinanza alla squadra, anche dopo risultati estremamente deludenti, ma allo stesso tempo è un ingrediente da maneggiare con cura. I fischi sonori dopo Milan-Udinese sono stati un’avvisaglia seria di quello che è lo stato umorale della tifoseria, tornata a ruggire a favore dei propri colori durante il match contro il Paris Saint-Germain e nuovamente delusa dopo il 2-2 con il Lecce. Ecco, qui c’è da fare un distinguo: la Curva Sud non ha contestato la squadra e Pioli. I fischi e gli insulti a giocatori e allenatore sono arrivati dai tifosi non organizzati presenti nella parte superiore del settore ospiti del “Via del Mare”.

Ma Fiorentina, Borussia Dortmund e Frosinone saranno tre partite nelle quali i decibel e l’umore del popolo milanista saranno un fattore. Perché è vero, verissimo, che le partite di domani con i viola e di martedì con i tedeschi sono complicate per le numerose assenze offensive, ma è altrettanto vero che i risultati negativi collezionati dalla squadra nell’ultima serie di gare tra la sosta di ottobre e quella di novembre impongono a Pioli una rialzata di testa, sia in campionato sia in Champions League. Molto di quanto si potrà sentire dipenderà anche dalla tipologia di prestazione che i calciatori metteranno in campo. Una partita simile a quella contro l’Udinese, per esempio, non verrebbe tollerata, mentre una gara fatta di sacrificio e voglia tangibile di vincere sarebbe un bel segnale.
Non è facile, però, lavorare quotidianamente pensando di aver esaurito il credito di fiducia che una piazza importante come quella milanista aveva concesso grazie allo scudetto di due stagioni fa. La piaga degli infortuni, anche in questo caso, è comunque un fattore impattante nella valutazione del tifoso da stadio e non solo, che si ritrova a vedere una squadra non al completo e, di conseguenza, con il rischio di non essere competitiva per quelle che sono le proprie potenzialità. Sia con la Fiorentina sia con il Borussia Dortmund ci si aspetta una cornice di pubblico importante a livello numerico, con il sostegno che non mancherà. Poi sarà il campo a dire quale sarà la risposta del pubblico: applausi o fischi.
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Tuttosport in edicola: tre partite casalinghe, in teoria, dovrebbero rappresentare una sorta di fortino per qualsiasi squadra, specie in momenti delicati. Il sostegno del proprio tifo, anche in situazioni di oggettiva difficoltà, rappresenta una sorta di doping emozionale che ti può portare a dare qualcosa di più. San Siro non è però uno stadio come tutti gli altri. Specialmente quello milanista che - nel corso degli anni - ha dato grandi dimostrazioni di vicinanza alla squadra, anche dopo risultati estremamente deludenti, ma allo stesso tempo è un ingrediente da maneggiare con cura. I fischi sonori dopo Milan-Udinese sono stati un’avvisaglia seria di quello che è lo stato umorale della tifoseria, tornata a ruggire a favore dei propri colori durante il match contro il Paris Saint-Germain e nuovamente delusa dopo il 2-2 con il Lecce. Ecco, qui c’è da fare un distinguo: la Curva Sud non ha contestato la squadra e Pioli. I fischi e gli insulti a giocatori e allenatore sono arrivati dai tifosi non organizzati presenti nella parte superiore del settore ospiti del “Via del Mare”.

Ma Fiorentina, Borussia Dortmund e Frosinone saranno tre partite nelle quali i decibel e l’umore del popolo milanista saranno un fattore. Perché è vero, verissimo, che le partite di domani con i viola e di martedì con i tedeschi sono complicate per le numerose assenze offensive, ma è altrettanto vero che i risultati negativi collezionati dalla squadra nell’ultima serie di gare tra la sosta di ottobre e quella di novembre impongono a Pioli una rialzata di testa, sia in campionato sia in Champions League. Molto di quanto si potrà sentire dipenderà anche dalla tipologia di prestazione che i calciatori metteranno in campo. Una partita simile a quella contro l’Udinese, per esempio, non verrebbe tollerata, mentre una gara fatta di sacrificio e voglia tangibile di vincere sarebbe un bel segnale.
Non è facile, però, lavorare quotidianamente pensando di aver esaurito il credito di fiducia che una piazza importante come quella milanista aveva concesso grazie allo scudetto di due stagioni fa. La piaga degli infortuni, anche in questo caso, è comunque un fattore impattante nella valutazione del tifoso da stadio e non solo, che si ritrova a vedere una squadra non al completo e, di conseguenza, con il rischio di non essere competitiva per quelle che sono le proprie potenzialità. Sia con la Fiorentina sia con il Borussia Dortmund ci si aspetta una cornice di pubblico importante a livello numerico, con il sostegno che non mancherà. Poi sarà il campo a dire quale sarà la risposta del pubblico: applausi o fischi.
L'aspetto tecnico passa in secondo piano, come i risultati sportivi.

Pioli e il suo staff hanno rotto il motore del milan.
Il vero problema è questo.
Cosi come siamo messi non possiamo competere e altri ancora si romperanno perchè chiamati agli straordinari.

Ma del resto se nemmeno sullo 0-2 contro il lecce siamo capaci di abbassare il ritmo, addormentare la partita e portarla allo scadere dove vogliamo andare?
Destinati a correre come muli perchè il coach vuole cosi.

-Dietro maignan il terzo portiere;
-Dietro thiaw e tomori nessuno;
-Dietro theo nessuno;
-Dietro calabria quel rottame di florenzi;
-In attacco contati e col solo romero in panca.

Poi incerottati vari, affaticati, recuperi forzati e recuperi secolari.

Ma dove vogliamo andare?
 

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Ma Fiorentina, Borussia Dortmund e Frosinone saranno tre partite nelle quali i decibel e l’umore del popolo milanista saranno un fattore. Perché è vero, verissimo, che le partite di domani con i viola e di martedì con i tedeschi sono complicate per le numerose assenze offensive, ma è altrettanto vero che i risultati negativi collezionati dalla squadra nell’ultima serie di gare tra la sosta di ottobre e quella di novembre impongono a Pioli una rialzata di testa, sia in campionato sia in Champions League. Molto di quanto si potrà sentire dipenderà anche dalla tipologia di prestazione che i calciatori metteranno in campo. Una partita simile a quella contro l’Udinese, per esempio, non verrebbe tollerata, mentre una gara fatta di sacrificio e voglia tangibile di vincere sarebbe un bel segnale.
Non è facile, però, lavorare quotidianamente pensando di aver esaurito il credito di fiducia che una piazza importante come quella milanista aveva concesso grazie allo scudetto di due stagioni fa. La piaga degli infortuni, anche in questo caso, è comunque un fattore impattante nella valutazione del tifoso da stadio e non solo, che si ritrova a vedere una squadra non al completo e, di conseguenza, con il rischio di non essere competitiva per quelle che sono le proprie potenzialità. Sia con la Fiorentina sia con il Borussia Dortmund ci si aspetta una cornice di pubblico importante a livello numerico, con il sostegno che non mancherà. Poi sarà il campo a dire quale sarà la risposta del pubblico: applausi o fischi.
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