Casini:”Ritorno Superlega fondi e media company…”

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Casini presidente della Lega:” L'assemblea è terminata, fra i punti di interesse l'approvazione del consuntivo, poi si è discusso del progetto media company e delle licenze nazionali. Su quest'ultimo punto si è dato conto del lavoro svolto con la Federazione, per esempio nella riunione di lunedì. Si sta procedendo bene, d'intesa con la FIGC, per avere un modello di sostenibilità economico-finanziario per avere nuovi criteri per il triennio 2023-2025, le licenze saranno approvate in Consiglio Federale il 31 ottobre. Il progetto media company parte ormai due anni fa, la Lega ha cominciato a discuterlo anche in relazione a offerte avviate da fondi d'investimento, da allora il progetto è stato ripreso in modo tecnico per capire i pro e i contro della creazione di una società strumentale della Lega per una serie di attività che già svolge. La Lega è già una media company a livello oggettivo, si tratta di capire quanto conviene far eseguire queste attività in una forma diversa. C'era all'ordine del giorno l'elezione di un consigliere non indipendente, c'è un iter lungo e questo giro non ha portato all'elezione, tra due settimane ci sarà un'altra assemblea per arrivare all'elezione sempre con maggioranza di due terzi".

Avete ricevuto offerte dai fondi? Che offerte ci sono state?
"La Serie A non ha ricevuto vere e proprie solo offerte, ma solo manifestazioni d'interesse: i fondi che seguono la Serie A sono numerosi, anche più di quelli emersi sui giornali. La Serie A è un investimento importante, con grandi margini di crescita. Il clima d'assemblea è molto buono, i prossimi mesi sono decisivi per il futuro della Serie A, adesso non ci sono accelerazioni".

C'è stato un approccio con nuovi broadcaster relativi ai diritti TV del prossimo triennio? Quanto tempo serve per il bando?
"Al momento, c'è una interlocuzione dei nostri uffici con le autorità per le linee guida. Una volta approvate, allora si potrà procedere alla pubblicazione del bando. Sulle linee guida siamo già in anticipo rispetto a quanto accadeva normalmente, c'è un po' di tempo. Non ci sono contatti con broadcaster, poi ci sarà il bando. È invece importante un tema emerso in assemblea: bisognerà lavorare, come fatto per l'estero, dove devo dire Governo e Parlamento hanno accolto un'istanza che veniva da molti anni, per rivedere il limite di tre anni sulla durata di commercializzazione dei diritti nazionali, per attirare nuovi investimenti".

C'è già accordo fra i club sulla questione?
"Sì, le società hanno manifestato la volontà che la legge Melandri sia modificata su questi aspetti".

Come mai non se n'è parlato quando sono cambiate le regole sull'estero?
"Un giorno forse la porterò con me in Parlamento... Non è così semplice, serve ampio consenso a livello di club e di forze politiche".

La Superlega è tornata d'attualità. Se n'è parlato in assemblea?
"No, non se n'è parlato. Ovviamente le società interessate avevano avvisato la Lega, eravamo stati avvisati e mi sembra un passaggio programmatico. Si comprendono le ragioni alla base della Superlega, ora si sta ragionando in modo diverso, ed è ovvio che la Lega segue con interesse e preoccupazione l'evolversi della vicenda".

La modifica della durata della concessione dei diritti TV è compatibile col prossimo bando?
"Sì, anche a livello temporale. Non è un emendamento complesso".

Per il tema Superlega sarebbe accettabile che Inter, Milan e Juve giocassero entrambe le competizioni?
"Secondo me va chiesto alla UEFA, prima che a noi".

Ha detto che le società interessate vi hanno avvisati circa il ritorno della Superlega. È una formula generica per fare riferimento alla Juventus o vuol dire che Inter e Milan sono tuttora interessate?
"È una formula che copre le società interessate".

Ma quando l'hanno avvisata?
"Prima che divenisse di dominio pubblico".

Il progetto media company può essere uno strumento per aprirsi all'ingresso dei fondi?
"Non è sbagliato, ma non è necessariamente collegato. Il progetto media company guarda a quello che la Lega già sta facendo: queste sono attività proprie di una media company, solo che le sta facendo attraverso una forma non giuridicamente riconosciuta, forse non la più idonea. Il progetto media company può servire a rendere la Lega più rispondente a queste necessità. Astrattamente, in questo modo la Lega potrebbe diventare più attrattiva".
 
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