mistergao
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Come da titolo, molto semplicemente dovete votare il giocatore che secondo voi meglio rappresenta i trentun'anni di Berlusconi presidente del Milan.
Breve spiegazione delle scelte:
Baresi: il capitano dei primi trionfi, ma che è passato anche dall’inferno della Serie B. Leader in campo, fuori non alzava mai la voce, venendo così rispettato anche dagli avversari
Maldini: il suo naturale successore. Ha vissuto 23 anni di epopea berlusconiana, andandosene un attimo prima dei momenti più bui, che forse con lui non sarebbero stati tali, un esempio per ogni giovane che vuole avvicinarsi al mondo del calcio.
Van Basten: semplicemente, la perfezione. Ogni volta che toccava un pallone San Siro si fermava col fiato sospeso, in attesa di una giocata che sarebbe potuta essere semplice, ma mai banale. Quando ha finito di giocare, a 29 anni, l’intero mondo del pallone ha pianto.
Gullit: no, non valeva van Basten. Ma era carismatico, guascone, imprevedibile, una forza della natura. Sapeva essere leader e sapeva far ridere. Il vero simbolo dello scudetto 87/88.
Shevchenko: è arrivato al Milan da buona speranza, l’ha lasciato da campione, è tornato quando si era imbolsito. Esiste metafora migliore dei trentuno anni di presidenza Berlusconi?
Inzaghi: vi giuro, dai tempi dell’Atalanta non lo sopportavo. Non ero assolutamente felice quando era arrivato al Milan, e invece… E invece è stato un grandissimo bomber, oltre che uomo squadra. Lui nel Milan ci credeva davvero, regalandogli trionfi su trionfi. A suo modo continuo a non condannarlo per lo sciagurato errore di sedersi su una panchina che non meritava, l’ha fatto per troppo amore, oltre che per ingenuità.
Ambrosini: OK, va bene, non vale gli altri. Ma guarda caso fino a che c’era gente come lui la baracca non crollava del tutto, anche quando traballava pericolosamente. Se n’è andato (o meglio: è stato allontanto in maniera ben poco signorile) nell’estate del 2013 e, guarda caso, dall’anno dopo sono cominciati i problemi nello spogliatoio, litigi, incomprensioni, faide varie. A suo modo un uomo squadra.
Donnarumma: ovviamente non è paragonabile agli altri, se non altro per la brevità della propria carriera, nella quale sta promettendo tanto, ma non ha ancora dimostrato niente. Però potrebbe essere il lascito finale di Berlusconi per il Milan del futuro.
Altri: sono conscio che ce ne sono stati tanti altri che hanno rappresentato qualcosa di davvero importante nel Milan degli ultimi trent’anni, se votate questa opzione indicate in un post il nome e la motivazione.
Breve spiegazione delle scelte:
Baresi: il capitano dei primi trionfi, ma che è passato anche dall’inferno della Serie B. Leader in campo, fuori non alzava mai la voce, venendo così rispettato anche dagli avversari
Maldini: il suo naturale successore. Ha vissuto 23 anni di epopea berlusconiana, andandosene un attimo prima dei momenti più bui, che forse con lui non sarebbero stati tali, un esempio per ogni giovane che vuole avvicinarsi al mondo del calcio.
Van Basten: semplicemente, la perfezione. Ogni volta che toccava un pallone San Siro si fermava col fiato sospeso, in attesa di una giocata che sarebbe potuta essere semplice, ma mai banale. Quando ha finito di giocare, a 29 anni, l’intero mondo del pallone ha pianto.
Gullit: no, non valeva van Basten. Ma era carismatico, guascone, imprevedibile, una forza della natura. Sapeva essere leader e sapeva far ridere. Il vero simbolo dello scudetto 87/88.
Shevchenko: è arrivato al Milan da buona speranza, l’ha lasciato da campione, è tornato quando si era imbolsito. Esiste metafora migliore dei trentuno anni di presidenza Berlusconi?
Inzaghi: vi giuro, dai tempi dell’Atalanta non lo sopportavo. Non ero assolutamente felice quando era arrivato al Milan, e invece… E invece è stato un grandissimo bomber, oltre che uomo squadra. Lui nel Milan ci credeva davvero, regalandogli trionfi su trionfi. A suo modo continuo a non condannarlo per lo sciagurato errore di sedersi su una panchina che non meritava, l’ha fatto per troppo amore, oltre che per ingenuità.
Ambrosini: OK, va bene, non vale gli altri. Ma guarda caso fino a che c’era gente come lui la baracca non crollava del tutto, anche quando traballava pericolosamente. Se n’è andato (o meglio: è stato allontanto in maniera ben poco signorile) nell’estate del 2013 e, guarda caso, dall’anno dopo sono cominciati i problemi nello spogliatoio, litigi, incomprensioni, faide varie. A suo modo un uomo squadra.
Donnarumma: ovviamente non è paragonabile agli altri, se non altro per la brevità della propria carriera, nella quale sta promettendo tanto, ma non ha ancora dimostrato niente. Però potrebbe essere il lascito finale di Berlusconi per il Milan del futuro.
Altri: sono conscio che ce ne sono stati tanti altri che hanno rappresentato qualcosa di davvero importante nel Milan degli ultimi trent’anni, se votate questa opzione indicate in un post il nome e la motivazione.