Roma: stadio di proprietà? Tutt'altro...

accadde_domani

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Le altre squadre europee hanno costruito lo stadio acquisendone subito la proprietà, e non sono certo falliti. Hai fatto l'esempio dell'Arsenal, che si è finanziata l'opera in modi diversi. Su tutti debito a lungo termine con le banche (310M) con scadenza 2031 e cessione del naming dello stadio (altri 120). Poi hanno fatto pure della speculazione immobiliare, ma il grosso è stato fatto con le prime due cose.

E non è vero che l'Arsenal gode dei benefici economici soltanto ad oggi. Queste sono le storie che ci raccontiamo per giustificare gli insuccessi tutti italiani (vedi Juventus Stadium). Infatti, se si confrontano i bilanci della stagione 2006/2007 con la 2005/2006 (ultimo anno nel vecchio stadio Highbury), i profitti relativi allo sfruttamento dello stadio sono praticamente raddoppiati. Da 44M di sterline a 90M. In un anno.

Nel caso della Roma, poi, dal prospetto informativo praticamente viene detto che la società giallorossa potrà beneficiare soltanto degli indotti relativi alla giornata in cui si gioca, mentre tutti i guadagni negli altri giorni dell'anno andranno alla società che costruisce lo stadio. E' vero che i guadagni principali dovrebbero arrivare nelle giornate calcistiche, ma mi sembra comunque una bella perdita. Tra l'altro questa società, sebbene collegata indirettamente al proprietario della Roma, non credo reinvesta i profitti che incassa nel rinforzamento della squadra. Se hanno stipulato questo accordo, evidentemente è perché anche la società americana voleva guadagnarci qualcosa. Quindi dice: "tu non ci metti una lira, metto tutto io, ma i guadagni nel 90% dei giorni dell'anno vanno a me, mentre in quei 50 giorni massimo all'anno in cui ci giochi prendi tutto tu". A me questo, sinceramente, sembra tutt'altro che uno stadio di "proprietà".
Attenzione. Sono raddoppiati i ricavi da stadio nel caso dell'Arsenal, non i profitti. Lo stadio ha un costo che tu devi poi coprire con gli interessi, perchè è finanziato dalle banche per la maggior parte, nel caso della Roma Goldman Sachs, non so chi aveva l'Arsenal. Quindi quelle risorse supplementari sono state in tutto o in parte destinate, negli anni seguenti, alla copertura del debito. Prova ne è il fatto che per dieci anni l'Arsenal sul mercato non ha fatto certo investimenti da capogiro, ma ha continuato con un'accorta politica di bilancio. L'anno scorso è arrivato il primo colpo forte, evidentemente dopo 10 anni è stato raggiunto il break even. Senza contare che lo stadio della Roma costerà molto più dell'Emirates perchè il comune non mette un euro e bisogna sobbarcarsi la costruzione, tra le altre cose, di un ponte sul Tevere, di uno svincolo della Roma-Lido e del prolungamento di due linee di metropolitana. E' un miliardo complessivo, decisamente insostenibile per la Roma in questo quadro economico. I naming rights saranno venduti comunque, è stato dato mandato alla CAA Sports due settimane fa. L'esempio dello J Stadium invece c'entra poco. Quello stadio ha aumentato il fatturato della Juve, quindi non è stato un insuccesso, ma rispetto allo stadio della Roma è proprio un'altra cosa. E' stato pensato per costare relativamente poco, portare profitti quasi subito, ma chiaramente non ha le potenzialità di questo progetto. Qui parliamo di un polo di sport/intrattenimento/cultura tra i primi in Europa, se e quando si riuscirà a realizzarlo. La Roma all'inizio avrà, senza cacciare un euro per la costruzione, i ricavi delle gare, che comunque saranno ben superiori a quelli attuali, oltre a uno stadio moderno, comodo e costruito per il calcio, poi si vedrà. Non mi pare poco.
 

Aldo

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Bisogna partire dal fatto che la Roma non è controllata da un unico proprietario. il 19% della AS Roma è quotata in borsa, il 78% appartiene ad una società formata per il 69% dagli americani e 31% Banca Intesa, e il 3% da altri investitori. Se ti fai il conto gli Americani hanno circa il 51% del totale della Roma.

Tornando allo stadio solo il 51% della proprietà vuole costruire lo stadio, visto che non si può chiedere un prestito di oltre un miliardo da una società che ne vale 400 milioni, e il 49% non è disposta a mettere un euro, se verrà costruito dentro questa società, il 49% dello stadio apparterrà anche a chi di soldi non ne vuole mettere.

Quindi ci sono due strade percorribili:
1. la proprietà che controlla il 51% compra l'altro 49%, e mette tutti i soldi necessari per la costruzione.
2. Si crea un'altra società con altri soci interessati a questo progetto.

Partendo dal punto che tutte le società, vengono creati per generare un utile, e che i proprietari dei club non guadagnano e solo una leggenda.
Per la Roma non cambia nulla. Solo che i profitti invece di andare solo ai possessori della Roma (come nel citato Arsenal vadano solo al proprietario Americano), vanno divisi tra i possessori della Roma e i possessori del complesso stadio.
Chi sono i possessori del complesso stadio?
Per ora gli "Americani", Parnasi (il signore che costruirà lo stadio), e una società controllata dalla Starwood Capital Group (che garantisce la totale copertura finanziaria)
Perchè la Starwood Capital Group è interessata al progetto?
Si dice che sorgeranno tre "grattacieli" progettati da Libenskid, di circa 100 metri ciascuno, capolavori di architettura, destinati a ospitare a Roma uffici di aziende provenienti da tutto il Mondo, e dalla capitale stessa.

Molto probabilmente entrerà in questa società anche la Nike, che costruirà un Megastore all'interno del complesso, e Pallotta sta cercando di coinvolgere anche una grande azienda informatica, che costruirà la parte tecnologica.

La Roma si allenerà tutto l'anno all'interno del complesso, e i tifosi la potranno seguire sia in casa che in trasferta davanti al maxi schermo posto nell'anfiteatro da 3000 posti.
Il progetto dello stadio della Roma non comprende solo il singolo stadio come avvenuto con la Juventus, ma è un progetto ben più complesso unico in europa, e per realizzarlo saranno necessari più del doppio dei soldi che ha investito l'Arsenal, 5 volte i soldi necessari alla costruzione dello stadio della Juventus.

Un progetto ambizioso dove saranno tutti a guadagnarci, AS Roma avrà uno stadio e delle strutture per gli allenamenti tra i migliori al mondo, i tifosi potranno seguire meglio la propria squadra, Roma città vedrà migliorati le strutture per la viabilità della zona, gli uffici che verranno riconvertiti in abitazioni a Roma previsti dal piano casa, potranno trovare spazio all'interno del complesso, incremento dei posti di lavoro, e ritorno economico a chi ha investito. In parole povere un progetto Americano.
 

Fabry_cekko

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Bisogna partire dal fatto che la Roma non è controllata da un unico proprietario. il 19% della AS Roma è quotata in borsa, il 78% appartiene ad una società formata per il 69% dagli americani e 31% Banca Intesa, e il 3% da altri investitori. Se ti fai il conto gli Americani hanno circa il 51% del totale della Roma.

Tornando allo stadio solo il 51% della proprietà vuole costruire lo stadio, visto che non si può chiedere un prestito di oltre un miliardo da una società che ne vale 400 milioni, e il 49% non è disposta a mettere un euro, se verrà costruito dentro questa società, il 49% dello stadio apparterrà anche a chi di soldi non ne vuole mettere.

Quindi ci sono due strade percorribili:
1. la proprietà che controlla il 51% compra l'altro 49%, e mette tutti i soldi necessari per la costruzione.
2. Si crea un'altra società con altri soci interessati a questo progetto.

Partendo dal punto che tutte le società, vengono creati per generare un utile, e che i proprietari dei club non guadagnano e solo una leggenda.
Per la Roma non cambia nulla. Solo che i profitti invece di andare solo ai possessori della Roma (come nel citato Arsenal vadano solo al proprietario Americano), vanno divisi tra i possessori della Roma e i possessori del complesso stadio.
Chi sono i possessori del complesso stadio?
Per ora gli "Americani", Parnasi (il signore che costruirà lo stadio), e una società controllata dalla Starwood Capital Group (che garantisce la totale copertura finanziaria)
Perchè la Starwood Capital Group è interessata al progetto?
Si dice che sorgeranno tre "grattacieli" progettati da Libenskid, di circa 100 metri ciascuno, capolavori di architettura, destinati a ospitare a Roma uffici di aziende provenienti da tutto il Mondo, e dalla capitale stessa.

Molto probabilmente entrerà in questa società anche la Nike, che costruirà un Megastore all'interno del complesso, e Pallotta sta cercando di coinvolgere anche una grande azienda informatica, che costruirà la parte tecnologica.

La Roma si allenerà tutto l'anno all'interno del complesso, e i tifosi la potranno seguire sia in casa che in trasferta davanti al maxi schermo posto nell'anfiteatro da 3000 posti.
Il progetto dello stadio della Roma non comprende solo il singolo stadio come avvenuto con la Juventus, ma è un progetto ben più complesso unico in europa, e per realizzarlo saranno necessari più del doppio dei soldi che ha investito l'Arsenal, 5 volte i soldi necessari alla costruzione dello stadio della Juventus.

Un progetto ambizioso dove saranno tutti a guadagnarci, AS Roma avrà uno stadio e delle strutture per gli allenamenti tra i migliori al mondo, i tifosi potranno seguire meglio la propria squadra, Roma città vedrà migliorati le strutture per la viabilità della zona, gli uffici che verranno riconvertiti in abitazioni a Roma previsti dal piano casa, potranno trovare spazio all'interno del complesso, incremento dei posti di lavoro, e ritorno economico a chi ha investito. In parole povere un progetto Americano.

Un progetto Americano hai detto bene, ed è un progetto intelligente.
 

accadde_domani

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Ottima la ricostruzione di Aldo, ad eccezione del piccolissimo lapsus Banca Intesa-Unicredit. ::D:
La lista delle strutture che il complesso ospiterà, da un recente articolo di Repubblica:

Duecentomila metri quadrati di parcheggi, un ponte pedonale, un ristorante che domina la hall of fame e si affaccia sui campi d'allenamento. E poi uffici pubblici e privati, una navetta interna su binari, hotel, un food store e un centro d'intrattenimento autogestito: questa la città che sorgerà tutto intorno allo stadio della Roma.
Un programma ambizioso per lo sfruttamento dei circa 30 mila metri cubi su cui oggi sorge (ancora) l'ippodromo di Tor di Valle: oltre alla struttura dello stadio con i suoi 245 negozi, il Nike Store e l'anfiteatro en plein air per eventi minori, tutti già annunciati da Pallotta, il disegno originale prevede lo sviluppo di un'intera cittadina, quella che gli americani già chiamano "entertainment district". Innazitutto, chiunque abbia in mente di raggiungere l'impianto in macchina può stare tranquillo: tutto intorno il piano prevede la realizzazione di qualcosa come 207 mila metri quadrati di parcheggi, potenzialmente da estendere fino a 232 mila. Tanti posti auto all'aperto, due multipiano da 3 e 5 livelli, più un vip parking di tremila metri quadrati proprio sotto la tribuna autorità e i palchi premium. Soluzioni logistiche per rendere comodo a tutti - addirittura ai tifosi ospiti, che avranno aree di sosta riservate - raggiungere la struttura. Ma non solo. Chi vorrà fermarsi per la notte potrà contare anche sul servizio offerto da un hotel, da realizzare proprio di fronte alla Curva Sud, e verosimilmente affidato alla società Starwood Capital, nuovo partner di James Pallotta nell'avventura stadio (e non solo) e specialista nel campo. Non lontano, il grande centro dedicato agli uffici: un'area circolare, circondata da parcheggi, che ospiterà sedi istituzionali del club, ma anche di enti pubblici o privati. Poco più a nord, proprio vicino all'albergo, è previsto invece un food store in stile Eataly: si parla di contatti con la catena Fratelli la Bufala. Questi potrebbero occuparsi anche di tutte le strutture di ristoro all'interno dello stadio. E magari, chissà, anche del vero e proprio ristorante esterno, uno dei pezzi pregiati del progetto: situato non lontano dal Nike Store al piano superiore dell'edificio che ospiterà anche la hall of fame. Sarà dotato di una terrazza da cui sarà possibile osservare i campi di allenamento della squadra giallorossa, per una panoramica mozzafiato. Dalla parte opposta dell'area, a Sud, il progetto già ipotizza anche un'area dedicata all'intrattenimento.

Ancora abbozzata l'idea, ma proprio a ridosso della curva Nord dovrebbe sorgere una zona di divertimenti autonoma: facile pensare che a occuparsene possa essere il marchio Disney, partner del club da anni (la squadra dovrebbe essere a fine maggio ospite a Orlando nel parco tematico del colosso americano dell'animazione). A collegare queste strutture tra loro, il progetto prevede una navetta su binari, che ruoti intorno al Village, attraversi la zona conviviale e arrivi fino all'area degli uffici, consentendo a chiunque di spostarsi senza muovere l'auto lasciata in uno dei tanti parcheggi. Chi invece arrivasse dalla stazione metropolitana, potrebbe raggiungere le fermate della navetta grazie a un ponte pedonale che dovrebbe passare sopra a via Ostiense e alla via del Mare per portare all'interno della cittadella romanista. Cittadella che, nonostante tutto, non sarà fatta di solo cemento, anzi. Il piano prevede la tutela di ampi spazi senza costruzioni: già previsti dal disegno iniziale qualcosa come 104.500 metri quadrati di aree verdi, liberamente accessibili ai fruitori del distretto d'intrattenimento: veri e propri giardini, da sfruttare tutto l'anno, tutta la settimana.

Il discorso delle tre torri Libeskind è emerso solo da un mese a questa parte:

Dopo Milano, anche Roma avrà le sue towers. Uno dei papà della CityLife meneghina, soprattutto l'architetto che sta ricostruendo le Torri Gemelle dopo l'11 settembre, sbarca nella capitale: l'archistar Daniel Libeskind firmerà le tre torri che sorgeranno nel complesso del nuovo stadio della Roma. Grattacieli di oltre cento metri di altezza e 30 metri di lato, gioielli di architettura destinati a diventare un centro direzionale per compagnie di tutto il mondo. L'idea è nata a New York, durante una cena tra il presidente statunitense della Roma James Pallotta e Luca Parnasi, project manager dell'impianto che verrà. L'architetto Libeskind era l'ospite della serata, invitato proprio da Parnasi, per illustrare al proprietario del club giallorosso l'idea di un elemento con cui impreziosire il suo progetto. "Yes, we can", la risposta di Mr. Jim. Ma l'idea sarebbe rimasta un segreto senza la confessione dell'architetto che realizzerà lo stadio, l'americano Dan Meis: "Ci sarà un centro che comprende tre torri progettate dall'architetto Daniel Libeskind", ha detto a Bloomberg, mandando più di un caffè di traverso negli uffici della Raptor di Pallotta.

Già in uno dei primi progetti definitivi sullo stadio, a febbraio scorso, compariva nella zona circolare del "business park" - un'area adiacente al lato sudest dello stadio circondata da 25mila metri quadrati di parcheggi e 40mila di verde - in cui far confluire uffici di aziende locali e internazionali "sfrattati" dalla capitale causa la riconversione di uffici in spazi abitativi prevista dal piano casa. Ma anche enti pubblici. Le torri saranno il fiore all'occhiello di quest'area: un "attraction element", elemento di riconoscibilità, pregio architettonico e unicità per tutta la zona. Una garanzia di successo anche grazie al curriculum di Libeskind, statunitense di origine polacca, tra le maggiori espressioni mondiali del decostruttivismo, che ha firmato negli anni lavori come l'ampliamento del museo ebraico di Berlino, la spirale che caratterizza il Victoria and Albert Museum di Londra, dove ha realizzato anche la celeberrima Metropolitan University, fino alla Freedom tower di New York, epicentro emozionale del nuovo World Trade Center sorto sulle ceneri delle torri gemelle a Groud Zero.

Ma per Libeskind quello romano non sarà un debutto in Italia: qui aveva fondato alla fine degli anni Ottanta la Architecture Intermundium, laboratorio didattico sperimentale a Milano. Città che lo ha riaccolto oggi affidandogli una delle torri della CityLife nel progetto di riqualificazione del quartiere Fiera.

Ora Roma: le torri offriranno un traino in più per attirare investitori interessati ad acquistare spazi commerciali e soprattutto i "naming rights", i diritti di dare il nome allo stadio della Roma, in vendita per 315 milioni all'anno. La Raptor di Londra li ha offerti a Etihad, fresca di acquisizione Alitalia. "No, grazie", la replica della compagnia aerea.

Insomma parliamo proprio di una città nella città, di un distretto entertainment a marchio As Roma.
 

runner

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mi sembra più un giro finanziario che uno scoop....

alla fine faranno uno stadio magnifico ed è quello che conta!!

l' importante è che le varie holding e società proprietarie siano ben allineati con il progetto....
 

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Bannato
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Alla fine non importa chi è il proprietario della roma...conta solo la volontà di tutti gli azionisti(maggioranza/minoranza)di investire su questa squadra e portarla ad alti livelli.
 
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