Solito miscuglio di osservazioni legittime e di piatte banalità nell'articolo di Festa.
Non esistono precedenti della storia del calcio di investitori che abbiano investito grandi quantità di denaro per delle quote di minoranza del club? Il calcio offre un esempio luminoso: l'Arsenal attuale, ove il soggetto forte del capitale, il multimiliardario russo Alisher Usmanov, ha una partecipazione minoritaria (il 32% circa) a fronte del pacchetto di maggioranza assoluta saldamente nelle mani del manager sportivo americano Stan Kroenke. Eppure Usmanov è stato uno dei munifici finanziatori dello stadio di Ashburton ed ha sostenuto i pesanti deficit di cassa del club durante il periodo successivo alla costruzione dell'impianto. Il suo contributo attuale al club dei gunners è stimato in cifra superiore al miliardo di euro. Cosa è, un mecenate impazzito? No, un investitore che ha lasciato la parte manageriale e sportiva a Wenger ed a Kroenke, che ha un know-how ragguardevole essendo proprietario e/o azionista di molti club negli Stati Uniti tra baseball, football, hockey e basket, per occuparsi degli aspetti commerciali legati allo sfruttamento del meraviglioso Emirates Stadium, dei diritti televisivi delle partite nazionali ed internazionali, del brand del club. Grazie ad un serrato sistema di sindacati di blocco e di voto l'attività degli organi sociali è controllata da lui e condivisa con l'azionista di riferimento. Le relazioni tra i soci sono disciplinate ed equilibrate, il club funziona, ha conti in ordine, e da poco stacca anche qualche dividendo per i suoi azionisti. Mr. Bee chiederà analoghi patti a Fininvest per essere coinvolto nelle politiche di governance del club. Le opzioni di acquisto di quote sono pericolose e sgradite in un regime di forte speculazione dei titoli.
Il debito consolidato è a scadenza pluriennale e non deve essere estinto in unica soluzione, quello corrente a bilancio deve essere integralmente ripianato pena la non iscrizione al campionato. Quanto al mercato, le pubbliche dichiarazioni di Berlusconi e, sottointeso, gli accordi condizionati in tal senso intervenuti con il nuovo socio, escludono sorprese. Il resto della liquidità verrà utilizzata per il finanziamento dei costi di costruzione dello stadio, almeno per la parte di essi di competenza del club.
Ed arriviamo ai veri punti di domanda: la quotazione in Borsa. Di massima, un club di calcio non è l'ideale per una quotazione in borsa. Troppa instabilità nei valori di fatturato, in buona parte legati alla imprevedibilità dei risultati sportivi (tra la non partecipazione alla Champions League e la partecipazione sino alla fase finale di essa ballano complessivamente 80-90 milioni di euro di introiti: praticamente un terzo dell'attuale fatturato del Milan... e gli introiti generano un aumento dei costi delle retribuzioni legati al rendimento, i cc.dd. bonus), troppi alti i costi di gestione del personale, con vincoli pluriennali dei giocatori per le necessità di ammortamento finanziario degli altissimi prezzi dei cartellini. Lo squilibrio cronico dei conti è in genere indice di precarietà dell'investimento nel medio periodo, anche perchè le logiche manageriali soccombono a quelle sportive di competitività della squadra, con forti indebitamenti nel conto economico. Investire in un club di calcio è più un affare di cuore che una gioia per il portafogli. Va detto tuttavia che una vera analisi dell'impatto economico di politiche di valorizzazione degli asset stabili (stadio, immobiliare, commercializzazione del brand) non è mai stata effettuata da un investitore, sicchè non possiamo conoscerne fino in fondo gli esiti. Mr. Bee è un broker finanziario, un soggetto che professionalmente analizza il mercato per valutarne le preferenze su un certo investimento e prepara poi questo per il suo lancio. Avrà fatto le sue valutazioni e le stesse saranno state fatte dai suoi finanziatori. Il punto di domanda è legittimo, con tendenza ad una risposta pessimistica: gli investimenti nel calcio dei club non sono mai felici, ed il Milan è un club in condizioni economiche gravi. Certo, su questo versante Mr. Bee ed i suoi finanziatori si giocano tutto.
Ed infine, chi è Mr. Bee... Non è un imprenditore, non ha mezzi propri da investire, è l'esecutivo di un network finanziario che ha deciso di investire tramite un finanziamento. L'operazione è in gran parte a debito, gravante per intero sulla società costituita dal thailandese per questo scopo: per fortuna, non sul Milan, come sarebbe stato con ogni probabilità nel caso di acquisizione della maggioranza qualificata delle quote da Fininvest. Operazione di cui non potremo mai smettere di ringraziare il Berlusca, per avere evitato al Milan di gravarsi di un indebitamento nell'attuale congiuntura recessiva. Se vi saranno dietro altri soggetti imprenditoriali lo saprà certamente Fininvest. I miliardari della zona dell'Estremo Oriente da essa contattati hanno tutti risposto in modo negativo (vedi consorzio APECF).
Fininvest nell'operazione quote del Milan ha come advisor Banca Lazard e come consulente legale lo Studio Chiomenti. La signora Ronzulli ci entra solo come oggetto della ennesima allusione sessista riferibile alle donne vicine all'ex Cavaliere: l'infermiera, dopo l'igienista dentale... Contento Festa, buona festa per tutti, allora.