Angelo Carbone (giovanili) sul razzismo e intolleranza

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Angelo Carbone, ex calciatore del Milan che attualmente ricopre il ruolo di responsabile del settore giovanile del club rossonero, ad Eurosport parla del razzismo e dell'intolleranza,

"All'interno del Settore Giovanile del Milan cerchiamo di far crescere i ragazzi sia come calciatori che come persone. Dicevo prima che uno dei valori fondamentali che trasmette lo sport e il calcio in particolare è il rispetto per i compagni e per gli avversari, rispetto a 360°. Nel corso degli anni abbiamo realizzato diverse iniziative anche in collaborazione con Fondazione Milan sul tema del rispetto verso qualsiasi forma di razzismo. A gennaio con tre nostri atleti sono stato a Roma per l'iniziativa Un calcio al razzismo”, nell'ambito delle celebrazioni per la Giornata della Memoria. Lì abbiamo discusso di equità, inclusione, lotta alla violenza negli stadi. È stato importante aver coinvolto i giovani calciatori italiani perché noi siamo chiamati a dare loro gli strumenti per essere atleti e uomini migliori che a loro volta, nella vita e nello sport, possano trasmettere valori positivi. Solo in questo modo possiamo alimentare un circolo virtuoso.

Quando Boateng scaglio il pallone in tribuna? Penso sia stato un gesto comprensibile e istintivo nei confronti di chi ha voluto rovinare un pomeriggio di sport, una semplice amichevole in un clima di festa. Se ancora oggi si parla della reazione di Boateng il suo gesto è stato efficace, anche se purtroppo alcuni episodi razzisti nel mondo dello sport sono ancora presenti".

Il Milan, come tutti i club di Serie A, ha sottoscritto il "Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport". In che modo, a suo avviso, i media possono offrire un contributo per diffondere i valori del rispetto, dell'inclusione e del fair play? E quanto è importante il loro ruolo?

"I media hanno un ruolo importantissimo nella lotta al razzismo e nella valorizzazione di esperienze di fair play. Penso che sia giusto parlare di episodi di violenza, raccontarli per evitare che si ripetano, ma sia importante allo stesso modo raccontare le esperienze e le iniziative, anche piccole, che vengono realizzate proprio per trasmettere i valori positivi sia a livello di prime squadre che nei settori giovanili. Noi siamo stati orgogliosi di firmare il Manifesto e di essere stati presenti all'evento “Un calcio al razzismo- Personalmente sono orgoglioso di quanto fatto del Club per cui ho giocato e per cui lavoro. Il Milan ha realizzato diverse iniziative per la lotta a ogni forma di razzismo in particolare negli stadi. Vorrei ricordare, solo per fare alcuni esempi, il video del capitano Alessio Romagnoli, la lettera aperta dei Club di serie A che il Milan ha promosso e non ultimo le magliette realizzate e indossate dai calciatori durante il warm up di Juventus-Milan del 12 giugno con la scritta “black lives matter”.Teniamo alta l'attenzione, sempre, ogni singolo piccolo comportamento positivo può rappresentare la forza necessaria per innescare la caduta di una prima tesserina del domino che piano piano ne abbatte un'altra e poi un'altra ancora, fino a sconfiggere insieme ogni forma di razzismo".
 

gabri65

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Angelo Carbone, ex calciatore del Milan che attualmente ricopre il ruolo di responsabile del settore giovanile del club rossonero, ad Eurosport parla del razzismo e dell'intolleranza,

"All'interno del Settore Giovanile del Milan cerchiamo di far crescere i ragazzi sia come calciatori che come persone. Dicevo prima che uno dei valori fondamentali che trasmette lo sport e il calcio in particolare è il rispetto per i compagni e per gli avversari, rispetto a 360°. Nel corso degli anni abbiamo realizzato diverse iniziative anche in collaborazione con Fondazione Milan sul tema del rispetto verso qualsiasi forma di razzismo. A gennaio con tre nostri atleti sono stato a Roma per l'iniziativa Un calcio al razzismo”, nell'ambito delle celebrazioni per la Giornata della Memoria. Lì abbiamo discusso di equità, inclusione, lotta alla violenza negli stadi. È stato importante aver coinvolto i giovani calciatori italiani perché noi siamo chiamati a dare loro gli strumenti per essere atleti e uomini migliori che a loro volta, nella vita e nello sport, possano trasmettere valori positivi. Solo in questo modo possiamo alimentare un circolo virtuoso.

Quando Boateng scaglio il pallone in tribuna? Penso sia stato un gesto comprensibile e istintivo nei confronti di chi ha voluto rovinare un pomeriggio di sport, una semplice amichevole in un clima di festa. Se ancora oggi si parla della reazione di Boateng il suo gesto è stato efficace, anche se purtroppo alcuni episodi razzisti nel mondo dello sport sono ancora presenti".

Il Milan, come tutti i club di Serie A, ha sottoscritto il "Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport". In che modo, a suo avviso, i media possono offrire un contributo per diffondere i valori del rispetto, dell'inclusione e del fair play? E quanto è importante il loro ruolo?

"I media hanno un ruolo importantissimo nella lotta al razzismo e nella valorizzazione di esperienze di fair play. Penso che sia giusto parlare di episodi di violenza, raccontarli per evitare che si ripetano, ma sia importante allo stesso modo raccontare le esperienze e le iniziative, anche piccole, che vengono realizzate proprio per trasmettere i valori positivi sia a livello di prime squadre che nei settori giovanili. Noi siamo stati orgogliosi di firmare il Manifesto e di essere stati presenti all'evento “Un calcio al razzismo- Personalmente sono orgoglioso di quanto fatto del Club per cui ho giocato e per cui lavoro. Il Milan ha realizzato diverse iniziative per la lotta a ogni forma di razzismo in particolare negli stadi. Vorrei ricordare, solo per fare alcuni esempi, il video del capitano Alessio Romagnoli, la lettera aperta dei Club di serie A che il Milan ha promosso e non ultimo le magliette realizzate e indossate dai calciatori durante il warm up di Juventus-Milan del 12 giugno con la scritta “black lives matter”.Teniamo alta l'attenzione, sempre, ogni singolo piccolo comportamento positivo può rappresentare la forza necessaria per innescare la caduta di una prima tesserina del domino che piano piano ne abbatte un'altra e poi un'altra ancora, fino a sconfiggere insieme ogni forma di razzismo".

A far crescere umanamente i giovani ci dovrebbero pensare i genitori. Al Milan dovrebbero crescere come giocatori. A quanto pare non funziona né l'una né l'altra., visto che degli scarsoni poi si ritrovano a navigare nell'oro e non sanno nemmeno cosa significa il senso di attaccamento alla squadra, il sacrificio e il rispetto verso i tifosi.
 
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