[STORIA] Ernst Happel - Parte I

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Dopo il mese di pausa che ci siamo presi per il Mondiale ecco che torniamo con una grande storia di calcio, la storia di Ernst Happel.

Siamo arrivati agli anni ’70, abbiamo visto gli albori della Champions League, il grande Real Madrid di Puskas e Di Stefano, il Benfica di Eusebio, il Milan e l’Inter di Rocco ed Herrera ma adesso siamo negli anni che videro la grande rivoluzione del calcio, o meglio, la grande evoluzione del calcio perché tanti fondamentali del calcio moderno sono nati proprio in quest'epoca. Questi sono gli anni del calcio totale e gli anni di Ernst Happel.
Dopo l’Inter di Herrera l’Europa ha vissuto qualche anno di stasi, infatti a partire dalla seconda metà dei '60 vediamo il canto del cigno del Real Madrid che riesce a chiudere gloriosamente il suo enorme ciclo con la sesta Coppa dei Campioni vinta ai danni del Partizan di Belgrado; vediamo la favola del Celtic che nel '67 vincerà la Coppa dei Campioni proprio ai danni dell’Inter di Herrera; vediamo la rapida ascesa e caduta di una delle ali più forti di sempre, George Best; termina quindi anche l'epopea del Milan di Rocco che vincerà la sua seconda Champions League nel '69 per poi cedere il passo, nella stagione successiva, proprio a lui: Ernst Happel.


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Facciamo un passo indietro però, Happel nasce nel 1925 a Vienna e comincia a tirare i primi calci ad un pallone all'età di 13 anni, nelle giovanili del Rapid Vienna, col quale esordirà presto in prima squadra.
Difensore centrale grintoso, dalla buonissima tecnica e dall'eccezionale prestanza, in virtù della quale verrà soprannominato “Achille”, vincerà col nobile Rapid una Mitropa Cup, sei campionati austriaci e una coppa d’Austria, inoltre sarà il primo calciatore della storia a segnare una tripletta contro il Real Madrid, esattamente nella partita di ritorno degli ottavi di finale della Coppa dei Campioni del 1956-1957, quando il Rapid riuscì nell'impresa di sconfiggere per 3-1 il Real Madrid costringendolo allo spareggio dopo la sconfitta per 4-2 dell’andata patita dagli austriaci, infatti all'epoca ancora non esisteva la regola del goal in trasferta.
Happel collezionò inoltre 51 presenze con la nazionale austriaca, divenendo uno dei protagonisti della spedizione del 1958 che si piazzò al terzo posto, dopo il mondiale, poi, concluse la sua carriera calcistica per diventare direttore sportivo dello stresso Rapid Vienna.
È il 1962 quando Happel siede per la prima volta in panchina, precisamente su quella dell’ADO Den Haag, e inizia a mettere a punto le sue idee tattiche, qui riesce a vincere una Coppa d’Olanda nel 1968, battendo in finale l’Ajax, dopo averla sfiorata per ben tre volte con le finali del '63, del '64 e del '66; riuscirà, inoltre, a partire dalla stagione 1964-65, a centrare due terzi e due quarti posti.
Happel già sulla panchina dell’ADO compì il suo piccolo miracolo, infatti rese il Den Haag una delle migliori squadre d’Olanda, risollevando le sorti di una squadra praticamente dilettante, da metà classifica olandese, tuttavia Happel la portò a grandi piazzamenti in campionato e a giocarsi quasi annualmente la coppa nazionale.
Questi risultati spinsero il Feyenoord a chiamare Happel in quel di Rotterdam per la stagione 1968-1969 e l'allenatore austriaco alla prima stagione centra l’Eredivisie, un’altra Coppa d'Olanda per arrivare, poi, alla storica Coppa dei Campioni del 1969-70.
A questo punto fermiamoci un attimo e parliamo finalmente delle idee tattiche di Ernst Happel, parliamo del calcio totale, del quale Ernst Happel fu l'inventore.
Happel fu il primo a raggiungere metodicamente risultati di calcio totale, infatti prima di lui soltanto l'ungherese Gusztav Sebes riuscì a proporre un primo esperimento di calcio totale con l'Ungheria degli anni '50, ma soltanto l'allenatore austriaco con metodo ed organizzazione riuscirà a proporre con costanza questo tipo di calcio, tanto da diventare il marchio di fabbrica dell'intero movimento calcistico olandese.
La grandezza di Happel sta proprio nel metodo, infatti, a differenza di tanti grandi allenatori, Happel non ebbe mai a disposizione campioni come Puskas, Cruijff, Platinì, Maradona o Pelé, tuttavia con maniacale dedizione riuscì a portare sul tetto d’Europa qualunque sua squadra.
In cosa consiste il calcio totale? Innanzitutto il calcio totale reintroduce la cosiddetta difesa a zona.
Negli anni '60 si giocava un calcio con marcature ad uomo, il calcio totale, invece, reintrodusse la marcatura a zona, secondo cui il difensore non va più a bloccare individualmente l’attaccante ma è tutta la linea difensiva, composta da quattro difensori, a dover bloccare non un solo attaccante ma tutta la fase offensiva avversaria, in questo modo la linea difensiva dovrà muoversi armonicamente per riuscire ad effettuare efficacemente il fuorigioco e il fuorigioco delle squadre di Happel fu messo in pratica in maniera assolutamente maniacale, le sue difese non permettevano agli avversari di giocare e bloccavano sul nascere ogni iniziativa avversaria.
La difesa di Happel gioca molto alta dunque, sui 25 metri circa, effettuando un fuorigioco sistematico e con la difesa alta va da sé che siano alti anche centrocampo ed attacco, ai quali, invece, Happel richiede pressing, un pressing ad uomo e che per la prima volta viene applicato come arma offensiva, per guadagnare non solo rapidamente il possesso palla ma per offendere con contropiedi fulminanti, con rapide verticalizzazioni grazie ad un lancio lungo o ad una veloce triangolazione.
Le squadre di Happel, nel loro pressing, formavano delle gabbie, i giocatori si muovevano in gruppi di tre creando dei triangoli invisibili, per rendervi l'idea basta prendere la disposizione del 4-3-3 di Happel, se unirete i puntini dei due difensori centrali, degli esterni bassi, degli esterni alti e della punta verrà fuori un ettagono e all'interno dell'ettagono si potranno formare tantissimi triangoli, ad esempio: triangolo 1(difensore centrale sinistro, terzino sinistro e mezz'ala sinistra), triangolo 2(difensore centrale sinistro, difensore centrale destro e mediano), triangolo 3(difensore centrale destro, terzino destro e mezz'ala destra) ecc... ecco, grazie al pressing gli avversari finivano all'interno di queste gabbie e soffocati dalla stretta avversaria erano costretti subito a scaricare palla all'indietro e ad interrompere l'azione offensiva.
Recuperata palla, la manovra offensiva, analogamente a quella difensiva, è quanto di più nuovo si fosse mai visto, infatti nelle squadre di Happel ogni giocatore è intercambiabile, il terzino fa l'ala e l'ala fa il terzino, i due uomini sulle fasce sono perfettamente intercambiabili, a seconda della situazioni l'uno attacca e l'altro difende, gli stessi difensori centrali iniziano a diventare dei giocatori di manovra col compito di far ripartire l'azione e non più di distruggere semplicemente il gioco, i centrocampisti si spingono in attacco e l'attaccante scende a centrocampo, nasce così il concetto di doppia fase.
Happel, dunque, non gioca con un vero attaccante, questo svaria e non da punti di riferimento per aprire il gioco ai compagni, così l'attaccante, nel moto perpetuo delle squadre di Happel, diventa lo spazio.
Ecco perché, parallelamente, diventa importantissimo il movimento senza palla, anche i giocatori non in possesso del pallone devo partecipare all'azione offensiva, devono aggredire gli spazi e offrire più soluzioni possibili al portatore di palla.
In questo senso si spiegano quegli assurdi allenamenti dove l'attacco e la difesa si schieravano contro durante l'allenamento e si fronteggiavano giocando senza pallone, una follia vedere undici uomini correre dietro al nulla ma in realtà quegli allenamenti erano specifici proprio per accrescere le capacità di movimento senza palla delle sue squadre, metodo che non a caso utilizzerà anche Arrigo Sacchi.
Pep Guardiola, rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva in che modo il Barcellona segnasse pur giocando senza attaccanti, rispose letteralmente: “Lo spazio è il nostro attaccante”.
Ecco, Guardiola ha rinverdito ciò che Ernst Happel aveva già fatto quarant’anni prima, cioè giocare senza veri attaccanti perché gli attaccanti intasano gli spazi, quindi lo scopo è sviluppare tutto il gioco a centrocampo con l’unico attaccante, il numero nove, quello che noi chiamiamo oggi "falso nueve", che svaria su tutto il fronte offensivo, si sovrappone, scende a centrocampo, non da punti di riferimento agli avversari e libera gli spazi per gli inserimenti dei centrocampisti e delle ali.

Per concludere, questo modo di stare in campo, fatto di pressing, doppia fase, movimenti senza palla, naturalmente, necessitava di una preparazione atletica eccezionale e le squadre di Happel atleticamente furono tra le squadre meglio preparate al mondo senza ombra di dubbio, Happel consentì al calcio di passare allo step successivo nell'evoluzione della preparazione atletica, ecco perché il Nostro fu anche chiamato "Il tiranno", perché con lui si lavorava duro. Erano quattro i comandamenti di Happel: correre, correre, correre e disciplina.

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A questo punto bisogna rispondere ad un quesito: l'inventore del calcio totale non fu Rinus Michels? No.
Michels divenne allenatore dell’Ajax nel 1965 e soltanto dopo aver visto Happel, soltanto dopo aver perso con Happel e soltanto dopo aver studiato Happel, riuscirà a proporre anche lui calcio totale del quale, mediaticamente, gli si attribuisce l’invenzione.
Per provare quello che stiamo dicendo basti pensare al De Klassieker, cioè il classico olandese tra Feyenoord e Ajax, che vide più di uno scontro tra Happel e Michels.
Quest’ultimo cominciò ad allenare l'Ajax nel 1965, Happel soltanto nel 1968, così, considerato che Michels lascerà l’Ajax nel 1971, i due ebbero modo di affrontarsi per ben tre stagioni, dalla stagione 1968-69 alla stagione 1970-71.
Nella prima stagione il Feyenoord vinse 1-0 l'andata in campionato e pareggiò 1-1 il ritorno, quindi eliminò l'Ajax in coppa col risultato di 2-1; nella seconda stagione il Feyenoord vinse ancora 1-0 l’andata e pareggiò 3-3 il ritorno; nella terza stagione invece il Feyenoord pareggiò 1-1 all’andata e vinse 3-1 il ritorno in campionato, poi le due squadre si incontrarono nuovamente in coppa ma dopo tre anni di brucianti sconfitte, eccezione che conferma la regola, Michels riuscirà a sconfiggere Happel con il risultato di 2-1.
Michels dopo aver subito continue batoste contro Happel, dopo averne visto il calcio, dopo averlo studiato, passò anche lui al 4-3-3, infatti fino ad allora Michels giocò con il 4-2-4 brasiliano sul quale si era modellata tutta l’Europa calcistica: il Barcellona, il Real Madrid, il Benfica, tuttavia Michels raccolse scarsi risultati con questo modulo, infatti perse la finale di Coppa dei Campioni, faticosamente raggiunta nella stagione 1968-69, contro il Milan di Nereo Rocco.
Happel, invece, Rocco l’avrebbe battuto, esattamente la stagione successiva, proprio durante la poderosa cavalcata del Feyenoord verso la finale di Milano del 1970, affrontando il Paròn negli ottavi di finale e qualificandosi, dopo la sconfitta per 1-0 all’andata, col risultato di 2-0 nella gara di ritorno.
Happel non solo aveva dato metodo al calcio totale, quello che aveva talvolta proposto l'Ungheria di Sebes, non solo aveva sistematizzato questo tipo di gioco gettando le fondamenta di quello che sarà il calcio moderno ma lo aveva insegnato ad un paese che di calcio non aveva mai capito nulla, cioè l’Olanda.
Happel insegnò a Michels, insegnò ad Advocaat che fu suo giocatore nel Den Haag e che guarda caso diventerà allenatore in seconda proprio di Michels. Anche Sacchi, Lobanovsky o Van Gaal, sempre scuola olandese, si possono considerare, idealmente, discepoli di Happel.


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Happel non ha finito però, vince col Feyenoord anche la Coppa Intercontinentale del 1970 contro i macellai dell’Estudiantes che un anno prima avevano preso a randellate i rossoneri di Rocco, vince un secondo campionato olandese nella stagione 1970-71 e poi va in esilio volontario in Spagna, alla guida del Siviglia, all’epoca nella Segunda Divisiòn.
Dopo la breve parentesi spagnola decide di tornare nel centro Europa, alla guida del Club Bruges, in Belgio, un altro paese calcisticamente parlando ignorante, un altro paese che dopo l’Olanda, Happel, deciderà di istruire.
Della sua avventura in Belgio, però, parleremo soltanto domani, restate sintonizzati...
:fuma:
 

rossovero

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Ancora, ancora!! :ave:

Ps: Happel non era anche alla guida dell'Amburgo vincitore della C.Campioni contro la Juve?
 

Fabry_cekko

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Bella bella Storia. Il mio Feyenoord ha avuto un grandissimo Allenatore!

E cmq io vorrei un articolo su Giuseppe Meazza:sick:
 
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