FIGC: ecco la riforma sul calcio. Tutte le novità.

Blu71

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La FIGC, presieduta da Gabriele Gravina, sta mettendo a punto il piano di sostenibilità economica da presentare al governo che contiene tutte le modifiche al sistema calcio italiano grazie alle tanto volute riforme da parte delle Federcalcio.
Come riporta l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, all’interno del prospetto da presentare al governo, la FIGC sta valutando un piano che preveda meno squadre iscritte ai vari campionati professionistici, più controlli da parte degli organi competenti in materia regolamentare ed economica e, infine, un numero di retrocessioni ridotte per impattare il meno possibile sui conti delle piccole società. Senza dimenticare Coppa Italia e vivai.


Dal documento che dovrebbe essere presentato a breve al governo si parte dal numero di squadre e dal un presupposto: oggi sono troppe. Nel sistema professionistico ci sono, al momento, 100 squadre che dovrebbero essere ridotte a 80. L’intervento sarebbe solo sulla Serie C, che di fatto perderebbe così un girone. Inoltre addio Lega Pro, come organismo di rappresentanza, con l’ultima serie professionistica che sarebbe accorpata alla Serie B.
Poi ecco pronta una mossa politica che permetterebbe alla Serie A di avere più peso nelle decisioni, anche se formalmente continuerà a contare solo per il 12% (tema sollevato dal presidente Casini della Lega di A con richiesta di più autonomia, respinta da Gravina stesso). A quella percentuale si aggiunge il 6% legato al calcio femminile, che di fatto non è che uno specchio della Serie A. Totale 18%. Per quanto riguarda gli altri organismi a pesare di più saranno sempre i Dilettanti (30%), seguiti da calciatori (19%), Serie B (12%), allenatori (9%) e arbitri (2%).
Con questo disegno, la FIGC sembrerebbe quindi accantonare le speranze per una Serie A a 18 squadre, anche se troverebbe la sponda da parte delle big (l’ultima a essersi aggiunta all’elenco è la Lazio di Claudio Lotito). Quindi la massima serie rimane a 20 formazioni, così come la Serie B. Ma a cambiare sarà il sistema delle retrocessioni, visto che la Serie C sarà ridotta di un terzo.

Piano riforme FIGC – Cambiano retrocessioni e promozioni

Si tratta di un sistema simmetrico: due squadre retrocederanno direttamente, mentre ci sarà un playoff fra la terzultima e la quartultima della Serie A (cosa che si vede già nel calcio dilettantistico). Mentre le promozioni dirette in Serie B rimarrebbero due, con i playoff che riguarderebbero solamente terza e quarta che accederebbero direttamente a quella che oggi è la finalissima. Ridotto anche il paracadute per le retrocesse (da 60 a 30 milioni), visto che si considera troppo alto e a totale appannaggio delle retrocesse dalla A e a discapito delle formazioni che rimangono in B.

Piano riforme FIGC – Nuovo format per la Coppa Italia

Nel disegno federale è stata inserita anche la Coppa Italia, che avrà così un nuovo format. Si parte dall’allargamento a tutti i club professionistici con la formula, confermata, della gara secca. Una scommessa per la FIGC, visto che accontenta i tifosi, che chiedono un cambio format da diversi anni, ma un po’ meno la Lega che sta raccogliendo ottimi risultati sia dagli ascolti che dagli incassi.
Una volta sistemata la riforma dei campionati, ecco che si passa forse a quella più scomoda e difficile: contenere le spese e ridurre l’indebitamento generale. Anche se si sta vedendo in Serie A un trend positivo rispetto alle altre stagioni, i conti in generale delle società professionistiche preoccupano e non poco. Quindi ecco la ricetta della FIGC per andare verso un calcio più sostenibile.

Piano riforme FIGC – Norme più stringenti in materia economica

Si parte con criteri più stringenti per quanto riguarda l’iscrizione al campionato. Quindi non solo l’indice di liquidità, ma nuovi parametri sul patrimonio netto che dovrà per forza essere positivo (a oggi per esempio Inter e Roma, e molte altre, sono a rischio) e anche sul risultato d’esercizio, con perdite da ripianare entro quattro mesi. Un cambio di paradigma importante, che però potrebbe essere messo in standby per qualche stagione, così da permettere ai club di adeguarsi alle nuove norme.
Ma non solo i professionisti, le riforme federali riguardano anche giovani e vivai, così da ritornare a riempire il serbatoio di calciatori utilizzabili dalle varie nazionali. Si va dall’aumento dei giocatori provenienti dal vivaio in lista (da 4 a 6) e incentivi alle seconde squadre, anche condivise fra due club. Più innovativa la proposta di un credito fiscale per i contratti dei calciatori cresciuti nelle giovanili: una sorta di Decreto Crescita ma al contrario, pensato per favorire gli italiani e non gli stranieri.

Piano riforme FIGC – Gli interventi richiesti al governo

Il tutto prevede, però, che il governo faccia la sua parte, con la Federazione che si aspetta degli aiuti concreti dopo aver dimostrato di provare a cambiare il sistema calcio. I punti salienti, dove la FIGC si aspetta sponde importanti dalla politica nazionale, riguardano i temi scommesse (abolizione del divieto di pubblicità e percentuale sul margine dei concessionari) e stadi (cabina di regia con il governo per sbloccare i progetti in essere). Due temi ricorrenti, che però potrebbero essere accompagnati da altri. Come, per esempio, un intervento sui contratti dei calciatori, con una durata che potrebbe essere estesa oltre i cinque anni previsti ora con clausole automatiche. In più ecco degli sgravi fiscali per i giovani.
Ora che il piano è fatto va presentato ai vari attori del calcio italiano, che sicuramente presenteranno le proprie ragioni. Si parte dalla Serie A che vorrebbe più autonomia (punto centrale del proprio progetto di riforma autonomo) senza dimenticare la Serie B e la Lega Pro, quella più colpita dal progetto firmato FIGC. In quest’ottica, l’assemblea straordinaria convocata l’11 marzo per togliere il diritto di veto potrebbe saltare, così da garantire più tempo per esporre al meglio il progetto federale per un nuovo calcio italiano

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Prima di tutto pensassero a come fare svolgere i campionati in modo regolare.
 

Milanismo

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La FIGC, presieduta da Gabriele Gravina, sta mettendo a punto il piano di sostenibilità economica da presentare al governo che contiene tutte le modifiche al sistema calcio italiano grazie alle tanto volute riforme da parte delle Federcalcio.
Come riporta l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, all’interno del prospetto da presentare al governo, la FIGC sta valutando un piano che preveda meno squadre iscritte ai vari campionati professionistici, più controlli da parte degli organi competenti in materia regolamentare ed economica e, infine, un numero di retrocessioni ridotte per impattare il meno possibile sui conti delle piccole società. Senza dimenticare Coppa Italia e vivai.


Dal documento che dovrebbe essere presentato a breve al governo si parte dal numero di squadre e dal un presupposto: oggi sono troppe. Nel sistema professionistico ci sono, al momento, 100 squadre che dovrebbero essere ridotte a 80. L’intervento sarebbe solo sulla Serie C, che di fatto perderebbe così un girone. Inoltre addio Lega Pro, come organismo di rappresentanza, con l’ultima serie professionistica che sarebbe accorpata alla Serie B.
Poi ecco pronta una mossa politica che permetterebbe alla Serie A di avere più peso nelle decisioni, anche se formalmente continuerà a contare solo per il 12% (tema sollevato dal presidente Casini della Lega di A con richiesta di più autonomia, respinta da Gravina stesso). A quella percentuale si aggiunge il 6% legato al calcio femminile, che di fatto non è che uno specchio della Serie A. Totale 18%. Per quanto riguarda gli altri organismi a pesare di più saranno sempre i Dilettanti (30%), seguiti da calciatori (19%), Serie B (12%), allenatori (9%) e arbitri (2%).
Con questo disegno, la FIGC sembrerebbe quindi accantonare le speranze per una Serie A a 18 squadre, anche se troverebbe la sponda da parte delle big (l’ultima a essersi aggiunta all’elenco è la Lazio di Claudio Lotito). Quindi la massima serie rimane a 20 formazioni, così come la Serie B. Ma a cambiare sarà il sistema delle retrocessioni, visto che la Serie C sarà ridotta di un terzo.

Piano riforme FIGC – Cambiano retrocessioni e promozioni

Si tratta di un sistema simmetrico: due squadre retrocederanno direttamente, mentre ci sarà un playoff fra la terzultima e la quartultima della Serie A (cosa che si vede già nel calcio dilettantistico). Mentre le promozioni dirette in Serie B rimarrebbero due, con i playoff che riguarderebbero solamente terza e quarta che accederebbero direttamente a quella che oggi è la finalissima. Ridotto anche il paracadute per le retrocesse (da 60 a 30 milioni), visto che si considera troppo alto e a totale appannaggio delle retrocesse dalla A e a discapito delle formazioni che rimangono in B.

Piano riforme FIGC – Nuovo format per la Coppa Italia

Nel disegno federale è stata inserita anche la Coppa Italia, che avrà così un nuovo format. Si parte dall’allargamento a tutti i club professionistici con la formula, confermata, della gara secca. Una scommessa per la FIGC, visto che accontenta i tifosi, che chiedono un cambio format da diversi anni, ma un po’ meno la Lega che sta raccogliendo ottimi risultati sia dagli ascolti che dagli incassi.
Una volta sistemata la riforma dei campionati, ecco che si passa forse a quella più scomoda e difficile: contenere le spese e ridurre l’indebitamento generale. Anche se si sta vedendo in Serie A un trend positivo rispetto alle altre stagioni, i conti in generale delle società professionistiche preoccupano e non poco. Quindi ecco la ricetta della FIGC per andare verso un calcio più sostenibile.

Piano riforme FIGC – Norme più stringenti in materia economica

Si parte con criteri più stringenti per quanto riguarda l’iscrizione al campionato. Quindi non solo l’indice di liquidità, ma nuovi parametri sul patrimonio netto che dovrà per forza essere positivo (a oggi per esempio Inter e Roma, e molte altre, sono a rischio) e anche sul risultato d’esercizio, con perdite da ripianare entro quattro mesi. Un cambio di paradigma importante, che però potrebbe essere messo in standby per qualche stagione, così da permettere ai club di adeguarsi alle nuove norme.
Ma non solo i professionisti, le riforme federali riguardano anche giovani e vivai, così da ritornare a riempire il serbatoio di calciatori utilizzabili dalle varie nazionali. Si va dall’aumento dei giocatori provenienti dal vivaio in lista (da 4 a 6) e incentivi alle seconde squadre, anche condivise fra due club. Più innovativa la proposta di un credito fiscale per i contratti dei calciatori cresciuti nelle giovanili: una sorta di Decreto Crescita ma al contrario, pensato per favorire gli italiani e non gli stranieri.

Piano riforme FIGC – Gli interventi richiesti al governo

Il tutto prevede, però, che il governo faccia la sua parte, con la Federazione che si aspetta degli aiuti concreti dopo aver dimostrato di provare a cambiare il sistema calcio. I punti salienti, dove la FIGC si aspetta sponde importanti dalla politica nazionale, riguardano i temi scommesse (abolizione del divieto di pubblicità e percentuale sul margine dei concessionari) e stadi (cabina di regia con il governo per sbloccare i progetti in essere). Due temi ricorrenti, che però potrebbero essere accompagnati da altri. Come, per esempio, un intervento sui contratti dei calciatori, con una durata che potrebbe essere estesa oltre i cinque anni previsti ora con clausole automatiche. In più ecco degli sgravi fiscali per i giovani.
Ora che il piano è fatto va presentato ai vari attori del calcio italiano, che sicuramente presenteranno le proprie ragioni. Si parte dalla Serie A che vorrebbe più autonomia (punto centrale del proprio progetto di riforma autonomo) senza dimenticare la Serie B e la Lega Pro, quella più colpita dal progetto firmato FIGC. In quest’ottica, l’assemblea straordinaria convocata l’11 marzo per togliere il diritto di veto potrebbe saltare, così da garantire più tempo per esporre al meglio il progetto federale per un nuovo calcio italiano

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La parte più interessante è quella relativa ai criteri per l'iscrizione al campionato.
Ad oggi le merdacce merdazzurre sarebbero fuori.
Ci credo pochissimo ovviamente che succederà, ma se succede...
 
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Giofa

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La FIGC, presieduta da Gabriele Gravina, sta mettendo a punto il piano di sostenibilità economica da presentare al governo che contiene tutte le modifiche al sistema calcio italiano grazie alle tanto volute riforme da parte delle Federcalcio.
Come riporta l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, all’interno del prospetto da presentare al governo, la FIGC sta valutando un piano che preveda meno squadre iscritte ai vari campionati professionistici, più controlli da parte degli organi competenti in materia regolamentare ed economica e, infine, un numero di retrocessioni ridotte per impattare il meno possibile sui conti delle piccole società. Senza dimenticare Coppa Italia e vivai.


Dal documento che dovrebbe essere presentato a breve al governo si parte dal numero di squadre e dal un presupposto: oggi sono troppe. Nel sistema professionistico ci sono, al momento, 100 squadre che dovrebbero essere ridotte a 80. L’intervento sarebbe solo sulla Serie C, che di fatto perderebbe così un girone. Inoltre addio Lega Pro, come organismo di rappresentanza, con l’ultima serie professionistica che sarebbe accorpata alla Serie B.
Poi ecco pronta una mossa politica che permetterebbe alla Serie A di avere più peso nelle decisioni, anche se formalmente continuerà a contare solo per il 12% (tema sollevato dal presidente Casini della Lega di A con richiesta di più autonomia, respinta da Gravina stesso). A quella percentuale si aggiunge il 6% legato al calcio femminile, che di fatto non è che uno specchio della Serie A. Totale 18%. Per quanto riguarda gli altri organismi a pesare di più saranno sempre i Dilettanti (30%), seguiti da calciatori (19%), Serie B (12%), allenatori (9%) e arbitri (2%).
Con questo disegno, la FIGC sembrerebbe quindi accantonare le speranze per una Serie A a 18 squadre, anche se troverebbe la sponda da parte delle big (l’ultima a essersi aggiunta all’elenco è la Lazio di Claudio Lotito). Quindi la massima serie rimane a 20 formazioni, così come la Serie B. Ma a cambiare sarà il sistema delle retrocessioni, visto che la Serie C sarà ridotta di un terzo.

Piano riforme FIGC – Cambiano retrocessioni e promozioni

Si tratta di un sistema simmetrico: due squadre retrocederanno direttamente, mentre ci sarà un playoff fra la terzultima e la quartultima della Serie A (cosa che si vede già nel calcio dilettantistico). Mentre le promozioni dirette in Serie B rimarrebbero due, con i playoff che riguarderebbero solamente terza e quarta che accederebbero direttamente a quella che oggi è la finalissima. Ridotto anche il paracadute per le retrocesse (da 60 a 30 milioni), visto che si considera troppo alto e a totale appannaggio delle retrocesse dalla A e a discapito delle formazioni che rimangono in B.

Piano riforme FIGC – Nuovo format per la Coppa Italia

Nel disegno federale è stata inserita anche la Coppa Italia, che avrà così un nuovo format. Si parte dall’allargamento a tutti i club professionistici con la formula, confermata, della gara secca. Una scommessa per la FIGC, visto che accontenta i tifosi, che chiedono un cambio format da diversi anni, ma un po’ meno la Lega che sta raccogliendo ottimi risultati sia dagli ascolti che dagli incassi.
Una volta sistemata la riforma dei campionati, ecco che si passa forse a quella più scomoda e difficile: contenere le spese e ridurre l’indebitamento generale. Anche se si sta vedendo in Serie A un trend positivo rispetto alle altre stagioni, i conti in generale delle società professionistiche preoccupano e non poco. Quindi ecco la ricetta della FIGC per andare verso un calcio più sostenibile.

Piano riforme FIGC – Norme più stringenti in materia economica

Si parte con criteri più stringenti per quanto riguarda l’iscrizione al campionato. Quindi non solo l’indice di liquidità, ma nuovi parametri sul patrimonio netto che dovrà per forza essere positivo (a oggi per esempio Inter e Roma, e molte altre, sono a rischio) e anche sul risultato d’esercizio, con perdite da ripianare entro quattro mesi. Un cambio di paradigma importante, che però potrebbe essere messo in standby per qualche stagione, così da permettere ai club di adeguarsi alle nuove norme.
Ma non solo i professionisti, le riforme federali riguardano anche giovani e vivai, così da ritornare a riempire il serbatoio di calciatori utilizzabili dalle varie nazionali. Si va dall’aumento dei giocatori provenienti dal vivaio in lista (da 4 a 6) e incentivi alle seconde squadre, anche condivise fra due club. Più innovativa la proposta di un credito fiscale per i contratti dei calciatori cresciuti nelle giovanili: una sorta di Decreto Crescita ma al contrario, pensato per favorire gli italiani e non gli stranieri.

Piano riforme FIGC – Gli interventi richiesti al governo

Il tutto prevede, però, che il governo faccia la sua parte, con la Federazione che si aspetta degli aiuti concreti dopo aver dimostrato di provare a cambiare il sistema calcio. I punti salienti, dove la FIGC si aspetta sponde importanti dalla politica nazionale, riguardano i temi scommesse (abolizione del divieto di pubblicità e percentuale sul margine dei concessionari) e stadi (cabina di regia con il governo per sbloccare i progetti in essere). Due temi ricorrenti, che però potrebbero essere accompagnati da altri. Come, per esempio, un intervento sui contratti dei calciatori, con una durata che potrebbe essere estesa oltre i cinque anni previsti ora con clausole automatiche. In più ecco degli sgravi fiscali per i giovani.
Ora che il piano è fatto va presentato ai vari attori del calcio italiano, che sicuramente presenteranno le proprie ragioni. Si parte dalla Serie A che vorrebbe più autonomia (punto centrale del proprio progetto di riforma autonomo) senza dimenticare la Serie B e la Lega Pro, quella più colpita dal progetto firmato FIGC. In quest’ottica, l’assemblea straordinaria convocata l’11 marzo per togliere il diritto di veto potrebbe saltare, così da garantire più tempo per esporre al meglio il progetto federale per un nuovo calcio italiano

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Vorrei una coppa Italia a 128 squadre con tabellone tennistico.
Totale 7 partite. La vincente, se non tra le prime 4 in campionato spareggia con la quarta per un posto CL. Chi vince in Champions, chi perde in EL
 

Solo

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La FIGC, presieduta da Gabriele Gravina, sta mettendo a punto il piano di sostenibilità economica da presentare al governo che contiene tutte le modifiche al sistema calcio italiano grazie alle tanto volute riforme da parte delle Federcalcio.
Come riporta l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, all’interno del prospetto da presentare al governo, la FIGC sta valutando un piano che preveda meno squadre iscritte ai vari campionati professionistici, più controlli da parte degli organi competenti in materia regolamentare ed economica e, infine, un numero di retrocessioni ridotte per impattare il meno possibile sui conti delle piccole società. Senza dimenticare Coppa Italia e vivai.


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Poi ecco pronta una mossa politica che permetterebbe alla Serie A di avere più peso nelle decisioni, anche se formalmente continuerà a contare solo per il 12% (tema sollevato dal presidente Casini della Lega di A con richiesta di più autonomia, respinta da Gravina stesso). A quella percentuale si aggiunge il 6% legato al calcio femminile, che di fatto non è che uno specchio della Serie A. Totale 18%. Per quanto riguarda gli altri organismi a pesare di più saranno sempre i Dilettanti (30%), seguiti da calciatori (19%), Serie B (12%), allenatori (9%) e arbitri (2%).
Con questo disegno, la FIGC sembrerebbe quindi accantonare le speranze per una Serie A a 18 squadre, anche se troverebbe la sponda da parte delle big (l’ultima a essersi aggiunta all’elenco è la Lazio di Claudio Lotito). Quindi la massima serie rimane a 20 formazioni, così come la Serie B. Ma a cambiare sarà il sistema delle retrocessioni, visto che la Serie C sarà ridotta di un terzo.

Piano riforme FIGC – Cambiano retrocessioni e promozioni

Si tratta di un sistema simmetrico: due squadre retrocederanno direttamente, mentre ci sarà un playoff fra la terzultima e la quartultima della Serie A (cosa che si vede già nel calcio dilettantistico). Mentre le promozioni dirette in Serie B rimarrebbero due, con i playoff che riguarderebbero solamente terza e quarta che accederebbero direttamente a quella che oggi è la finalissima. Ridotto anche il paracadute per le retrocesse (da 60 a 30 milioni), visto che si considera troppo alto e a totale appannaggio delle retrocesse dalla A e a discapito delle formazioni che rimangono in B.

Piano riforme FIGC – Nuovo format per la Coppa Italia

Nel disegno federale è stata inserita anche la Coppa Italia, che avrà così un nuovo format. Si parte dall’allargamento a tutti i club professionistici con la formula, confermata, della gara secca. Una scommessa per la FIGC, visto che accontenta i tifosi, che chiedono un cambio format da diversi anni, ma un po’ meno la Lega che sta raccogliendo ottimi risultati sia dagli ascolti che dagli incassi.
Una volta sistemata la riforma dei campionati, ecco che si passa forse a quella più scomoda e difficile: contenere le spese e ridurre l’indebitamento generale. Anche se si sta vedendo in Serie A un trend positivo rispetto alle altre stagioni, i conti in generale delle società professionistiche preoccupano e non poco. Quindi ecco la ricetta della FIGC per andare verso un calcio più sostenibile.

Piano riforme FIGC – Norme più stringenti in materia economica

Si parte con criteri più stringenti per quanto riguarda l’iscrizione al campionato. Quindi non solo l’indice di liquidità, ma nuovi parametri sul patrimonio netto che dovrà per forza essere positivo (a oggi per esempio Inter e Roma, e molte altre, sono a rischio) e anche sul risultato d’esercizio, con perdite da ripianare entro quattro mesi. Un cambio di paradigma importante, che però potrebbe essere messo in standby per qualche stagione, così da permettere ai club di adeguarsi alle nuove norme.
Ma non solo i professionisti, le riforme federali riguardano anche giovani e vivai, così da ritornare a riempire il serbatoio di calciatori utilizzabili dalle varie nazionali. Si va dall’aumento dei giocatori provenienti dal vivaio in lista (da 4 a 6) e incentivi alle seconde squadre, anche condivise fra due club. Più innovativa la proposta di un credito fiscale per i contratti dei calciatori cresciuti nelle giovanili: una sorta di Decreto Crescita ma al contrario, pensato per favorire gli italiani e non gli stranieri.

Piano riforme FIGC – Gli interventi richiesti al governo

Il tutto prevede, però, che il governo faccia la sua parte, con la Federazione che si aspetta degli aiuti concreti dopo aver dimostrato di provare a cambiare il sistema calcio. I punti salienti, dove la FIGC si aspetta sponde importanti dalla politica nazionale, riguardano i temi scommesse (abolizione del divieto di pubblicità e percentuale sul margine dei concessionari) e stadi (cabina di regia con il governo per sbloccare i progetti in essere). Due temi ricorrenti, che però potrebbero essere accompagnati da altri. Come, per esempio, un intervento sui contratti dei calciatori, con una durata che potrebbe essere estesa oltre i cinque anni previsti ora con clausole automatiche. In più ecco degli sgravi fiscali per i giovani.
Ora che il piano è fatto va presentato ai vari attori del calcio italiano, che sicuramente presenteranno le proprie ragioni. Si parte dalla Serie A che vorrebbe più autonomia (punto centrale del proprio progetto di riforma autonomo) senza dimenticare la Serie B e la Lega Pro, quella più colpita dal progetto firmato FIGC. In quest’ottica, l’assemblea straordinaria convocata l’11 marzo per togliere il diritto di veto potrebbe saltare, così da garantire più tempo per esporre al meglio il progetto federale per un nuovo calcio italiano

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Francamente l'unica cosa che mi interessa è se stoppano le squadre b. Quest'anno forse è l'anno buono e sarebbe molto italiano che Gravina ci blocchi...
 

MasterGorgo

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Come riporta l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, all’interno del prospetto da presentare al governo, la FIGC sta valutando un piano che preveda meno squadre iscritte ai vari campionati professionistici, più controlli da parte degli organi competenti in materia regolamentare ed economica e, infine, un numero di retrocessioni ridotte per impattare il meno possibile sui conti delle piccole società. Senza dimenticare Coppa Italia e vivai.


Dal documento che dovrebbe essere presentato a breve al governo si parte dal numero di squadre e dal un presupposto: oggi sono troppe. Nel sistema professionistico ci sono, al momento, 100 squadre che dovrebbero essere ridotte a 80. L’intervento sarebbe solo sulla Serie C, che di fatto perderebbe così un girone. Inoltre addio Lega Pro, come organismo di rappresentanza, con l’ultima serie professionistica che sarebbe accorpata alla Serie B.
Poi ecco pronta una mossa politica che permetterebbe alla Serie A di avere più peso nelle decisioni, anche se formalmente continuerà a contare solo per il 12% (tema sollevato dal presidente Casini della Lega di A con richiesta di più autonomia, respinta da Gravina stesso). A quella percentuale si aggiunge il 6% legato al calcio femminile, che di fatto non è che uno specchio della Serie A. Totale 18%. Per quanto riguarda gli altri organismi a pesare di più saranno sempre i Dilettanti (30%), seguiti da calciatori (19%), Serie B (12%), allenatori (9%) e arbitri (2%).
Con questo disegno, la FIGC sembrerebbe quindi accantonare le speranze per una Serie A a 18 squadre, anche se troverebbe la sponda da parte delle big (l’ultima a essersi aggiunta all’elenco è la Lazio di Claudio Lotito). Quindi la massima serie rimane a 20 formazioni, così come la Serie B. Ma a cambiare sarà il sistema delle retrocessioni, visto che la Serie C sarà ridotta di un terzo.

Piano riforme FIGC – Cambiano retrocessioni e promozioni

Si tratta di un sistema simmetrico: due squadre retrocederanno direttamente, mentre ci sarà un playoff fra la terzultima e la quartultima della Serie A (cosa che si vede già nel calcio dilettantistico). Mentre le promozioni dirette in Serie B rimarrebbero due, con i playoff che riguarderebbero solamente terza e quarta che accederebbero direttamente a quella che oggi è la finalissima. Ridotto anche il paracadute per le retrocesse (da 60 a 30 milioni), visto che si considera troppo alto e a totale appannaggio delle retrocesse dalla A e a discapito delle formazioni che rimangono in B.

Piano riforme FIGC – Nuovo format per la Coppa Italia

Nel disegno federale è stata inserita anche la Coppa Italia, che avrà così un nuovo format. Si parte dall’allargamento a tutti i club professionistici con la formula, confermata, della gara secca. Una scommessa per la FIGC, visto che accontenta i tifosi, che chiedono un cambio format da diversi anni, ma un po’ meno la Lega che sta raccogliendo ottimi risultati sia dagli ascolti che dagli incassi.
Una volta sistemata la riforma dei campionati, ecco che si passa forse a quella più scomoda e difficile: contenere le spese e ridurre l’indebitamento generale. Anche se si sta vedendo in Serie A un trend positivo rispetto alle altre stagioni, i conti in generale delle società professionistiche preoccupano e non poco. Quindi ecco la ricetta della FIGC per andare verso un calcio più sostenibile.

Piano riforme FIGC – Norme più stringenti in materia economica

Si parte con criteri più stringenti per quanto riguarda l’iscrizione al campionato. Quindi non solo l’indice di liquidità, ma nuovi parametri sul patrimonio netto che dovrà per forza essere positivo (a oggi per esempio Inter e Roma, e molte altre, sono a rischio) e anche sul risultato d’esercizio, con perdite da ripianare entro quattro mesi. Un cambio di paradigma importante, che però potrebbe essere messo in standby per qualche stagione, così da permettere ai club di adeguarsi alle nuove norme.
Ma non solo i professionisti, le riforme federali riguardano anche giovani e vivai, così da ritornare a riempire il serbatoio di calciatori utilizzabili dalle varie nazionali. Si va dall’aumento dei giocatori provenienti dal vivaio in lista (da 4 a 6) e incentivi alle seconde squadre, anche condivise fra due club. Più innovativa la proposta di un credito fiscale per i contratti dei calciatori cresciuti nelle giovanili: una sorta di Decreto Crescita ma al contrario, pensato per favorire gli italiani e non gli stranieri.

Piano riforme FIGC – Gli interventi richiesti al governo

Il tutto prevede, però, che il governo faccia la sua parte, con la Federazione che si aspetta degli aiuti concreti dopo aver dimostrato di provare a cambiare il sistema calcio. I punti salienti, dove la FIGC si aspetta sponde importanti dalla politica nazionale, riguardano i temi scommesse (abolizione del divieto di pubblicità e percentuale sul margine dei concessionari) e stadi (cabina di regia con il governo per sbloccare i progetti in essere). Due temi ricorrenti, che però potrebbero essere accompagnati da altri. Come, per esempio, un intervento sui contratti dei calciatori, con una durata che potrebbe essere estesa oltre i cinque anni previsti ora con clausole automatiche. In più ecco degli sgravi fiscali per i giovani.
Ora che il piano è fatto va presentato ai vari attori del calcio italiano, che sicuramente presenteranno le proprie ragioni. Si parte dalla Serie A che vorrebbe più autonomia (punto centrale del proprio progetto di riforma autonomo) senza dimenticare la Serie B e la Lega Pro, quella più colpita dal progetto firmato FIGC. In quest’ottica, l’assemblea straordinaria convocata l’11 marzo per togliere il diritto di veto potrebbe saltare, così da garantire più tempo per esporre al meglio il progetto federale per un nuovo calcio italiano

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hei hei hei il mio gulliver mi suggerisce un grosso : WOW!
Praticamente cambia una mazza.
 
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