Arabi vogliono NBA del calcio. Ceferin all'ultima crociata.

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Repubblica: per spiegare come mai Aleksander Ceferin non sarà fisicamente tra i po- tenti del calcio, domani a Gedda, bisogna partire da più lontano. Collegarsi da remoto a un consiglio della Fifa non è uno sgarbo istituzionale. Ma la sua assenza è una tessera che si inserisce nel mosaico geopolitico del pallone. LaUefa è un sistema di cui Ceferin non è solo presidente, ma quasi monarca assoluto. Il suo consenso è solidissimo, ancor di più dopo che, nel Consiglio della settimana scorsa, ha ottenuto dal comitato esecutivo di poter modificare lo statuto per poter andare oltre il terzo mandato, anche se mancano più di tre anni alla scadenza. Ha votato sì anche il n.1 della Figc Gravina (che senza l’innalzamento della soglia da 70 a 75 anni di età per l’esecutivo tra 3 anni sarebbe fuori gioco). Contrari solo alcuni inglesi guidati da David Gill, ex ceo dello United. Quella di Ceferin è quasi una dichiarazione d’intenti: all’orizzonte infatti si sta allungando il campo della battaglia che sta più a cuore al leader del calcio europeo. Giovedì la Corte di Giustizia europea pubblicherà alle 9 della mattina la sentenza sul monopolio esercitato dalla Uefa sul calcio europeo e sul possibile abuso di posizione dominante. Una questione che coinvolge la Fifa, e che è nata dal naufragato progetto della Superlega del 2021. Un progetto contro cui Ceferin ha armato la sua crociata politica, che ne ha saldato il consenso. La Uefa si sente convinta che la sentenza non stravolgerà l’universo del calcio per come lo conosciamo. E difficilmente ci troveremo di fronte a un terremoto, a una nuova sentenza Bosman capace di smontare il sistema attuale in un solo colpo. Ma anche gli ottimisti più ottimisti non possono dormire sereni. Il peso reale della sentenza infatti dipenderà da quanto inciderà sul potere sanzionatorio della Uefa: i club potranno parlare con altri possibili organizzatori di eventi paralleli senza che la Uefa possa per questo punirli? In questo caso la partita si riaprirebbe bruscamente.
La società A22, mamma della Superlega 2021, ha continuato a lavorare per presentare un progetto nuovo, ripensato, allargato a molte più squadre rispetto alle famose 12 di due anni fa.

Ieri lo ha comunicato la società stessa annunciando l’intenzione di lanciare un formato di competizioni europee aperto per più di 60 club, ma a una condizione: «Potremo presentare la nostra proposta se il monopolio finirà». Ma A22 non sarebbe la sola. Anche i sauditi lavorano in modo tutt’altro che segreto a un progetto simile: un super torneo su base globale che metta di fronte i migliori club del mondo. Una Nba del calcio trainata dalle risorse illimitate del fondo sovrano di Riad. Anche per questo a Gedda Ceferin non si farà vedere: dopo l’estate di saccheggi alle squadre europee da parte dell’Arabia, e con lo spettro di un progetto Superlega a trazione saudita, i rapporti tra l’Europa del calcio e il regno di Bin Salman sono gelidi.

La Uefa, consapevole di come il mondo dello sport penda in quella direzione — guardate come Liv sta portando in Arabia i migliori giocatori di golf sottraendoli al Pga tour americano — ha provato a blindarsi, la Champions League ha contratti pluriennali con le tv e a Nyon sono convinti sia la mossa che impedirà ad altri di trovare clienti tra i broadcaster europei. Ma la sfida si gioca comunque su un periodo di tempo più lungo. E Ceferin vuole proseguire la propria crociata anche oltre la scadenza del terzo mandato. Come nel 2020 e nel 2021 aveva alzato il proprio stipendio, ora è pronto a prolungare la sua permanenza al vertice. La riforma sarà ratificata a febbraio al Congresso della Uefa. L’unico che potrebbe impedirlo è Ceferin stesso.
Basta dai finita, lo sport è morto, solo business e truffe, il calcio poi non ne parliamo,
ci girano talmente tanti soldi attorno che prima o poi arriveranno a fare le guerre per
accaparrarsi la gestione..
 

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Repubblica: per spiegare come mai Aleksander Ceferin non sarà fisicamente tra i po- tenti del calcio, domani a Gedda, bisogna partire da più lontano. Collegarsi da remoto a un consiglio della Fifa non è uno sgarbo istituzionale. Ma la sua assenza è una tessera che si inserisce nel mosaico geopolitico del pallone. LaUefa è un sistema di cui Ceferin non è solo presidente, ma quasi monarca assoluto. Il suo consenso è solidissimo, ancor di più dopo che, nel Consiglio della settimana scorsa, ha ottenuto dal comitato esecutivo di poter modificare lo statuto per poter andare oltre il terzo mandato, anche se mancano più di tre anni alla scadenza. Ha votato sì anche il n.1 della Figc Gravina (che senza l’innalzamento della soglia da 70 a 75 anni di età per l’esecutivo tra 3 anni sarebbe fuori gioco). Contrari solo alcuni inglesi guidati da David Gill, ex ceo dello United. Quella di Ceferin è quasi una dichiarazione d’intenti: all’orizzonte infatti si sta allungando il campo della battaglia che sta più a cuore al leader del calcio europeo. Giovedì la Corte di Giustizia europea pubblicherà alle 9 della mattina la sentenza sul monopolio esercitato dalla Uefa sul calcio europeo e sul possibile abuso di posizione dominante. Una questione che coinvolge la Fifa, e che è nata dal naufragato progetto della Superlega del 2021. Un progetto contro cui Ceferin ha armato la sua crociata politica, che ne ha saldato il consenso. La Uefa si sente convinta che la sentenza non stravolgerà l’universo del calcio per come lo conosciamo. E difficilmente ci troveremo di fronte a un terremoto, a una nuova sentenza Bosman capace di smontare il sistema attuale in un solo colpo. Ma anche gli ottimisti più ottimisti non possono dormire sereni. Il peso reale della sentenza infatti dipenderà da quanto inciderà sul potere sanzionatorio della Uefa: i club potranno parlare con altri possibili organizzatori di eventi paralleli senza che la Uefa possa per questo punirli? In questo caso la partita si riaprirebbe bruscamente.
La società A22, mamma della Superlega 2021, ha continuato a lavorare per presentare un progetto nuovo, ripensato, allargato a molte più squadre rispetto alle famose 12 di due anni fa.

Ieri lo ha comunicato la società stessa annunciando l’intenzione di lanciare un formato di competizioni europee aperto per più di 60 club, ma a una condizione: «Potremo presentare la nostra proposta se il monopolio finirà». Ma A22 non sarebbe la sola. Anche i sauditi lavorano in modo tutt’altro che segreto a un progetto simile: un super torneo su base globale che metta di fronte i migliori club del mondo. Una Nba del calcio trainata dalle risorse illimitate del fondo sovrano di Riad. Anche per questo a Gedda Ceferin non si farà vedere: dopo l’estate di saccheggi alle squadre europee da parte dell’Arabia, e con lo spettro di un progetto Superlega a trazione saudita, i rapporti tra l’Europa del calcio e il regno di Bin Salman sono gelidi.

La Uefa, consapevole di come il mondo dello sport penda in quella direzione — guardate come Liv sta portando in Arabia i migliori giocatori di golf sottraendoli al Pga tour americano — ha provato a blindarsi, la Champions League ha contratti pluriennali con le tv e a Nyon sono convinti sia la mossa che impedirà ad altri di trovare clienti tra i broadcaster europei. Ma la sfida si gioca comunque su un periodo di tempo più lungo. E Ceferin vuole proseguire la propria crociata anche oltre la scadenza del terzo mandato. Come nel 2020 e nel 2021 aveva alzato il proprio stipendio, ora è pronto a prolungare la sua permanenza al vertice. La riforma sarà ratificata a febbraio al Congresso della Uefa. L’unico che potrebbe impedirlo è Ceferin stesso.
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