Il virus ha smascherato il calcio, questo schifo di calcio e gli ha fatto capire quanto fosse ormai collassato dal didentro.
Che schifo, davvero, infatti ragionandoci su, come dicevi tu poco sopra, noi potremmo pure arrivare ad un fatturato assurdo per i tempi attuali, tipo 600-700 mln, ma gli altri avrebbero già qualcosa come 1,8-2 mlrd e forse, dico forse, non saremmo nemmeno degni di giocarci contro.
È esattamente questo il punto. Non conta tanto quanto fatturi ma bensì quanto fatturi rispetto alla concorrenza, e l’attuale sistema impedisce di compensare eventuali differenze incolmabili grazie alle iniezioni di denaro di un magnate o sugar daddy come lo chiamano in Inghilterra, perciò porta ad una sempre più marcata differenza tra i clubs (proprio perché i magnati e i sugar daddies che compenserebbero queste differenze sono stati di fatto cacciati, essendogli impedito di investire il loro denaro nei clubs. Come già detto da molti e come è ormai risaputo, Chelsea, City e PSG non sarebbero mai diventati ciò che sono oggi senza gli investimenti dei loro proprietari, investimenti che mai sarebbero stati possibili se ci fosse già stato questo sistema perverso basato solo sul fatturato, in passato, e teniamo conto che quando Abramovich prese il Chelsea i fatturati delle big non erano esplosi come in questi anni).
Per questo consiglio a tutti di leggere attentamente la trattazione di cui ho parlato sopra. Chiarisce molto bene la situazione del calcio moderno e di come stia distruggendo il suo asset più importante, cioè la competitive balance.
C’è solo da sperare che con questa crisi i fatturati delle big europee crollino in buona parte, portando ad un rimescolamento delle carte e ad un anno zero calcistico.
Del resto come dicevamo la differenza tra il calcio per club attuale, che non è più uno sport, e il calcio vero, cioè quello per nazionali, è evidentissima: la Croazia è riuscita ad arrivare in finale mondiale con una popolazione ridicola di 4 milioni di abitanti, una popolazione che è meno della metà di quella della sola Lombardia, una popolazione 15 volte inferiore a quella italiana, e come? Producendo talento, e basta, perché se produci talento in nazionale poi non possono togliertelo. Se invece io fossi un miliardario e volessi portare la Dinamo Zagabria in finale di Champions nel sistema attuale non mi sarebbe possibile, nè mi sarebbe possibile trattenere i giocatori nel club qualora producessimo dei campioni nel vivaio.
Oppure c’è anche l’esempio dell’Olanda, un’Olanda come quella degli anni ‘70 sarebbe ancora possibile, il talento lo producono eccome, e se l’Olanda producesse un’altra generazione come quella della leggendaria Arancia Meccanica di Cruijff nessuno potrebbe togliergli i giocatori, invece un Ajax come quello dei ‘70 non sarebbe più possibile, perché essendo il calcio per club dominato solo dalla prepotenza del denaro, se l’Ajax producesse ancora dei talenti del genere gli verrebbero immediatamente sottratti dai club europei più potenti, visto che l’Ajax non potrà mai produrre chissà quali ricavi, e se anche Jeff Bezos fosse innamorato dell’Ajax e volesse spenderci soldi per far sì che il club olandese possa mantenere i suoi fuoriclasse nell’ipotesi, gli sarebbe impedito di farlo.
In altre parole, non è un luogo comune, il calcio per club sta letteralmente venendo assassinato dal troppo denaro e soprattutto troppo denaro concentrato in troppe poche tasche. Come per una nazione di 4 milioni di abitanti è stato possibile arrivare in finale di coppa del mondo (e non è la prima volta che ottenevano risultati rimarchevoli, già nel ‘98 arrivarono in semifinale, per intenderci la Spagna ha si una finale mondiale vinta, ma per il resto arrivarono tra le prime quattro solo un’altra volta in tutta la loro storia ai mondiali, la Spagna ha lo stesso numero di finali e semifinali mondiali della Croazia, anche se una l’ha vinta) così dovrebbe essere possibile per un club che non si chiami United, Barca, Liverpool, Real o che non faccia parte dei primi cinque campionati europei, ma il calcio moderno ha reso ciò impossibile, proprio per il troppo denaro in troppe poche tasche.