Il problema per me sta proprio in quel "poi si vedrà" che hai scritto. Si cerca di tenere le acque calme per tot tempo e poi si ricomincia col solito andazzo.
Quando si fanno le cose bisogna farle seriamente altrimenti non si ottiene nulla. Praticamente è una cosa del tipo "piuttosto che niente, meglio piuttosto".
Un po' come le zingarette che rubano, vengono arrestate 40mila volte, ma poi nel giro di un giorno sono libere. Non risolvi niente così. Qui è la stessa cosa. Non serve a nulla fare sgomberi se poi non vengono espulsi dal paese.
Vorrei capire cosa impedisce alle autorità di cacciarli via dalla nazione...
Sul fare le cose seriamente mi trovi d'accordo al 100% Stannis.
Il problema è però più complesso di così.
Il discorso più importante da fare non è tanto sul risolvere o meno la situazione specifica dei migranti (oppure quella delle zingarette) nè in questa singola occasione nè a livello generale. Il discorso più importante, che dovremmo cercare di tenere sempre presente, è a livello comunicativo.
Il problema principale infatti resta il messaggio che trasmettiamo, volenti o nolenti, consapevoli o inconsapevoli, quando andiamo ad alimentare le generalizzazioni
"fataliste" basate sul modello del
"non cambierà mai nulla" (o altri grandi "classici" come, per esempio,
"i politici son tutti ladri" o
"gli italiani son tutti disonesti")
E' un errore logico in cui è molto facile incappare quando si vedono cose di questo tipo (credo che ci siamo sicuramente incappati tutti prima o poi e, altrettanto sicuramente, ci ricapiterà anche in futuro).
E, normalmente, non sarebbe poi neanche un grande problema se non fosse che, ormai da alcuni anni, questo specifico errore di logica viene ampiamente "cavalcato" e "aizzato" dai media (per averne un esempio puoi prendere i giornali e/o i telegiornali di un qualunque giorno a caso dell'ultimo anno e, sono praticamente certo, potrai trovare almeno un 3/4 esempi dell'utilizzo di questo tipo di "logica").
Il "problema" di questo tipo di logica infatti (che è applicabile in qualunque contesto) è che non solo NON aumenta minimamente le chanche di far si che il
POI di turno non continui con il suo solito andazzo ma, al contrario, diventa parte
attiva (piccola o grande a seconda dei casi) nel
diminuire le chance di risolvere anche il
QUI e
ORA (e, conseguentemente, riduce anche quelle di risolvere il POI) perché il messaggio, implicito, trasmesso da queste generalizzazioni è
"perché sbattersi per risolvere un problema se tanto poi, si sa, non cambierà nulla ?".
O, per andare più sul pratico, ci conviene sempre, quando vogliamo evidenziare un problema in qualunque ambito, evidenziare le responsabilità
soggettive della situazione
specifica.
"Diluidendole" in generalizzazioni, "preveggenti" o meno, finiamo altrimenti solo con "aiutare" chi stiamo pensando di "criticare".