Di Marzio:"Tonali tornerà al Milan in futuro".

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Come riportato da Di Marzio, la volontà di Tonali (applaudito da San Siro) è quella di tornare al Milan, un giorno. Poi si vedrà se questo giorno è vicino o molto lontano.
Io gli auguro la sua carriera possa essere una escalation, non gli auguro certo il fallimento e il passo indietro.
Ah già: di Marzio è abituato con gli ingiocabili che vendono e poi chiedono il prestito.
Pensiero italiota.
 

Cantastorie

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Speriamo già l’anno prossimo.
È uno schifo vedere il Milan senza Italiani.
A maggior ragione considerando che in Italia possono arrivare solo stranieri scarsi.
E di nomi ce ne sono: Tonali, Buongiorno, Scalvini, Zappa, Baldanzi, Casadei, Zaniolo, Scamacca.
Se si ha una babele, non si riesce nemmeno a creare un certo cameratismo all’interno del gruppo.
È fattuale. L’Inter, che prima era un’accozzaglia di stranieri e non combinava nulla, adesso sta facendo bene con un gruppo solido di Italiani.
concordo in pieno, credo sia uno dei vari motivi per cui nella parte vincente dell'era Berlusconi eravamo più forti dell'Inter.
Chi gioca in patria è legato a doppio filo alla squadra, per tanti motivi: vive maggiormente la questione tifo, gioca nella nazione/regione/città in cui vive e in cui potrebbe rimanere a vivere, ha un rapporto iniziale con lo staff più diretto ecc, ecc.
In un buon gruppo di connazionali è anche più facile inserire e integrare stranieri, che vengono "trascinati" dal resto del gruppo, mentre in una babele il Rejinders di turno (nome preso a caso tra i nuovi arrivati, e solo per fare un esempio, nulla contro di lui) può pensare: "ma a me cosa cambia se vinco o perdo il Derby o se quest'anno il Milan va male? al limite a fine anno me ne vado a giocare da un'altra parte, magari in un'altra nazione".

tutto ciò deriva da quel dannato decreto crescita che nel calcio fa solo danni.
Ci si riempie di stranieri, convinti di pagarli meno, o di potersi così permettere giocatori più forti a pari ingaggio, per poi ritrovarsi a:
  1. diventare matti per farli rinnovare
  2. renderli invendibili se non in campionati super-top (perchè lo stipendio lordo per chi compra è più pesante)
  3. come già detto ad avere giocatori disaffezionati
 

Giek

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concordo in pieno, credo sia uno dei vari motivi per cui nella parte vincente dell'era Berlusconi eravamo più forti dell'Inter.
Chi gioca in patria è legato a doppio filo alla squadra, per tanti motivi: vive maggiormente la questione tifo, gioca nella nazione/regione/città in cui vive e in cui potrebbe rimanere a vivere, ha un rapporto iniziale con lo staff più diretto ecc, ecc.
In un buon gruppo di connazionali è anche più facile inserire e integrare stranieri, che vengono "trascinati" dal resto del gruppo, mentre in una babele il Rejinders di turno (nome preso a caso tra i nuovi arrivati, e solo per fare un esempio, nulla contro di lui) può pensare: "ma a me cosa cambia se vinco o perdo il Derby o se quest'anno il Milan va male? al limite a fine anno me ne vado a giocare da un'altra parte, magari in un'altra nazione".

tutto ciò deriva da quel dannato decreto crescita che nel calcio fa solo danni.
Ci si riempie di stranieri, convinti di pagarli meno, o di potersi così permettere giocatori più forti a pari ingaggio, per poi ritrovarsi a:
  1. diventare matti per farli rinnovare
  2. renderli invendibili se non in campionati super-top (perchè lo stipendio lordo per chi compra è più pesante)
  3. come già detto ad avere giocatori disaffezionati
Perfetto
 

luigi61

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Molto complesso. C'è un costo del cartellino da abbassare, c'è un guadagno che il ragazzo deve fare. Minimo tra due stagioni.

Comunque calma, perchè ora è pieno di malinconia, ma attenzione che se dovesse comunque fare bene ed adattarsi al calcio britannico potrebbe ambire ad un Manchester più che ad un Milan.
Concordo, da tempo immemore Milan e ambizione non stanno più nella stessa frase
 
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