A questo punto è lecito porsi qualche domanda su Bonucci.
Non tanto sul suo contributo sul campo (comunque al di sotto delle aspettative), ma per quello che accade fuori.
Non si tratta di discolpare quegli elementi dello spogliatoio infastiditi da Bonucci.
Ma di considerare la sua scarsa capacità di integrazione nello spogliatoio, ignorando l'equilibrio dello stesso e i rapporti che legano i giocatori delle passate stagioni.
Già Donnarumma aveva espresso in campo segni di tensione verso Bonucci nell'ultima partita di Europa League, ma quello che ha scritto Locatelli su Instagram è forse la prima vera esposizione mediatica di ciò che traspariva velatamente già a luglio, di cui si vociferava ad agosto, e che è filtrato a settembre.
La sostanza è questa: Bonucci è entrato in punta di piedi. Si è presentato nello spogliatoio come il fenomeno che vince scudetti a ripetizione e arrivato per insegnare come giocare a calcio a chi era già in squadra.
E alcuni giocatori l'hanno presa male. Molto male.
Al Milan c'è gente che ha messo radici in questi anni, gente dalla mentalità perdente che ha comunque formato un clan al quale risulta complicato non aderire. Un clan capitanato da Montolivo e sorretto da Abate e Zapata, al quale aderiscono altri giocatori in prevalenza italiani, tra cui Bonaventura, Donnarumma e praticamente qualsiasi giovane proveniente dalla Primavera come Locatelli e Cutrone.
Non tutti sono ferventi sostenitori di questo clan, ma ne fanno ugualmente parte. E quando serve, fanno gruppo.
Bonucci non è un semplice nuovo acquisto come Rodriguez o Musacchio.
Bonucci è visto dal clan come un intruso, e come intruso si è comportato agli occhi loro.
Il clan ha però completamente torto?
Bonucci è arrivato e ha preteso il numero di Kessie, vicenda che non è stata risolta in un paio d'ore e che a quanto si vociferava non era stata gradita né da Kessie stesso né dal clan che l'ha vista come un segno di forte prepotenza di un nuovo arrivato
Si è preso di pugno la fascia da capitano, estirpandola non tanto da Montolivo quanto da Donnarumma, a cui sembrerebbe fosse stata promessa (ne ha parlato Raiola e ne ha parlato qualche giornalista) col benestare di Montolivo.
Da quanto riportato da alcuni giornalisti, dà molto fastidio l'atteggiamento di Bonucci, sia negli spogliatoi sia nel prepartita, da uomo navigato di calcio pluriscudettato che guarda dall'alto in basso i reduci delle passate stagioni.
Così come danno fastidio i suoi post sui social che sembrano filastrocche di belle parole fatte con lo stampino.
Immaginiamo per un attimo che Maldini avesse giocato nella Juventus e fosse arrivato al Milan nelle stesse modalità di Bonucci.
Maldini avrebbe preteso la fascia da capitano in quanto leader indiscusso? O forse avrebbe partecipato a qualcosa di bello e significativo come donare la fascia al diciottenne italiano più promettente del calcio nazionale e internazionale?
Maldini per essere Maldini avrebbe voluto dimostrare di volere a tutti i costi quella fascia, o l'avrebbe concessa con entusiasmo a Donnarumma?
Secondo me, con Maldini avremmo avuto Donnarumma capitano, come simbolo di rinascita del Milan.
Bonucci invece quella fascia se l'è presa, come si è preso il 19 da Kessie e come si è preso il ruolo non di leader ma di autorità io so io e voi non siete un casso
Neanche Ibrahimovic arrivò e si comportò nei modi in cui è arrivato e si è comportato Bonucci. E parliamo di Ibra.
Montolivo e soci non lo perdoneranno mai Bonucci.
E ora ci ritroviamo con un problema enorme nello spogliatoio, che si risolverà in uno di questi modi:
-Bonucci andrà via a gennaio (possibile)
-Bonucci rinuncia alla fascia di capitano e si mette alla pari degli altri (quasi impossibile)