Gazidis:"Il Milan è in crescita e mi dà orgoglio".

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Gazidis, intervistato dai canali del Milan:"Come sto? Bene, è bello essere di nuovo a Milano; qui mi sento davvero a casa. Questo tipo di recupero richiede un po' di tempo, ma continuo a lavorare, assieme ai miei colleghi, da casa per spingere avanti il Milan. Comunque non passerà tanto tempo per il mio ritorno. Sono come Ibra: impaziente. Ma devo aspettare i medici, anche se non voglio. Presto tornerò a Milanello, al Vismara, a Casa Milan e certamente a San Siro".

"Come vedo il Milan? La squadra è sempre in crescita, migliora continuamente. E quello che mi dà orgoglio è l'unità, lo spirito e la voglia dei nostri ragazzi; stanno giocando con coraggio il nostro modo di gioco, offensivo, moderno, reagendo sempre alle difficoltà, senza alibi. Sempre. Questo mi rende orgoglioso".

"Il derby? Lo vedrò in TV sfortunatamente. Mio figlio è qua con 10 amici dagli USA per la partita. Mi dispiace non poter essere a San Siro. Sono questi i momenti per i quali giochiamo. Ho una richiesta per i tifosi: vorrei chiedere ai tifosi di tenermi un posto in curva vicino a voi, perché voglio tifare con voi anche se non sarò lì fisicamente. Il mio cuore sarà seduto con voi lì a San Siro domenica: veramente".

"L'affetto dei tifosi? Grazie a tutti, vorrei dirlo a tutti. Non ho parole. Non parlo da dirigente, ma col cuore: sono emozionato. Ho sentito sempre l'affetto dei tifosi: è come un vento che mi ha spinto avanti. Nella vita e nei momenti di difficoltà queste cose sono importanti. Non me ne dimenticherò mai. Adesso capisco cosa significa la famiglia Milan: è un club speciale nel mondo, nel calcio, ma soprattutto nel cuore. Si è visto anche nel passato: sempre i giocatori hanno avuto un sentimento speciale per questo club, nonostante avessero giocate per altre squadre in carriera. La mia ambizione è semplicemente essere uno di voi della Curva, essere un tifoso del Milan".

"È un lavoro di squadra, ci sono molte persone che ci lavorano. Quando sono arrivato al Milan ho detto che il mio obiettivo è avere un club ai vertici del calcio italiano ed europeo, che giocasse con uno stile divertente e progressista, con stabilità finanziaria e con il nuovo stadio più bello del mondo. Tre anni fa c'erano molte cose da fare: non abbiamo ancora finito, ma ad oggi tutti possiamo vedere che stiamo sulla strada giusta. Giorno dopo giorno, passo dopo passo siamo più vicini alla nostra destinazione. Insieme, perché se non siamo insieme non è possibile. Un club non è un semplice agente, ma è un'istituzione sociale, è una comunità di persone che sta insieme per ragioni di sentimento, di cuore. E questo deve essere compreso per avere un grande club: i sentimenti sono più importanti di tutto. Insieme tutto è possibile".

"IO a San Siro? Sono ottimista e un po' arrabbiato con i medici, ma ci rivedremo presto".
 

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Gazidis, intervistato dai canali del Milan:"Come sto? Bene, è bello essere di nuovo a Milano; qui mi sento davvero a casa. Questo tipo di recupero richiede un po' di tempo, ma continuo a lavorare, assieme ai miei colleghi, da casa per spingere avanti il Milan. Comunque non passerà tanto tempo per il mio ritorno. Sono come Ibra: impaziente. Ma devo aspettare i medici, anche se non voglio. Presto tornerò a Milanello, al Vismara, a Casa Milan e certamente a San Siro".

"Come vedo il Milan? La squadra è sempre in crescita, migliora continuamente. E quello che mi dà orgoglio è l'unità, lo spirito e la voglia dei nostri ragazzi; stanno giocando con coraggio il nostro modo di gioco, offensivo, moderno, reagendo sempre alle difficoltà, senza alibi. Sempre. Questo mi rende orgoglioso".

"Il derby? Lo vedrò in TV sfortunatamente. Mio figlio è qua con 10 amici dagli USA per la partita. Mi dispiace non poter essere a San Siro. Sono questi i momenti per i quali giochiamo. Ho una richiesta per i tifosi: vorrei chiedere ai tifosi di tenermi un posto in curva vicino a voi, perché voglio tifare con voi anche se non sarò lì fisicamente. Il mio cuore sarà seduto con voi lì a San Siro domenica: veramente".

"L'affetto dei tifosi? Grazie a tutti, vorrei dirlo a tutti. Non ho parole. Non parlo da dirigente, ma col cuore: sono emozionato. Ho sentito sempre l'affetto dei tifosi: è come un vento che mi ha spinto avanti. Nella vita e nei momenti di difficoltà queste cose sono importanti. Non me ne dimenticherò mai. Adesso capisco cosa significa la famiglia Milan: è un club speciale nel mondo, nel calcio, ma soprattutto nel cuore. Si è visto anche nel passato: sempre i giocatori hanno avuto un sentimento speciale per questo club, nonostante avessero giocate per altre squadre in carriera. La mia ambizione è semplicemente essere uno di voi della Curva, essere un tifoso del Milan".

"È un lavoro di squadra, ci sono molte persone che ci lavorano. Quando sono arrivato al Milan ho detto che il mio obiettivo è avere un club ai vertici del calcio italiano ed europeo, che giocasse con uno stile divertente e progressista, con stabilità finanziaria e con il nuovo stadio più bello del mondo. Tre anni fa c'erano molte cose da fare: non abbiamo ancora finito, ma ad oggi tutti possiamo vedere che stiamo sulla strada giusta. Giorno dopo giorno, passo dopo passo siamo più vicini alla nostra destinazione. Insieme, perché se non siamo insieme non è possibile. Un club non è un semplice agente, ma è un'istituzione sociale, è una comunità di persone che sta insieme per ragioni di sentimento, di cuore. E questo deve essere compreso per avere un grande club: i sentimenti sono più importanti di tutto. Insieme tutto è possibile".

"IO a San Siro? Sono ottimista e un po' arrabbiato con i medici, ma ci rivedremo presto".
Ho trovato un uomo con voglia di normalità.
Massimo supporto, se lo merita.
 

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