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Ma anche io la penso come te: lascerei il passato al passato. Per esempio, a me dà molto fastidio che "Balilla" venga ormai usato come simbolo di sottimissione per l'utilizzo fattone durante il fascismo, quando in realtà la figura è il simbolo di uno degli eventi più emblematici della ribellione all'impero asburgico. Tant'è vero che viene citato da Mameli, "i bimbi d'Italia si chiaman Balilla", per spronare idealmente quelli che sarebbero poi diventati gli "italiani".Non sono d’accordo, Sunburn, o meglio, sono d’accordo in parte. Dici correttamente che manipolare a fini politici un coro di Verdi sia sbagliato e offensivo e allora, secondo la stessa logica, manipolare l’immagine di Verdi per sponsorizzare un ideale è sbagliato e offensivo. Rappresentare Verdi come Topolino fa sorridere, certo, perché non c’è nessuna intenzione di stravolgerne la figura per fini propagandistici: non sono due operazioni assimilabili ontologicamente parlando. Sono un fautore del lasciare il passato per quello che è, senza appropriarsene indebitamente: lo sai che il mio cuore gronda sangue se penso agli scempi che il fascismo ha perpetrato ai danni dell’antico simbolismo romano o all’idea che la swastika, antichissimo simbolo indoeuropeo e quindi indiano, greco e romano, sia associata al nazismo. Lasciamo stare quel che è stato e si cerchi piuttosto di educare le nuove generazioni al rispetto.
Quel che volevo dire è che, una volta che si accetta l'utilizzo di personaggi o simboli del passato per la finalità X non ha senso indignarsi se vengono usati per la finalità Y solo perché non la si condivide.