Gullit non era fresco pallone d'oro, lo vinse durante la prima stagione da noi.
Lo Sporting Gijon non venne eliminato con un complessivo 4-0, visto che perdemmo l'andata 1-0.
L'Espanyol non espugnò San Siro, ma il neutro di Lecce.
Rijkaard giocò tutta la prima stagione (1988-89) da centrale difensivo, a causa dell'infortunio di Filippo Galli. L'infortunio di Evani prima del ritorno col Real Madrid costrinse Sacchi a schierare il giovane Costacurta (che da quel momento divenne titolare inamovibile), ma Ancelotti venne schierato a sinistra al posto di Chicco, non di fianco a Rijkaard come mostri nel tuo schema. In realtà Ancelotti e Rijkaard non giocarono quasi mai come coppia centrale di centrocampo con Sacchi, come invece sarebbe avvenuto nel primo anno di Capello nei rari casi in cui Albertini era assente. Sacchi schierava un perno davanti alla difesa (Rijkaard o Ancelotti), due stantuffi laterali (Colombo ed Evani) e davanti a loro la vera chiave di volta di tutto il suo gioco, il giocatore più sottovalutato degli ultimi 30 anni a livello mondiale, Roberto Donadoni. Il quale teoricamente occupava un ruolo di rifinitore dietro le punte, ma in realtà si spostava a destra o sinistra per creare combinazioni con le due coppie di fascia (i terzini sovrapponevano come ossessi in quella squadra).
Squadra meravigliosa, ma col grave difetto di segnare troppo poco per la mole di gioco prodotta. Oserei dire che il pressing ultraoffensivo diventava un'arma controproducente in certe occasioni, contro avversari rintanati ad oltranza, perchè riduceva drasticamente gli spazi di manovra. Non va dimenticato che in quegli anni perdemmo con Ascoli, Cremonese, Atalanta, Cesena, Lazietta di Materazzi... Inoltre la presenza di Colombo a destra (e poi Carbone, Fuser o Gaudenzi nel 1991), ovvero uno stantuffo necessario al pressing e alla copertura del terzino, ma praticamente inesistente a livello di pericolosità offensiva, privava la squadra di imprevedibilità offensiva. Bastò una semplice mossa di Capello (Gullit all'ala destra e due punte, con Evani o Donadoni e poi Lentini dall'altra parte) a rendere quella squadra realmente imbattibile, con una serie di record nazionali ed internazionali destinati a durare forse in eterno (di cui il più incredibile secondo me non fu quello delle 58 partite utili o del record di Rossi, ma dell'incredibile quoziente reti di 44:4 nelle due Champions 1993 e 1994). Arrivammo alla finale del 1993 con un ruolino di 10 vittorie su 10 e un quoziente reti 23:1! Di gran lunga la squadra di club più forte mai esistita.