Arrigo Sacchi, intervistato dalla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, ha parlato del passaggio del Milan ai cinesi e del possibile ritorno delle bandiere. Ecco quanto dichiarato dall'ex allenatore:"Il Milan ai cinesi? Faccio molta fatica a pensare ad un Milan senza Berlusconi e Galliani. Con Silvio abbiamo vissuto il Rinascimento del calcio. E' stato un rivoluzionario. Ma ha fatto la cosa giusta. La salute lo ha spinto a lasciare. Che peccato, comunque, non vedere più insieme lui e Galliani. Sono stati i più grandi dirigenti della storia. Davo a Galliani la lista dei desideri e lui mi portava sempre il primo nome. Cosa direi ai cinesi? Che il Milan ha bisogno di ritrovare la grandezza e che bisogna riempirlo con ambizione, orgoglio e passione, come facevamo noi. Poi gli direi che bisogna fare molta attenzione a scegliere gli uomini. E uso appositamente la parola uomini prima di calciatori: occorre stare attenti a scegliere. La base è avere giocatori che sentano amore e professionalità per il proprio lavoro. E’ la ricerca dell’eccellenza. L'allenatore? Serve un grande stratega. Montella mi piace molto. Gli uomini devono essere funzionali alla sua idea di calcio. Per stare al Milan bisogna dare tutto, anche la vita, a livello sportivo. Bisogna ritrovare l'orgoglio l'ambizione e la gioia di essere il Milan. Il ritorno degli ex in società? Più che un legame con il passato, sarebbe un modo per avere le idee chiare sul futuro. Albertini è stato il mio vicepresidente federale quando ero responsabile delle giovanili azzurre, ha maturato un’esperienza dirigenziale ad altissimo livello. Il fatto è che in Figc è come in politica, non vengono valutati i meriti, ma altri fattori. Io non me lo sarei fatto scappare. A livello federale occorre avere molta pazienza, lui forse ha difettato in questo. Maldini è diventato un uomo vero, non ha costruito la sua vita sull’opportunismo, basta pensare a come ha gestito la questione con gli ultrà, dimostrando ricchezza etica e morale. Certo, ha meno esperienza di Demetrio, ma ha una grande intelligenza, così come Costacurta. Billy ha costruito la
sua carriera grazie alle capacità interpretative. Anche nel suo caso l’intelligenza è un fattore fonda- mentale. Io sono molto riconoscente a questi giocatori per la loro umanità e professionalità. E a questi nomi aggiungerei Galliani, che è una certezza".