[Storia] Il Liverpool di Bill Shankly - Parte II

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Siamo nell'annata '75-76 quando il Liverpool conquista la sua nona First Division e la sua seconda Coppa Uefa, mentre l'anno successivo arriva non solo il decimo titolo inglese ma anche la prima Coppa dei Campioni.
Il Liverpool aveva ottenuto l'accesso alla massima competizione europea grazie alla conquista del titolo nazionale l'anno precedente, incontrando così gli irlandesi del Crusaders, schiantati con un totale di 7-0 tra andata e ritorno.
Negli ottavi, dopo l'incredibile sconfitta in terra turca, contro il Trabzonspor, il Liverpool riesce a conquistare la qualificazione con un netto 3-0 in casa.
Nei quarti di finale la sfida più impegnativa, contro il Saint-Etienne di Robert Herbin, l'anno prima finalista di Coppa dei Campioni contro il Bayern Monaco.
Nella partita d'andata il Liverpool perde 1-0 nell'inespugnabile Geoffroy Guichard di Saint-Etienne, così la squadra inglese recupererà il risultato soltanto nella partita di ritorno, vincendo per 3-1 e sancendo la fine dell'epopea della squadra francese.
In semifinale è facile il totale di 6-1 allo Zurigo, così il 25 maggio del 1977, nello Stadio Olimpico di Roma, si gioca la ventiduesima finale di Coppa dei Campioni tra Borussia Moenchengladbach e Liverpool.
I tedeschi già da due anni si laureavano campioni di Germania, insidiando, tra la mura di casa, il primato del fortissimo Bayern Monaco, campione d'Europa in carica da tre anni.
I tedeschi vantavano così tra le proprie fila giocatori del calibro di Berti Vogts, Rainer Bonhof, Jupp Heynckes, tutti campioni del mondo in carica, oltre ad uno straripante Allan Simonsen che nelle premiazioni per il pallone d'oro di quell'anno supererà, per tre voti, proprio Kevin Keegan. Il Liverpool si dispone secondo il classico 4-4-2:

Clemence
Neal Hughes Smith Jones
Callaghan McDermott Case Kennedy
Keegan Heighway​

La maggior parte della prima frazione di gioco è nel segno degli inglesi, infatti a parte un palo colpito da Bonhof, è dominio Liverpool che al 28' trova il vantaggio con McDermott; soltanto nel finale del primo tempo c'è la reazione dei tedeschi che si concretizza agli inizi della seconda frazione di gioco con una fucilata dal limite di Simonsen, il Borussia cerca il 2-1 ma il Liverpool si difende bene e al 64' un'incornata del sempreverde Smith porta in vantaggio gli inglesi.
La partita si chiude al minuto 82' quando Vogts stende in area Keegan e Neal realizza dal dischetto. 3-1, il Liverpool è per la prima volta campione d'Europa.

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Il Liverpool di Paisley diventa una macchina inarrestabile e l'anno successivo bissa il successo europeo, vince la Supercoppa UEFA contro l'Amburgo, la sua sesta Community Shield e si ferma soltanto al secondo posto in campionato, alle spalle di un'altra straordinaria squadra inglese, il Nottingham Forest di Brian Clough.
In Europa il cammino è eccezionale, nella partita d'andata degli ottavi il Liverpool supera per 5-1 la Dinamo Dresda, concedendosi così nella partita di ritorno di essere sconfitto per 2-1.
Ai quarti il Liverpool elimina con un complessivo 6-2 il Benfica e in semifinale sconfigge di nuovo il Borussia Moenchengladbach per 3-0 dopo la sconfitta dell'andata per 2-1.
In finale, il 10 maggio, il Liverpool trova forse la vera protagonista di quest'edizione della Coppa dei Campioni, il Club Bruges di Happel, di cui abbiamo già parlato nell'articolo dedicato all'allenatore austriaco.
Il Liverpool sfrutta al 64' l'unica amnesia difensiva della squadra belga che con una partita difensivamente perfetta aveva reso sterile il dominio territoriale del Liverpool, almeno fino a quel minuto, quando Souness imbecca Dalglish che batte il portiere avversario e fa 1-0, così il Liverpool è per la seconda volta Campione d'Europa.
A confezionare il successo saranno due delle facce nuove che presenta la squadra, rimasta però invariata nell'indirizzo tattico e nella sua forza.
A centrocampo infatti arriva il forte regista scozzese Graeme Souness che in finale giocherà accanto a McDermott con spostamento di Case sulla fascia destra, mentre in attacco c'è Kenny Dalglish, acquistato in estate dal Celtic, in sostituzione di Kevin Keegan, affiancato da David Fairclough; inoltre in difesa nuova coppia di centrali con il giovane scozzese Alan Hansen, in sostituzione del vecchio Smith, e la promozione a titolare di Phil Thompson, con relativo spostamento di Huges terzino sinistro.

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Il Liverpool ormai si è avviato ad una serie interminabile di successi e sembra poter ricalcare le orme di squadre come l'Ajax o come il Bayern Monaco.
Nella stagione successiva, però, le aspettative del Liverpool verranno frustrate dalla beffarda urna di Coppa dei Campioni che li metterà contro, già nei sedicesimi di finale, contro il Nottingham Forest che l'anno prima li aveva superati nella corsa al titolo d'Inghilterra.
Il Liverpool viene così eliminato dopo la sconfitta per 2-0 all'andata e in seguito allo 0-0 del ritorno.
I Reds però si prenderanno la loro rivincita superando loro, questa volta, i rivali nella corsa alla First Division, il che consente al Liverpool di tornare in Coppa dei Campioni già dalla stagione successiva.
L'anno dopo il Liverpool vince la Community Shield e di nuovo il campionato, in Coppa dei Campioni invece viene eliminato di nuovo al primo turno dalla Dinamo Tbilisi, venendo costretto a veder vincere i rivali del Nottingham per il secondo anno consecutivo in Coppa dei Campioni, i quali li raggiunsero 2-2 in una particolarissima partita alla conquista della massima competizione europea, ormai monopolizzata dalle due squadre inglesi.

Siamo nella stagione 1980-81 quando il Liverpool centra la sua terza Coppa dei Campioni dopo i due anni di purgatorio europeo alle spalle dei rivali di Nottingham, successo che però andrà a scapito della First Division, dove si piazzerà soltanto al quinto posto.
Il Liverpool trova nei sedicesimi l'Oulun Palloseura che fermerà incredibilmente il Liverpool per 1-1 tra le mura di casa, salvo poi perdere nella partita di ritorno addirittura 10-1.
Negli ottavi ancora una partita semplice per il Liverpool che supera complessivamente 5-0 l'Aberdeen di un Sir Alex Ferguson agli esordi, quindi 6-1 al CSKA Sofia nei quarti.
La cavalcata inglese è inarrestabile, il Nottingham si è fermato invece già nel turno precedente proprio col CSKA Sofia, così in semifinale il Liverpool supera soltanto per la regola dei goal fuori casa, dopo uno 0-0 ed un 1-1 il Bayern Monaco.
In finale quindi il big match con il rinato Real Madrid di Vujadin Boskov, assente da una finale di Coppa dei Campioni dal '66, anno del loro sesto successo.
La finale è il 27 maggio, al Parc des Princes, e il Liverpool non è molto diverso dalla finale di tre anni prima, le uniche differenze di formazioni prevedono Alan Kennedy terzino sinistro al posto di Hughes, quindi Lee al posto di Case partente dalla panchina.
La partita è molto tattica, le squadre sono molto attente a non subire anziché offendere, così il match si deciderà soltanto al minuto 82' con una poderosa percussione di Alan Kennedy, favorita da uno svarione di Cortes, a permettere al terzino sinistro di calciare in rete il goal dell'1-0.
Il Liverpool è per la terza volta campione d'Europa, al pari di Ajax e Bayern, dietro soltanto al Real sei volte campione.

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La storia del Liverpool, però, non è finita qui.
Il Liverpool infatti continua a macinare campionati e vince le due First Division dell'82 e dell'83, fino all'estate dello stesso anno quando Bob Paisley deciderà di lasciare la guida della squadra al suo secondo, proprio come Shankly fece con lui, cioè Joe Fagan.

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Fagan alla sua prima stagione in panchina centra subito una First Division e la quarta Coppa dei Campioni.
In Coppa dei Campioni i Reds superano al primo turno l'Odense per 6-0, negli ottavi invece è dura la qualificazione dopo lo 0-0 di Anfield che costringe il Liverpool a superare l'Atletic Bilbao in Spagna con un risicato 1-0, nei quarti invece c'è il Benfica che il Liverpool sconfigge 1-0 all'andata e 4-1 al ritorno mentre in semifinale la Dinamo Bucarest cadrà prima 1-0 poi 2-1, fino alla finale dell'Olimpico, proprio lo stadio dove il Liverpool aveva dato il via ai suoi successi. All'Olimpico il Liverpool trova i padroni di casa, nonché campioni d'Italia in carica della Roma del barone Nils Liedholm.
Il Liverpool invece si schiera col solito credo di gioco, memorabile il dossier sulla Roma stracciato da mister Fagan durante un allenamento qualche giorno prima della finale, quando Fagan ordinò ai ragazzi di giocare come sapevano senza curarsi dell'avversario, infatti sarebbe stata la Roma a dover avere paura del Liverpool e non viceversa.

Il Liverpool è una squadra rinnovata rispetto all'ultima finale, infatti tra i pali il leggendario Ray Clemence, tre volte campione d'Europa, viene ceduto nell'estate dell'81 al Tottenham e al suo posto arriva l'eccentrico Bruce Grobbelaar; la difesa è la stessa della scorsa vittoria, a parte l'innesto di Lawrenson al posto di Thompson, ceduto allo Sheffield United; a centrocampo McDermott torna al Newcastle nell'82, così come Kennedy che si trasferisce allo Swansea e al loro posto arrivano quindi Whelan e Johnston; in attacco, infine, stazione ancora l'intramontabile Danny Dalglish che stavolta fa coppia con l'implacabile Ian Rush.

Grobbelaar
Neal Hansen Lawrenson Kennedy
Johnston Souness Lee Whelan
Dalglish Rush​

Il Liverpool è addirittura al quarto appuntamento di questo tipo, impresa riuscita fino ad allora soltanto al Real Madrid e quindi l'esperienza degli inglesi si fa sentire sui fragili nervi dei giocatori della Roma, a giocarsi per la prima volta un traguardo così grande ed importante.
La Roma, tuttavia, parte bene ma ben presto il Liverpool trova il vantaggio col rocambolesco goal di Neal nato da una carica dell'inglese Johnston al portiere romanista con relativo disimpegno sbagliato di Bonetti; il Liverpool si avvia verso il 2-0 con Ian Rush ma stavolta Tancredi fa perdonare il pasticcio difensivo precedente e salva il risultato, al che sarà il bomber Roberto Pruzzo, con un colpo di testa, a riportare il risultato sulla parità, da un cross del solito Bruno Conti, l'ala più forte di quegli anni.
Nella ripresa la Roma regge l'urto inglese dopo l'uscita prematura dal campo di Pruzzo a causa di un infortunio, il risultato resta sull'1-1 e così fino ai supplementari.
Per la prima volta nella storia la Coppa si assegnerà ai calci di rigore:
Cominciano gli inglesi, batte Nicol, subentrato in partita a Johnston, e sbaglia il primo rigore calciando alto, per la Roma sul dischetto va Di Bartolomei che invece insacca con un tiro centrale e porta la Roma in vantaggio.
È il turno di Neal che non sbaglia spiazzando il portiere ma l'errore di Bruno Conti, che spara alto, riporta il risultato sulla parità.
Il terzo tiratore degli inglesi è Souness, gran tiro di destro che finisce sotto il sette e Liverpool in vantaggio ma il tiro dal dischetto di Righetti porta di nuovo in parità il risultato.
Tocca a Ian Rush, piattone destro e palla nell'angolino basso, mentre per la Roma c'è Ciccio Graziani; Grobbelaar si avvia verso la porta e realizza il suo storico balletto sulla linea di porta, Graziani va al tiro e la palla scheggia la traversa impennando.
È il tiro decisivo, se Kennedy la mette dentro il Liverpool diventa campione d'Europa: rincorsa, tocco morbido e goal, il Liverpool diventa per la quarta volta campione d'Europa mentre la Roma dovrà fermarsi in finale, storico traguardo mai più eguagliato.

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Joe Fagan resterà per un altro anno sulla panchina del Liverpool ma non riuscirà a vincere alcun titolo, finendo secondo dietro l'Everton in campionato e perdendo la finale di Coppa dei Campioni contro la Juventus di Giovanni Trapattoni.
Fagan, quindi, lascia nell'estate del 1985, promuovendo ad allenatore della squadra lo stesso Kenny Dalglish, in concomitanza con l'interdizione di tutte le squadre inglesi dalle competizioni europee in seguito ai fatti della finale dell'Hysel contro la Juventus.
In questo modo il Liverpool, in campo internazionale, dovrà aspettare vent'anni prima di poter ritornare in una finale di Champions League, mentre in campo nazionale vincerà i suoi ultimi tre titoli fino al 1990, dalla cui data, ancora oggi, i Reds non sono più riusciti a vincere un titolo nazionale.
 

Ma che ooh

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Le bestemmie che i tifosi della Roma hanno mandato al Liverpool da quella finale dell' 84 hanno fatto effetto, da 10 anni non vincono nulla che valga qualcosa ( e per un club storicamente vincente come loro è grave) e da 25 anni non vincono la Premier :asd:
 

Fabry_cekko

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Le bestemmie che i tifosi della Roma hanno mandato al Liverpool da quella finale dell' 84 hanno fatto effetto, da 10 anni non vincono nulla che valga qualcosa ( e per un club storicamente vincente come loro è grave) e da 25 anni non vincono la Premier :asd:

Il Liverpool é la squadra straniera piú odiata in Italia (sommando Roma, Juve e Milan).
Per la Roma non c'é solo quell'episodio.
Per la Juve c'é quella Finale Maledetta di Heysel.
Per il Milan il 2005.

Tutte finali vinte per fortuna.
 

Ma che ooh

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Il Liverpool é la squadra straniera piú odiata in Italia (sommando Roma, Juve e Milan).
Per la Roma non c'é solo quell'episodio.
Per la Juve c'é quella Finale Maledetta di Heysel.
Per il Milan il 2005.

Tutte finali vinte per fortuna.

Appunto , spero nel fallimento del Liverpool, li detesto, poi ce lo United, ( ma questa è un altra storia :asd: )
 
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