La
FIGC, presieduta da
Gabriele Gravina, sta mettendo a punto il
piano di sostenibilità economica da presentare al governo che contiene tutte le
modifiche al sistema calcio italiano grazie alle tanto volute
riforme da parte delle Federcalcio.
Come riporta l’edizione odierna de
Il Fatto Quotidiano, all’interno del prospetto da presentare al governo, la FIGC sta valutando un piano che preveda
meno squadre iscritte ai vari campionati professionistici,
più controlli da parte degli organi competenti in materia regolamentare ed economica e, infine, un
numero di retrocessioni ridotte per impattare il meno possibile sui conti delle piccole società. Senza dimenticare
Coppa Italia e
vivai.
Dal documento che dovrebbe essere presentato a breve al governo si parte dal numero di squadre e dal un presupposto: oggi sono troppe. Nel
sistema professionistico ci sono, al momento,
100 squadre che dovrebbero essere
ridotte a 80. L’intervento sarebbe solo sulla
Serie C, che di fatto perderebbe così un girone. Inoltre
addio Lega Pro, come organismo di rappresentanza, con l’ultima serie professionistica che sarebbe
accorpata alla Serie B.
Poi ecco pronta una mossa politica che permetterebbe alla
Serie A di avere più peso nelle decisioni, anche se formalmente continuerà a contare solo per il
12% (tema sollevato dal presidente Casini della Lega di A con richiesta di più autonomia, respinta da Gravina stesso). A quella percentuale
si aggiunge il 6% legato al calcio femminile, che di fatto non è che uno specchio della Serie A.
Totale 18%. Per quanto riguarda gli altri organismi a pesare di più saranno sempre i
Dilettanti (30%), seguiti da
calciatori (19%),
Serie B (12%),
allenatori (9%) e
arbitri (2%).
Con questo disegno, la FIGC sembrerebbe quindi accantonare le speranze per una
Serie A a 18 squadre, anche se troverebbe la sponda da parte delle big (l’ultima a essersi aggiunta all’elenco è la
Lazio di Claudio Lotito). Quindi la massima serie rimane a 20 formazioni, così come la Serie B. Ma a cambiare sarà il
sistema delle retrocessioni, visto che la Serie C sarà ridotta di un terzo.
Piano riforme FIGC – Cambiano retrocessioni e promozioni
Si tratta di un sistema
simmetrico:
due squadre retrocederanno direttamente, mentre ci sarà un
playoff fra la
terzultima e la quartultima della Serie A (cosa che si vede già nel calcio dilettantistico). Mentre le
promozioni dirette in Serie B rimarrebbero due, con i
playoff che riguarderebbero solamente
terza e quarta che accederebbero direttamente a quella che oggi è la finalissima.
Ridotto anche il paracadute per le retrocesse (
da 60 a 30 milioni), visto che si considera troppo alto e a totale appannaggio delle retrocesse dalla A e a discapito delle formazioni che rimangono in B.
Piano riforme FIGC – Nuovo format per la Coppa Italia
Nel disegno federale è stata inserita anche la
Coppa Italia, che avrà così un
nuovo format. Si parte dall’allargamento a
tutti i club professionistici con la formula, confermata, della
gara secca. Una scommessa per la FIGC, visto che accontenta i tifosi, che chiedono un cambio format da diversi anni, ma un po’ meno la Lega che sta raccogliendo ottimi risultati sia dagli ascolti che dagli incassi.
Una volta sistemata la riforma dei campionati, ecco che si passa forse a quella più scomoda e difficile:
contenere le spese e ridurre l’indebitamento generale. Anche se si sta
vedendo in Serie A un trend positivo rispetto alle altre stagioni, i conti in generale delle società professionistiche preoccupano e non poco. Quindi ecco la ricetta della FIGC per andare verso un calcio più sostenibile.
Piano riforme FIGC – Norme più stringenti in materia economica
Si parte con
criteri più stringenti per quanto riguarda l’
iscrizione al campionato. Quindi non solo l’
indice di liquidità, ma nuovi parametri sul
patrimonio netto che dovrà per forza essere
positivo (a oggi per esempio
Inter e
Roma, e molte altre, sono a rischio) e anche sul
risultato d’esercizio, con
perdite da ripianare entro quattro mesi. Un cambio di paradigma importante, che però potrebbe essere messo in standby per qualche stagione, così da permettere ai club di adeguarsi alle nuove norme.
Ma non solo i professionisti, le riforme federali riguardano anche
giovani e
vivai, così da ritornare a riempire il serbatoio di calciatori utilizzabili dalle varie nazionali. Si va dall’
aumento dei giocatori provenienti dal vivaio in lista (da 4 a 6) e
incentivi alle seconde squadre, anche condivise fra due club. Più innovativa la proposta di un
credito fiscale per i contratti dei calciatori cresciuti nelle giovanili: una sorta di Decreto Crescita ma al contrario, pensato per favorire gli italiani e non gli stranieri.
Piano riforme FIGC – Gli interventi richiesti al governo
Il tutto prevede, però, che il governo faccia la sua parte, con la Federazione che si aspetta degli aiuti concreti dopo aver dimostrato di provare a cambiare il sistema calcio. I punti salienti, dove la FIGC si aspetta sponde importanti dalla politica nazionale, riguardano i temi
scommesse (abolizione del divieto di pubblicità e percentuale sul margine dei concessionari) e
stadi (cabina di regia con il governo per sbloccare i progetti in essere). Due temi ricorrenti, che però potrebbero essere accompagnati da altri. Come, per esempio, un
intervento sui contratti dei calciatori, con una
durata che potrebbe essere estesa oltre i cinque anni previsti ora con
clausole automatiche. In più ecco degli
sgravi fiscali per i giovani.
Ora che il piano è fatto va presentato ai vari attori del calcio italiano, che sicuramente presenteranno le proprie ragioni. Si parte dalla
Serie A che vorrebbe più autonomia (punto centrale del proprio progetto di riforma autonomo) senza dimenticare la Serie B e la Lega Pro, quella più colpita dal progetto firmato FIGC. In quest’ottica,
l’assemblea straordinaria convocata l’11 marzo per togliere il diritto di veto potrebbe saltare, così da garantire più tempo per esporre al meglio il progetto federale per un nuovo calcio italiano